Logan
Aprii
gli occhi e saltai a sadere
sul letto, disorientato. Ricordi vaghi della notte precedente mi
riempirono la
mente intrattenendola per tutto il viaggio in pullman per arrivare a
scuola.
Entrai
in classe che ancora pensavo
a lei e alla sua tristezza, ma come tutte le mattine la voce
gracchiante della
mia vicina di banco distrusse a martellate, ma che dico, a cannonate la
mia
bolla privata di pensieri.
-Buongiorno
Logan- Mi salutò
Elizabeth con il tono più
sensuale che
potesse assumere, ma questo aiutò solamente ad alimentare
ulteriormente il mio
disprezzo nei suoi confronti, che ogni giorno si faceva sempre
più evidente. Le
uniche ad non essersene accorte erano lei e la sua banda di servette o
forse lo
ignoravano solamente. Di certo non bastava a dissuaderla dal darmi
noia...
-Passata
una bella serata ieri?- Va
bene Logan calmati, non lasciare che la tua repulsione nei suoi
confronti
prenda il sopravvento, mantieni la calma e rispondi in modo cortese
come fai di
solito.
-Si-
Risposi vago. Non mi andava di
darle troppi particolari. Le concessi perciò il beneficio
del dubbio.
-Ah...-
Lasciò cadere il discorso.
Forse, almeno quel giorno, mi avrebbe lasciato in pace rendendosi conto
del mio
stato d’animo che certamente, quella mattina, non era dei
migliori.
Il
professore di letteratura entrò
in classe sbattendo la porta e richiamando la classe
all’ordine.
Le
prime tre ore di lezione
passarono molto velocemente e non appena la campanella
segnalò l’inizio
dell’intervallo, uscii, senza farmi notare,
dall’aula, dirigendomi velocemente
verso il mio armadietto.
Dopo
aver appoggiato i libri al suo
interno e averlo richiuso con la chiave, feci un passo nella direzione
opposta
alla presenza femminile (e te pareva) che era
comparsa magicamente al
mio fianco.
Ma
malgrado tutta la mia buona
volontà non potei impedile di attaccare bottone ancora prima
che potessi
darmela a gambe.
-Ciao
Lo, non mi saluti neanche?- Mi
domandò la biondina mettendo il finto broncio.
-Ah
scusa non ti avevo notata- Come
no... Mi scusai falsamente.
-Non
ti preoccupare ho già in mente
un modo per farti perdonare...- Rispose mordendosi un labbro e
spostando una
ciocca di capelli chiari dietro l’orecchio.
-A
davvero?- Oddio e adesso questa
che vuole. Mi finsi disinteressato e mi incamminai verso la porta che
dava sul
cortile affollato di studenti.
-Certo!
Ehy così mi offendi ancora
di più, dovresti saperlo che sono una ragazza piena di
risorse- Mi sussurrò
all’orecchio con fare ammiccante. Avrei voluto risponderle
per le rime ma
riuscii solamente ad emettere un risolino isterico. Quella ragazza
riusciva ad
intimorire perfino me...
-Hai
da fare stasera?-
-Si-
L’istinto di sopravvivenza
aveva già risposto per me, senza nemmeno un consulto
generale. Ma in fin dei
conti se non lo avessi posseduto, ogni sera, sarei stato impegnato con
una
ragazza diversa.
Perciò
l’unica cosa che potevo fare
era ringraziarlo e lasciargli fare il suo lavoro.
-Oh
bhè allora sarà per un’altra
sera...- Non aveva insistito chissa come mai... Mi voltai per seguire
il suo
sguardo e incrociai un paio di occhi che avrei riconosciuto fra mille
ma che
nello stesso tempo mi parevano nuovi: gli occhi dell’angelo
della sera prima
dalla carnagione rosea e dai capelli color mogano.
Solo
in quel momento mi accorsi del
silenzio che si era formato tutt’intorno alla ragazza che
rigida mi continuava
a fissare in cerca di un’appiglio per uscire da quella
situazione più che
imbarazzante.
Purtroppo
non potei elaborare nulla
dato che il mio cervello aveva completamente perduto la
facoltà di ragionare e
rimasi come il resto degli studenti a fissarla a bocca aperta.
Piano
piano il silenzio si sciolse
dando il via ad un fastidioso mormorio dato dallo spettegolare sulla
nuova
alunna.
La
vidi pian piano rilassarsi e
incamminarsi nella mia direzione. O mamma sta venendo verso di me,
ragiona
Logan, ragiona torna in possesso delle tue facoltà mentali e
formula una frase
di senso compiuto che non ti faccia sembrare un malato mentale,
già la tua
bella figura l’hai fatta ieri sera facendoti beccare a
osservarla, cerca di non
peggiorare la tua posizione.
E
così dicendo, quando fu a pochi
metri da me, aprii la bocca per parlare ma le parole mi morirono in
gola quando
lei, velocemente, mi scansò ed entrò
all’interno dell’edificio.
Non la rividi più per tutto il resto della giornata.
Spazio dell'autrice:
Grazie mille a becky cullen!!! Mi fa piacere che questa ff ti piaccia! Mi sn accorta che hai letto anche le mie altre storie bhè che dire... Continua a seguirmi!!!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!
Alla prossima!
Baci
da Vale