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Autore: Earth    19/09/2013    5 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La scintilla


 

Fuori il sole stava sorgendo, il 29 febbraio stava iniziando. Di nuovo.
Il cielo era limpido, azzurro come solo in certe mattine invernali sa essere, quando esci di casa ancora assonnato e salutando i vicini, raggomitolati in un grosso cappotto come te e ti accorgi che le tue parole sono seguite da piccole nuvolette di condensa.
La piccola cittadina ancora dormiva. Tra poco le mamme silenziose si sarebbero svegliate per preparare la colazione ai loro bambini, che borbottando qualcosa in protesta si sarebbero avviati verso la scuola con lo zainetto in spalla. Tra poco le strade avrebbero cominciato a pullulare di biciclette e automobili, di autobus e taxi, di papà che andranno a lavoro e nonni che accompagneranno i nipotini che correranno spensierati raggiungendo i loro amici alla fermata dello scuolabus. Dopo una nottata ordinaria, la vita avrebbe ripreso ad andare serena, ma tra poco, ora la piccola cittadina giaceva ancora in quel silenzio sonnacchioso che preannunciava l'alba.
Nel parco ancora deserto, ben nascosta dietro una siepe, accanto ad un ponticello su di un laghetto artificiale, era apparsa, un paio d'ore prima che il sole si affacciasse all'orizzonte, una cabina telefonica blu, leggermente anacronistica per quel fine febbraio '53.
All'interno del TARDIS, in una delle innumerevoli stanze, raggomitolata sotto un morbido piumone a strisce bianche e rosse Clara dormiva tranquilla.
Dopo che il Dottore aveva convinto la Fata che l'unico modo per sistemare le cose era fare un salto in dietro nel tempo erano partiti, ma il TARDIS aveva pensato bene di arrivare troppo presto. Così in attesa che le ore passassero erano andati a dormire.
Nei corridoi del TARDIS rimbombò un tonfo, come di qualcosa che cadeva nell'acqua.
Quel rumore arrivò fin dentro il sogno di Clara.
La ragazza cercò di aggrapparsi a quel sogno, a quelle immagini che sbiadivano, ma non ci riuscì. Per qualche secondo rimase con gli occhi chiusi, anche se ormai sveglia. Poi si decise ad aprirli.
La stanza era nella penombra, la porta aperta sul corridoio faceva entrare una luce bluastra.
Clara si sedette sul letto sbadigliando. Nella stanza c'era una finestra aperta da cui arrivava un sottile nastro di vento. Chi sa da dove veniva quella brezza, e chi sa dove dava quella finestra. Era nel TARDIS, all'interno, che senso aveva aprire una finestra? Sarebbe sbucata su di un corridoio o in un altra stanza...
Dei rumori arrivarono dal corridoio, come delle voci di sottofondo.
Clara scese dal letto. Rabbrividì quando i piedi nudi toccarono il freddo pavimento metallico.
Nella stanza c'era una poltroncina sulla quale vi era appoggiata una vestaglia e li vicino delle ciabatte.
La ragazza vi si avvicinò chiedendosi di chi fosse stata l'idea di lasciarle li.
Un soffio di vento gelido arrivò dalla finestra socchiusa alle sue spalle. Così senza pensarci due volte si infilo le ciabatte e la vestaglia.
Clara si affacciò al corridoio. Di nuovo un mormorio le arrivò alle orecchie e questa volta le sembrarono delle risate. Si voltò, provenivano dal lato destro del corridoio, così si incamminò da quella parte.
Le sue ciabatte erano silenziose sul pavimento grigio del TARDIS. Erano morbide e calde e ora che le osservava bene avevano lo stesso color rosa pallido della vestaglia.
Se non ricordava male procedendo in quella direzione sarebbe arrivata alla sala di controllo.
Svoltò l'angolo.
David era in piedi in mezzo al corridoio. Li impalato fermo con un piede più spostato in avanti rispetto all'altro, come se si fosse fermato proprio in quel momento. Sembrava attento ad ascoltando qualcosa. David era bagnato fradicio.
« Ma cosa fai qui? David! » Lui si riscosse e la guardò sorpreso
« Io?» Disse indicandosi con il pollice
«Vedi qualche altro David nei paraggi?». Clara gli si avvicinò divertita. Delle goccioline d'acqua cadevano dalla manica del pigiama del ragazzo una di seguito all'altra, si staccavano dalla stoffa e cadevano giù ticchettando sul pavimento del TARDIS.
« Perché sei tutto bagnato? »
« Questo posto è un labirinto!» Esclamò David con un espressione tra il sorpreso e l'indignato. « C'è una biblioteca, una gigantesca biblioteca!» disse facendo un ampio gesto con le braccia.
« A dire il vero stavo cercando la cucina....» Concluse pensandoci su. Clara rise.
« É vero, questo posto è pieno di cose che non ti aspetti.»
« Volete stare un po' zitti!»
David e Clara si scambiarono uno sguardo interrogativo. Entrambi si voltarono e ad una decina di metri da loro videro Tom con un orecchio premuto sulla parete del corridoio. Clara e David gli si avvicinarono.
David guardò suo fratello « Ma cosa....»
«Ssssh! » gli fece il ragazzino portandosi un dito sulla bocca « volete stare un po' zitti! Non capisco niente!» bisbigliò.
Osservando bene Clara notò come a pochi centimetri da dove Tom premeva l'orecchio vi era una porta. La ragazza fece correre lo sguardo dal bambino all'ingresso della sala di controllo un paio di volte
« Si può sapere cosa stai ascoltando? » chiese poi a bassa voce mentre con un passo si portava davanti alla porta la quale si aprì silenziosa in automatico. Ma Clara riuscì a lanciare solo un veloce sguardo nella sala di controllo, solo per una misera frazione di secondo perché Tom la tirò in dietro con uno strattone.
« No! » disse il bambino soffocando un grido e la afferrò per il braccio così da farla abbassare alla sua altezza.
« Tom quante volte ti ha detto la mamma che origliare è maleducazione!» disse David. Il tono della sua voce era cantilenante, come quello di qualcuno stanco di ripetere sempre lo stesso ritornello.
« Io non stavo origliano! » sibilò il bambino lanciano un occhiataccia al fratello, poi fece un sorriso largo fino alle orecchie: « mi tenevo solo aggiornato su gli ultimi sviluppi!»
« Per l'amor del cielo sta zitto! » la voce della Fata risuonò dura nel corridoio. Il sorriso del bambino sbiadì in un baleno. La voce della Fata proveniva dalla sala di controllo li accanto e sembrava molto arrabbiata.
David lanciò uno sguardo disorientato a Clara. Clara guardò Tom interrogativa. Tom alzò gli occhi al cielo e tornò a premere la guancia contro la parete.
« Volete stare zitti! Ecco adesso non ci capisco più niente!»
« Ma che ho detto? » era la voce del Dottore che sembrava leggermente disorientato.
« Tu non... non... lascia stare! Sai che ti dico? Limitati alla parte scientifica!» si sentì il rumore sordo di una porta che sbatteva.
Clara osservò Tom « che ci fai in piedi a quest'ora? Non dovresti essere a dormire?»
« Devo essermi perso delle battute... prima non litigavano!»
Clara sospirò « non sarebbe più semplice chiedergli cosa è successo? »
Il bambino si staccò dalla parete e la osservò scettico.
« Fidati » gli disse lei e si avvicinò alla porta metallica che si aprì silenziosa in automatico.
Clara entrò nella sala di controllo. Il Dottore era appoggiato alla consolle e le dava le spalle.
« Oi! » disse la ragazza.
Il Dottore si voltò. « che ci fai in piedi a quest'ora? » le disse facendo finta di controllare uno schermo rettangolare, che però era spento « Non dovresti essere a dormire! »
« Anche tu dovresti essere a dormire!»
« Io sono un Signore del Tempo! Non ho bisogno di dormire così tanto come voi! » le rispose sorridendo.
Clara fece un mezzo giro attorno alla consolle.
« Hai litigato con tua cugina? » gli chiese raccogliendo il cacciavite sonico da un angolo e rigirandoselo tra le mani.
« Non è mia cugina! »
« No, ma avete litigato, ed lei è uscita sbattendo la porta. Che le hai detto?»
Il Dottore ci pensò su un attimo, stava per dire qualcosa, ma Clara lo interruppe.
« Credo che una bella chiacchiera tra donne sia l'ideale per sistemare le cose!» disse riponendo il cacciavite-sonico sulla consolle e avviandosi verso la porta della cabina.
« Tu resta qui » disse al Dottore prima che lui potesse controbattere qualunque cosa.
Clara uscì dal TARDIS. Il sole non era ancora sorto del tutto e l'aria fredda del mattino le pungeva il viso. Poco più in là la Fata era appoggiata al corrimano del ponticello di legno. Era lo stesso punto in cui l'aveva incontrata il giorno prima, o meglio lo stesso punto in cui la Clara del passato l'avrebbe incontrata tra qualche ora. A volte tutti quei giri temporali le facevano venire il mal di testa.
Clara le si avvicinò.
La Fata aveva i capelli raccolti sopra la resta in un groviglio disordinato di ricci che le lasciava libero il collo, sul quale spiccava nero sulla pelle chiara un tatuaggio.
Una serie di cerchi e cerchietti concentrici di diverse dimensioni si incatenavano tra loro, alcuni erano attraversati da delle sottili linee rette e in altri delle semicirconferenze facevano capolino dal bordo. Sembrava il disegno di un ingranaggio, come tante bolle di sapone sparse qua e la in un puzzle disordinato.
« Carino il tatuaggio! » disse Clara cercando una scusa per iniziare la conversazione.
La Fata si portò in automatico una mano al collo « Grazie » le rispose sorridendo, mentre l'indice della mano sinistra percorreva sapiente le piccole circonferenze.
Per un po' nessuna delle due disse niente poi Clara si decise a rompere il ghiaccio.
«Allora?» disse appoggiandosi alla ringhiera « cosa sei? Una spia? Una fuggitiva? Un' impostora? Una viaggiatrice? Una guerriera? » reclinò la testa all'indietro quel tanto che bastava per poterla guardare un attimo lanciandole un sorriso.
La Fata alzò un sopracciglio « davvero? Sembro tutte queste cose?»
Clara ci pensò su un attimo « no » decretò « in realtà sono le prime cose che mi sono saltate alla mente.»
Uno stormo di oche selvatiche volò sul laghetto. Una di loro arrivò a pochi centimetri dall'acqua, si inclinò e l'ala infranse la superfici limpida dello stagno creando una serie di spruzzi che attraversati dai raggi del sole brillarono creando minuscoli e brevissimi arcobaleni.
« Il Dottore non si fida di te » continuò Clara assumendo un tono serio.
« E te lo ha detto lui? » chiese la Fata.
« Non proprio a dire il vero ma.... Dopo un po' impari a conoscere le persone e nessuno qui ha ancora conosciuto te.»
La Fata sorrise ed alzò gli occhi al cielo che ormai stava diventando sempre più azzurro
« Quanti anni hai Clara? Ventuno, ventidue?»
« Ventisei!»
« Ventisei.... Non credo neanche di ricordarmelo come ero a ventisei anni. Tu sei così coraggiosa. Tutti voi siete sempre coraggiosi. Siete così stufi della vostra vita normale.... Dite che è piena di niente e così non appena vi capita l'occasione per poter cambiare per poter riempire quel niente la prendete al volo. É così facile... » la Fata si fermo una attimo e si voltò verso Clara, poi riprese « ve lo si legge negli occhi, basta proporvi "tutto il tempo e lo spazio" » la ragazza scandì quelle ultime parole così lentamente che a Clara sembrò quasi innaturale.
« Eccola! » la Fata puntò l'indice contro il naso di Clara tanto velocemente da farla sobbalzare « oh eccola li, nei tuoi occhi era li l'ho vista un attimo fa! »
« Cosa? » chiese Clara incerta osservando il dito della Fata che oscillava davanti al sul viso.
« La scintilla. Basta solo nominarla e bam!» la Fata fece schioccare le dita « non ve la lasciate scappare, ne comprendete la meraviglia e la straordinaria potenza, ma non riuscite a dirle di no. L'infinità. É così bella non è vero? Tu puoi dirlo, ne hai assaggiato una briciola e non la scambieresti per nulla al mondo.»
« Io veramente cerco solo di prendere quello che mi offre la vita » cercò di controbattere Clara.
« Tu sei coraggiosa Clara. Anche se ancora non sai perché sei qui. A volte non vogliamo vedere chi siamo fino a che non ci andiamo a sbattere contro » la Fata tornò a guardare il sole giallo che ormai stava lasciando del tutto l'orizzonte.
Clara la osservo, notò le sue mani stringersi contro la ringhiera di legno del ponticello. La Fata fece un respiro profondo.
« Ho paura Clara » disse « Ero venuta qui con uno scopo preciso. Beh qui, ero partita con uno scopo preciso ma adesso....»
« Adesso? » chiese Clara incuriosita.
« Adesso ho capito di essermi sbagliata. »


 


 

DUE PAROLE:

Ragazze/i dopo un infinità ho trovato il tempo per finire questo capitolo!
Spero che questo capitolo sia venuto abbastanza decente e spero che vi sia piaciuto ^.^
Non so quanti anni ha Clara (ho anche cercato in giro, ma nn sono riuscita a scoprirlo), ho messo 26 perché era l'età di Jenna quando ha iniziato a recitare nella serie.
Mi scuso in anticipo per eventuali incongruenze che ci potranno essere nei prossimi capitoli.
Poi nn so perché gira voce che questa storia sia praticamente finita.. e per vostra fortuna non vi romperò ancora per molto perché mancano solo 2 capitoli + 1.
Ora ringrazio tanto tutti coloro che sono arrivati a leggere fino qui: thank you ^.^ e spero vogliate farmi sapere cosa ve ne pare.

   
 
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