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Autore: Bella_Swan    23/03/2008    2 recensioni
E fu a quel punto, quando sentivo che la testa stava per scoppiarmi, che la sentii. Era una voce stupenda proveniente dall’esterno, mi alzai lentamente, per non peggiorare il mio mal di testa, e mi avvicinai alla vetrata che sostituiva metà del muro della mia camera. Aprii le grandi porte di vetro e mi affacciai respirando l’aria fresca che mi colpì in pieno viso. Mi guardai attorno, curioso, cercando di individuare la proprietaria di quella voce cristallina. La vidi, era seduta sul davanzale della casa di fianco alla mia che era da sempre stata disabitata. I capelli lunghi erano mossi dalla leggera brezza che spirava quella notte e la sua pelle rosea era illuminata dal leggero chiarore lunare. Rimasi a fissarla rapito, ma più la stavo ad ascoltare, più mi accorgevo del tormento che pian piano si impossessava della sua voce. Una lacrima solitaria le rigò una guancia perfetta...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Logan

 

Aprii gli occhi e saltai a sadere sul letto, disorientato. Ricordi vaghi della notte precedente mi riempirono la mente intrattenendola per tutto il viaggio in pullman per arrivare a scuola.

Entrai in classe che ancora pensavo a lei e alla sua tristezza, ma come tutte le mattine la voce gracchiante della mia vicina di banco distrusse a martellate, ma che dico, a cannonate la mia bolla privata di pensieri.

-Buongiorno Logan- Mi salutò Elizabeth con il tono  più sensuale che potesse assumere, ma questo aiutò solamente ad alimentare ulteriormente il mio disprezzo nei suoi confronti, che ogni giorno si faceva sempre più evidente. Le uniche ad non essersene accorte erano lei e la sua banda di servette o forse lo ignoravano solamente. Di certo non bastava a dissuaderla dal darmi noia...

-Passata una bella serata ieri?- Va bene Logan calmati, non lasciare che la tua repulsione nei suoi confronti prenda il sopravvento, mantieni la calma e rispondi in modo cortese come fai di solito.

-Si- Risposi vago. Non mi andava di darle troppi particolari. Le concessi perciò il beneficio del dubbio.

-Ah...- Lasciò cadere il discorso. Forse, almeno quel giorno, mi avrebbe lasciato in pace rendendosi conto del mio stato d’animo che certamente, quella mattina, non era dei migliori.

Il professore di letteratura entrò in classe sbattendo la porta e richiamando la classe all’ordine.

Le prime tre ore di lezione passarono molto velocemente e non appena la campanella segnalò l’inizio dell’intervallo, uscii, senza farmi notare, dall’aula, dirigendomi velocemente verso il mio armadietto.

Dopo aver appoggiato i libri al suo interno e averlo richiuso con la chiave, feci un passo nella direzione opposta alla presenza femminile (e te pareva) che era comparsa magicamente al mio fianco.

Ma malgrado tutta la mia buona volontà non potei impedile di attaccare bottone ancora prima che potessi darmela a gambe.

-Ciao Lo, non mi saluti neanche?- Mi domandò la biondina mettendo il finto broncio.

-Ah scusa non ti avevo notata- Come no... Mi scusai falsamente.

-Non ti preoccupare ho già in mente un modo per farti perdonare...- Rispose mordendosi un labbro e spostando una ciocca di capelli chiari dietro l’orecchio.

-A davvero?- Oddio e adesso questa che vuole. Mi finsi disinteressato e mi incamminai verso la porta che dava sul cortile affollato di studenti.

-Certo! Ehy così mi offendi ancora di più, dovresti saperlo che sono una ragazza piena di risorse- Mi sussurrò all’orecchio con fare ammiccante. Avrei voluto risponderle per le rime ma riuscii solamente ad emettere un risolino isterico. Quella ragazza riusciva ad intimorire perfino me...

-Hai da fare stasera?-

-Si- L’istinto di sopravvivenza aveva già risposto per me, senza nemmeno un consulto generale. Ma in fin dei conti se non lo avessi posseduto, ogni sera, sarei stato impegnato con una ragazza diversa.

Perciò l’unica cosa che potevo fare era ringraziarlo e lasciargli fare il suo lavoro.

-Oh bhè allora sarà per un’altra sera...- Non aveva insistito chissa come mai... Mi voltai per seguire il suo sguardo e incrociai un paio di occhi che avrei riconosciuto fra mille ma che nello stesso tempo mi parevano nuovi: gli occhi dell’angelo della sera prima dalla carnagione rosea e dai capelli color mogano.

Solo in quel momento mi accorsi del silenzio che si era formato tutt’intorno alla ragazza che rigida mi continuava a fissare in cerca di un’appiglio per uscire da quella situazione più che imbarazzante.

Purtroppo non potei elaborare nulla dato che il mio cervello aveva completamente perduto la facoltà di ragionare e rimasi come il resto degli studenti a fissarla a bocca aperta.

Piano piano il silenzio si sciolse dando il via ad un fastidioso mormorio dato dallo spettegolare sulla nuova alunna.

La vidi pian piano rilassarsi e incamminarsi nella mia direzione. O mamma sta venendo verso di me, ragiona Logan, ragiona torna in possesso delle tue facoltà mentali e formula una frase di senso compiuto che non ti faccia sembrare un malato mentale, già la tua bella figura l’hai fatta ieri sera facendoti beccare a osservarla, cerca di non peggiorare la tua posizione.

E così dicendo, quando fu a pochi metri da me, aprii la bocca per parlare ma le parole mi morirono in gola quando lei, velocemente, mi scansò ed entrò all’interno dell’edificio.

Non la rividi più per tutto il resto della giornata.

Spazio dell'autrice:

Grazie mille a becky cullen!!! Mi fa piacere che questa ff ti piaccia! Mi sn accorta che hai letto anche le mie altre storie bhè che dire... Continua a seguirmi!!!

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!

Alla prossima!

Baci   da   Vale

  
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