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Autore: Sorrow    22/03/2008    0 recensioni
Ormai tutto era una chiazza indefinita.
Tutto ciò che riusciva a vedere erano sagome di vari colori, e tutto quello che ricordava erano confuse immagini di quella cosa, con quei colori, che lo facevano sentire meglio.
Nulla più gli apparteneva, solo i ricordi. Attendeva impaziente la sua attesa fine, sperando in una nuova libertà. Un nulla confuso, una paura micidiale.
Prigioniero di non sapeva chi, prigioniero forse di se stesso.
Just a Prisoner.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"Torna, per favore torna." Girò gli occhi verso la porta di vetro, in attesa.

"Ti prego, adesso io voglio che tu torni."

Era un autoconvincersi così ipocrita che forse era inutile continuare.
Gridò forte, non sapeva quanto, era ormai da lunghissimo tempo, che non sentiva qualcun altro urlare.
Lui, non aveva mai urlato.
Aveva sempre parlato a voce fioca. A volte la trovava davvero spaventosa, la sua voce, altre, quasi sensuale, provocante, un richiamo irresistibile.
Chiuse le palpebre, enfatizzando l'unica cosa che in quel momento poteva aiutarlo... l'udito.
Per lunghissimi istanti, silenzio.
E poi, quel rumore, quello che conosceva perfettamente.
Quello che lo faceva tremare e fremere, come un cagnolino che aspetta il suo padrone al ritorno a casa.
O come un condannato che ritrova le speranze.

"Non ce la faccio più ad avere paura."

-Non devi avere paura, piccolo.-
Lo guardò dall'alto, cercando di mettere a fuoco le forme.
-Sono qui adesso... io ti voglio bene.-
L'uomo lo strinse, e gli accarezzò i capelli.
-Lo sai che io sono qui per te... solo per te.-

 

La principessa teneva in mano una foto. Tre bambini, erano tutti per mano, su una spiaggia candida, alla luce del sole.
Sembravano felici.
Sospirò, chiudendo gli occhi. Si ricordava tutto, di quei giorni. In cui la minima cosa, era il paradiso.
Riaprì le palpebre, osservando al di fuori della finestra il limitare del bosco, poi il sole al tramonto, e infine, il mare.
-Chissà... se era amore.-

Scese dal pianerottolo e si sistemò nuovamente sul letto cercando un'altra foto da guardare.
-Ancora?- Chiese Riku, appoggiato alla porta verde a mani conserte, non più assorto.
-Umh...- Mugolò lei, scegliendo quella del loro primo giorno di scuola.
-Perchè continui a farlo? Tanto non serve a niente.-
-Boooh. Così.- Rispose lei, appoggiando la foto sul comodino e tirandosi il vestitino giallo in ciffon sotto le ginocchia.
Il ragazzo sorrise. -La mamma aveva detto che era troppo piccolo. Kiyo ha detto che sembri una prostitutella.-
-Ma chissene frega, dico io. Tanto, chi ci voleva venire a questo matrimonio. Pensa che oggi dovevo andare in avanscoperta.-
-Ah perchè le programmi?-
Kairi, alzò lo sguardo, sedendosi sul pianerottolo. -Da quando in qua, ti interessa?-
-Non fare la stupida. Mi è sempre interessato tutto, di te.-
Lei scosse la testa, sorridendo. -Mamma ha detto che un giorno, ci sposeremo sai?-
Riku cercò di mantenere l'espressione indifferente. Ma l'unica cosa che gli veniva era un sorriso mezzo storto.
-Ha detto anche che sei una delinquente, e che per questo devo sposarti.-
-Io non sono una delinquente.- Ribattè subito, prendendo lo scatto fatto durante l'Hanami di qualche anno prima.
-Rubare, andare in giro a terrorizzare la gente e scappare di casa non ti sembrano azioni poco... ortodosse?-
-Umh...-
Ci pensò pure.

-No, dai.-
Lui sorrise. Non doveva neanche chiederglielo. -Sei cambiata, davvero.-
Sospirò, ancora, rumorosamente questa volta, come in disappunto. -Da due anni a questa parte, non fate altro, che dirmelo.-
-Perchè è vero.-
-Uffaaaaaa!- Esclamò lei tutto ad un tratto, slacciandosi il vestito e rimanendo solo in reggiseno.
Riku non fece una piega.
-Troppo, stretto.-
Kairi lo guardò, con una insolita dolcezza. -Odio queste feste inutili. L'unica cosa che servono è a comprare vestitini nuovi e carini.-
-Giusto, così non serve che li rubi.-
Lo guardò arrabbiata. -Smettila di fare queste battute idiote... -
Silenzio, tra i due. Continuavano a guardarsi.
...

-Io... non voglio sposarti Ri.-
Lo sguardo del ragazzo si posò al pavimento.
-Perchè?- Chiese, tranquillo, soffocando tutto, come al solito.
-...-

Rimase zitta, raccogliendo il vestito da terra, e piegandolo con cura lo appoggiò sul letto.
-Kairi?-
-Li odio tutti.- Si distese sulle coperte, guardando il soffitto assente.
Si sedette vicino a lei.
-Anche me?-
-Tuuu...- Cominciò, indicando qualcosa sulla parete azzurro acqua, qualcosa che non c'era. -Sei bello, e simpatico. Il mio amore.-
Lui sorrise, scrutando i suoi occhi blu come la notte che stava al di fuori di quella stanza. -E allora perchè non mi vuoi sposare?-
Kairi alzò il busto, sedendosi. -Perchè... -
Si fece vicina al suo viso.
-Perchè amo lui.-
Si soffermò in un lungo tacere. Non sapeva cosa dire.
Gli prese il viso, e gli sfiorò le labbra con le sue, lentamente, con passione.
-Non c'è niente, che non va, in te.-
Nel giardino, un vociare stranamente più irrequieto li distrasse per qualche secondo.
-Stanno tagliando la torta.- Confermò Riku, sistemandosi la cravatta.
Kairi sbuffò. Era evidente, che non voleva andare.
-E' tutto il giorno che non mangi.-
La ragazza fece spallucce, adagiandosi ancora tra le lenzuola.

-Come vuoi.-

...

-Sai, anche tu sei cambiato.- Bisbigliò lei.

...

-Lo so.-
-Pensi... che anche lui sia cambiato?-

...

-Suppongo... di si.-

...

-Scusa, se ti parlo di lui.-
Il ragazzo si drizzò in piedi, facendo per andarsene.
... -Aspetta.-

-Che ne dici se... facciamo l'amore?-

 

 

 

Quanto vorrei, che fossi tu.

 

Vorrei ritrovarlo, e scoprire che è tutto inutile...

 

Vorrei capire, per confutare le mie illusioni.

 

Non posso amarti...

 

Non ci riesco.

 

 

  
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