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Autore: dhrood    20/09/2013    10 recensioni
Vi siete mai chiesti come si sentono i poveri protagonisti delle vostre fan fiction?
Vi assicuro, che non è nulla di bello.
//os demenziale.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Help.

-Oh no!
Harry era terribilmente sconsolato.
-Di nuovo!
Era successo di nuovo. Non ci voleva credere.
Ma è possibile che queste per scrivere qualcosa devono farci sempre tornare a scuola?
Esatto. Era a scuola. Voleva morire, odiava la scuola con tutto il cuore, e ce lo facevano sempre tornare. Per di più non in una scuola normale, ma in un posto pieno di ragazze vestite come troioni imbastiti con nomi tutti uguali. Quante maledette Alison aveva ‘conosciuto’. E Crystal, e Faith, e Emily. Davvero insostenibili.
Però ormai sapeva come comportarsi: sguardo basso, non incrociare gli occhi di nessuna ragazza per nessuna ragione.
Era il suo mantra, se lo ripeteva fra se e se mentre si faceva guidare dai suoi piedi alla ricerca della mensa.
La mensa era il suo punto d'appoggio, non aveva dubbi che lì vi avrebbe trovato una faccia amica, qualcuno che poteva comprendere come ci si sentisse in quelle condizioni.
'Troppo prevedibili', pensò entrando in mensa e dirigendosi verso un paio di scarpe conosciute, mantenendo sempre lo sguardo basso.
-Oh Niall, grazie al cielo l'unica cosa che fai in queste fiction è mangiare.
Disse mentre si sedeva al fianco dell'amico, contento di poter finalmente alzare lo sguardo.
Ovviamente Niall si stava ingurgitando un’enorme fetta di torta, e sul tavolo c'era una quantità esagerata di dolci ad attenderlo. Ma Niall non era contento. Il suo volto era quello di un ragazzo distrutto.
-Mi spiace Niall..
-Harry, sto impazzendo, non ce la faccio più. Solo cibo. Nient'altro. Sono seduto qui da dieci minuti e sto diventando pazzo!
Lo capiva. Capiva perfettamente la sensazione. Avrebbero tanto voluto poter scegliere, essere responsabili delle proprie azioni. Ma non potevano. Dovevano fare quello che la malaugurata scrittrice di turno aveva scelto per loro.
-Lo sai quante torte ho mangiato? Lo sai a quanto sta il mio colesterolo? Mi uccideranno!
Niall era sul punto di piangere e anche Harry non ne era molto lontano.
-Io vorrei sapere quando finirà tutto ciò.. insomma, secondo te qualcuno scrive ancora storie gli Emblem3? -
-Ma che ne so, tanto io morirò prima. O mi collassa lo stomaco o le mie arterie esploderanno per il colesterolo che vi si incrosta.
Erano entrambi distrutti, ed era solo ora di pranzo.
Niall continuava a strafogarsi, e Harry lo fissava. Non perché gli facesse piacere guardare quella scena pietosa, ma era l'unico modo per tenersi lontano dai guai.
SBAM!
Un forte rumore di porta sbattuta lo fece girare involontariamente.
Un gesto naturale, non aveva potuto farci nulla.
E mentre si voltava, si trovò a pensare
'Merda, Merda, Merda, sono un imbecille!'
Ma ormai era tardi. Era successo. Il suo sguardo aveva incrociato quello di una ragazza. Anzi non UNA ragazza, ma LA ragazza.
La solita ragazza. Alta, occhi chiarissimi, capelli da barbie, vestita come nelle peggio discoteche.
-Oh no, Harry!
Niall si era reso conto di cosa fosse successo. Cercò di tenere Harry per la manica della giacca, ma non c'era nulla che potesse fare. Il volere doveva essere compiuto.
-Harry, mi spiace, ma non posso fare nulla. Che rottura!
Dal canto suo, Harry si stava alzando. Non voleva, ma lo stava facendo. Gli sguardi si erano incrociati. Sapeva già cosa sarebbe successo.
Dai non ci credo. A me nemmeno piace. Perché mi deve succedere? Cosa ho fatto di male? Io vorrei solo stare con i miei amici. Mangerei anche io un bel pezzo di torta. Che razza di..
Il suo pensiero venne però interrotto dalle sue stesse parole:
-Ehi bellezza. Invece di sbattere le porte, fatti sbattere da me.
Eccolo, lo stronzo. Ogni maledetta volta, lui doveva fare quella parte.
Sono pure un ragazzo carino e a modo, ma a loro non interessa niente. Io devo fare il donnaiolo a destra e a manca. Poi devo dire frasi del genere. Ma è mai possibile? Che razza di modo di approcciare una ragazza? "Fatti sbattere da me" Dio, che vergogna.
La cosa bella è che queste non s'imbarazzano nemmeno. Anzi! ‘Ste scostumate non aspettano altro. Per l'appunto questa mi guarda come se volesse mangiarmi qui, ora e subito.

-Harold Styles, ma puoi chiamarmi Harry. Oppure ‘Riccio Sexy’.
Si trovò a dire tendendo la mano alla ragazza.
Ma che diavolo di nomignolo è? Riccio Sexy? Ma è possibile?
-Io sono Crystal. E se pensi di sbatterti qualcuna, beh, non sarò io.
E tempo di un battito di ciglia, se ne andò, lasciandolo lì come un cretino.
No per favore, è una di quelle storie in cui lei fa quella che lo odia e non ci sta. Quella che fa la scontrosa, e poi dalle tempo un paio di battute e te la regala come pacco di Natale. Che amarezza.
Questi pensieri lo accompagnarono verso il bagno. Aveva bisogno di una lavata di faccia.
Sapeva che sarebbe stato rischioso, i bagni hanno sempre qualche sorpresa.
Un odore intenso di fumo usciva da sotto una porta. Purtroppo non era l'unico clichè vivente al momento.
-Zayn, sei tu?-
Di tutta risposta la porta si spalancò:
-Spaco botilia, amazo Familia!
-Dai ma ancora ‘sta cagata? Quanto sono razziste? Sei un po' scuro ok, ma non è che scuro equivale a terrorista.
-Non dirlo a me Harry, ho pure un coltello in tasca. Un coltello capisci? Cosa me ne dovrò mai fare?
La situazione stava peggiorando. Se un po' le conosceva, sapeva bene di cosa erano capaci queste scrittrici di fan fiction.
-Hai incontrato qualcuno?- chiese Zayn.
-Si Niall, in mensa ovviamente, ad uccidersi di torte. E perché non ingrassa?
-Non ne ho idea.
I due sospirarono. Il destino era crudele.
-Zayn, io ora devo andare. Devo prendere un nonosocosa per fare nonsoche, dal mio armadietto!-
Non doveva veramente prendere qualcosa, ma tanto non era lui a decidere delle sue azioni.
Lasciò Zayn appoggiato ad uno dei lavandini e se ne andò verso il corridoio deserto.
Meno male, non c'è nessuno in giro, sono tutti a lezione. Che poi, mi fanno tornare a scuola e mai una volta che mi facessero seguire una lezione. No, io sempre in giro come un cretino, a vagare a caso.. di cosa avrò mai bisogno dal mio armadietto se non ho nemmeno dei libri? Perché ho un armadietto poi? Qual è il mio armadietto soprattutto?Che faccio li provo tutti?
Ma i suoi pensieri furono interrotti. Era lei. Emily o Crystal, chi se lo ricorda? Mai una che si chiama Alcina o Giacoma, dei nomi così se li sarebbe ricordati.
La ragazza camminava lungo il corridoio e lui pensava a quanto sarebbe stato bello avere il dono dell'invisibilità in quei momenti.
Maledizione!
Cercò con lo sguardo un nascondiglio, ma il corridoio non lasciava via di scampo, e lei stava arrivando dritta verso di lui. Sicura e decisa,con QUELLO sguardo.
Assatanata maledetta, stammi lontano.
Ma lo starsi lontano non era contemplato, e man mano che si avvicinava, Harry sentiva quella forza che lo costringeva a dire cose da vero bad boy che non era.
-Piccola, sapevo che avresti ripensato alla mia proposta. Sei venuta a cercarmi?
-No Harold, Sto andando in bagno. E non mi chiamo Piccola, ma Crystal.
Eccola che fa la dura. Che poi lo so che non vede l'ora di saltarmi addosso ‘sta svalvolata. Per lo meno adesso so come si chiama. Non che sia poi così utile, sono un duro, la chiamo con nomignoli idioti e misogeni.
In tutto questo lei gli era passata accanto e lui le aveva afferrato il polso.
-Che modi sono?lasciami!
Magari potessi!
-Dai bimba, ci divertiamo.
MA PORCA MISERIA NON VOGLIO DIVERTIRMI!
-Lasciami in pace Harold! Non voglio nulla da te.
Nemmeno iooooo!
E divincolandosi dalla presa, si diresse verso il bagno delle ragazze.
Dai che magari la scampo a ‘sto giro.
Ma tempo zero sentì un urlo provenire dal bagno.
Oh no, no, no, no, no, no ti prego. In bagno no, non ci vado, può morirci affogata nel gabinetto, ma non ci entro a salvarla. Non mi interessa. Crystal dannata, spero che ti si sia sfracellata la testa sul lavandino.
Voleva fare un passo nella direzione opposta, ma ovviamente non ci riuscì.
Ma dai, no, perchè? Dai fammi andare via, voglio sdraiarmi in giardino e prendere il sole. Voglio mangiare un panino. Non voglio andare in bagno dalla psicopatica.
Ma era impossibile, i suoi piedi lo stavano portando al bagno delle ragazze.
Infilò dentro la testa senza entrare.
-Bimba quando ti masturbi fai più piano che se urli così ti sentono tutti.
Ma che razza di frase da deficiente è? Ma uno potrà dire idiozie del genere? Che vergogna!
-Razza di cretino, c'era dell'acqua per terra e sono scivolata- la sentii dire
-Credo di essermi slogata una caviglia, mi fa malissimo. Vieni ad aiutarmi.
Ottimo, era incastrato; ‘vieni ad aiutarmi’. Non poteva dire ‘chiama il professore’, ‘chiama il bidello’, ‘chiama il papa’, insomma chiunque!
No, aveva deciso proprio ‘vieni ad aiutarmi’, che stava a significare ‘vieni in bagno con me’. Aiuto.
E Harry non poteva scegliere se farlo o no. Era dovuto entrare. Nel bagno delle ragazze. Da solo con lei. Il peggio del peggio.
Non sono nemmeno un tipo troppo atletico, non faccio un addominale da anni!
Ma con nonchalance la tirò su per prenderla in braccio.
Ah la superforza delle fiction! Che poi alzarla e portarla cingendola da un fianco non basta. No, devo pure prenderla in braccio e portarla in giro come fosse un cadavere.
-Certo che se volevi farti un giro fra le mie braccia, bastava dirlo. Non c'era bisogno di spaccarsi le ossa.
Sono pessimo, davvero pessimo.
-Spiritoso. Portami in infermeria.
Pure gli ordini. Che poi in classe nessuno si chiede dove sia finita? Una esce per andare in bagno e non torna più. È possibile?
Poi si focalizzò su dove avrebbe dovuto portarla.
Oh no, infermeria, tendina, lettino.. io lo so dove sta andando a parare. Non ci credo. Dai, ma non è possibile.
Camminavano per i corridoi, lui avrebbe preferito morire, lei tutta contenta con le braccia appese al suo collo.
Magari se becco subito l'infermiera riesco ad accollarla a lei, e a fuggire a gambe levate. Era armato di positività.
Dai ce la posso fare, la scarico giù e chi s'è visto, s'è visto. La lancio sul lettino e addio. Ha anche una caviglia slogata, non riuscirebbe nemmeno ad inseguirmi.

-Infermiera!
Dai che c'è, dai che me la scollo al volo
-Infermiera, mi scusi, abbiamo bisogno!
Nessuna risposta.
Maledetti, vi odio tutti quanti. Davvero vi ucciderei con le mie mani.
-Harold è chiaro che non c'è nessuno, mettimi sul lettino, dai.
Sta facendo la saputella con me? La metto nel lettino e la lego con il nastro adesivo. Lo giuro.
Ma quello che gli uscì di bocca fu: -Questa è una proposta sconcia bimba!
Perchè? Ma chi ti vuole? E poi no, no, no. Sta arrossendo. No. Rispondimi male. Avanti, non arrossire. Rispondimi da acida che almeno so che non succederà niente, ma non fare la marmocchia innamorata. Ti prego no. Mi viene da piangere. Sta pure sorridendo maliziosa. Maledetta.
Harry la stava mettendo sul lettino quando le loro facce si trovarono vicine. Troppo vicine. Spaventosamente vicine.
No, dannazione. Mi do' fuoco, ora mi do' fuoco.
Ma non fece tempo a formulare un insulto per intero che già le stava ficcando un metro di lingua in gola.
Bacia pure da schifo. La odio. Perchè a me?
E poi, ciliegina sulla torta:
-Ti amo - Disse abbracciandolo.
CHE? MA SERIAMENTE? TI AMO? Ci saremo detti si e no 4 parole in 20 minuti che ci conosciamo. Io non ci voglio credere. Mi fa pure schifo, non è per niente il mio tipo. Esiste una giustizia Fan Fictionale? Un Tribunale? Ho bisogno di un avvocato! Vorrei che qualcuno scrivesse una fiction di me che faccio l'astronauta. Ho sempre sognato di andare nello spazio. Sono stufo di farmi tutte e comportarmi da stronzo. Sono una brava persona, la mia mamma ve lo può confermare. VI PREGO. SALVATEMI.
Ah ma la troietta aspetta la risposta. Questa volta devo farcela. Dai Harry, basta un po’ di forza di volontà. Ce la farai.

-Crystal?
-Sì amore?
Amore? Oh Dio.
-..sono gay.


 
Weheeeey!
Eccomi tornata con un'altra os!
Quesa volta è demenziale al massimo, cioè, hahaha.
Spero vi piaccia, è solo per farci quattro risate sulle misere fanfiction che si trovano su questo sito al giorno d'oggi.
Se non credete che Haz sia gay non venite a rompere a me, è solo per ridere.
Detto questo, un bacione,
Bea xx


 
   
 
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