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Autore: Cloudsoftime    18/09/2013    1 recensioni
è la mia prima ff sui Simple Plan, volevo tanto scrivere qualcosa su Pierre e David. Questo è quello che la mia testa ha fruttato. David, per svariati motivi che scoprirete leggendo, compirà un viaggio e in mezzo a mille perchè scoprirà qualcosa di straordinario. Hott Baguettes
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chuck Comeau, David Desrosiers, Jeff Stinco, Pierre Bouvier
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fiiinalmente ho trascritto anche il settimo capitolo! La storia si sta animando pian piano e ho già in serbo qualche colpo di scena muahah
Comunque, fatemi sapere com'è andato questo capitolo ^^





Anche se ho deciso di cambiare non vuol dire che le miei abitudini si debbano trasformare radicalmente. Infatti, come quasi tutte le mattine, sto correndo verso la stazione per non perdere il treno. La borsa sta per scivolarmi dalle mani, ho il giubbetto mezzo aperto e una scarpa slacciata. Le sigarette mi stroncano i polmoni, ho un fiatone del diamine e sto già sudando. Ad un certo punto noto una macchina dall'aria abbastanza famigliare accostarsi di fianco a me. Rallento il passo e mi fermo appoggiando le mani sulle ginocchia e ansimando come una cane. Il proprietario della macchine abbassa il finestrino e mi sorride.
-Buongiorno David!-
È Pierre! Ringrazio il cielo e mi avvicino a lui.
-Ciao Pierre-
Mormoro tra un respiro e l'altro. Lo osservo arrossendo un po', è bello anche di prima mattina. Io odio svegliarmi presto, odio dovermi lavare e vestire in un quarto d'ora. Infatti mi concio sempre da sbatter via. Pierre invece no, ha la faccia un po' assonnata ma è bello comunque.
-David, se vuoi ti accompagno a scuola. Ti vedo un po' affaticato!-
Pierre ridacchia e mi fa segno di salire.
-Oh grazie, mi faresti un favore!-
Esulto ringraziando qualche forza superiore che ha spedito Pierre sulla terra per salvarmi. Salgo in macchina e Pierre mi schiocca un altro bacio sulla guancia lasciandomi allibito. Faccio un salto sul sedile tremando al contatto con le sue labbra.
“Non puoi scappare adesso, Dave.” Mormora la vocina nella mia testa. Pierre riparte sorridendo ebete. Ma che cavolo gli prende?
-Belle le scarpe Dave-
Sentenzia poi indicando i miei piedi con un cenno della testa. Ecco, me l'ero completamente dimenticato. Sono riuscito a comprare un altro paio di Vans, qualche maglietta nuova e ho tagliato un pochino i capelli. Erano orribili prima, lo ammetto.
-E ti sei anche tagliato i capelli, scusa non me ne ero accorto!-
Esclama lui girandosi verso di me. Mi sento troppo osservato, arrossisco e lo ringrazio.
-Almeno adesso si vedono di più i tuoi occhi-
Aggiunge abbassando un po' la voce. Ecco, comincia a comportarsi come settimana scorsa. Io non riesco veramente a capire, ne ho parlato con Chuck e lui mi ha detto che Pierre ci sta provando spudoratamente. Secondo me non è vero, con tutte le ragazze che gli gireranno attorno non verrebbe di certo a provarci con me! Un ragazzo poi! Da una parte sono contento che mi dedichi tutte queste attenzioni, dall'altra ho un po' paura sinceramente. Magari mi sto solo illudendo, magari è solamente un ragazzo gentilissimo. Devo capirlo in qualche modo. Arriviamo a scuola un po' in ritardo, ma non è un problema. Entriamo e Pierre si offre di accompagnarmi fino alla mia classe. Saliamo le scale con calma, non c'è in giro più nessuno. Ci fermiamo davanti alla porta della mia aula e io non so cosa dire.
-Bè, se vuoi ci vediamo oggi pomeriggio. Hanno già aperto i dormitori, andiamo a vedere la nostra camera ok?-
Mi parte un embolo. Pierre è a due centimetri dal mio viso, appoggiato con un braccio agli armadietti. Mi sta chiedendo di uscire con lui, un'altra volta! Bè non è un'uscita vera e propria, però passerò il pomeriggio con lui! Da soli.
-Ehm, si va benissimo. A che ora ci vediamo?-
Rispondo guardandolo negli occhi e sentendomi abbastanza accaldato.
-Aspettami al bar quando finisci le lezioni così mangiamo insieme-
Sentenzia Pierre, dopo di che rimaniamo in silenzio per qualche secondo guardandoci senza muoverci. Oddio, adesso cosa faccio?
-Ci vediamo dopo Dave-
Pierre sorride, mi scompiglia i capelli con una mano e se ne va. Cosa??? Neanche un bacio sulla guancia, un abbraccio o qualcosa del genere? Mi ha lasciato qui così con le mai in mano e se ne è andato sculettando come una cheerleader. Stringo i pugni e abbasso la testa. Lo sapevo, erano solo castelli quelli che mi sono costruito. Entro in classe sempre a testa bassa maledicendo me stesso, maledicendo questa cavolo di situazione. Sono incazzato, non so di preciso per cosa. Come ho fatto a pensare che sarebbe potuto cambiare qualcosa? Sono sempre il solito coglione, un paio di scarpe non mi cambierà la vita.

                                                                                                     * * *

Pierre è di fianco a me, camminiamo nel grande corridoio dei dormitori. Mi guardo intorno annoiato cercando di non incazzarmi ancora di più. Durante il pranzo Pierre si è trascinato a dietro anche la sua amichetta bionda della paninoteca. Ha mangiato con noi, si è fatta offrire tutto da Pierre e mi ha fatto fare un'enorme figura di merda davanti a lui. La odio di già. Sta troppo attaccata a Pierre, chi si crede di essere? La sua ragazza? Vorrei sapere che rapporto hanno lui e come si chiama? Lachelle o qualcosa del genere. Ma mi vergogno tantissimo a chiederlo a Pierre, magari gli faccio una domanda sbagliata e se la prende con me. Ad un tratto Pierre si ferma davanti ad una porta con scritto 313 in bianco.
-Eccola! Questa è la nostra stanza! Vieni David-
Lui mi prende per un braccio e mi trascina dentro chiudendo la porta alle nostre spalle. Mi guardo intorno un po' spaesato, ci sono due letti separati da un comodino, un armadio in comune, una piccola scrivania davanti ai letti, il bagno sulla sinistra e una finestra abbastanza grande in fondo alla stanza. C'è tanto spazio, ma credo che l'ordine durerà poco qui dentro.
-È carina dai, cosa ne pensi?-
Mi chiede Pierre distogliendomi dai pensieri che affollano la mia testa.
-Ehm si, mi piace. È spaziosa-
Rispondo mangiucchiandomi un'unghia. Pierre si avvicina ad un letto e, con nonchalnce, ci si butta sopra rimbalzando sul materasso.
-Aaah i letti sono comodi-
Mormora rimanendo disteso a pancia in su. Spalanco gli occhi e vorrei non aver visto l'immagine che mi è appena passata nella testa. Rimango immobile, impalato al centro della stanza. Comincio ad avere un po' di caldo. L'incazzatura di pochi minuti fa passa lasciando il posto ad un misto di euforia e un qualcosa di indefinito che, sicuramente, è dovuto a Pierre. Mi stropiccio la faccia con una mano e respiro accorgendomi che il mio cervello sta ricevendo poco ossigeno. Cammino verso la finestra senza guardare Pierre, so che mi sta osservando per mettermi in soggezione. Mi fermo davanti al vetro e guardo il panorama per distrarmi, ma lo sguardo di Pierre si fa sentire ancora. Lui alza lentamente dal letto; trattengo il fiato, lo vedo riflettersi nel vetro della finestra. Nessuno dei due parla, Pierre è dietro di me e mi guarda dal riflesso sorridendo. Lui sorride e tutti i mie dubbi scompaiono in una nuvola di fumo. Come fa? Mi sento leggero e, per la prima volta, nel posto giusto. Sta succedendo veramente? Pierre appoggia le mani sui mie fianchi stretti.
-Dave...-
Mi fa voltare lentamente verso di lui, ci guardiamo negli occhi e sorrido anche io.
-D-devo dirti una cosa-
Sentenzia sottovoce. Lui stacca le mani da me, mi appoggio al davanzale della finestra. Il mio cuore comincia a battere a mille, mi sento arrossire e ho un sacco di farfalle nello stomaco.
-Dimmi-
Rispondo. La mia voce trema per l'emozione. No so cosa voglia dirmi, ma la mia parte ottimista dice che è qualcosa di bello. Sento che è qualcosa di bello.
-Io... bè, mi piaci Dave-
Mormora Pierre abbassando lo sguardo e arrossendo più di me. Il cuore fa una capriola nel mio petto, spalanco gli occhi e apro la bocca ma le parole non escono per lo stupore.
“Respira Dave, respira!”
-Lo so che ci conosciamo da poco, che mi prenderai per uno psicopatico e che tra pochi secondi sarò fuori da questa stanza, ma mi piaci. Dovevo dirtelo-
Pierre sospira e, senza guardarmi, fa per girarsi. Lo afferro per un braccio stringendolo leggermente.
-Pierre ascolta...-
Ci guardiamo negli occhi, le farfalle aumentano e le mie guance prendono fuoco.
“È il momento David, muoviti!”
Deglutisco.
-...anche tu mi piaci un pochino-
“Un pochino?”
-Cioè, mi piaci molto. Si, mi piaci molto-
“Così va meglio”
Lascio il suo braccio e continuo a guardarlo, sul suo volto si forma un sorriso leggero.
Lentamente, mi appoggia una mano dietro alla testa e mi avvicina a lui. Siamo a pochi centimetri, sento il suo respiro su di me. Senza pensarci due volte appoggio le mie labbra sulle sue e aspetto la sua reazione che arriva pochi secondi dopo. Mi bacia con più foga prendendomi per i fianchi e tirandomi verso il suo corpo. Allaccio le braccia dietro la sua testa e mi alzo un po' in punta di piedi. Sorrido sulle labbra di Pierre che si è staccato quel tanto per respirare e mi sta accarezzando la schiena da sopra la maglietta.
-Non pensavo che anche tu...-
Non finisce la frase ma ci capiamo comunque.
-Ehm si Pierre. Se ti devo dire la verità tu sei il primo e..unico-
Mormoro appoggiando la fronte sulla sua e vergognandomi un po'. È vero, non ho mai avuto una ragazza e non ho mai baciato nessuno. Questa è la prima volta. Pierre non si muove.
-In che senso?-
Lui si scosta da me continuando comunque ad abbracciarmi.
-Nel senso che non ho mai avuto la ragazza, o il ragazzo. O quello che è-
Mormoro vergognandomi ancora di più.
-Oh, bè che problema c'è?-
Pierre alza un sopracciglio come se non capisse quello che gli sto dicendo.
-Non è un problema però, bè io.. non pensavo mi piacessero i ragazzi. Nel senso, sei il primo ragazzo che mi piace. Prima sbavavo dietro solo alle ragazze ed è una cosa nuova per me-
Oddio, non ho mai fatto un discorso così lungo e sensato nemmeno con mia madre. Stacco le braccia dal collo di Pierre e le lascio cadere sui miei fianchi.
-Non è un male essere gay, Dave-
Lui sorride di nuovo.
-Fai tu che io me ne sono accorto stando con Lachelle!-
Allora stavano insieme! Ecco, lo sapevo. Il mio istinto non mi tradisce mai. Cioè, quasi mai dai. Voglio sapere qualcosa di più sulla loro relazione. Prendo coraggio e decido di chiederglielo. Adesso.
-Allora eravate fidanzati?-
Pierre annuisce e mi fa cenno di sedermi sul letto insieme a lui. Quando scosta le mani dai miei fianchi mi sento vuoto, incompleto. Oddio.
-Io e lei ci siamo conosciuti a scuola, frequentavamo lo stesso istituto superiore a Sept-lles. Quando abbiamo scoperto che le nostre famiglie si sarebbero dovute trasferire qui a Montrèal abbiamo deciso di iscriverci allo stesso college per non rimanere da soli in una città sconosciuta. Era la mia migliore amica. Una sera siamo usciti solo io e lei per passare un po' di tempo da soli e ci siamo accorti che la nostra amicizia poteva diventare qualcosa di più. Ci siamo fidanzati ed è filato tutto liscio fino all'anno scorso, quando ci siamo trasferiti qui. Abitiamo molto lontani l'uno dall'altra quindi riusciamo a vederci di rado se non al college. Dopo il trasferimento suo padre venne a mancare e lei cadde in una specie di depressione cronica. Non riuscivamo più a stare insieme, non ci sopportavamo più ed io cominciai ad uscire con gente diversa. Con Jeff ad esempio. Cominciai anche ad avere gusti diversi. All'inizio pensavo fosse qualcosa di passeggero, ma poi mi ritrovai a girarmi ogni volta che incrociavo qualche ragazzo carino per strada. Non ne parlai con nessuno, non sapevo con chi farlo. Dissi tutto a Lachelle poco tempo dopo averla lasciata. Mi piacciono i ragazzi, non ci posso far niente. Lei se la prese tantissimo, non mi parlò per un sacco di tempo. Poi una mattina me la ritrovai sotto casa in lacrime. Mi chiese scusa per la reazione e mi disse che saremmo rimasti comunque amici. Era da sola, aveva solo me. Io ero d'accordo anche perchè non provavo più niente per lei se non affetto come amica-
Pierre si ferma e alza le spalle.
-È strano no?-
Conclude poi incrociando le braccia sul petto. Non so cosa rispondere, guardo fisso davanti a me rimuginando. Poi però mi giro verso Pierre e mi metto a gambe crociate sul letto.
-Bè, carina come storia-
Sussurro cercando di interpretare il suo stato d'animo. Sembra una cosa così normale essere omosessuale per lui! Io non ci credo ancora, magari è qualcosa di a passeggero come pensava Pierre. Ma, pensandoci bene, adesso che ho trovato lui non voglio che sia una cosa passeggera. Chissà se si nasce gay o lo si diventa. Dovrei chiederlo a Chuck, lui saprà rispondermi.
-Tu invece Dave?-
La voce di Pierre mi riporta sulla terra.
-Io cosa?-
Chiedo spaesato guardandolo negli occhi.
-Come hai fatto ad accorgertene?-
Cosa?? Ma che domanda è? Come faccio a rispondere? Strabuzzo gli occhi e, istintivamente, mi sposto da lui appoggiando le mani dietro alla schiena.
-Io...io sinceramente non lo so-
Mi gira la testa, non so cosa dire. Pierre sorride e giuro che quello non è un sorriso normale. È un sorriso malizioso. Cosa vuole fare? Oddio, non mi sento pronto. Devo prima parlare con Chuck! Perchè quando mi serve non c'è mai quel folletto? È da giorni che non lo vedo! Pierre si sporge verso di me, mi prende la testa tra le mani e mi bacia leggero.
-Non c'è bisogno, ho capito David-
Soffia sulle mie labbra. I miei neuroni ballano la macarena e le farfalle nello stomaco si sono quadruplicate. Sento il corpo di Pierre sul mio, sento il suo petto premere leggermente su di me. Il sangue corre veloce nelle mie vene spostandosi dal cervello al basso ventre.
“Dave, temperanza”
Ma che vada a farsi fottere la temperanza. Prendo Pierre per le spalle e, con un movimento degno di un gatto, scambio le posizioni. Ci guardiamo negli occhi. Ridacchiando come due bambini e senza dirci niente iniziamo a baciarci. Lui infila una mano sotto la mia maglietta e mi accarezza la schiena. Oddio, le sue mani sono bollenti. Lo accarezzo anche io adagiandomi meglio su di lui. Non pensavo di essere così...così! Mi sto solo lasciando andare ed è ciò che avrei dovuto fare da sempre. Lasciarmi andare alle mie emozioni.
-Per essere il primo bacio non sei andato male Dave-
Mormora Pierre scostandosi da me e accarezzandomi la testa. Sorrido e sfrego il mio naso contro il suo.
-Era questa la risposta che volevo sentire comunque. Bravo-
Aggiunge poi lasciandomi un po' perplesso.
-Allora da adesso in poi dovrai farmi sempre delle domande del genere
Controbatto lasciando Pierre a bocca aperta. Il mio bacio era la risposta che voleva, ho capito. Ridiamo tutti e due e rimaniamo ancora un po' così. Mi accoccolo meglio sul suo petto chiudo gli occhi.
-Dimmi se ti do fastidio Pierre-
Sussurro nell'incavo del suo collo.
-Non mi dai fastidio Dave. Ti voglio bene-

  
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