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Autore: Shade Owl    20/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Valentine si appoggiò alla consolle semidistrutta con un sospiro vibrante di rabbia, chiudendo gli occhi e contando mentalmente fino a dieci. I motori erano danneggiati, e quelli di riserva non avrebbero potuto sostenere nemmeno un viaggio fino alla luna più vicina, figurarsi qualcosa di più lungo. Aggiungendo poi il fatto che il gancio orbitale era definitivamente bruciato, a detta di Malkovich, e che i cannoni anti–asteroidi erano buoni solo come fermacarte, poteva tranquillamente considerare la Ascendant pronta per la rottamazione.
- Comandante, come sta?-
Brenda stappò una delle bottigliette d’acqua che ancora non avevano consumato e la usò per sciacquare la testa di Bones, ancora svenuto.
- Non mi sembra in pericolo di vita, ma temo abbia subito un lieve trauma cranico. Se il dottor Lassiter fosse ancora in sé lo porterei immediatamente sul Ponte Medico, ma…-
- Signor Brody?- disse immediatamente Valentine nel microfono - Noi abbiamo un ferito. Voi come state?-
- Noi… stiamo bene.- rispose lui - Il… signor Bones?-
- Trauma cranico. Gli serve dubito un dottore, e io non posso occuparmene, col motore in avaria. O lasciate che il dottor Lassiter lo visiti o mandate qualcuno ad aggiustare il danno quanto prima. D’altra parte, sarei più utile in sala macchine, ora come ora. Le faccio presente che collaborare è nell’interesse di tutti… non posso fare entrambe le cose, siamo alla deriva, e non c’è tempo da perdere.-
Brody esitò un momento, prima di rispondere, forse immerso di nuovo nella consultazione di tutto il Popolo Verde. Dopo qualche secondo tornò a farsi sentire.
- Il… dottor Lassiter… lo vedrà.- rispose - Portatelo… sul Ponte Medico. Lei… ripari il guasto.-
- Grazie. Farò il possibile.- disse lei.
Si voltò verso Brenda, che intanto si era caricata cautamente sulle spalle l’esanime Bones.
- Come pensa di fare?- chiese il Primo Ufficiale - Anche con le tute esplorative sarà un’impresa.-
- Me la caverò.- rispose lei - Rappezzerò il motore in qualche modo. Lei si occupi di Bones e mi faccia sapere. Recupererò il comunicatore dal corpo di Malkovich, sarò in contatto costante.-
Brenda annuì.
- Buona fortuna, allora.- rispose - Siamo nelle sue mani.-
Valentine non rispose, correndo fuori dal Ponte di Comando.
 
Mentre depositava Bones su uno dei tanti lettini liberi del Ponte Medico, l’ascensore si aprì con un sibilo, lasciando uscire il dottor Lassiter.
Era confuso, pallido e tremante, ma sembrava stare bene. I segni dell’infezione erano totalmente spariti, e persino la tuta di isolamento, fino  a poco tempo prima invasa dal legno, adesso gli pendeva dal corpo come una vecchia ragnatela, lacera e svuotata. Aveva due ombre scure sotto gli occhi, e i capelli in disordine, ma nel complesso sembrava stare bene.
- Dottor Lassiter!- esclamò - È guarito?-
Lui annuì lentamente, avanzando con cautela lungo la corsia.
- Io… credo di sì…- rispose - Loro… mi hanno lasciato andare. Le spore sono semplicemente… uscite.-
- Ottimo… ora venga qui, la prego. Parker ha bisogno di cure immediate, ha battuto la testa, credo che si sia procurato un trauma cranico.-
L’uomo esitò un momento, guardando l'Ufficiale della Sicurezza svenuto, poi annuì e, recuperando compostezza, avanzò rapidamente verso di lui fino a prendere posto su uno sgabello vicino.
- Mi prenda delle garze e del disinfettante, subito.- disse, in tono autoritario.
Brenda eseguì, tornando dalla medicheria con il necessario. Intanto, Lassiter si era già chinato per esaminare la ferita, dopo essersi tolto i resti della tuta e avere indossato un paio di guanti di lattice.
- L’avete già ripulita?-
- Con dell’acqua, sì.-
- Mmmh… vedo schegge di vetro. Mi servono delle pinzette, devo rimuoverle immediatamente. E mi porti anche della Soluzione Calcificante, aiuterà l’osso a risaldarsi.- aggiunse, prendendo il disinfettante e versandolo su una garza.
Cominciarono a medicare Bones, perlopiù in silenzio, mentre Lassiter dava di tanto in tanto qualche semplice ordine. La ferita non risultò essere troppo grave, per fortuna: le ossa del cranio erano tra le più dure del corpo umano, e Bones in particolare vantava una solidità estrema nella zona interessata. In particolare, pur usando termini prettamente tecnici, il dottore disse che aveva la testa dura.
- Com’è stato?- chiese Brenda, mentre lui ricuciva cautamente la pelle dell’uomo - Il periodo di infezione, intendo?-
Lassiter si lasciò scappare un sorrisetto tirato, scoccandole uno sguardo stanco.
- Strano.- ammise - All’inizio è stato doloroso.- spiegò, infilando nuovamente l’ago - Il mio corpo e la mia mente tentavano in ogni modo di combattere… quella è stata la parte peggiore. Ma è durata poco… dopo la prima ora è finito tutto e… non saprei descriverlo. Era come se io non… non fossi più io.- disse - Sentivo… sentivo tutto. Ero nella stanza di isolamento, ma quando il resto dell’equipaggio è stato infettato sentivo gli stessi suoni, condividevo i loro pensieri, e percepivo le identiche sensazioni. Le loro parole erano le mie, e i loro gesti erano eseguiti da arti che, pur non appartenendomi, sentivo come miei. Era come se fossi tutti e nessuno allo stesso tempo.- le scoccò un’altra occhiata, sorridendole di nuovo e con pazienza - Non mi aspetto che lei capisca, signora. Con rispetto parlando, è un’androide… e questo è qualcosa di molto, molto difficile da immaginare, persino per un umano che ci è passato. Io stesso non me ne rendo ancora conto.-
- Ma non provava ostilità?-
Lui scosse la testa.
- No.- rispose - No, io… ero spaventato. Temevo che gli operai volessero uccidermi, strappare le mie radici e bruciare il mio tronco. Avevo i ricordi di coloro che ci sono passati, e… e non è stato piacevole. Era doloroso… molto, molto doloroso. Se l’avessi saputo prima, credo che avrei appoggiato in pieno l'Ufficiale Valentine anche prima di tutto questo… e, soprattutto, non sarei mai venuto fin qui.-
Tagliò il filo dopo aver messo l’ultimo punto e cominciò a fasciare la testa di Bones, senza più aggiungere niente, poi rimase seduto sullo sgabello in silenzio.
- Malkovich ha danneggiato i motori.- disse alla fine Brenda - Ora l'Ufficiale Valentine è andata a ripararli.-
Lui annuì.
- Lo so.- rispose - Spero che ce la faccia… il Popolo Verde non ha cattive intenzioni, è solo spaventato. Ma se fallisse, non cercherà nuovi compromessi. Non vogliono nuocere a nessuno di noi, ma non al prezzo delle loro stesse vite. Se dovessero scegliere, noi perderemmo di sicuro.-
Brenda annuì.
- Lo temevo.- ammise - In tal caso, siamo tutti nelle sue mani.-
 
Valentine raccolse il comunicatore caduto di mano a Malkovich, guardandone a malapena il cadavere insanguinato, poi si mise il casco e sigillò la tuta, inserendo i codici di sblocco della quarantena. Immediatamente, l’intera sezione si depressurizzò, facendo fuoriuscire violentemente tutta l’aria contenuta all’interno dei corridoi. Grazie al cielo la gravità artificiale era ancora in funzione, e soprattutto la tuta disponeva di un impianto magnetico polarizzante, o sarebbe stata trascinata all’esterno a sua volta con il corpo del Capitano, che trattenne sul posto a forza di braccia.
Quando la ventata si fu esaurita entrò a passi lenti nella sala macchine, un po’ impacciata nei movimenti a causa della differenza di pressione e dalla massa della tuta, guardandosi attorno: il meteorite aveva colpito la Ascendant sulla paratia di tribordo, provocando un profondo squarcio nel metallo che misurava in lunghezza almeno sei metri.
I pezzi di ricambio, gli androidi e tutte le altre cose non inchiodate erano ormai uscite da lì già da molto tempo, tant’è vero che la sala appariva semibuia e vuota. I grandi macchinari che fornivano energia all’intero vascello erano gli unici superstiti, ma erano spenti: il generatore dei motori principali, la costruzione più grande di tutte, presentava alcuni fori simili a quelli di piccoli proiettili e alcune aperture slabbrate qui e là nella sua struttura: dei micrometeoriti erano penetrati ad alta velocità nella stanza, danneggiandolo gravemente. L’emettitore magnetico era stato invece fatto a pezzi, probabilmente con un’ascia o un qualche altro oggetto pesante e affilato, così che il gancio orbitale non potesse più funzionare, e il raccordo dei cannoni anti–asteroidi era stato disattivato.
Quello non fu difficile da sistemare: le bastò avvicinarsi al macchinario e alzare la leva di attivazione, ma non ottenne granché: senza energia, i cannoni non avrebbero mai sparato.
Subito dopo si concentrò sull’emettitore magnetico: quello era il macchinario più danneggiato di tutti, e probabilmente il più importante, al momento. I motori secondari avrebbero potuto portare la Ascendant fino alla più vicina stazione spaziale, una volta deviata l’energia dei sistemi non vitali, ma prima avrebbero dovuto riparare il gancio orbitale, o qualunque manovra di attracco sarebbe stata del tutto inutile.
Pensiamo… Si disse, osservando i gravi danni nella struttura del macchinario davanti a lei. Come posso rimediare a questo disastro?
Una domanda dalla risposta difficile: gli squarci erano profondi, e recidevano più volte i cavi di collegamento e distribuzione dell’energia. Per riattivare tutto avrebbe dovuto bypassare diversi sistemi di sicurezza dell’emettitore, rendendolo più rischioso da usare, ma anche in quel modo avrebbe poi dovuto ricorrere a qualche espediente per sostituire le lenti di emissione primarie. Senza di esse avrebbe potuto tranquillamente togliersi la tuta e fare una passeggiata nel vuoto siderale, tanto avrebbe ottenuto quasi la stessa cosa.
Devono essercene almeno un paio di riserva. Pensò. In fondo, Malkovich non era abbastanza stupido da distruggere anche quelle. Avrà avuto un piano di riserva.
- Ufficiale Valentine, qui Primo Ufficiale Brenda Fletcher, dal Ponte Medico.-
- La ascolto.- rispose nel comunicatore, prendendo dalla cintura il Friggitore.
- Il dottor Lassiter ha appena finito di visitare Bones. Non è troppo grave, ma non può lasciare il letto, per il momento.-
- Almeno ha una scusa per dormire. Io qui sono alle prese con le riparazioni, e non saranno semplici.- rispose, cominciando a saldare con il Friggitore alcuni cavi spezzati - Sto provvedendo a sistemare il gancio orbitale, e ho già pensato ai cannoni anti–asteroidi, ma dovrò fare qualcosa per lo squarcio nello scafo, o i mircometeoriti potrebbero penetrare ancora nella sala macchine, sono troppo piccoli per il sistema di puntamento. E mi serviranno delle nuove lenti di emissione, quelle che sono qui sono andate. Mi sa dire dove le posso trovare?-
- Nel magazzino dei pezzi di ricambio. Ci si accede solo con i codici di comando, posso sbloccare la paratia dalla plancia.-
- Allora vada lassù con Lassiter, sblocchi la paratia e poi si prepari a mettere in moto: quando avrò terminato qui, il dottore dovrà prendere i comandi al mio posto, voglio spostarmi il prima possibile. Se un asteroide uscisse dall’orbita potrebbe colpirci, e l’ultima cosa che voglio adesso è un altro squarcio nella nave.-
Brenda esitò.
- Il dottore non sa pilotare.-
- È come andare in bicicletta… le prime volte non lo sa fare nessuno, poi imparano tutti. Lo guidi lei, per il resto serviranno solo nervi saldi e mano ferma, doti importanti per un medico. Adesso andate, vi richiamerò io.-
Detto ciò, riprese a saldare i collegamenti saltati, e soprattutto creando nuovi percorsi per deviare l’energia dal Ponte Minerario (che da quel momento sarebbe stato del tutto inutile) al gancio orbitale. Se avesse funzionato avrebbero avuto abbastanza energia, una volta riattivati i generatori. In caso contrario…
La prossima volta metterò subito agli arresti il Capitano. Pensò tra sé e sé, rimpiangendo di non potersi asciugare il sudore.

Con un po' di fortuna ce la facciamo, ce la facciamo... ma vedremo.
Intanto ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16, Ser Balzo, Kindle, Cohava e Hola1994, che mi stanno seguendo. A domani!

   
 
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