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Autore: Filippo1193    20/09/2013    1 recensioni
In questa seconda parte inizieranno le indagini sull'apparente suicidio, che, come sappiamo, in realtà è un omicidio architettato sin nei minimi dettagli. Nel susseguirsi delle vicende, molti personaggi cambieranno caratterialmente perché agiranno spinti da motivi strettamente personali. Si riuscirà a sbrogliare la matassa?
(Per coloro che vogliono rinfrescarsi un po la memoria oppure che vogliono iniziare a seguire la storia da questa seconda parte, nel post del primo capitolo, prima di postarlo, pubblicherò un riassunto della precedente)
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 (La debolezza di Ran)
 
L'agente Sato aveva ragione. Il suo amato era proprio dentro la cella di Ran Mouri.
«E così mi dici pure che non ne sai niente!!» disse alterato Takagi, quando finalmente intervenne l'amata.
«Smettila Taru... cosa stai facendo!! Non vedi che è in lacrime?»

Si, Ran era triste. Piangeva perché era stata accusata ingiustamente di aver commesso un delitto e non aveva nessuno pronto a difenderla, dato che i suoi genitori erano partiti e il suo amato l'aveva accusata. Inoltre la giovane era triste perché colui che l'aveva accusata non aveva fatto niente per incontrarla e parlarle.

«Ran... ascoltami... voglio aiutarti in qualche modo... Taru esci da qui!!!» disse Sato alzando il tono della voce per l'ultima frase e poi continuò dicendo piano «Poi devo parlarti...» e così l'agente uscì.
L'agente Takagi non si sarebbe mai aspettato quella reazione dalla sua compagna. Non si poteva aspettare che la sua compagna, invece di stargli vicino, difendesse la colpevole del delitto.
“Sono stato temporaneamente sospeso e Miwa, invece di pensare a me difende gli assassini... non uno qualunque ma colei che ha ucciso mia nipote... Ha detto che deve parlarmi... chissà che dovrà dirmi”

«Allora Ran... io vorrei avere chiara una cosa... tu e Shinichi state insieme?»
«Si agente Sato... non capisco però cosa gli è preso...»
«Ran, secondo te perché ti ha accusato?»
«Non lo so... mi stava antipatica si ma non sono stata io... Io non ero nel bosco... L'ultima volta ci sono andata con voi, ricordi? Quando il signor Bunzo mi ha preso come ostaggio»
«Si Ran lo ricordo... Che rapporti avevi con la vittima? Perché ti stava antipatica?»
«Semplicemente perché....»

Ran iniziò a piangere. Ormai non era più la ragazza determinata di sempre. Era distrutta. Sentiva ormai che la sua vita era finita e se la vita si può definire come un ciclo di creazione e distruzione, dove la distruzione è intesa come morte, lei, in quel periodo, si sentiva come un morto che cammina. Una ragazza alla quale è stato interrotto il ciclo prematuramente ma non per morte fisica ma morale.
«Ran, ora devo andare...» detto ciò l'agente uscì dalla cella.

Nel frattempo Sonoko, l'amica di Ran, si aggirava proprio dentro la centrale.
«Ciao Sonoko» disse l'agente Sato alla ragazza.
«Dove posso trovare Ran?»
«Sei capitata al momento giusto... proprio ora si può ricevere... segui quell'uomo che ti porterà da lei... Scusa ma non posso accompagnarti»
«Fa niente, tranquilla...»

L'agente Takagi rimase ad aspettare la sua amata fino al suo arrivo.
«Dimmi Miwa...» disse seccato.
«Beh vedi Taru... c'è qualcosa che non mi convince... io credo nell'innocenza di Ran e comunque ti ringrazio di non averle detto di Shinichi»
«È normale... non potevo dirglielo perché se no morirebbe... come anch'io per te... Comunque...»
«Comunque?»
«Mi è appena venuta in mente una cosa... vieni con me»

A quel punto uscirono dalla centrale passando davanti ai due infiltrati e si diressero in macchina.
“Tsk, a pensare che è un mio parente mi vengono i brividi” pensò Ishida.

 
FINE 2° Capitolo
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Che idea sarà venuta all’agente Takagi? Come proseguirà la vicenda? Tutto questo e molto altro nei prossimi capitoli.

 

Nel prossimo capitolo:
«Ehii mi senta? È successo qualcosa? Mi dica...»
«Su non piangere... Gli stronzi che hanno fatto ciò la pagheranno... anche con la vita, se è il caso»
«Tu hai un cuore troppo grande per commettere un gesto simile»
«Cosa sai che io non so?»
«Stai tranquilla... ci sono io a difenderti»



Spero sia stato di vostro gradimento. Non perdete il prossimo appuntamento, giovedì 26 settembre 2013 (Imprudenza)

   
 
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