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Autore: DoyouknowDumbledore    19/09/2013    0 recensioni
*dall'introduzione*
[...] Mio fratello era davanti a me, steso a terra. Il sangue che gli usciva dalle orecchie e una ferita alla gamba talmente profonda che si poteva vedere l’osso.
L’assassino era per forza un demone. Era l’unica creatura in grado di uccidere in quel modo un Night. I demoni di solito entrano nella mante delle persone, inducendole a suicidarsi. Restai accanto al corpo di mio fratello nel Bosco Della Morte fino a che la polizia non venne a cercarci.
Sono passati cinque anni da quel giorno. Cinque anni e tre mesi. I miei istinti sono peggiorati. Riesco a controllarli a malapena e i miei genitori hanno rinnegato la loro natura di Night. Mi sono trovata sola contro tutti e ho dovuto imparare da sola a ristabilire i miei impulsi di uccidere.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo mi svegliai alle cinque.
La puzza di zolfo e sangue che proveniva dal letto accanto al mio, mi teneva sveglia. Così mi alzai dal letto, e i dolori alla schiena dopo l'ultima litigata con la mia compagna di stanza iniziavano a farsi sentire. Guardai la parete del bagno sfondata.
-Quel macello non lo pulisco.- dissi, e andai a vestirmi. Mi infilai in fretta un paio di jeans e una canotta nera.
Uscii dalla mia camera, e andai a fare un giro nei corridoi, saltellando per qualche metro, nel tentativo di infilarmi le converse rosse.
Entrai nell'aula di chimica, senza un perché, e mi affacciai alla finestra. Si vedeva la foresta che circondava la città, e le case tutt'intorno al perimetro della scuola, circondata da un muro. Mi chiedevo sempre il perchè di quel muro… sembrava quasi una prigione.
Ad un tratto, i miei sensi entrarono all'erta. Una presenza alle mie spalle, ma non aveva niente di pericoloso. Forse un'umana... o una night. Sperai fortemente nella seconda opzione.
-Chi saresti tu? – chiese la voce. Mi girai, per vedere una ragazza bionda e alta. Non puzzava di zolfo o di cane bagnato. Poteva essere un’umana.
Fù quando tirò fuori la pistola, che capii che era una night.
Tirai fuori la pistola -Mi chiamo Liz - dissi, sistemando la pistola sulla cattedra
-Tu invece? Chi sei?- chiesi
-Elena. E credevo di essere l’unica qui.- disse con un sospiro di sollievo, e rimise la pistola nella tasca posteriore dei jeans.
-Credevo la stessa cosa, fino a qualche secondo fa.- dissi ridendo, e misi a posto la pistola.
-Beh, visto che non siamo sole… che ne dici di andare a caccia? Ovviamente fuori dai confini della scuola.
-Già mi piaci, Elena- dissi sorridendo. Mi legai i capelli in una treccia veloce e per niente perfetta. Misi le mani sul davanzale della finestra , e con un unico, fluido, movimento forza su una mano e scavalcai il davanzale come di solito scavalcavo un muretto. Atterrai perfettamente, come al solito, e presi la pistola che era caduta mentre saltavo.
Elena atterrò subito dopo di me.
-Prima di iniziare devi sapere un po’ di cose su di me. Non controlli gli istinti quando sono a caccia. Sono qui perché non ho nessuno da cui tornare e so un bel po’ di cose sulla scuola. Come passaggi segreti.- disse Elena, porgendomi la mano
-Bene, allora ti dico chi sono io.- dissi stringendole la mano- Sono Liz Bennett. Sono in questa scuola per colpa dei miei genitori. E voglio vendicare mio fratello, un Night che è stato ucciso da un demone.- dissi seria.
-Ma i demoni non sono come i vampiri. Quindi devi trovare un modo per ucciderli.- disse Elena. Annuii e mi voltai verso il cancello che ci separava dalla società e dalle prede.
-Allora? Da dove iniziamo la caccia?- chiesi, assaporando l'adrenalina che invadeva il mio corpo.
-Palude. Poco lontano da qui. Che ne dici?- chiese, con un sorriso furbo.
-Perfetto- sorrisi.
Seguii la Night fino al muro di mattoni che circondava il perimetro della scuola. Notai, nascosta tra le foglie delle piante rampicanti, una corda. La ragazza la prese e iniziò ad arrampicarsi, fino ad arrivare in cima.
-Il muro è un po’ alto. Non ci sono problemi per scendere, vero?- chiese Elena
-Tranquilla, non me ne faccio un problema per la discesa.- dissi, mentre arrivavo in cima anche io. La ragazza si lanciò, ed aspettai che si spostasse per fare lo stesso. Mi misi in piedi, e mi lanciai nel vuoto. Sentivo i capelli legati che tiravano, scossi dalla furia dell'aria che mi schiaffeggiava il viso. Il terreno si avvicinava velocemente, e mi preparai ad atterrare.
-Sicura che troveremo qualcosa?- dissi, e mi assicurai di avere ancora con me la pistola, tastando la felpa. Era ancora lì, attaccata saldamente ad un passante del jeans.
-Certo che si. Ma prima facciamo rifornimento.- disse Elena, iniziando a muoversi più velocemente.
Mi allacciai le converse e seguii la ragazza.
Iniziammo a correre. L'aria umida e leggermente maleodorante della palude mi invadeva le narici e mi schiaffeggiava il viso.
Arrivammo ad una casetta in mogano. Era piccola, ma sembrava ben attrezzata. Ciuffi ribelli si erano slegati e mi ricadevano sulla fronte. Sciolsi la treccia e ne feci un'altra più decente.
-Bella casetta- dissi guardandomi intorno. C'era un piccolo angolo cottura, e delle porte che dovevano portare ad un bagno e ad una piccola stanza
-Per essere così piccola è attrezzata davvero bene- dissi. La ragazza scomparì in una delle camere, e ne uscì dopo qualche minuto armata di balestra, frecce, pistole e paletti di legno.
-Vedo che sei ben armata- dissi, e tirai fuori la mia pistola. C'era ancora il graffio dei denti del licantropo che mi aveva attaccata a sei anni. Ma nonostante tutto ero viva, e la pistola funzionava ancora. Pronta a sparare e uccidere.
Seguii Elena fuori dalla casetta.
-Dicono che appartenesse ad un Night che anni fa frequentava la scuola. Non si sa se sia ancora vivo. Fatto sta che ha lasciato qui tutte le sue armi. Ed io ne ho fatto il mio deposito personale.- disse caricando la pistola.
-Inizia la caccia!- dissi con un ghigno, mentre l'adrenalina mi scuoteva i muscoli e affilava i sensi.
Ci inoltrammo nella palude, che sembrava stranamente vuota. Niente puzza di creature della notte, niente rumori sinistri.
Dopo quelle che sembravano ore ci poggiammo ad un albero.
-Hai percepito qualcosa?- chiesi ad Elena
-Niente di niente- rispose lei- sembra che le creature della notte si siano messe a dormire.
Un fruscio. Non ebbi neanche il tempo di girarmi che Elena si contorceva a terra. Le mani sulla testa.
Le mie mani raggiunsero automaticamente la pistola. Il demone mi fu addosso in pochi secondi, e mentre mi teneva il coltello alla gola, cercava di entrarmi nella testa.
Immagini di mio fratello che moriva, si contorceva sul terreno e urlava a causa delle immagini che il demone gli metteva in testa. La gamba scarnificata fino all’osso.
Cercai invano di sparare alla testa del demone, ma il proiettile lo attraversò lasciandolo illeso. Urlai la mia disperazione. Non potevo morire, dovevo ancora vendicare mio fratello.
Urlai ancora e ancora, mentre mio fratello continuava a  morire nella mia testa, seguito dai miei genitori. Cercavo di convincermi che almeno i miei erano vivi. Ma diventava sempre più difficile.
Poi tutto finì così com’era iniziato.
Vedevo tutto sfocato, ma riuscivo a distinguere un’ombra che mi divideva dal demone.
Parole che sembravano appartenere ad una lingua antica quanto il mondo stesso, che non riuscivo a capire. Il demone si ritirava.
Feci in tempo a distinguere gli occhi marroni del ragazzo davanti a me, prima che tutto diventasse nero.




Angolo dell'autrice.
Bene, eccomi qui. Ci tengo a precisare che la storia d'ora in poi la dedico ad Albi, un mio amico che mi ha ispirato un nuovo personaggio che conosceremo presto!
Fatemi sapere cosa ne pensate della storia, e ringrazio le tre persone che hanno recensito, e chi semplicemente legge.
Al prossimo capitolo! 

 
  
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