Era una giornata calda quel 21 giugno. Nicholas non sarebbe mai voluto andare a quello stupido campus, ma la madre era dovuta tornare in Inghilterra per un mese a causa di alcuni affari di lavoro. Già, nonostante si fossero trasferiti ormai da alcuni anni in Italia, spesso doveva tornare a Londra per conto dell’azienda dove era impiegata, dove approfittavano della sua familiarità con quella città per spedircela ogni volta. Di solito Nicholas restava per quei pochi giorni dal suo migliore amico, Marco, anche perché la madre partiva sempre durante i giorni di scuola e stava via al massimo una settimana. Era la prima volta che partiva per un mese, e oltretutto d’estate, e Marco era partito per il mare con la sua famiglia. Perciò adesso doveva stare in quello stupido campus di sfigati, come lo chiamava lui. Già, sfigati. Per Nicholas era molto difficile farsi degli amici, non che gli importasse poi tanto, certo, ma non aveva un carattere dei migliori: si riteneva superiore agli altri, si sentiva migliore essendo di origini inglesi e non perdeva un attimo per rinfacciarlo a tutti, la moda era per lui sacrosanta e inoltre ogni volta che poteva si vantava di essere un gran bel ragazzo. In effetti per avere 15 anni non lo si poteva certo definire brutto: non troppo alto, castano chiaro, occhi verde smeraldo, snello e palestrato al punto giusto. E lo stesso valeva per Marco, ad eccezione del fisico: era troppo secco per la sua statura. Ma sul resto erano uguali, per questo erano diventati amici. Inoltre entrambi avevano un’altra gran passione comune: provarci con le ragazze, sempre.