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Autore: clagallok    18/09/2013    0 recensioni
"Mamma come hai conosciuto papà?" mi chiese la mia piccola "adesso ti racconto tutta la storia, ma ricorda è grazie a lui e ai One Direction se il mondo mi conosce."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma come hai conosciuto papà?

PROLOGO

<<"Mamma mi racconti come vi siete incontrati te e papà?" mi chiese la mia piccolina di sei anni "va bene amore" dissi io "iniziò tutto così:"

"Charlotteee"

"…."

"Charlotte, svegliati"

"…" 

"Devi andare a scuola, dai, forza"

"Si un attimo" con la voce assonata.

E così mi alzai, andai in bagno,l'aria in casa era stranissima, l'avevo subito capito da come mia mamma mi aveva svegliata, senza pensarci due volte andai sotto la doccia gelida, e solo la sotto mi resi conto che oggi era il fatidico giorno, quello che aspettavo da un bel po' anche se non proprio in quel modo.. avrei incontrato i miei idoli, un sogno che si realizzava, lo era sempre stato avevo sempre voluto incontrare gli One Direction, ma non avevo mai avuto l'occasione, non ero mai riuscita a comprare nessun biglietto, e ogni volta era orribile. Avevo vinto una specie di concorso delle directioners. I ragazzi davano la possibilità con questo concorso di far realizzare il sogno di una ragazza, incontrandola, e facendola conoscere al mondo intero per la sua musica. Questo concorso era per piccole cantautrici che volevano diventare famose come i ragazzi o forse di più. Era strano per me aver vinto quel concorso, perché nessuno mi aveva mai sentito cantare, nessuno sapeva il motivo del perché lo facevo, ma tutti dicevano che ero bravissima. Solo i muri della mia stanza avevano sentito le mie canzoni e sapevano il mio genere, ma nessun altro, mi vergognavo e avevo paura di quello che poteva pensare la gente delle mie canzoni. Era strano aver vinto quel concorso e mi resi conto, solo dopo la doccia e dopo essermi vestita che quel concorso lo avevo vinto io.. Ero elettrizzata! Avevo paura ma ero felice allo stesso tempo, molte domande mi frullavano per la testa, cosa avrebbe pensato di me la gente? Sarei riuscita ad avere qualche fan? E magari fare un album tutto mio? Sarei riuscita a farmi conoscere in tutto il mondo per fare qualche tour mondiale? Non capivo perché mi facevo troppi problemi, avrei lavorato con i miei idoli.La cosa migliore che mi potesse capitare.

A 18 anni la vita era dura, studiavo tanto per la maturità, praticavo tanto sport e scrivevo le mie canzoni.  Era difficile stare dietro a tutto, ma l'unica cosa mi faceva andare avanti era scrivere canzoni. Era sempre stato il mio sogno fin da bambina scrivere per me e per i migliori cantanti, farmi conoscere e essere al centro dell'attenzione, ma ora che avevo l'opportunità di farlo ero titubante. Era veramente quello che volevo? Sapevo bene che la mia vita sarebbe cambiata, ma non pensavo che mi sarebbe mai successo, quindi non ci davo molta attenzione. Scesi dalle scale un po' pensierosa, la casa era in silenzio anche se sapevo che i miei tre fratelli stavano facendo colazione. Entrai in cucina, l'aria era tesa e silenziosa "ciao mamma, caio fratelli" dissi sedendomi al mio posto e prendendo un pan cake, ma subito venni fermata da mio fratello, uno dei due gemelli, iniziammo a litigare per chi dovesse mangiarlo e chi no e ad un certo punto mi alzai dalla sedia e andai in salotto ad aspettare mia mamma che mi portase a scuola. Avevo la pancia che brontolava dalla fame, visto che non avevo mangiato niente e dalla paura di quello che sarebbe successo a scuola.  

Quando mia mamma fu pronta salii in macchina e andai a scuola. Durante il tragitto rimanemmo tutte e due in silenzio, io guardavo fuori dal finestrino con le cuffie nelle orecchie e mia mamma guidava tutta impegnata. Era strano, mi vergognavo ad andare con lei, perché essendo una delle poche 18enni senza macchina mi facevo ancora accompagnare da mia mamma che mi faceva scendere praticamente davanti al cancello della scuola. Non sapevo cosa mi aspettava, infatti ero in ansia. Critiche, insulti? E ancora critiche da tutti? Ma soprattutto cosa mi avrebbe detto il gruppetto delle 'tre oche' della scuola? Cosa si sarebbero inventate ora? Scesi dalla macchina senza salutare mia mamma e chiusi la portiera senza sbatterla così non avrei attirato l'attenzione, con la testa basa e il cappuccio attraversai il cortile della scuola, nessuno mi aveva riconosciuta, così con calma entrai nell'edificio e mi diressi verso il mio armadietto che era in fondo al corridoio. Mentre camminavo pensavo a tutte le critiche negative che potevo ricevere, ma poi mi consolavo dal fatto che nessuno mi aveva ancora riconosciuta, ma mi sbagliavo "ehi Charlotte" urlò la capetta del gruppo che si trovava un po' più avanti di me. Tirai su la testa e ci fu una confusione assurda, tutti iniziarono a dire qualcosa, tutti parlavano di quel dannato concorso, e tutti parlavano di me, certi dicevano che me lo meritavo, altri ci andavano giù pesante mi offendevano e dicevano che avevo comprato i giudici. Come potevo aver comprato i giudici se non mi ero nemmeno iscritta di mia spontanea volontà? Alzai la testa e aspettai un qualche insulto dal gruppo ma non arrivò. Non capivo che cosa volessero farmi, loro erano sempre state gelose di me e volevo capire cosa mi avrebbero fatto adesso visto che avevo realizzato il mio sogno. Mi avrebbero tirato farina e uova addosso? Cosa mi avrebbero fatto? Mentre nella mia testa c'era un disastro totale di domande una delle tre si limitò a dirmi "brava" io non le diedi ascolto e passai dritta. Andai al mio armadietto e presi i libri e mi diressi in aula. Suonò la prima campanella, mi diressi nell'ultima fila e mi sedetti, non avevo voglia di parlare con nessuno tranne che con la mia migliore amica, ma visto che frequentavamo due corsi diversi lei non faceva quest'ora. Un'ora di matematica, quando arrivò il professore non gli diedi nemmeno ascolto, ero troppo immersa nei miei pensieri e alla fine di quell'ora, stremata dalla matematica, andai in bagno. Li c'era la mia migliore amica, contentissima per me che mi abbracciò subito "sono fierissima di te" disse "grazie" le risposi io "è una fortuna che tu abbia vinto, hai fatto bene ad iscriverti a quel concorso" mi disse, abbassai il viso, "Char, tutto apposto?" mi chiese subito dopo "Hope, non mi sono iscritta di proposito a quel concorso?" spiegai "non capisco, spiegati meglio" mi interruppe lei "non mi sono iscritta io, lo ha fatto Giulio, mio fratello" le spiegai io "odio io lo stimo, è un grande, gli devi tutto" iniziò a dire lei "si, tutto, ai andiamo in classe" le dissi uscendo dal bagno. Ritorniamo in classe e quando rientriamo vedemmo una strana persona vestita in giacca e cravatta, tutto messo bene, pettinato come se dovesse sfilare sul red carpet. Io e Hope ci sedemmo ai nostri posti. Aspettammo in silenzio, era snervante eppure volevo sapere a tutti i costi chi era quella persona. Magari qualcuno che era venuto per parlare con me del concorso o magari il mio futuro manager. Perché pensavo solo a me, magari era venuto per un'altro alunno. Anche se nessuno sapeva chi era questo bel uomo eravamo uno più curioso dell'altro. Nella testa di tutti c'era confusione e a tutti passavano domande le stesse domande per la testa del tipo 'ma chi è questo?' . Dopo che questo signore finì di parlare con il prof, si creò un silenzio assordante, tutti volevano sapere chi era e cosa voleva. Il professore chiamò la preside. Lei arrivò con calma scambiò due chiacchiere con l'uomo e dopo iniziò un discorso lunghissimo. A nessuno importava e aspettavamo tutti con ansia che qualcuno ci dicesse chi fosse quell'uomo. 

 
  
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