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Autore: KikiWhiteFly    19/09/2013    1 recensioni
{Raccolta di drabbles e flashfic ispirata alla "Big Damn Table". Vegeta/Bulma}.
Prompt 03: "Eppure Bulma quella sera stava respirando a pieni polmoni una sana ventata d'ottimismo, mettendo da parte – per una volta – il dolore, la sofferenza, la triste consapevolezza di un destino designato da tempo. Ma lei non avrebbe perso la speranza, nonostante tutto: avrebbe confidato nel cielo che le era solo debitore di lacrime, speranze ed illusioni – quanto poteva far male, il silenzio?".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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40.
Nessuna stagione


Vegeta uscì dalla doccia con il solito grugnito ben stampato in faccia, ad alimentar ancor più la sua rabbia era la donna che si era introdotta senza alcun riguardo nella camera dedicata ai suoi allenamenti.
«Cosa diavolo ci fai qui, donna?».
Bulma levò gli occhi al soffitto per un sol attimo, poi si voltò verso il suo interlocutore: «Evito che tu possa morire. Anche se in questo momento la tentazione contraria è davvero forte».
Bulma lo liquidò con un sorriso sarcastico, tornando a fissare lo schermo del computer; quello era un affronto che, ovviamente, un principe di nobile stirpe come lui non poteva tollerare, per cui sentenziò: «Non ho bisogno del tuo misero aiuto».
«Vorrei ricordarti che questo è il mio pianeta, Vegeta. Questa è la mia casa, questa è la mia abitazione. E questo, al momento, è il mio studio».
Vegeta odiava ammetterlo, ma la donna aveva ragione da un certo punto di vista; per cui, si limitò a sbuffare qualcosa tra sé e sé, chiedendosi a quale razza di livello si fossero abbassate le donne del pianeta sul quale si trovava.
«Dimmi, Vegeta, hai mai desiderato vedere il tuo pianeta da quando è scomparso?».


34. Pianeta


«Dobbiamo fare conversazione? Io avrei da fare», disse Vegeta, incrociando le braccia al petto.
Bulma si aggiustò la montatura, la quale le era scesa sul setto nasale, dopodiché obiettò: «Si trattava di una domanda di tipo scientifico. Sai, stando ai miei calcoli, potrei aver trovato l'esatta posizione del tuo pianeta».
Vegeta sbuffò, come al solito, eppure nella sua espressione c'era qualcosa di incuriosito, che Bulma notò sin da subito; quindi, continuò: «Se ti interessa stasera sarò ancora qui, con il mio telescopio».
Da qualche tempo Bulma aveva come la strana sensazione che Vegeta sentisse una certa malinconia – non che lo desse a vedere, ovviamente, ma ogni tanto le capitava di vederlo levare gli occhi in direzione del cielo –, così si era subito premunita nei suoi confronti.
Perché si dimostrava così gentile nei suoi confronti? Vegeta non l'aveva mai ripagata con la stessa moneta e, con tutta probabilità, non l'avrebbe mai fatto. Non voleva darsi una risposta, almeno non in quel momento, ingannare il proprio cuore era meno doloroso della verità stessa.
Vegeta cacciò le mani dalle tasche, sul suo volto indugiava la solita espressione contrita: «Come ti pare, donna».


32. Stelle


Talvolta Bulma osservava le stelle per ore intere, lasciando da parte la sua formazione da scienziata, al fine di ammirare la luminosa bellezza del firmamento. Vegeta, invece, non aveva mai guardato oltre il proprio naso e stupì persino se stesso quando accettò l'invito della donna.
Sulle labbra di Bulma indugiava un piccolo ovale di stupore, eppure preferì evitare ogni commento; si limitò a guidarlo sino al telescopio, a qualche passo di distanza.
«Credo che queste siano le coordinate giuste», disse, facendogli spazio.
Vegeta osservò per un sol attimo all'interno del telescopio, poi alzò le spalle, sbuffò tra sé e sé e commentò: «Per quale motivo fai tutto questo, donna?».
Bulma si soffermò sulla volta illuminata, forse in cerca delle parole più adatte, dopodiché affermò: «Perché anche le stelle sono sole».



41. Temperatura


Vegeta aggrottò le sopracciglia, osservando la donna con una espressione di disappunto; Bulma tradusse i suoi pensieri in parole, ormai si era abituata a decifrare persino i suoi grugniti.
«Intendo dire che è normale che tu ti senta solo, in questo enorme pianeta».
Vegeta sbuffò, poi alzò il tono di voce:
«Sono nato solo, donna. E non è questo il motivo per cui ho deciso di restare sulla Terra».
Le parole di Vegeta erano aspre sentenze, talvolta le provocavano un dolore acuto: non che Bulma si aspettasse di più dal principe dei Saiyan, beninteso, ma in fondo sperava che un giorno o l'altro potesse adattarsi al suo pianeta. Ogni volta che si chiedeva il motivo di tanto affanno nei suoi riguardi non riusciva ad arrivare al nocciolo del problema – o, forse, non voleva porsi la domanda adeguata.
I pensieri di Bulma furono interrotti dall'inaspettato arrivo di un'altra presenza, la quale incrociava la sua direzione con una coperta tra le mani.
«Ho pensato che avessi freddo, tesoro».



35. Universo


Negli ultimi tempi Yamcha le rivolgeva delle premure particolari, come se una strana sensazione si fosse impadronita di lui: Bulma se ne era accorta da qualche settimana, in concomitanza con l'arrivo di Vegeta. Più volte, infatti, Yamcha le aveva ricordato la natura istintiva di
“quello scimmione”, come lo chiamava lui, ma Bulma non aveva voluto dargli retta.
«Cosa stavate facendo?», chiese Yamcha, con tono sospettoso.
Bulma boccheggiò per un paio di secondi – per quale motivo, poi? Non aveva nulla da nascondere –, Vegeta lo tartagliò con una battuta sprezzante: «Rilassati, umano».
Yamcha strinse le nocche, mentre Vegeta lanciò un'occhiata alla donna e fece dietrofront; non si trattava di una situazione imbarazzante, ma Bulma aveva come l'impressione che dovesse vergognarsi di qualcosa.
«Finalmente siamo da soli», disse Yamcha, passandole un braccio attorno alle spalle. «Tutto l'universo per noi, eh?».
«Come?», chiese Bulma, sbattendo un paio di volte le palpebre.

«Ti trovo un po' distratta stasera, Bulma».


53. Disordine


La vita di Bulma non era mai sprofondata nel più profondo caos come dall'arrivo di Vegeta – e la maggior della sua vita l'aveva vissuta alla ricerca di avventure, principalmente insieme a Goku.
Non solo il suo cuore era un enorme armadio in disordine, ma anche il suo stomaco e gli organi confinanti e la testa e tutto quello che c'era all'interno.
«Cosa diavolo ti ha fatto...», affermò Yamcha, come se avesse appena letto nella sua mente.
Bulma si voltò di scatto, in quel momento prese consapevolezza del fatto che la sua attenzione fosse ancora rivolta altrove. Non poteva certamente negare l'evidenza, così si limito a bisbigliare un brevissimo
“Scusa”, biascicato con disumana vergogna.


31. Sole


Il giorno successivo Bulma si svegliò con un terribile malessere interiore, aggravato ancora di più dal fatto che Yamcha se ne fosse andato sbuffando. Non che avesse tutti i torti, dopotutto nemmeno lei era a conoscenza dei propri sentimenti.
Si infilò velocemente la vestaglia, giunse in cucina sbadigliando e la prima cosa che vide fu la figura altera e composta del Saiyan di fronte a lei, il quale sembrava essersi alzato molto prima. Vegeta si passò un panno sulla fronte, probabilmente si stava prendendo una breve pausa dagli allenamenti, così Bulma evitò qualsiasi conversazione imbarazzante.
Eppure una parte di sé, non sapeva definire bene quale, prese il sopravvento e, senza nemmeno accorgersene, chiese:
«Stasera guarderai ancora le stelle?».


54. Ordine


Bulma si tappò letteralmente la bocca qualche secondo dopo, quando ormai era troppo tardi.
Cosa le era preso all'improvviso? Non si era promessa di evitare qualsiasi tipo di conversazione, giusto qualche secondo prima?
Vegeta non era certamente un tipo eloquente, fortunatamente per lei, per cui si limitò a borbottare qualcosa sottovoce e a liquidarla così, come una perfetta ebete.
Eppure, nonostante l'imbarazzo e nonostante fosse ormai da cinque minuti buoni in piedi e con una ciotola di latte tra le mani, Bulma si sentì come sollevata. Era come se tutta la tempesta, il caos ed i terremoti che la sera precedente si erano scatenati in lei, si fossero improvvisamente acuiti.


33. Luna


La luna dominava alta nel cielo, neppure una nuvola la copriva, Bulma si era persa da innumerevoli minuti in quell'immensità. Gli occhi della scienziata vedevano millenni e millenni di storia nel cielo, ma quelli più fragili della donna vi trovavano una moltitudine di domande. E il cielo sembrava un tappeto creato appositamente per accrescere i suoi dubbi e provocare ancor più tumulto nel suo cuore.
Da quando Bulma era diventata così romantica?
Non era mai stata così in preda alle paure, alle insicurezze e ai dubbi come in quel periodo della sua vita: sapeva benissimo qual era la strada da scegliere, peccato che la mente non ne volesse sapere di ragionare e il cuore non volesse proprio quietarsi.
Vegeta aveva deciso di non farle compagnia quella sera, nonostante Bulma fosse rimasta ad aspettarlo diverse ore – dopotutto, se le stelle erano sole c'era un motivo: nella loro infinita moltitudine non necessitavano di compagnia, erano abbastanza per se stesse.


55. Libertà.


Anche lei avrebbe dovuto ragionare così: era una donna intelligente, capace e avventurosa. Sarebbe stata per se stessa ciò che altri non sarebbero mai stati per lei, né Yamcha, né tantomeno Vegeta.
Bulma indugiò ancora per un attimo, prima di voltarsi in direzione della porta e salire velocemente la rampa di scale. Assaporò l'immensa sensazione di libertà che sembrava essersi fatta larga nel suo cuore, almeno finché non intercettò con la coda dell'occhio il Saiyan: Vegeta se ne stava sullo stipite della porta, a braccia conserte, incollato al suo sguardo.
Bulma annaspò per qualche secondo, dopodiché disse:
«Non ti aspettavo».
«Certo che no. Altrimenti perché avresti dovuto fissare per due ore il vuoto?».
Vegeta sapeva sempre dove colpire, ma Bulma aveva imparato a difendersi: «Immagino di poter dire la stessa cosa», obiettò, con un'alzata di spalle. «Non proprio, aspetta: non fissavi il vuoto, fissavi me».
E, guadagnandosi una brusca occhiata, Bulma si avviò nella sua camera e assaporò una brevissima sensazione di vittoria – se le stelle erano sole, erano
tutte insieme: Bulma sarebbe semplicemente stata il suo tutto, nulla più.


__________________________



In queste dieci flash ho voluto narrare
“gli inizi” della storia tra Vegeta e Bulma. E l'ho fatto sottoforma di una breve mini long-fic, ho voluto focalizzare l'attenzione sulla Bulma scienziata e su come, attraverso i suoi occhi, Vegeta potesse apprendere tante cose nuove. Diciamo che è un “prequel” della loro storia, ecco.
La prossima mini long-fic sarà una “What If”. Sarà ambientata in un mondo parallelo, nel quale Bulma sarà la concubina di Vegeta. Vi avviso sin da ora perché saranno presenti contenuti forti e un linguaggio scurrile. Probabilmente aggiornerò in questi giorni, poiché son rimasti due capitoli e vorrei terminare la raccolta al massimo entro gli inizi della prossima settimana. :)




   
 
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