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Autore: Fanelia    19/09/2013    2 recensioni
Storia introspettiva. Viaggio attraverso le emozioni del protagonista.Una leggera ascesa prima di una caduta a picco nella valle della disperazione. Riuscirà a riprendersi e andare avanti?
Perdetevi con lui sulle vie del suo inferno personale.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vorrei essere il vento
per spazzare via il dolore,
il sole per scaldare
il freddo del tuo cuore.
Vorrei essere il mare
e con le onde portare la pace.
Vorrei essere il gelo per
congelare l'odio.
Vorrei essere un orologio
per regalarti del tempo.
Una stella per illuminare
il buio dentro di te.
Vorrei essere la notte
per riempirti di sogni,
l'alba per regalarti
un altro giorno.
Ma sono solo io
e posso solo amarti.”

-Silvana Stremiz-



Perdonami, ti stavo raccontando dei miei molteplici e vani tentativi di farmi dare udienza  presso una compagnia teatrale a Broadway.
Ti chiederai perché a volte interrompo il mio racconto senza spiegazioni, ma presto capirai.
Non sai quante volte tornai a casa sconsolato e demoralizzato, del resto quanto più tempo passava e tanto più ne avrei avuto bisogno per poter raggiungere una certa stabilità professionale ed economica che mi avrebbe permesso di riprendermi la mia Candy, cosicché lei avesse potesse  il posto che le spettava di diritto, e cioè accanto a me.
Non mi pesava affatto non avere amici e nessuno con cui parlare, sono sempre stato un tipo solitario e taciturno, motivo per cui forse ti dovresti meravigliare di tutte le parole che riesco a mettere nero su bianco su queste pagine ma sappi che c’è un motivo per cui lo sto facendo.
Il mio anziano cuore sente il bisogno di raccontare. Per tanti anni ho taciuto ma è arrivato il momento di dire addio al dolore e seppellirlo.
Vuoi sapere se soffro? Oh no, questo non posso certo dirtelo ma sappi che a breve avrai le risposte che cerchi, non ti preoccupare.
Oh Candy, quante pazzie avrei fatto per lei se solo avessi potuto, se il destino non si fosse messo tra di noi.
Il mio cuore faceva le capriole al solo pensiero di lei.
Nelle lunghe e solitarie notti il mio pensiero spesso tornava a lei, mi bastava chiudere gli occhi e i suoi stupendi e vibranti fanali tornavano alla mia memoria sorridenti e spensierati.
A volte il mio sonno veniva disturbato da incubi che ripercorrevano quanto avvenuto quella dannata sera presso le stalle della St. Paul School, mi svegliavo spesso fra i singhiozzi, una sensazione di ansia, impotenza, un sentirsi inutile, inadeguato … maledicevo spesso mio padre per non avermi aiutato, e me stesso per non aver osato …
Certo che piansi, non lo feci mai davanti a nessuno, solo lei mi vide una volta versare delle lacrime, ma te lo racconterò più avanti.
Ora lascia che ti riporti fra le magiche mura del teatro.
Ti ho già accennato al giorno in cui mi recai presso la compagnia Stratford, vero?
Sì, bravo ricordi bene, fu Susanna ad aprirmi la porta.
Così conobbi Robert Hathaway.
Lui mi diede una possibilità, ebbe fiducia ed investì in me, credette in me come nessuno prima aveva osato fare.
In quell’adolescente scorse qualcosa che gli altri non riuscirono ad individuare, anche se non saprei dirti di preciso che cosa: mi ricordo solo che mi confessò, a distanza di anni, di avere visto ardere nel mio animo il fuoco sacro dell’arte.
Grazie a lui potei imparare, studiare, crescere ed affinare la tecnica.
E’ a Robert e alla mia Ispiratrice che devo il mio successo, sarò onesto. Lei mi ha sempre spronato a crescere e a diventare migliore, ha sempre creduto in me, e lo stesso vale per Robert.
Non sai quanto senta la sua mancanza, per me è stato come un padre, un amico, un fratello.
Nonostante mi riappacificai con mio padre, ma di questo ti parlerò più avanti, non riuscii mai a raggiungere con lui lo stesso grado di intimità e di fiducia che avevo raggiunto col mio maestro.
Mi ricordo il giorno in cui mi affidò il mio primo ruolo importante, il Re di Francia nella tragedia “Re Lear” di Shakespeare.
Mi infervorai perché credetti che si fosse lasciato influenzare dalla presenza di mia madre all’audizione.
Penso di averti dimostrato di essere una persona molto impulsiva, e proprio quel giorno ne diedi nuovamente prova. I miei colleghi avevano visto Eleanor seduta fra il pubblico e non so come avevano scoperto che fosse mia madre, del resto le bugie hanno le gambe corte ed è difficile mantenere certi segreti.
Non sapevo certo che lei avrebbe assistito alla mia audizione, se lo avessi anche solo lontanamente immaginato non glielo avrei mai permesso.
Sentii i miei colleghi dire che la scelta di Robert era ricaduta su di me perché ero il figlio della famosa Eleanor Baker e non certo per i miei meriti.
Non so come feci ad essere così sciocco da dare loro credito, da permettere che la loro invidia minasse la mia sicurezza e stabilità, ma del resto era la prima volta che mi veniva assegnato un ruolo importante ed era da così poco che facevo parte della compagnia, che studiavo con loro, che non credevo di poter ottenere quel risultato in così breve tempo.
Eppure Robert aveva creduto in me e a quanto pare lo stavo ripagando nel migliore dei modi: diventando sempre più bravo, così tanto da consentirgli dopo poco tempo di potermi affidare un ruolo di spessore.
 Se avessi avuto successo sarebbe stata una soddisfazione anche per lui, avrebbe dimostrato di aver avuto ragione a riporre la sua fiducia in me.
Ma come ti dicevo all’inizio, lasciai che la cattiveria e l’invidia dei miei colleghi insinuasse il dubbio nella mia mente. Irruppi nella stanza di Robert quasi accusandolo, gli chiesi se avesse ricevuto pressioni; ma sbagliai su tutti i fronti.
Sbagliai a credere che Robert si sarebbe lasciato corrompere o convincere da mia madre e sbagliai a credere che mia madre avrebbe interceduto per me.
Entrambi credevano in me e nelle mie capacità.
Quando mi resi conto di quanto fossi stato sciocco, irruento, impulsivo, mi vergognai di essermi precipitato dal nostro direttore con una tale furia. Dovetti ringraziarlo perché si dimostrò oltre modo comprensivo,  perdonando quella mia reazione eccessiva e soprattutto l’offesa che, involontariamente,  gli arrecai.
Mi sentii decisamente sollevato quando chiarimmo e ebbi la conferma che mi aveva scelto per i miei meriti. Potei leggerlo nei suoi occhi e così non ebbi più dubbi a riguardo.
Nei giorni successivi Robert ci comunicò che avremmo girato il paese.
Non potevo prevedere ciò che sarebbe accaduto a Chicago. Se solo avessi saputo … se solo per una volta avessi seguito il cuore … perché quando c’era di mezzo lei il mio cuore urlava sempre ma la mia mente si rifiutava … si rifiutava di ascoltare, di sentire, di credere.
Beh ma questo vogliamo lasciarlo al prossimo appuntamento?
Susanna? Perché mi chiedi di lei? Sì, ci capitò di studiare insieme o meglio, di provare le parti insieme ma niente più, con lei non riuscivo a trovarmi in sintonia nemmeno sul palco. Nonostante fosse ritenuta una giovane promessa inconsciamente mi rifiutavo di entrare in contatto con lei e di sintonizzarmi sulla sua lunghezza d’onda. A volte mi chiedo se il mio cuore non avesse visto prima degli occhi, sentito prima delle orecchie e capito prima della mente.
Vuoi davvero saperlo?
Beh prima di tutto pensai che se fossi riuscito a dimostrare di essere un bravo attore, se fossi riuscito ad incantare il pubblico, forse Robert mi avrebbe affidato altri ruoli importanti, e finalmente avrei potuto raggiungere un livello economico che mi avrebbe permesso di comprare un anello e quel biglietto di sola andata … poi realizzai che non sapevo dove fosse Candy e se fosse rimasta o meno alla St. Paul ma questo avrei potuto scoprirlo, non mi sarei certo demoralizzato davanti al primo impedimento.
Ma la cosa più importante a cui rivolsi il mio pensiero in quel momento fu proprio lei, Candy.
 Avrei voluto poter condividere con lei la gioia di avere ottenuto la mia prima parte importante, avrei voluto studiare con lei, ripassare con lei , come facemmo quell’estate … no, non posso ricordare ancora la Scozia, abbi pazienza, a quei tempi quei ricordi erano il cibo quotidiano per la mia anima ma sarebbero diventati a breve ricordi agrodolci, dolorosi. Perché? Perché ogni volta che mi sfioravano la mente mi rendevo conto che non avrei MAI amato ancora. Non di meno, non di più, semplicemente non avrei mai amato un’altra donna. Era una rivelazione amara ma forte, la consapevolezza di ciò che mi legava a Candy era talmente totalizzante da farmi sentire dolore e al contempo fortunato. Sapevo di avere trovato l’Amore, con la A maiuscola, quello che in pochi nella vita provano davvero. Per questo caro mio, nonostante i momenti di dolore potranno sembrarti prevalere su quelli felici, non ti stupire se oso dirti che non smetterò mai di ringraziare il cielo per avermela fatta conoscere. Per un suo solo sorriso avrei rivissuto tutto quando successe di lì a breve.
Scusami ora, vorrei deporre la penna per un po’.
Continueremo fra poco. Preparati per favore, perché il successivo ricordo … beh pazienta amico mio e cerca di arrivare al prossimo appuntamento a mente fresca e col cuore pronto.
Buona notte, a presto.
E Grazie.


NDA: Volevo ringraziare tutti, specie coloro che negli ultimi giorni l'hanno inserita tra le preferite, le seguite o le ricordate.
La mia storia ne guadagna in visibilità ed acquista nuovi lettori grazie a questo e grazie alle recensioni.
Sapete come funziona EFP, non posso farci nulla.
Che ne pensate di questo capitolo?
Sapete cosa sta per succedere vero?
Allora, prepariamo i fazzoletti e stringiamoci in un abbraccio.
Grazie a tutti, di cuore.

 
   
 
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