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Autore: chemical_kira    23/03/2008    5 recensioni
Ma c'era una cosa che Matt rimproverava alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che rendeva quel suo vagare così intenso. Se Londra non poteva essere considerata la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro città. Loro, cioè sua e di Brian, perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre sotto quelle nubi che tutto era cominciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un silenzio imbarazzato riempiva la stanza in cui si trovavano i due cantanti. Lo sguardo febbrile di Matt era impegnato nella inutile ricerca di un posto su cui poggiarsi senza sentirsi assalire da ondate di ricordi. Ogni dannatissimo centimetro di quella casa grondava frammenti della loro storia, e lui non riusciva a sottrarsi a quella tortura.

Rivolse lo sguardo a Brian che stava comodamente seduto sul divano, immerso tra cuscini porpora e intento ad accendere l'enorme televisore che governava la stanza.

“ Che fai?”

la voce di Matt appariva insicura nel porre quella semplice domanda, lo spaventava la reazione dell'altro. La totale dissonanza che l'uomo con cui condivideva la stanza in quel momento mostrava

con la persona con cui aveva condiviso tutto solo pochi mesi prima lo spiazzava.

“ Siamo intrappolati qui fino a che Stef non torna, e non abbiamo cellulari. Sto solo cercando un alternativa al parlarti, siccome questa casa è un open space non ho stanze in cui potermi rinchiudere. Ora da buono, Bellamy, trovati un occupazione anche tu..”

il tono distaccato di Brian rese Matt ancora più insicuro, se avesse avuto il suo cellulare tra le mani avrebbe chiamato Dom per parlare con lui, era sicuro che il suo amico sarebbe riuscito a trovare il lato ridicolo della cosa e lo avrebbe fatto ridere a crepapelle. Oppure avrebbe chiamato Chris, e il suo bassista lo avrebbe ascoltato pazientemente, e poi gli avrebbe detto frasi rassicuranti. Lo avrebbe aiutato a rialzarsi, così come aveva fatto quando tutto si era infranto. Prima che arrivasse Gaia la sua vita era stata tenuta incollata dall' affetto dei suoi due amici, dai loro modi diversi di consolarlo. Ma non aveva nessun fottutissimo cellulare tra le mani, aveva solo un odioso essere che lo ignorava e lo costringeva ad ascoltare stupidi programmi della bbc.

Si guardò intorno alla ricerca di un qualche oggetto con cui spaccare la porta, o la televisione o, nell'ipotesi peggiore, ferire a morte Brian quando lo vide. Inizialmente non ci aveva fatto caso perchè era coperto da un drappo nero, e lo aveva scambiato per un tavolo. Ma ora lo riconobbe, si avvicinò con passo lieve all'oggetto che aveva catalizzato la sua attenzione mentre le risate di Brian per qualche battuta idiota gli facevano da sfondo. Con religiosa deferenza alzò il drappo rivelando alla sua vista una fila di tasti bianchi e neri accomodati in quello che era stato il suo pianoforte, un tempo lontano. Accarezzò i tasti, percependo un brivido lungo la schiena, lo strumento più pericoloso per la sua fragile stabilità emotiva era proprio quello. Mentre sfiorava i tasti la memoria di tutte le sere passate a suonarlo in compagnia di Brian o da solo, riempiendo fogli bianchi di note e parole da dedicare a lui lo sommersero.

Si sedette e poggiò le sue dita su quei tasti candidi.

Con enorme soddisfazione trovò che era in ottime condizioni, il suono era ancora perfetto.

Le sue mani esperte vagavano su quei tasti trasportandolo verso un mondo parallelo, quello che ogni volta lo accoglieva quando componeva qualcosa di nuovo. Ma questa volta le note si fermarono a comporre una base conosciuta.

Le voci stridule di origine catodica scomparvero per lasciare spazio alle note malinconiche del piano, note che si stavano guadagnando l'attenzione dell orecchio di Brian.


You could be my unintended

Choice to live my life extended

You could be the one I'll always love


Qualche istante e lo scatolone che trasmetteva immagini perse tutto il suo fascino all'attenzione di Brian che era ormai catapultata sulla magra figura al pianoforte.


You could be the one who listens

To my deepest inquisitions

You could be the one I'll always love


La voce straziata di Matt fece abbandonare il suo nascondiglio a Brian, conducendolo a pochi passi dal cantante dei Muse dolcemente adagiato sullo sgabello. Si sentiva in balia di quelle note, di quelle parole, di quella voce. Si sentiva fragile, quella canzone stava facendo crollare ogni muro di difesa costruito attorno al suo cuore, doveva smetterla prima che le crepe si allargassero.

“ Questa canzone è orribile..”

pronunciò non appena le note di “ Unintended” furono chiare nella sua mente. Matt sorrise, un sorriso divertito ma anche velato di malinconia, quello che ti si impianta addosso quando ripensi a qualcosa che un tempo riempiva la tua vita, in un passato che sai non tornerà indietro.

“ Me lo dicevi sempre..”

mormorò a voce talmente bassa da sembrare impegnato in un monologo tra se e la sua anima, ma Brian lo sentì comunque. Stava per ribattere qualcosa di acido ma quella nota di malinconia nella voce di Matt lo aveva imobilizzato per qualche secondo, tanto da permettere all' inglese di continuare.

“ Quando stavamo insieme mi dicevi sempre che le mie canzoni erano fastidiose..”

continuò, con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse rivivendo quelle scene di tenera quotidianità che un tempo abitavano quelle mura.

“ Ma poi ogni volta che tornavo da un viaggio senza avvisare, o semplicemente passavo a trovarti, capitava che ti trovassi addormentato con le cuffie nelle orecchie. E quando spegnevo il lettore per impedirgli di continuare a urlarti nelle orecchie quasi sempre erano canzoni dei Muse. “

Matt gli rivolse un sorriso disarmante, come quello di un bambino felice per una cosa stupida. Notando l'espressione raddolcita di Brian continuò nel remake del suo ricordo.

“ Mi è sempre sembrata una cosa carina. Insomma, sopportare qualcosa che non ti piace solo perchè è legata a me, beh, mi faceva piacere..”

Matt arrossì leggermente volgendosi di nuovo verso i tasti sotto le sue dita, si sentiva stupido ma non era da lui ostentare indifferenza. Lui era sempre stato sincero e trasparente, il peso di quelle ore passate a fingere odio solo per mostrarsi all'altezza di Brian lo aveva sfinito.

“ Erano cazzate, lo so, ma mi rendevano felice..”

disse Matt stringendosi nelle spalle con un'espressione inconsapevole. Brian resistette all impulso di avvicinarsi e stringerlo a lui, talmente forte da levargli il fiato, talmente forte da imprimere la sua pelle addosso alla sua come un tatuaggio. Il vederlo con quello sguardo timido e malinconico lo faceva impazzire.

Sorrise.

“ Non penso che le vostre canzoni facciano schifo Matt, è solo che non mi va di ammettere che mi piacciano..ho una reputazione in fondo.”

disse sedendosi sullo sgabello accanto all' altro.

“ Ah ah..quindi sei un nostro fan Molko?”

Brian sorrise, “ Ora non esagerare Bellamy! E comunque anche tu non vai certo in giro a dire di amare le canzoni dei Placebo!”

Matthew rise. Tornando a riempire l'aria con quel suo inglese frustrato da un accento provinciale. Levando quella pellicola di assordante indifferenza che ricopriva il suo cuore. In un impeto di temporanea sospensione del pensiero Brian accarezzò lievemente la guancia dell altro, guadagnandosi uno sguardo confuso.

“ Io invece ho sempre trovato immensamente tenera la tua faccia appena sveglio, con lo sguardo addormentato e i capelli scombinati..eri dolce..”

disse sorridendo dolcemente e mandando una mano a scombinargli i capelli.

“ Peccato che poi la magia svanisse non appena ti mettevi addosso quei vestiti orrendi..”

mandò il suo sguardo a vagare sul corpo del cantante dei Muse davanti a se sbuffando leggermente e ravvivandosi un ciuffo di capelli ribelle.

“ Noto che nonostante il soggiorno in Italia e il tempo passato il tuo gusto per l'abbigliamento non è affatto migliorato..”

Matt si guardò i vestiti, non notava nulla di così terribile nei suoi pantaloni bianchi e nella sua magliettina dello stesso colore.

“ M-ma non ho nulla di strano addosso stavolta!”

Disse con l'aria infuriata.

“ Noo! Se non fosse che sembri un gelataio andrebbe tutto bene..”

Matt stava per ribattere qualcosa ma l'espressione che coronava l'espressione di Brian lo bloccò. Era intensa, e incomprensibile, e sensuale. Pensò di sbagliarsi quando la sua mente attribuì quello sguardo a un ricordo, immagini rubate al passato e che ora rivivevano tra quelle stesse mura.

Matthew conosceva abbastanza Brian da sapere a cosa quello sguardo corrispondeva, era voglia, semplice voglia delle sue labbra, del suo corpo. Era desiderio colato sul suo volto senza neanche il minimo tentativo di nasconderlo.

Sospirò alzandosi dallo sgabello e allontanandosi dal corpo adeso al suo. Lo sguardo di Brian lo seguì indagatore fino a che il suo corpo non si fermò alla finestra in adorazione della città che si stendeva all'esterno. Come unico punto fermo in un irrefrenabile corsa altalenante tra desideri e stati d'animo ogni volta sempre più incomprensibili c'era ancora il placido fiume londinese.

“ Matthew..”

sentì il tocco leggero delle mani di Brian sul suo braccio, non si era neanche accorto che fosse lì. Si girò tremando, cercando di nascondere il nervosismo dietro un sorriso di facciata.

“ No..”

Brian sgranò gli occhi rivelando la bellezza indefinita di quel colore che li occupava e che risaltava sotto l'ombretto nero messo magistralmente.

“ No?”

Matt chiuse gli occhi tentando di sottrarsi alla sua immagine, ma il respiro dell' altro cantante era ancora tremendamente reale.

“ No!”

ripetè deciso.

“ No..”

contemplò Brian assorto. Matt lo fissò, con quel suo volto pensieroso e le labbra corrucciate su quel volto di porcellana non rusciva a trovare nulla per cui doverlo odiare. Si dovette fare violenza per frenare l'insano gesto di baciarlo, non poteva muovere neanche un muscolo nella sua direzione, se lo avesse fatto la sua decisione sarebbe andata a rotoli.

Era fermo nell' osservazione del moro quando questo lo guardò leggermente confuso.

“ Allora no?”

“ No!” ripetè Matt stizzito, possibile che non dovesse mai accettare una cosa quando glie la si diceva? Possibile dovesse sempre stare a cercare i doppi sensi, le parole nascoste, le indecisioni dietro ogni fottuta parola? Perchè non poteva accettare un no per quello che era? Cosa diavolo pensava si nascondesse dietro quelle due semplici lettere?

“ Ma no a cosa? “

Matt lo guardava mentre sbatteva le sue lunghe ciglia come se fosse stato un qualche parente di Bambi, peccato che nonostante fosse ridicolo nell'imitare un cerbiatto a trentacinque anni Matt non riuscì a pensare a niente di diverso dalla sua bellezza in quel momento. Non appena si rese conto di essersi incantato si riscosse scuotendo la testa, sotto lo sguardo sempre più vicino di Brian.

“ No! No! No! No a quel tuo sguardo Brian!”

L' incredulità sul volto di Brian parve aumentare mentre pigolò con tono isterico.

“ Il mio sguardo? Cosa c'è che non va nel mio sguardo?”

Lo stava prendendo in giro. Matt poteva vederlo, lo stava davvero facendo! Voleva sentirselo dire, quello stronzo voleva sentirsi dire che Matt aveva pensato che lui volesse farselo.

“ Oh! Non fare il finto tonto, lo sai benissimo cosa voleva dire quello sguardo!”

Ecco, scacco matto tuonò felice il pensiero di Brian mentre la tenerezza di quell' essere che si contorceva nel nervosismo davanti a lui lo inondava.

Si avvicinò a lui con ancora quello sguardo incollato sul volto, camminando lentamente e immergendo ogni parola nel tono più sensuale da lui conosciuto.

“ Sai Matthew credo di avere problemi a capire..potresti essere più chiaro per favore?”

Matt arretrò il viso paonazzo da quello del moro che ora si trovava a pochi centimetri dal suo.

“ Brian...”

sussurrò mentre le mani del ragazzo si appoggiavano alla sua vita e lui premeva le spalle contro al muro.

“ si?”

domandò Brian con un tono tale da far scorrere cascate di brividi lungo la schiena di Matt.

“ Io non mi lascerò...”

ma la sua frase fu sospesa a metà dalle labbra di Brian sulle sue. Fu un lieve tocco che lo lasciò incapace di ragionare, non aveva neanche fatto in tempo a chiudere gli occhi che Brian si era già allontanato e lo guardava mostrando il suo sorriso più seducente che possedesse nel campionario.

“ Continua la frase Matt..”

suggerì provocatorio mentre Matt avvertì la salivazione azzerarsi e come un robot finì di esprimere la frase che aveva in programmazione. Anche se ormai non ci credeva più.

“ ...scopare da te..”

Brian rise. Matt avvertì il rumore della frana della sua decisione, quel suono che riempiva l'aria partendo da pochi centimetri di distanza dal suo orecchio era più di quanto potesse sopportare. Tornò a guardare Brian, non più terrorizzato ormai ma imbarazzantemente rassegnato.

“ Ne sei sicuro?”

Il tono mellifluo della domanda di Brian si infilò direttamente nelle sue orecchie, Matt chiuse gli occhi stringendo forte il maglione dell uomo davanti a se e baciandolo con forza attirandolo più vicino a se. Quando riaprì gli occhi si ritrovò a guardare l'ombretto nero che alloggiava sulle palpebre ancora abbassate del cantante dei Placebo. Lentamente quelle due serrande si aprirono svelando piano l'esistenza di quelle due iridi azzurro-verdi.

Il sorriso nascente sul volto di Brian si allargò a dismisura quando Matt fece l'ultima cosa che entrambi si sarebbero aspettati. Appoggiò la fronte a quella del moro e lasciò la sua voce libera di tradire tutta la sua emozione cantando.

“ Please...be mine..”

Poi tutto si perse mentre le braccia di Brian lo avvolgevano impedendogli di pensare.



Ciaoooo!!! Buona Pasqua a tutte anzitutto!!

Questo è il nuovo capitolo ma non l'ultimo, alla fine nei miei calcoli mentali non avevo inserito la mia devastante logorrea nello scrivere, e quindi resta un ultimo capitolo che a questo punto sarà il prossimo..

So che Matt non canterà mai neanche sotto tortura una canzone dei Placebo ma mentre scrivevo è passata di sottofondo, giusto mentre si stavano baciando e sembrava così perfetta..

Con Unintended invece io ho un serio problema, credo di esserne diventata dipendente, sapete mica come si fa a disintossicarsi! La ascolto a ripetizione e se per sbaglio passa troppo tempo dall'ultimo ascolto vado in astinenza e devo spararmela nelle orecchie.

Per la mise di Matt da gelataio, si, lo so che ha vissuto moment peggiori ma il fatto è che quando ho visto i Muse live al Rolling Stone lui era vestito proprio così e io ho passato il concerto a pensare che sembrava davvero un gelataio! Vi metto il link delle foto che ho messo sul mio blog e ditemi voi se non ho ragione ( non spaventatevi, in alcune sembra risplendere di luce propria..)

http://kirasonica.spaces.live.com/photos/cns!EA05BF7750374A4D!256/

Isult: ehm..non è l'ultimo, ho fatto qualche errorino di calcolo nelle mie previsioni! Aniway, certo che scriverò ancora su di loro, ora ho un idea in testa che coinvolge oltre a Muse e Placebo anche i MyChem..eheh, vedremo vedremo

Erisachan: mi spiace non aver appagato il tuo senso sadico con questo capitolo, ma cerca di capire..io non credo che nessuno al mondo possa trovarsi in una stanza con Brian Molko e impiegare tutto il suo tempo a litigare senza investirlo in altre azioni più..piacevoli

nainai: ahahah!! Hai perso la scommessa! Non solo sono ancora vivi ma anche soddisfatti..eheh

Stregatta: già già!! Sono d'accordo con te, tutti i loro battibecchi sono in realtà generati da una profonda tensione sessuale che avvertono e non soddisfano come dovrebbero..In realtà c'è un altro capitolo oltre a questo, chiedo perdono per aver diffuso notizie false e tendenziose ma ho fatto qualche errore di calcolo!

Lisachan: naaahhh! Non sono odiosi, sono semplicementi sessualmente repressi..vedrai che ora si sfogano e tutto tornerà nei ranghi, cioè più o meno considerando i soggetti..Viva Stef! Ora poi che non c'è neanche più Steve è davvero l unico che può ammansire Brian..









  
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