Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: lacla32    18/09/2013    1 recensioni
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo...” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14
“Non ci posso credere” borbotta ancora una volta al mio fianco Lisbon
“Shhh” le ripeto per la centesima volta
“Shhh cosa?” ringhia
“Se non fai silenzio ci scopriranno!” le dico voltandomi verso di lei e notando l’occhiata omicida migliore di tutto il suo repertorio “Non guardarmi in quel modo” esclamo
“Non capisco di cosa tu stia parlando” ribatte lei alzando le spalle  “Possiamo andarcene ora?”
“Ancora un paio di minuti” borbotto aprendo più cassetti contemporaneamente
“Ti rendi conto in che guaio ci stiamo cacciando?” dice lei seguendomi
“Ma se scoprissimo qualcosa ne sarà valsa la pena no?”
“Certo! Vale sempre la pena farsi arrestare per violazione di domicilio, scasso e furto” dice lei sarcastica
“Questi sono dettagli”
Altra occhiata omicida
“Ok forse avremmo dovuto fare le cose in maniera… come dire, più tradizionale, ma cosi potremmo scoprire se effettivamente è invischiato in tutta questa storia” spiego
“Capisco, ma non credo che introdursi a casa di Kirkland e frugare tra le sue cose sia giusto, dopo tutto potremmo finire nei guai”
“Sarà fuori tutta la sera” dico entrando nella camera da letto
“Come fai a saperlo?” domanda perplessa
“Oggi mentre salivo le scale l’ho sentito parlare al telefono”
“Va bene, ma questo non cambia le cose” borbotta appoggiandosi alla porta
Io continuo imperterrito ad aprire i cassetti cercandone uno con un doppio fondo, Kirkland non è uno stupido se nasconde qualcosa non lo fa in modo approssimativo
“Anche se trovassimo qualcosa come pensi di poterla utilizzare?” domanda “Pensa che divertimento dire ad un giudice ‘Ci siamo introdotti a casa sua e abbiamo frugato nei suoi cassetti’”
“Tombola” dico tirando fuori i vestiti da un cassetto
Lisbon si avvicina incuriosita mentre sfilo il cassetto e lo appoggio sul letto
“Dici che…” incomincia ma lascia la frase a metà quando ribaltando il cassetto faccio uscire dallo scompartimento segreto una marea di fogli e foto
Lisbon afferra velocemente una foto e la osserva visibilmente scossa
“Cosa significa?” domanda scossa
Sul letto sono sparpagliati in modo confuso fogli e foto
“Di qualcosa Jane?” mi implora
Ma io non ci riesco,  le parole mi muoiono in gola
“Non capisco” riesco a sussurra fissando le carte, ci sono un sacco di foto, un sacco di foto di Lisbon
Lisbon si siede sul letto frugando tra le foto “Questa è di 2 settimane fa, questa dell’altro ieri” dice guardandomi preoccupata
Sto per risponderle quando una fitta alla testa mi stordisce, l’ultima cosa che ricordo è Lisbon che si butta verso di me e poi il buio
 
“Ieri abbiamo arrestato un pazzo che sotterrava vive le sue vittime, dovevi vederlo faceva paura aveva gli occhi fuori dalle orbite e urlava parole senza senso”
È la voce di Lisbon
“Buona sera”
“Oh buona sera”
“Come sta oggi?”
È sempre la sua voce, qui c’è troppo buio devo chiamarla, cerco di articolare il suo nome ma le parole rimangono bloccate, non ho voce
“L-li-s-sbon” farfuglio con tutte le mie forze
O mio dio Jane!”
“Chiamo il dottore”
“Jane, Jane”
 
“Jane “
Di colpo apro gli occhi
“Grazie al cielo, mi hai fatto prendere un infarto”
“Cosa è successo?” domando tirandomi a sedere
“Sei svenuto! Ecco cosa è successo” mentre parla do un’occhiata in giro, sono ancora nella casa di Kirkland
“Riesci ad alzarti? Dobbiamo andarcene di qui”
Annuisco anche se in verità ho un mal di testa allucinante
“Ho preso qualche foto e qualche documento e rimesso tutto a posto” spiega dandomi una mano ad alzarmi
“Grazie” borbotto appoggiandomi a lei 
“Dobbiamo andare in ospedale” afferma decisa
“No” esclamo
“Non accetto obbiezioni”
“Non ho preso le pastiglie è per quello, appena torniamo ne prendo un paio e torno come nuovo” dico cercando di essere il più convincente possibile
Dopo un sonoro sbuffo dice “ Va bene, ma se stai male ti porto in ospedale, sia chiaro”
“E va bene” non ho voglia di discutere, non ne ho le forze
Piano piano ci dirigiamo verso l’uscita del palazzo, mi guardo in giro, temo che Kirkland possa sbucare in ogni momento ma questo non accade.
Saliamo in auto e in pochi secondi stiamo correndo verso casa, Lisbon è scura in volto
“Prenderò le medicine” dico
“Non è questo…lui sospetta di me” afferma
“Lo so” dico senza mezzi termini, è impossibile negare l’evidenza
“Non capisco perché abbia accusato Cho”
“Per indagare su di te” dico mentre un’altra fitta alla tempia mi fa chiudere gli occhi
“Dannazione” dice colpendo con tutta la forza possibile il volante
“Ehi ehi” dico cercando di calmarla
Finalmente arriviamo a casa, entriamo e subito ci dirigiamo in camera da letto e diamo un occhiata a quello che Lisbon ha raccolto.
“Questi sono i miei tabulati telefonici , queste invece sono foto “ dice tirando fuori dalla borsa le scartoffie
“I tabulati telefonici non sono nuovi ma le foto si” dico prendendone un paio e osservandole, nella prima Lisbon era intenta a fare la spesa  nella seconda stava parlando con un uomo
“Chi è?” chiedo indicando l’uomo della foto
“Ti presento il mio informatore”
“Aaah quindi è lui” dico scrutandolo più da vicino
“Ci siamo incontrati quando sei tornato e mi hai fatto visita nella chiesa, ricordi?”
Io annuisco
 
“Che facciamo?” domanda lei dopo un lungo silenzio
“Dobbiamo capire perché Kirkland sospetta di te, prima di tutto”
“Forse perché non sa del mio informatore” ipotizza
“Quindi vede l’informatore come una spia”
“Se fosse davvero cosi saremmo in guai seri” dice incupendosi
“Perché? Sarebbe tutto molto semplice, basterebbe raccontagli la verità”
“è scomparso”
“Scomparso?”
“Si, sono due giorni che cerco di contattarlo ma non ci riesco, sembra si sia volatizzato “
“Credi che…” dico lasciando volutamente la frase a metà
“No” afferma “ o almeno lo spero, se fosse morto il cadavere sarebbe in bella vista da qualche parte”
“Hai ragione”
“Vado a prenderti le pastiglie “ dice lei alzandosi e avviandosi in cucina
Io rimango sdraiato sul letto, per un attimo avevo dimenticato persino il mal di testa, sono successe troppe cose in una sola sera. Il mio problema principale, ora, è capire come evitare che Kirkland sospetti di Lisbon.
“Forse dovresti andare da un terapeuta” mi consiglia Lisbon entrando nella stanza con le mie pastiglie in una mano e un bicchiere d’acqua nell’altra
“Perché?” domando prendendo il bicchiere e ingoiando le pastiglie
“Hai detto che senti delle voci quando dormi o svieni…”
“Il mio inconscio mi manda dei segnali” borbotto sdraiandomi
“Non è normale, insomma…” cerca di dire
“Lisbon, sto bene! Non sono pazzo o chissà che, ho solo un semplice mal di testa” dico cercando di tranquillizzarla
“Fa come vuoi” borbotta in risposta spazientita
“Avanti vieni” dico abbracciandola
“Notte” sussurra
“Notte” rispondo dandole un bacio sulla fronte
 
 
Quando apro gli occhi è già mattina, qualche raggio di sole penetra dalle finestre, mi stiracchio e noto che Lisbon non è più al mio fianco. Pigramente scendo in cucina dove trovo un biglietto ‘ Vado al CBI per aggiornare i ragazzi, tu stai a casa e riposati e mi raccomando prendi le pastiglie’
“Agli ordini” borbotto sedendomi sulla sedia in attesa che il mio thè fosse pronto.
Nell’esatto momento in cui verso l’acqua bollente nella tazza il mio cellulare squilla spaventandomi e facendo si che metà dell’acqua finisce per buona parte in terra.
“Pronto” ringhio
“Signor Jane”
“Non è il momento, Bob”
“Per favore mi conceda un po’ del suo tempo” mi implora
“Cosa vuole?” domando asciugando il pavimento
“Mi ascolti attentamente, so che ieri sera si è introdotto in casa mia” inizia
“Non so….” Inizio a mia volta
“ Per favore, so che ha scoperto quello che ho in mente, vorrei che potessimo parlare faccia a faccia cosi potrei raccontarle il perché di tutto questo”
Io rimango in silenzio
“So che le sto chiedendo molto, ma se potesse ascoltarmi, le assicuro che finalmente potremmo catturare John il rosso una volta per tutte”
“Come faccio a crederle?” domando
“Patrick, so che sospetta di me come io sospetto di Lisbon ma mi creda, se verrà non se ne pentirà”
“E va bene”
“Ci vediamo tra mezzora, sa dove si trova la stazione?”
“Si” affermo
“Benissimo, allora ci vediamo li” dice prima di riagganciare
Io rimango un attimo a fissare il vuoto, poi risvegliandomi corro su per le scale e mi preparo.
 
Siamo quasi in Inverno, l’aria è fredda e stare all’aperto, fermo immobile non è di certo l’ideale.
Ho dovuto anche mentire a Lisbon e questo non mi piace, l’ho spedita dall’altra parte della città per prendermi una specie di pane che fanno solo in una panetteria a circa 1 ora da casa.
“Jane” sento alle mie spalle
“Kirkland” rispondo
“Grazie per essere venuto”
“Spiegami cosa vuoi” dico scrutandolo
“Abbiamo poco tempo” sussurra  “credo che lui sappia che sono vicino a smascherarlo”
“Cosa stai farneticando?” domando alzando un sopracciglio
“Mi serve che tu vada a casa, apra la cassettiera di Lisbon, l’ultimo cassetto…” mi spiega
“Aspetta! Come sai della cassettiera?”
“Non è il momento delle domande, quando avrai preso i documenti vieni a questo indirizzo” sussurra passandomi un foglietto
Io sono sorpreso e lo guardo spaesato
“Grazie” sussurra prima di allontanarsi e disperdersi nella folla della stazione
 
 
In un attimo sono a casa, ho ancora qualche minuto prima che Lisbon ritorni, sto elaborando una scusa credibile quando una sua chiamata mi blocca
“Hei, Kirkland vuole parlare di Cho” inizia
“Quindi farai tardi?”
“Credo di si, devo incontrarmi con lui tra un ora al Cbi” dice sconsolata
“Peccato” borbotto
“So che ti diverti anche solo… scusa devo andare, ci vediamo più tardi” saluta riagganciando
E bravo Kirkland, quando vuole ottenere qualcosa non risparmia di certo energie
 
 
“Mi spiace Cassie” dico sferrando un colpo di martello all’ultimo cassetto, Lisbon mi ucciderà sul serio.
Sferro un altro colpo e un altro ancora, finalmente il cassetto si rompe, con cautela infilo la mano tra le schegge e tiro fuori una miriade di fogli. Senza neanche leggere metto tutto in uno zaino e chiamo Kirkland per avvisarlo, nessuna risposta.
Senza pensarci due volte salgo in macchina e mi dirigo all’indirizzo che lui stesso mi aveva dato poco prima, la testa mi pulsa. Continuo a lanciare occhiate allo zaino, la mia teoria è molto semplice, Kirkland vuole incastrare Lisbon, o meglio, vuole che sia io ad incastrarla, decisamente astuto ma non sa che io conosco il suo piano, mal di testa o no prenderò John il rosso.
L’indirizzo è di un vecchio capannone nella ex zona industriale della città, prendo lo zaino e scendo dall’auto avviandomi all’entrata.
Scosto la porta scorrevole che cigola in modo spaventoso, dentro è buio pesto nonostante sia mattina, entro con cautela “Kirkland?” chiedo nel silenzio più assoluto.
Nessuna risposta, piano piano il dubbio di essere finito in trappola cresce dentro di me rafforzandosi.
I miei occhi si stanno lentamente abituando alla poca luce, nonostante ciò sono costretto ad utilizzare la torcia che per prevenzione mi sono portato dietro.
La luce rischiara le pareti logore, faccio scorrere il fascio lungo i muri fino a bloccarmi, il sangue mi si gela nella vene. Di fronte a me uno smile rosso mi sorride, ai suoi piedi riverso al suolo un corpo privo di vita abbandonato.
 
 
Il mio angolo
Mi scuso per il ritardo! E per il capitolo corto ma il prossimo sarà l’ultimo e credo anche lunghino J fatemi sapere che ne pensate! Bacioniii
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: lacla32