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Autore: Ma_AiLing    18/09/2013    3 recensioni
Questa non è “La storia dei Malandrini„ ma la storia di una loro avventura. Perché un giorno, al loro quinto anno, una parola spunta nelle vite dei quattro amici, di Severus Piton e di Lily Evans. Una parola che provocherà malintesi, scherzi e risate. Una parola che riecheggerà ancora per i corridoi di Hogwarts: Waddiwasi!
***
Dal capitolo 1:
«Oh Mocciosus, vaa...» ma James si interruppe, vedendo che alle spalle di Piton si stava avvicinando il professor Vitious.
«Va... Cosa?» gli chiese il ragazzo dai capelli unticci, uno strano brillio negli occhi. «Cosa c'è? Il coraggioso Grifondoro ha paura di dire una parolaccia?» lo prese in giro Piton, recuperando la sua arroganza. «Credevo che tu fossi sprezzante verso le regole».
«Va... Va... Vaddivasi!» sbottò allora James, punto sul vivo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni'
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Note:

Salve! Questa volta mi trovate qui, e c'è un motivo: in questo capitolo appariranno dei personaggi inventati. So che molti immaginano che le amiche di Lily siano Alice, Marlene, Emmeline. Niente in contrario, ma dato che non si sa con certezza, ho voluto inventarmi qualche personaggio. Il che non vuol dire che le ragazze sopra citate non fossero sue amiche, solo che, magari, erano di un'altra Casa o di un altro anno, o magari sono diventate amiche in futuro, facendo parte dell'Ordine.

Detto questo, godetevi il capitolo!

AiLing

 

P.s: sono stata puntualeeee! ;) alla prossima, ma scusate, sarà tra un mese, mercoledì 16 ottobre. Mi scuso con tutti voi lettori, ma è ricominciata la scuola e mi devo riprendere, inoltre ho ogni pomeriggio scuola guida, quindi potete capire come abbia poco tempo... 
Nel disperato caso in cui non ce la facessi il sedici, metterò una nota all'inizio di questo capitolo con scritta la data alternativa.

Un sentito grazie a chi non si stufa di leggere questa storia.

 

 

Dedico questo capitolo a tre persone:
ad Angyp,
ad ArwenUndomiel,
e a Loony Moony.
A voi, che con le vostre recensioni
mi dite sempre cosa ne pensate di quel che scrivo
e mi fate sempre spuntare un sorriso.
Grazie ragazze!

 

Il mattino delle proposte matte


Quel sabato mattina apparve in bacheca l'avviso che tutti gli studenti aspettavano: la data della seguente gita a Hogsmeade.

«È sabato, tra una settimana esatta» disse Remus, rientrando in dormitorio. Nonostante quando era uscito i suoi amici fossero tutti svegli, ora erano di nuovo a letto.
«Ragazzi, ma è possibile?!» esclamò, rivolto più a se stesso che agli altri tre.
«Arriviamo» biascicò Sirius insonnolito.
«Io intanto vado in Sala Grande... Sperando che Lily a quest'ora abbia già finito di fare colazione!» disse Remus, uscendo.
«Quella ragazza sarà la nostra rovina!» sospirò Sirius stiracchiandosi.
«Taci, ammasso di pulci!» lo riprese James, con la testa sotto il cuscino per difendersi dalla luce che filtrava dalle grandi finestre. Pareva che le tende venissero tirate magicamente quando dovevano alzarsi. O forse erano gli Elfi Domestici, che passavano nei dormitori prima del risveglio degli studenti. 

«Lo sai, vero, che se io sono un ammasso di pulci, tu sei cornu...»
«Ok, ok, tregua!» lo interruppe l'altro, alzandosi di scatto e facendo così volare il proprio cuscino in fondo al letto. Sirius sfoderò il suo ghigno malandrino.
«Grazie, Ramoso». James sbuffò alzando gli occhi al cielo.
«Cosa diceva Remus a proposito di sabato?» gli chiese James.
«Credo che ci sia l'uscita a Hogsmeade» gli rispose Sirius togliendosi la maglia del pigiama per indossare la camicia, che lasciò sbottonata in cima come era solito fare. Aveva iniziato a vestirsi senza curarsi troppo dell’ordine solo per fare un dispetto ai famigliari in Serpeverde, per vedere le loro occhiate indignate (perchè era un Black, e i Black si vestono come conviene!) ma poi era diventata un’abitudine condivisa da James: erano Malandrini, ordine e regole non facevano per loro.

«Com'è andato l'allenamento ieri?» chiese Sirius a un James ancora seduto sul letto a contemplare il vuoto. «Sei tornato tardi».
«Brian mi ha fatto penare. Al solo pensiero sudo di nuovo» si lamentò James facendo una smorfia. 

«Mai mettersi tra un Capitano di Quidditch e la Coppa» commentò Sirius divertito.

«Andiamo, il Boccino è mio di natura! Non riesce a stare lontano da me».

«Taci, Boccinatore, e sveglia Peter» lo derise Sirius, avviandosi verso la Sala Comune.

«Ah no, tocca a te, io vado in doccia!» disse James correndo in bagno e chiudendovisi dentro.

«Doccia, eh?» mormorò Sirius, sicuro di aver trovato il modo di svegliare Peter.

 

Quando Remus varcò la soglia della Sala Grande fu subito individuato da Lily, la quale gli fece cenno di avvicinarsi e sedersi accanto a lei. Sospirando, il ragazzo si incamminò, salutò la ragazza e le compagne di Casa, e si sedette al suo fianco.

Prima che potesse servirsi anche solo una fetta di pane da imburrare, la ragazza gli si rivolse sottovoce, con l’urgenza di parlargli di qualcosa che, a quanto pareva, era estremamente importante.

«Remus, non ti chiedo di dirmi cosa combinate» disse senza preamboli, «anche se te lo chiederei volentieri, perchè è ovvio che stiate combinando qualcosa, non fate altro, voi quattro! Ma tanto non me lo diresti. Quindi ti chiedo solo un favore: puoi non mentirmi?».

Remus la guardò sconsolato: gli occhi di Lily trasudavano di speranza e di fiducia, quasi avesse la certezza che Remus non l’avrebbe delusa, perchè in fondo erano amici. Ma come faceva a non mentirle? Non avrebbe di certo potuto confessarle che era un Lupo Mannaro, o che i suoi amici erano diventati Animaghi illegalmente!

Accortasi della sua espressione, Lily si corresse, come se avesse intuito cosa stava pensando. Cosa impossibile, ovviamente. «Non intendo che devi dirmi tutto, ognuno ha i suoi segreti. Volevo dire che, piuttosto che una bugia, preferisco il silenzio». Finì con un sorriso timido, che Remus ricambiò con uno molto più grande.

«Ti sei rassegnata al fatto che siamo “i Malandrini” e che come tali ci comporteremo per l’eternità?» la canzonò.

«Assolutamente no, continuerò la mia crociata per riportarti sulla retta via!» rispose lei. I due ridacchiarono, la battuta di Remus era servita ad alleggerire la tensione della richiesta della ragazza nei suoi confronti.

«Sai, neanche a me piacciono i segreti» le disse, di nuovo serio.

«Ma sono necessari» concluse per lui Lily. Il ragazzo annuì, per poi prendere finalmente una fetta di pane e del burro.

«Silenzio quindi?» chiese un’ultima volta Lily.

«Silenzio» confermo Remus, grato del passo indietro della ragazza.

Continuarono a fare colazione chiacchierando anche con le altre ragazze del loro anno, Elizabeth, Mary e Angela.

«Ragazze, dopo andiamo in biblioteca?» propose Elizabeth, spostandosi una ciocca dei lunghi capelli castani che le era finita davanti agli occhi. «Remus, vuoi venire anche tu?».

«El, ti prego, sono giorni che cerchiamo il significato di Waddiwasi senza risultati, è tutto tempo perso!» sbuffò Mary, da dietro la sua fetta di torta. «Diteglielo anche voi!» disse rivolta a Remus e Lily, i quali si guardarono tra loro imbarazzati.

«El, forse Mary ha ragione...» provò a dissuaderla Remus, sapendo quale perdita di tempo sarebbe stata. Mary gli sorrise grata. 

«Lily?» provò ancora Elizabeth. «Oggi scade il veto della Pince, no?».

«Ero già d'accordo con Lennie di ripassare Astronomia» si scusò Lily.

«Lennie... Perché questo nome mi è familiare?» chiese Remus. Non conosceva nessuna ragazza con quel nome, ma era certo di averlo già sentito.

«Perchè è la Cercatrice di Corvonero» rispose Mary cupa.

«Ah, ecco» commentò il ragazzo, ridendo tra sè. 

«Sì, ed è del nostro anno. Brunetta, coi capelli lunghi e ricci» gliela descrisse Lily, per nulla turbata dal tono dell'amica.

«L'unica che in questi anni sia riuscita a fregare il Boccino a James» completò Mary, con l'aria di chi sa a memoria la storia dell'amicizia tra le due.

Lily fece spallucce e aggiunse: «L'ho incontrata per caso in biblioteca e mi sono congratulata. Poi abbiamo iniziato a chiacchierare e...»

«E Madama Pince vi ha cacciate» continuò Mary con aria annoiata. «La Corvonero si è messa a ridacchiare e hai pensato che fosse simpatica. Da quel giorno vi incontrate per studiare, eccetera eccetera» finì Mary in modo esasperato.

«Mary, quando ti ci metti sei paranoica» intervenne Angela, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, concentrata sulla fetta di crostata che aveva cercato di moltiplicare. «Vi informo che sono appena riuscita a moltiplicare del cibo e il gusto è identico» disse soddisfatta.

«Chissenefrega, quella ci ha battuti a Quidditch, non si familiarizza col nemico!» ribatté Mary piccata.

«E allora? Non mi pare il caso di tirarla tanto per le lunghe solo per una partita!» rispose Angela.

«Era appena finito il time-out, la Pluffa doveva ancora essere presa da uno dei Cacciatori che quella è sfrecciata e ha catturato il Boccino! James era ancora a terra!» continuò Mary.

«Non puoi giudicarla per questo!» esclamò Angela. «Io la conosco da tempo, i suoi genitori sono amici dei miei, ed è davvero simpatica. Lo stesso dicasi di sua sorella Ann, terzo anno a Tassorosso».

«Saranno pure simpatiche, ma ciò non toglie che Corvonero ci abbia battuti» replicò Mary.

Angela alzò esasperata gli occhi al cielo della Sala Grande, che quella mattina era coperto da nuvoloni.

«Quidditch a parte, qualcuno viene in biblioteca?» chiese di nuovo Elizabeth sorridendo ad Angy, per cercare di invogliarla a dirle di sì. Quella sospirò divertita, per poi annuire.

«Bene!» esultò El alzandosi soddisfatta. «Andiamo, prima che la biblioteca si riempia di gente» e uscì dalla Sala Grande, trascinando con sé Angela, la quale, in fondo in fondo, era curiosa di scoprire cosa significasse quella strana parola.

«Io vado al campo da Quidditch» disse Mary dopo un po'. «Magari riesco a vedere l'allenamento dei Tassorosso e capire quali schemi useranno».

«Di' pure spiare» la corresse Lily ghignando.

«Osservare attentamente, prego» disse Mary prima di alzarsi e dirigersi verso l'Ingresso.

Poco dopo anche Lily se ne andò, lasciando Remus da solo ad aspettare i suoi amici (dopo aver visto l'avviso dell'uscita ad Hogsmeade, Lily aveva tutte le ragioni per cercare di evitare James, in fondo).

 

Nel frattempo, nel dormitorio del quinto anno Sirius era riuscito a far alzare Peter, con tanto di lamentele di quest’ultimo («Acqua ghiacciata, tu sei fuori di testa! Ha ragione James quando dice che hai il cervello di un cane!») e risate di Sirius. Stavano aspettando che James finisse di lavarsi quando questo li sorprese uscendo dal bagno con i capelli ancora bagnati.

«Ragazzi!» esclamò James. «Ho avuto l'idea! Oh, Godric, se è una bella idea!». Gli occhi gli brillavano, segno che era davvero una bella idea. Oppure era tremenda, nel qual caso second James poteva essere definita bella lo stesso, solo perché l’aveva avuta lui.

Dirigendosi in Sala Grande il ragazzo spiegò il piano agli amici, e Sirius, una volta ascoltatolo, si mise a ridere di gusto.

«Geniale!» si congratulò.

«C'è ancora qualcosa da sistemare» si schernì James, ma in fondo era compiaciuto dalla reazione del suo migliore amico.

«Non... Non è pericoloso?» domandò Peter, balbettando perché non voleva che l'amico si offendesse per la sua critica.

«Ma che dici, Peter?! Al massimo è un pelo difficile, ma non pericoloso, e meno che mai impossibile!» rispose Sirius.

«Però ci devi supportare» disse James. «Sai com'è fatto Remus, ha la mania delle regole, ma se siamo d'accordo tutti e tre non potrà tirarsi indietro». 

Peter annuì, gonfiando senza saperlo il petto per l’importanza che il suo parere poteva avere nel convincere Remus, e con la conferma del suo appoggio James e Sirius entrarono in Sala Grande, trascinandosi dietro il piccolo Peter.

Remus li notò e alzò la mano per farsi riconoscere. Quando furono più vicini, vide anche il sorriso pretenziosamente innocente sui visi di James e Sirius, il che non prometteva niente di buono. 

Mentre James gli spiegava l'idea che aveva avuto, Remus cambiava involontariamente espressione: da sereno che era perché Lily era stata comprensiva, il suo viso assumeva sempre più una smorfia esterrefatta per il grado di pazzia dell'amico. Smorfia che James ignorò deliberatamente.

«Voi siete matti!» esclamò posando il bicchiere di succo di zucca. «Ma quando ti vengono queste idee?»

«Sotto la doccia» rispose James scrollando le spalle.

«Lunastorta?» lo chiamò Sirius scuotendolo. «Amico, ti si è staccata la mascella?» scherzò. L'altro ragazzo si riprese e scosse la testa.

«È illegale» disse in un soffio, perché era certo fosse tutto uno scherzo.

«No... È solo leggermente perseguibile per legge, al massimo!» scherzò James, come se non fosse un problema.

«Ma tu non volevi fare l'Auror?» disse Remus, cercando di farlo rinsavire.

«Appunto: dare la caccia ai maghi oscuri, non a coraggiosi ragazzi che osano spingersi un po' più in là» rispose James sorridendo.

«Voi siete pazzi!» scandì Remus guardandoli tutti e tre negli occhi. Al suo sguardo scandalizzato Peter abbassò un po' la testa fra le spalle.

«Remus, calmati, è solo un incantesimo» disse Sirius, cercando di non ridere per la reazione esagerata (e prevedibile) di Remus.

«Un incantesimo, la fai facile tu! E se qualcuno ci denunciasse?» ribatté Remus, sicuro di avere per una volta il coltello dalla parte del manico.

Sirius alzò gli occhi al cielo. «Dubito che vorranno denunciarci» disse poi. «Godric, ma hai capito che premio?!».

«Farebbe gola pure a te!» aggiunse James, che non aveva perso il suo sorriso. 

«Questo non vuol dire niente!» disse Remus mettendo il broncio. Sirius e James sorrisero, scambiandosi l’occhiata di chi la sapeva lunga.

«E dai Remus… È per una buona causa! E nessuno farà la spia» lo pregò James. Remus sospirò, gesto che gli amici presero per un sì. 

«Bene, è importante che per l'uscita di sabato l’incantesimo Waddiwasi possa essere lanciato. Come siamo messi con i tempi della pozione?» chiese James a Sirius.

«Perfetti» sillabò l'altro, gongolando. Remus sospirò di nuovo, teatralmente. «Facciamolo» disse infine. Sirius e James gongolarono ancor di più, imitati da Peter, il quale aveva pure lui dei dubbi, ma di fronte alla determinazione degli amici, ogni perplessità svaniva.

«Fantastico! Se tutto andrà secondo i piani sarà il miglior scherzo mai fatto ad Hogwarts!» esclamò James.

«Meglio di quella volta che facemmo rincorrere Gazza dalle sue scope?» chiese Peter.

«Certo! Cento volte meglio!» esclamò James euforico.

«E se invece dovesse andare male, basterà un bell'Oblivion di gruppo!» aggiunse Sirius.

«Esattamente!» ghignò James.

«RAGAZZI! Un’illegalità per volta, vi prego!» li riprese Remus, facendo sghignazzare gli altri due, che gli diedero amichevoli pacche sulle spalle.

«Remus, Remus, prima o poi finiremo ad Azkaban, ma per fortuna avremo te a farci visita» scherzò James. 

Quando anche gli altri tre ebbero finito di fare colazione, Remus si alzò e si diresse verso la Sala Comune seguito da Peter, ma i due vennero fermati da Sirius, il quale cantilenò: «Manca un ingredieeenteee!».

«Che ne dite di una gitarella nella Foresta?» propose James.

«Dico che anche se non me lo proponete sto bene lo stesso» rispose Remus. «E poi devo fare una ricerca in biblioteca, dato che oggi possiamo finalmente rientrarci».

Sirius scosse la testa fintamente contrariato, espressione che fece sorridere Remus, mentre James si rivolgeva a Peter.

«Tu?» chiese il moro.

«Io... Sono indietro con i compiti...» tentennò l'altro. Non era una bugia, e questo i Malandrini lo sapevano, ma non era neanche tutta la verità: l'altrettanto reale motivazione di quella strana voglia di studiare era il timore di perdersi nella Foresta. Peter ci era già stato, è vero, ma solo qualche notte di luna piena, e in compagnia degli amici. E poi c'era la magia di loro quattro trasformati, che gli infondeva calore, coraggio, e una strana sensazione che non riusciva a identificare, che era il senso di appartenenza.

«Andiamo solo noi due, allora» disse James.

«Buon studio, ci vediamo a pranzo» aggiunse Sirius, per poi avviarsi con l'amico verso l'Ingresso. Uscirono nel parco e raggiunsero la casa di Hagrid, dietro la quale, non visti, si avvolsero nel Mantello che rende invisibili. Poi si inoltrarono nella Foresta Proibita, per uno dei tanti sentieri, entrambi con quel brio e quell'adrenalina che si provano solo infrangendo le regole.

   
 
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