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Autore: Ibelieve93    18/09/2013    2 recensioni
Hyperversum permette inspiegabilmente a Marc, Michel e Isabeau di seguire Ian in uno dei suoi "viaggi nel tempo" , ma cosa succederà se non permetterà alla famiglia Ponthieu di ritornare nel medioevo ? Isabeau, Marc e Michel si abitueranno alla vita moderna ? Qual è il motivo che spinge il gioco a trattenere Ian e la sua famiglia per un pò di tempo nel futuro ? .....
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Freeland, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Daniel/Jodie, Ian/Isabeau, John Freeland/Silvia Freeland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Che fai ? Non mangi?”
Marc sobbalzò e ritornò alla realtà , dopo che si era perso per un paio di minuti nei suoi pensieri .
Si trovava alla mensa della scuola , in compagnia di Cassandra e di altri tre dei suoi compagni di corso . E come ogni giorno, da quando frequentava il liceo, si sedeva assieme a loro in un angolo della sala, intorno ad un comodo tavolo rotondo carico dei loro vassoi colmi di cibi e bevande  di ogni genere , che lui non aveva mai visto prima .  Di quella mensa aveva iniziato a gradire da poco soltanto coca-cola , pizza , patatine  fritte e hot dog .
Hot dog, o meglio cane caldo…perché dar questo nome a questo cibo così buono? Non credo sia fatto di…no, no impossibile, non ci voglio nemmeno pensare!
Insomma, a lui piacevano cibi che molti definivano “ spazzatura”.  
Tutt’intorno , altri ragazzi seduti intorno ad altrettanti innumerevoli tavoli della stessa forma  , ridevano, scherzavano, si lanciavano del cibo tra loro…e discutevano del più e del meno.
Una fila enorme di studenti invece, se ne stava in disparte nella parte opposta ai tavoli . Ogni studente aveva un proprio vassoio in mano , ed era pronto a farsi servire dagli addetti della mensa schierati dietro un lungo bancone carico di cibi fumanti, appena cotti . Quella confusione, quel vociare continuo , veloce …ogni giorno recava un enorme fastidio a Marc , che preferiva di gran lunga luoghi più tranquilli e naturali .
La natura vera… in quella città mancava , nonostante gli immensi giardini in cui si era ritrovato a camminare in compagnia di suo fratello e dei suoi “cugini” . E l’aria era così pesante, cupa… 
Giorno dopo giorno Marc stava veramente sentendo il peso della lontananza…si era pentito di aver scelto di andar a visitare quel tempo , quella nuova terra ancora sconosciuta nel suo tempo .
Sentiva un disperato bisogno di riabbracciare la sua amata Léna , e il non poterlo fare lo innervosiva non poco, parecchio ! E poi …non mancava molto al suo matrimonio e lui era ancora lì , in attesa di tornare . Era inutile, non riusciva proprio ad abituarsi per bene alla nuova realtà, anche se c’erano incredibili vantaggi. Ne erano un esempio i mezzi di trasporto e… non solo : il televisore, internet, i cellulari, i computer…
Eppure…
Quel benedetto gioco moderno! Si ritrovò a pensare chiudendo le mani a pugno per la rabbia .
“ Ehi, cavaliere ? Sto parlando con te!” aggiunse Cassandra con un radioso sorriso sulle labbra, agitava una mano davanti ai suoi occhi per richiamarlo all’attenzione .  
Era da una settimana che la compagna di banco aveva preso a chiamarlo in quel modo, perché rimasta molto sorpresa dai suoi modi gentili ed educati, specialmente nei confronti delle ragazze.
Cassandra affermava che uomini come lui non esistevano più sulla faccia della terra…e come darle torto specialmente quando guardava quel rozzo di  Harry ? 
“Scusami…è che ancora non sono abituato, a tutto questo” si decise a rispondere  allargando le braccia.
Lei rise : “ Le scuole francesi non sono altrettanto grandi come questa?”
Marc si grattò la nuca.
Ma cosa ne posso sapere io?
Non rispose. Si limitò a fare spallucce.   
“ A Parigi gli hamburger non vanno di moda?” scherzò invece Harry, seduto accanto a Cassandra . Un ragazzo biondo, dagli occhi castano scuro , un giocatore di rugby professionista, nonché uno dei tanti spasimanti della Martewall .
Marc aveva scoperto da poco che la ragazza era uno di quelle che tutti definivano Cheerleaders . O meglio, una delle ragazze che secondo lui , facevano di tutto per mettersi in mostra e risollevare l’umore a quei “poveri” uomini corpulenti , che sprecavano tempo ed energie correndo dietro ad una palla ovale durante una partita . Quei giochi per lui , erano decisamente noiosi e senza senso.
Giostre e tornei medievali erano decisamente più entusiasmanti e affascinanti da vedere e provare. Per non parlare delle feste dopo i tornei…le danze, i banchetti…altro che discoteche e pub. Una sera si era lasciato trascinare da Cassandra in uno di quei locali, e per le sue povere orecchie era stato un vero e proprio trauma…per non parlare del modo in cui ballavano le persone ! 
“ A Parigi non mangiavo cibi del genere” rispose con una punta di rabbia nella voce . Era inutile dire che Harry gli stava proprio sulla bocca dello stomaco . Nutriva un’antipatia così forte per quel ragazzo che diverse volte immaginò di sfidarlo a duello , e di vederlo in ginocchio davanti a lui minacciato dalla punta della sua spada mentre tremava e piangeva come un poppante .
Come faceva mio padre a vivere in questo mondo?
“ Beh, non mangiavate roba del genere… ma che muscoli!” si azzardò a dire Rose , seppur arrossendo un poco.
Per poco a Marc non andò di traverso il boccone che aveva appena ingoiato per quell’osservazione .
Cassandra scoppiò a ridere: “ Cavaliere non ti affogare!” gli disse dandogli una pacca sulle spalle.
                                                                                  *****
“ Ian? Sei appena tornato dall’Università ? I tuoi corsi sono ancora strapieni di ragazze , professore ?” scherzò Daniel appena rientrato in casa , dopo una lunga giornata stressante trascorsa a lavorare davanti ad un computer .
Ian se ne stava seduto in cucina , un giornale davanti a gli occhi , i gomiti poggiati sul tavolo e le dita tra i capelli corvini . Sul volto un espressione indecifrabile.
Non ricevendo alcuna risposta, il biondo decise di avvicinarsi all’amico e nel vederlo in quella posizione si preoccupò : “ ehi…tutto bene?” chiese piano con un filo di voce
Ian scosse la testa lentamente e cercò immediatamente il suo sguardo: “ Leggi” gli disse porgendogli un  giornale e indicando un piccolo articolo con un dito .
Daniel afferrò il giornale e iniziò a leggere.  
“ Ty Hamilton…oddio! E’ morto” urlò Daniel sconvolto, scioccato.  
Ian trasse un profondo respiro : “…assassinato. Sua moglie e sua figlia sono salve per miracolo!”
“ Ma perché?!”
“ Nessuno lo sa…è avvenuto in circostanze del tutto misteriose…” rispose Ian con una smorfia dipinta sul volto.
“ Mi dispiace…” disse il biondo sincero . Aveva imparato a voler bene a quel ragazzo, era stato al suo matrimonio perfino!
“Anche a me.” Ammise Ian alzandosi “ Vado da Isabeau”
                                                            *****
“ Ti va di venire a casa mia verso le diciannove ?” domandò Cassandra a Marc davanti la fermata del pullman che avrebbe riportato loro a casa.  
Il conte trasse un profondo respiro : “ N…non lo so, ho…h…ho qualche impegno” balbettò
Lei gli scoccò un bacio su una guancia: “ Forza! Non fare il timido! Possiamo iniziare la ricerca di scienze insieme e poi vedere un bel film seduti in salotto con una montagna di pop corn !”
Marc rimasto irrigidito dal gesto della ragazza , non riuscì a rispondere .
La verità era che lei gli faceva paura. Era così spontanea, sicura di se…neanche un briciolo di timidezza. Sapeva sempre quello che voleva e lo conquistava come poteva.
Di solito sono le ragazze ad essere timide con me…non il contrario!
“Ehi bellezza, vieni con noi oggi?” le domandò un ragazzo dalle orecchie a sventola , ma decisamente robusto e alto di qualche centimetro in più di Marc . Un orecchino all’orecchio sinistro riluceva come il punto luce che aveva su un incisivo . Era circondato da altre due ragazzi , vestiti alla stessa maniera con giacchetta di pelle e catenelle attaccate ai pantaloni larghi e scuri , le mani nascoste in guanti di pelle nera adatti a guidare una motocicletta .
Cassandra si liberò dalla sua stretta quando questo le afferrò un braccio con la forza: “ gira al largo Romolo!” avvisò lei
Lui scoppiò a ridere seguito dai suoi scagnozzi: “ Ti lascerò soltanto se mi risponderai di si”
“ Ti ha detto che non vuole…basta no?” intervenne Marc che aveva ridotto gli occhi a due fessure
Pessima idea. Torna indietro Marc o finirà male…aspetta! Finirà male per lui, non di certo per me!
“ Il piccoletto ha detto qualcosa?” il gradasso fece finta di non aver sentito
Marc fece appena in tempo a fare un cenno a Cassandra , che un pugno lo colpì in pieno viso così forte da fargli appannare la vista . Sentì qualcosa di caldo scendergli dal naso.
“Marc!” lo chiamò preoccupata Cassandra , che aveva sgranato gli occhi alla vista del sangue.
Il conte non ci vide più dalla rabbia . Seguì l’istinto, e non la ragione che invece gli consigliava di utilizzare sempre suo padre.
Saltò addosso a Romolo come un gatto su un topo , e insieme a lui cadde per terra . Rotolarono sul largo marciapiede in un groviglio di braccia e di gambe mentre gli altri due ragazzi ridevano a crepapelle .
“ Ma quello è Marc ? ” chiese incredulo Michel mentre camminava in compagnia di Alec e Alexia .
Anche loro in quel momento erano diretti alla fermata del pullman.
I due fratelli Freeland sgranarono gli occhi : “ Oddio!” dissero all’unisono
Michel roteò gli occhi: “ Il solito impulsivo ! E a chi tocca aiutarlo? Sempre io! Ma non è lui il maggiore ? ” sbottò seccato , lasciando cadere a terra la sua borsa per raggiungere di corsa il fratello e aiutarlo in qualche modo .
Dopo una serie interminabile di pugni, calci e urla anche contro gli altri due amici di Romolo, finalmente Marc e Michel riuscirono ad avere la meglio e ad allontanarsi da loro .
“Non finisce qui!” minacciò Romolo pulendosi gli angoli della bocca con il dorso delle mani. Il labbro rotto e sanguinante e un espressione terrorizzata sui volti dei suoi due amici spilungoni .
Marc ringhiò trattenuto da suo fratello : “ Quando vuoi!”
Michel sospirò : “ Calmati! Ma sei impazzito fratello ? Nostro padre e nostra madre…sono già pronti per una bella ramanzina se non poni fine a questa assurda situazione ! ”
Cassandra si avvicinò ai due fratelli : “ State bene?” domandò scrutandoli con occhi attenti
Michel perse la parola. Completamente rapito per la seconda volta dalla bellezza della ragazza, della stessa età di suo fratello .
“ Bene” rispose per entrambi il fratello maggiore . “ Lui è mio fratello Michel. ”
“ Ciao Michel” disse ritornando al suo solito sorriso , e il conte cadetto cercò di ritornare a respirare: “ Piacere….mad…Cassandra, giusto?”
Lei annuì, per poi avvicinarsi al ragazzo dagli occhi azzurri : “ Marc stai continuando a sanguinare…vieni , casa mia è a due fermate da qui. ”
“ Non devi preoccuparti…” disse lui con un mezzo sorriso
“ E’ successo tutto questo a causa mia, per favore” lo supplicò lei  
Michel guardò il fratello: “ Se vuoi ti accompagno io”
Il maggiore lo fulminò con un’occhiataccia capace di incenerirlo , poi ritornò a posare lo sguardo sull’amica: “ D’accordo…grazie”
                                                                               *****
“ Non è niente di che…davvero” continuava a ripetere Marc mentre Cassandra gli disinfettava un piccolo taglio su una guancia e gli tamponava il naso . Si trovava seduto su un comodo divano di pelle nera , nel salone delle piccola villetta dei Martewall . Era una casetta graziosa, dal pavimento in legno e tappezzata alle pareti da quadri di ogni forma e dimensione . Oggetti in cristallo e di porcellana racchiusi in piccoli mobili sparpagliati un po’ dovunque sembravano fissarli in completo silenzio .
“ Perché l’hai fatto , Marc ? Dovevi lasciarli stare” iniziò lei mettendosi a sedere al suo fianco.
“ Amo difendere le fanciulle in pericolo” ammise con un sorriso mentre si perdeva nei suoi occhi.
Lei scosse la testa sorridendo: “ L’ho detto che sei un cavaliere” sussurrò dolce . I loro volti troppo vicini,  Marc poteva sentire il respiro di lei sul suo viso.
“ Sei diverso da tutti gli altri…” disse lei continuando a guardarlo negli occhi
“ Forse perché sono francese” Scherzò lui , allontanandosi un poco da lei . La vicinanza della ragazza faceva inspiegabilmente battere il suo cuore più veloce del solito
Una ragazza del medioevo…un contatto così vicino…ecco…
Lei sospirò: “ Hai lasciato una ragazza in Francia?” gli domandò con un mezzo sorriso
Si. Non nella Francia del tuo tempo…ma come ha fatto a capirlo?
“ Dai tuoi occhi…riesco a capire che sei innamorato” continuò lei
“ E’ vero…lei si chiama Léna” ammise lui per poi mordersi le labbra “ e mi manca molto”
“ Non verrà a trovarti? O magari tu…potresti andare a trovarla…”
Marc trasse un profondo respiro: “ E’ complicato…è una storia lunga, credimi”
Lei annuì , non facendo altre domande : “ Perfetto! Non resta altro che fare la ricerca di scienze e vederci un bel film , vieni”



Angolo Autrice 


Ciaooooo :) scusate il mega ritardo e la brevità del capitolo! 
Cercherò di aggiornare quanto prima! ^^ 
Grazie di cuore ragazzi! Grazie per le vostre recensioni e per continuare a preferire/seguire questa storia! <3 
Un bacione! A presto ;) 

 
   
 
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