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Autore: Liberty89    19/09/2013    4 recensioni
Storia Incompleta.
Vexen s’inchinò e scomparve in varco oscuro per riapparire nel suo laboratorio. Si avvicinò alla scrivania e prese in mano una fiala di liquido scarlatto.
-Numero XIII… presto sarai mio…- sibilò il Freddo Accademico con un ghigno divertito.
-dal capitolo 2-
Una long-fic sull'arrivo di Roxas nell'Organizzazione e sul suo addestramento, nonché sulla pazza e misteriosa non-vita che conduce con i suoi compagni.
Par: Akuroku, Zemyx, Vekuroku, XemnasxSaix
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Organizzazione XIII
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con | Contesto: KH 358/2 Days, Contesto generale/vago
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Buona sera a tutti! Chiedo perdono per il ritardo, ma in questo periodo ho avuto davvero un sacco da fare, tra cui il test d'ingresso all'università, egregiamente superato nonostante le mie basse aspettative xD Ma basta parlare di me, vi lascio al capitolo e ci rivediamo in fondo! Buona lettura! :3


Capitolo 36: La resa dei conti


Nightmare Before Christmas - Jack’s lament Music Box Version

La silenziosa comparsa della Chiave del Destino aveva fermato qualsiasi cosa. Respiri. Pensieri. Tutto. Dava l’impressione d’aver congelato anche il tempo di quel mondo a ridosso del Nulla, che non poteva essere scosso nemmeno dal vento. Il keyblader osservava i Nessuno che aveva di fronte con gli occhi spenti e opachi, le braccia stavano ferme lungo i fianchi, disarmate, in attesa di ricevere l’ordine di attacco.
Il Freddo Accademico mutò il proprio sorriso in un ghigno di superiorità, mentre stringeva con fare possessivo la spalla del suo esecutore. Guardò ognuno degli ex colleghi con espressione divertita e soddisfatta. Certo, avrebbe preferito toglierne di mezzo qualcuno in più, ma poteva accontentarsi e rimediare.
-Sei stato bravo, Roxas.- esordì, infrangendo l’etere con la propria voce. -Nonostante tu abbia fallito per la seconda volta nel tentativo di eliminare il numero III, sei stato bravo comunque, visto che ci siamo liberati dell’irritante presenza del numero X.-
-Seconda?!- tuonò il Feroce Lanciere, serrando i pugni e riducendo le iridi viola a due fessure. -Che diavolo significa?!-
Il numero IV ridacchiò. -Suppongo che quel fatto increscioso avvenuto durante la vostra missione insieme non si possa definire propriamente un incidente, dal momento che sono stato io a ordinare a Roxas di tagliare le corde del lampadario…- rivelò, risalendo il corpo del giovane con le dita, fino a giungere alla guancia pallida.
-Tu cosa?!- sputò ancora il moro, tentando di avanzare di un passo, ma intercettato da un braccio del Superiore.
-Perché?- chiese soltanto l’argenteo, fissando l’ex fondatore con occhi brucianti. -Perché Vexen? Tra tutti noi, forse tu eri quello che credeva di più nel nostro intento, quindi perché?-
-Non è l’intento in sé a essere sbagliato, ma il come lo stai attuando.- rispose con tono saccente. -Finché eravamo noi fondatori il progetto stava proseguendo bene, poi hai iniziato a reclutare gentaglia d’ogni risma. E della peggiore aggiungerei.-
-Ehi!- sibilò Marluxia, evocando la falce nella mano destra.
-Fermo, Marl.- lo frenò Axel con voce dura, che faceva intendere tutta la sua frustrazione. -Quello stronzo ha le mani su Roxas. Resta dove sei.-
Lo scienziato rise ancora. -Mossa intelligente numero VIII, strano da parte tua. Che sia merito della vicinanza del numero VI?-
-Dov’è?!- gridò il Notturno Melodico, stringendo i pugni. -Cos’hai fatto a Zexion?!-
-Il numero VI s’era spinto troppo in là con le sue deduzioni e ho dovuto prendere provvedimenti…- spiegò con falso dispiacere, inchiodando il musicista con i suoi occhi gelidi.
Demyx indietreggiò di un passo, spalancando le palpebre, incredulo di fronte a quelle parole che non avrebbe mai voluto sentire. Fino all’ultimo aveva sperato nella salvezza del Burattinaio Mascherato, ma ora quel flebile appiglio cui si era aggrappato era crollato, gettandolo nello sconforto totale.
-E me ne sono occupato personalmente, Roxas doveva riposare in vista di oggi.-
-Di nuovo, Vexen, perché?- riprese il primo fondatore, riottenendo l’attenzione del Freddo Accademico.
-Perché Roxas dici?- riformulò lui, cambiando totalmente tono, in uno quasi annoiato. -È ovvio, no? Dopo tanti fallimenti sei riuscito a portare nell’Organizzazione lo strumento perfetto per portare avanti il nostro progetto. Mi sono solamente preso il permesso di occuparmi di lui a tua insaputa.-
-…strumento perfetto?- ripeté il rosso, digrignando i denti come una belva feroce.
-Ma certo numero VIII. Il piccolo Roxas è il Nessuno perfetto…- rispose, carezzando con il pollice la guancia del giovane al suo fianco. -È un custode e come tale può liberare molti più cuori di uno qualsiasi di noi, bastava fargli fare solo un po’ di pratica e avrebbe eccelso anche nei combattimenti e poi, lui non potrà mai riavere un cuore, quindi mi sono limitato a congelare i residui delle sue emozioni e dei suoi sentimenti. Altrimenti non avrebbe potuto raggiungere simili risultati.- illustrò, posando un bacio leggero sulla gota più vicina. -Già che c’ero, me lo sono preso per me.-
-Tu! Maledetto!- ringhiò Axel, rafforzando la presa sui Chakram, facendo frusciare la pelle dei guanti. -Pagherai per ogni secondo in cui hai messo le tue luride mani su di lui!-
-E non è vero che non potrà avere un cuore!- intervenne Demyx, ripresosi dal suo sconforto, poiché doveva contribuire anche lui al salvataggio del numero XIII, lo doveva a Zexion. -Quando Kingdom Hearts sarà completato, lo riavrà come tutti noi!-
-Se avessi un cuore, credo che in questo momento riderei veramente di gusto, sai numero IX? Sei così stupido… lo sa benissimo anche Xemnas che non potrà mai accadere una cosa simile.- disse, indirizzando lo sguardo freddo sul numero I, che indurì l’espressione del viso. -Coraggio Xemnas, perché non lo confessi? Lo sai tu come lo so io, che il cuore del custode del keyblade è tornato al suo posto troppo presto e per questo Roxas non potrà starne separato troppo a lungo…-
-Taci!- ruggì, richiamando le spade laser, ma bloccandosi quando si vide circondato da una schiera di Samurai spuntati letteralmente dovunque, perfino sul soffitto, e puntato dalla nera lama del Lontano Ricordo.
-Grazie a me, Roxas non soffrirà più perché non avrà più bisogno del cuore. Con l’avanzare del tempo, dimenticherà ogni cosa e anche quando scioglierò il contatto con lui, mi resterà accanto perché non avrà altro posto in cui recarsi…- asserì con voce melliflua, portandosi alle spalle del keyblader. -Andiamocene Roxas, questo luogo è scomodo per disfarci dei rifiuti scomodi… Lasciamoli divertire con i Samurai.- proseguì, sussurrandogli all’orecchio.
-Sì Signore.- rispose il biondo con un tono talmente rigido e distaccato, che fece rabbrividire i Nessuno che aveva di fronte, dopodiché abbassò l’arma ed entrambi furono avvolti da un globo buio e viscido che li portò via.
Nel frattempo, i soldati del numero XIII si scagliarono sui membri dell’Organizzazione, che non riuscirono a impedire la fuga del traditore e del suo ostaggio.
-Roxas!- gridò il numero VIII, liberandosi in fretta di un Samurai che gli si era parato davanti agli occhi, trovandosi a fissare solamente gli ultimi granelli del passaggio oscuro che svanivano come polvere distrutta dal tempo. -Maledizione!- sbraitò, bruciando con un gesto i due guerrieri del Nulla che l’avevano assalito ai lati, lasciandone l’impronta scura sul pavimento candido.
-Ehi Axel! Fai attenzione a non dar fuoco alla cucina!- lo rimproverò Xaldin, dandogli le spalle, mentre con una sferzata di una delle sue lance distruggeva un’altra coppia di Samurai.
-Cosa vuoi che me ne importi?! Dobbiamo ritrovare quel maledetto di Vexen!- replicò il rosso con rabbia. -Dov’è quel demente di Xigbar quando serve?!- proseguì, lanciando un Chakram.
-Oi, demente a chi? Razza di fiammifero ambulante!- esclamò una gracchiante voce irritata, anticipando una scarica di proiettili laser che colpirono ogni Samurai presente, eliminandoli fino all’ultimo in pochi secondi. -Che mi sono perso?- domandò il Tiratore Libero, comparendo a testa in giù dal soffitto prima di emettere un sonoro sbadiglio.
-Come al solito eri chissà dove a perdere tempo!- lo sgridò il Feroce Lanciere.
-Ehi! Stavo dormendo! Dormire non è una perdita di tempo!- ribatté il numero II, svanendo e riapparendo davanti al collega. -Voi piuttosto! Vi divertite e non mi chiamate nemmeno, stronzi!-
-Hai appena distrutto uno squadrone di Samurai che ci ha attaccati, questo ti suggerisce solamente che ci stavamo divertendo?- domandò Marluxia, trattenendo un tic nervoso all’occhio sinistro.
-Ovvio! Vi divertite col nano e non mi dite niente!-
-Il nano…?-
-Ma sì! Con Roxas! I Samurai sono i suoi Nessuno, o sbaglio?-
-Xigbar.- pronunciò severo il Superiore, zittendo i compagni. -Trova Vexen, adesso.-
Il secondo fondatore lo studiò con l’iride dorata per qualche secondo, poi annuì. -D’accordo… nel mentre che cerco, potreste spiegarmi cosa sta succedendo?-
-Vexen ci ha traditi e sta sfruttando Roxas per distruggere l’Organizzazione.- riassunse Axel, incrociando le braccia e appoggiandosi con la schiena al muro più vicino. -Dobbiamo trovarlo prima che ci sfugga.-
Xigbar tacque, assimilando le informazioni ricevute e aumentando l’impegno che stava mettendo nella ricerca. -Tsk, bastardo. Zexion e Luxord dove sono?-
-Eliminati.- rispose il numero XI, passando un dito sulla lama della sua falce.
-Da chi? Dal piccoletto? Non ci credo.-
-Luxord sì, ma era manovrato da Vexen. E credo che sia toccata la stessa sorte a Larxene, ho ragione?- domandò il rosato, fissando Xemnas negli occhi ambrati.
-Non sbagli.-
-Quel bastardo pagherà. Trovato, ci conviene muoverci.- riprese il Tiratore Libero, aprendo un varco davanti a sé. -Credo che Saix non sia in grado di affrontarli.- aggiunse, scatenando un’ondata di paura nel primo fondatore, che si gettò nelle spire del passaggio.

***

Kingdom Hearts Piano Collection - The 13th Side

Con il fiato corto, il Nessuno dai capelli turchesi cercò di tenersi in piedi, appoggiandosi alla parete opposta alla porta e tenendo ben aperta la mano sana, pronta a evocare il Claymore in caso di bisogno. Avrebbe forzato il suo corpo ancora debilitato a causa delle ferite, ma avrebbe venduto cara la pelle e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sopravvivere, sarebbe anche fuggito se si fosse ritenuto necessario, perché queste erano le istruzioni che il Burattinaio Mascherato gli aveva lasciato. In più, non poteva permettersi di morire perché aveva giurato di far parte del progetto di Xemnas fino alla fine.
Gli occhi dorati erano fissi sull’uscio che da qualche minuto aveva cominciato a brillare di una strana luce, motivo che l’aveva spinto ad alzarsi dal letto, quando poi aveva udito per due volte il rumore tipico di una serratura che scatta si era allontanato per pensare rapidamente a come difendersi. Quel luogo era inaccessibile per chiunque se il Superiore non era concorde, ma qualcuno stava cercando di forzare il sigillo imposto dalla volontà del proprietario della stanza e l’unico che aveva il potere di riuscirci era il numero XIII.
Con un ultimo e sonoro scatto, la porta smise di risplendere e si aprì in silenzio, smuovendo appena l’aria attorno a sé, poi fu oltrepassata da due figure avvolte da un soprabito nero. Il Mago che Danza sulla Luna deglutì a vuoto, ritenendosi fortunato nell’aver recuperato in tempo l’uso della caviglia, e puntò le iridi dorate sulla coppia appena giunta.
-Roxas, sigilla di nuovo l’ingresso, più li ritardiamo meglio sarà.- esordì il Freddo Accademico, scostandosi una ciocca bionda dalla spalla.
-Sì Signore.- rispose la Chiave del Destino con prontezza meccanica, per poi sollevare entrambe le proprie armi per puntarle sull’uscio che brillò di bianco, chiudendosi con un forte “clack” finché lui stesso non avrebbe voluto il contrario.
Annuendo compiaciuto, il biondo fondatore si voltò nella direzione opposta. -Numero VII, ti ho sempre ritenuto intelligente, quindi suppongo che tu sappia perché mi trovo qui.-
-Dannato traditore, pagherai per tutto quanto.- sibilò Saix, donando uno sguardo intenso al giovane Senza Cuore, che ora si trovava al fianco del più anziano, in silenzio e perfettamente immobile.
-Il numero VI ti ha addestrato proprio bene.- ridacchiò divertito. -Ma prendere tempo non ti salverà dal tuo destino. Per mettere in piedi un nuovo progetto è necessario spazzare via quello vecchio, perciò… Roxas, occupati di lui e fai in fretta.-

Kingdom Hearts Re: Chain of Memories - Forgotten Challenge

Il custode obbedì, evocando la chiave nera nella mano destra per poi lanciarsi in un attacco diretto, che la sua vittima riuscì appena a schivare, saltando lateralmente e rotolando sul pavimento bianco, che rifletté tutto come uno specchio.
-Fermati Roxas!- esclamò mentre tornava rapidamente in ginocchio e imbracciava il Claymore per proteggersi, stringendo i denti quando lo sentì pesante come non lo era mai stato, ma non aveva altro da usare, poiché i Berserker sarebbero stati bloccati dal sigillo sulla porta.
-Puoi urlare quanto vuoi, non ti riconoscerà.- riferì il Freddo Accademico con voce annoiata.
Il keyblader si voltò verso il suo bersaglio, puntando i suoi occhi vuoti in quelli dorati dell’altro, che si sgranarono e si riempirono di un timore istintivo, nato direttamente dal corpo e non dalla mente. Sotto quello sguardo gelido e inespressivo, Saix si sentì come un coniglio indifeso davanti a un lupo accecato dall’odore ferroso del sangue, che va in cerca di prede unicamente per sentirsi forte e ampliare il proprio territorio. Deglutì e portò l’alabarda innanzi a sé quando vide il biondino corrergli incontro. La buia lama del Lontano Ricordo si abbatté su di lui con una violenza inaudita, che non era assolutamente paragonabile agli attacchi che aveva sperimentato durante l’allenamento.
-Roxas… maledizione, devi svegliarti!- sputò tra i denti e le labbra strette per lo sforzo che stava compiendo.
Il ragazzo però non rispose in alcun modo a quel richiamo, anzi spinse ancora di più sull’avversario indebolito, mentre portava indietro la mancina che l’attimo seguente si serrò sull’elsa del Portafortuna. Il candido keyblade velocemente sferzò l’aria e si scagliò sul corpo del numero VII, che fu spazzato via come un sottile fuscello, rovinando contro la parete più vicina e accasciandosi ai suoi piedi. Il Claymore sfuggì dalla presa delle dita pallide, troppo deboli per trattenerlo, e imitò il proprio padrone cadendo pesantemente a terra e producendo un forte clangore metallico, che rimbombò tra le mura della stanza come un lamento di agonia.
Al pari di un assassino professionista, la Chiave del Destino raggiunse lentamente il Nessuno più anziano, trascinando le armi come pesanti fardelli che tracciarono il loro passaggio sul pavimento, stridendo e producendo piccole scintille di tanto in tanto. Roxas osservò la sua preda dall’alto per un istante soltanto, che gli servì unicamente per decidere come eliminare quell’ostacolo fastidioso che s’era messo sulla strada del suo Signore, quindi sollevò il braccio sinistro e puntò il Portafortuna verso il basso, pronto a trafiggere il Mago che Danza sulla Luna.
Rannicchiato come un foglio di carta appallottolato, Saix strinse la mano sana sul fianco opposto, che aveva colpito il muro, schiacciandovi contro l’arto steccato che ora bruciava di dolore, pulsando allo stesso ritmo della ferita che la chiave bianca gli aveva aperto sulla coscia destra e che ora buttava sangue, imbrattando gli abiti grigi e il pavimento. Schiuse le palpebre e osservò il numero XIII che si avvicinava e gli si fermava davanti. Vide l’arma alzarsi insieme alla mano che la impugnava e capì che doveva andarsene. Doveva aprire un varco e andarsene subito, quella stanza aveva il potere di non far entrare nessuno, ma la stessa cosa non valeva per l’uscire, poiché chiunque si trovasse al suo interno poteva lasciarla. Le sue ferite però erano troppo gravi e il dolore non gli permetteva di concentrarsi a sufficienza. Bastava aprire un passaggio sulla parete su cui stava poggiando la spalla sinistra, l’aveva fatto un milione di volte eppure ora, quell’azione tanto semplice si stava rivelando dannatamente difficile.
-…Roxas… f-fermati…- balbettò.
Il Freddo Accademico distolse lo sguardo dalla scena che lo stava allietando e lo puntò sulla bianca porta della stanza che scintillò per un istante, prima di venire divelta dai suoi cardini, travolta da un turbine di vento impetuoso, che la fece finire contro la finestra. I vetri s’infransero con un fragore terribile, producendo un coro di grida acute e un pianto sommesso quando i frammenti cozzarono contro il pavimento lucido, spargendosi tutt’attorno come perle di un gioiello perduto. Vexen sbuffò, seccato per l’interruzione, mentre richiamava il Nessuno più giovane con un pensiero, che lo fece scattare al suo fianco in un attimo.
-E così il numero VII s’è salvato di nuovo…- esordì con un ghigno.
-Marluxia, occupati di Saix, sbrigati.- ordinò il Superiore, senza guardare l’altro che annuiva e correva dal collega. -Adesso basta.- dichiarò, avanzando e impugnando entrambe le spade che brillarono come lava incandescente. -È ora di finirla Vexen.-
-Mi trovi d’accordo, sto sprecando tempo ed energie preziose per starvi dietro.- disse il biondo, richiamando lo scudo sul braccio sinistro e una spada di ghiaccio nella mano destra. -Noi però siamo in inferiorità numerica… Roxas, chiamali.- proseguì, puntando gli occhi verdi sul suo prezioso burattino.
-Sì Signore.- rispose la Chiave del Destino. -Chugi.-
Al sentire quel nome, i restanti membri dell’Organizzazione per un solo istante tremarono e sgranarono gli occhi quando videro quattro pozze nere e vorticanti comparire davanti ai piedi del numero XIII. Da esse comparvero i guerrieri samurai che Roxas aveva reclutato durante l’ultima missione, emersero lentamente, posati su un ginocchio con umiltà e con il capo chino. Non appena le loro fumose figure furono totalmente visibili, i passaggi scomparvero come macchie mai esistite e le maschere rosse guardarono in avanti.
-Siamo qui per servirti Kagi-sama*-
Parlarono all’unisono, schiudendo le labbra di quel tanto che bastava per far uscire il fiato, e la loro non era una vera voce, ma un soffio solenne, come il respiro di un Dio onnipotente che potrebbe spazzare via una montagna se solo ne avesse avuto il capriccio. Un alito di vita morente che giunse alle orecchie dei presenti con la leggerezza di un petalo che cade dalla sua corolla, ma che li punse nel profondo dei loro corpi vuoti come la spina di un rovo.
Come un solo corpo, i quattro si alzarono in piedi e sfoderarono la katana che fino a quel momento avevano tenuto al sicuro in un fodero scuro appeso al fianco sinistro, rivelandone la lama lercia di sangue in più punti ma lucida come uno specchio al contempo.
-Ora la resa dei conti può cominciare.- fece il numero IV, inclinando il capo da un lato. -Sei pronto a conoscere la sconfitta Xemnas?-






*Kagi: parola in lingua giapponese che significa "chiave".



Eccoci in fondo ù.ù
So che il capitolo non è molto lungo, ma mi rifarò e spero che vi sia piaciuto comunque ^^ Ormai tutti i nodi sono venuti al pettine e lo scontro sta per cominciare.
Come sempre ringrazio tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite/seguite/ricordate, chi l'ha inserita in più di una categoria, chi commenta e chi legge soltanto. Siete veramente tantissimi e i miei ringraziamenti sono veramente poca cosa a confronto. Cercherò di aggiornare quanto prima, impegni e salute permettendo.
Alla prossima!
See ya!
  
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