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Autore: Skyfall    20/09/2013    1 recensioni
Anche io volevo il cuore che scoppiava d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Costrinsi il mio corpo a sedermi sul divano su cui avevo appena dormito. La luce del sole mi aveva svegliato e non voleva lasciarmi ritornare al mio tanto desiderato sonno.
Mi stropicciai gli occhi a lungo, sentendomi meglio una volta che ebbi finito.
Buttai un’occhiata all’orologio appeso al muro e notai che erano le sette del mattino.
Sospirai alzando gli occhi al cielo e mi misi in piedi raggiungendo la cucina dove trovai Katherine che stava bevendo un bicchier d’acqua.
«Buongiorno» mormorai con uno sbadiglio mentre mi lasciavo cadere sulla prima sedia lì accanto.
«Ciao Elizabeth, avrei bisogno di chiederti un favore» iniziò la rossa sorridendomi.
Io accennai con la testa per farle capire che poteva parlarmi, mentre prendevo un morso da una fetta biscottata spalmata di marmellata alle fragole.
«Mi accompagneresti a fare gli esami del sangue questa mattina?» domandò.
«Certo! Sei già andata dalla ginecologa?» le domandai.
Erano passati solo un paio di giorni da quando le cose si erano ribaltate.
«Ci sono andata ieri, è stata lei a dirmi che devo fare le analisi» accennò un sorriso.
«Mi vesto e poi sono subito da te» dissi alzandomi dalla sedia, notando che la mia migliore amica era già pronta.
 
Uscimmo di casa e un vento fresco, quasi freddo, ci investì, costringendoci a chiudere la zip delle nostre felpe.
Prendemmo un taxi e in pochi minuti arrivammo all’ospedale.
Andammo nell’ambulatorio dei prelievi e in meno di venti minuti Katherine aveva del cotone attaccato con lo scotch nella piegatura interna del gomito.
«L’infermiera ha detto che i risultati saranno pronti entro domani» si voltò verso di me sorridendomi mentre scendevamo le scale per avviarci all’uscita.
All’improvviso la sua espressione divenne seria e dopo pochi secondi una sua mano si posizionò sullo stomaco e l’altra sulla sua bocca.
La vidi guardarsi intorno allarmata e non appena i suoi occhi ebbero individuato il bagno, la mia migliore amica iniziò a correre verso la sua destinazione.
Io la seguii con un po’ di preoccupazione, era normale la nausea mattutina, ma di certo non era piacevole.
Quando entrai nel bagno la trovai che si stava dirigendo verso un lavandino per sciacquarsi la bocca.
«E’ solo la seconda volta, da quando sono incinta» ridacchiò asciugandosi con un po’ di carta.
«Tutto a posto?» chiesi preoccupata, non capendo la sua risata.
«Elizabeth, stai tranquilla, succederà parecchie volte in questi nove mesi, devo abituarmi a non farne una tragedia ogni volta che succede» rispose con un sorriso stampato sulle labbra.
Lasciai da parte la preoccupazione e le sorrisi di rimando mentre uscivamo dalla porta del bagno.
«Hai già parlato al tuo datore di lavoro?» le domandai mentre percorrevamo la strada che ci avrebbe portato dal taxi che ci stava aspettando.
«Oggi pomeriggio sono di turno, gli parlerò o prima o dopo il mio orario» spiegò aprendo la portiera dell’auto bianca.
 
Quel pomeriggio Katherine mi lasciò sola molto presto dato che doveva recarsi al lavoro. Io avevo ancora qualche giorno prima di ritornare al mio.
Mentre ero seduta sul divano assorta nelle pagine di un libro, il mio cellulare prese a suonare.
Imprecai ad alta voce, dato che dovevo interrompermi sul punto cruciale della situazione.
«Pronto!» risposi a quell’aggeggio infernale con una punta di aggressività nella voce.
«Elizabeth, ho bisogno del tuo aiuto» la voce di Jared dall’altra parte era ferma e seria, non c’era traccia di scherzo nelle sue parole e non sembrava aver notato il tono con cui gli avevo risposto.
«Certo, tutto quello che vuoi» mi feci seria anche io chiudendo il libro e appoggiando i piedi sul pavimento mentre iniziavo a mettermi le scarpe in caso fossi dovuta andare via velocemente da casa.
«Shannon.. non so cosa gli sia preso.. è sempre ubriaco ed ha un comportamento scontroso e arrogante che non gli appartiene, ha detto che è successo qualcosa, ma non vuole dirmi che cosa.. tu forse puoi convincerlo.. ti prego Elizabeth» non avevo idea di come poter aiutare Shannon, ma Jared mi aveva chiesto aiuto, perciò decisi immediatamente di andare a dargli una mano.
«Arrivo, dieci minuti e sono da te, aspettami» spensi la telefonata ed ero già fuori di casa.
Mentre i miei piedi si muovevano veloci sull’asfalto iniziai a rendermi conto che quella era la prima volta da quando io e Jared ci eravamo baciati davanti a casa di Katherine in cui ci rivedevamo.
Non ero nelle condizioni migliori, con i capelli arruffati e la tuta con qualche buco qua e là che utilizzavo in casa, ma decisi che quello non era il momento di preoccuparsi.
Arrivai davanti alla porta di casa di Jared con il fiatone e bussai alla porta, sfinita, mentre cercavo di mandare più aria possibile ai miei polmoni.
Jared mi apparve davanti con i capelli legati, un paio di jeans neri e una maglietta grigia. Mi rivolse un sorriso divertito notando lo stato in cui ero e mi invitò ad entrare.
«Dov’è Shannon?» domandai non appena fui dentro.
Probabilmente ero stata fredda, non l’avevo nemmeno salutato, ma in quel momento a nessuno dei due sembrava importare dei nostri sentimenti.
La priorità ora l’aveva Shannon.
«In cucina» indicò la porta poco più avanti.
Quando girai l’angolo mi ritrovai Shannon davanti e sobbalzai per lo spavento.
Aveva gli occhi contornati da terribili occhiaie, erano rossi e non aveva per niente un bell’aspetto.
Faceva fatica a reggersi in piedi e nella mano destra aveva una bottiglia con del liquido trasparente all’interno che di certo non era acqua.
«Sono andato a letto con Katherine mentre voi eravate in Canada» disse strascicando le parole prima di crollare a terra svenuto.
Non ero sicura che Jared avesse sentito le parole del fratello perché era rimasto leggermente indietro.
Io sbarrai gli occhi e per circa dieci secondi rimasi immobile, incapace sia di parlare che di muovermi.
«Dio santo!» sentii urlare Jared mentre correva a soccorrere Shannon svenuto sul pavimento.
Mi imposi di reagire e dopo aver scosso velocemente la testa per schiarirmi le idee aiutai il ragazzo dagli occhi color del mare ad appoggiare il fratello sul divano.
Mi precipitai in cucina e dopo aver imbevuto un panno con l’acqua lo posai sulla fronte di Shannon, cercando di farlo riprendere.
Lui dopo pochi minuti riaprì gli occhi e, dopo aver pronunciato alcune parole a me incomprensibili, chiuse di nuovo gli occhi, questa volta, però, cadendo addormentato.
Sospirai e mi sedetti per terra, davanti al viso del ragazzo e rannicchiai le ginocchia al petto.
«Cosa ti ha detto prima di svenire?» domandò Jared dopo poco, sedendosi accanto a me.
Aveva sentito che mi era stato detto qualcosa, ma non aveva capito cosa.
«E’ andato a letto con Katherine quando eravamo in Canada» mi voltai verso di lui e puntai i miei occhi verdi e seri nei suoi azzurri e sconcertati.
Distolse lo sguardo e prese un paio di respiri profondi, riorganizzando le idee che probabilmente gli stavano frullando in testa in quel momento.
«Come credi che la prenderà?» chiese dopo un tempo di silenzio che sembrava interminabile.
«Insomma, sta per avere un figlio..» la sue voce si affievolì mentre pronunciava queste ultime parole.
«Entrambi dovranno fare i conti con quello che hanno combinato, l’unica cosa che so è che Katherine non ha intenzione di abortire» non conoscevo Shannon, non avevo idea di come avrebbe potuto reagire ad una simile notizia.
«E’ per questo, secondo te? Che si ubriacava così spesso in questi ultimi giorni, intendo» mi domandò Jared spostando lo sguardo sul volto del fratello che stava dormendo e sembrava non avere intenzione di smettere.
«Credo che il peso di questa cosa lo stesse facendo stare molto male, così ha cercato un modo per smettere di pensarci» gli offrii la mia mano e lui l’afferrò stringendola forte.
Mi rivolse un piccolo sorriso e si avvicinò di più a me posando un dolce bacio sulla mia guancia.
«Lui non sa che Katherine è incinta, non sa niente di tutto ciò che è successo, da quando siamo tornati non sono riuscito a vederlo per più di dieci minuti al giorno e in quel poco tempo non era mai sobrio» raccontò quasi in un sussurro.
«Come credi che dovremmo dirglielo? Ad entrambi, intendo» continuai io in risposta.
«Dobbiamo trovare il momento giusto, è una situazione delicata e le cose potrebbero mettersi male, ma conosco mio fratello, farà tutto ciò che è possibile per non ferire nessuno. Sembra menefreghista e scontroso, ma in realtà ha un animo gentile ed è anche molto più debole di quanto vuol fare credere, l’alcol è il mezzo attraverso cui vuole cercare di migliorarsi, ma non capisce che fa solo l’effetto contrario» non sapevo tutte queste cose riguardo Shannon e dopo quelle confessioni da parte di Jared, mi appariva completamente sotto un’altra luce.
«Perché pensi che l’abbiamo fatto?» domandai sviando il discorso, accorgendomi che Jared non amava particolarmente parlare del problema che il fratello aveva con gli alcolici.
«Ci possono essere tantissimi motivi, onestamente non ne ho idea.. Katherine era ubriaca, ma lui di certo non lo era al suo stesso livello e so per certo che Shannon non è un approfittatore» spiegò.
Io mi limitai a rimanere in silenzio. Buttai un’occhiata e notai che le nostre mani erano ancora unite e nessuno dei due aveva intenzione di diversi.
Quel contatto mi donava una sensazione di sicurezza unica che non avevo mai provato prima d’ora.
I nostri occhi erano puntati sul ragazzo ubriaco che dormiva sul divano davanti a noi e il silenzio regnò nella stanza per qualche minuto, interrotto solamente dal respiro pesante di Shannon, causato dall’enorme quantità di alcol presente nel suo organismo.
«Elizabeth.. ti prego di non considerarmi un egoista dopo quello che sto per dirti, ma.. dobbiamo parlare del nostro rapporto, non so te, ma io ne ho bisogno, perciò ti chiedo se possiamo accantonare questa situazione per qualche minuto, per me sono importanti anche i nostri sentimenti» mi scrutò con lo sguardo, aspettando una mia risposta.
«Non sei egoista e, sì, anche io ho bisogni di vederci chiaro su questa situazione.. facciamo una passeggiata?» gli proposi, essendo consapevole del fatto che Shannon non si sarebbe svegliato prima di un paio d’ore, se andava bene.
Mi sorrise e dopo essersi messo in piedi mi aiutò ad alzarmi ed uscimmo di casa, non curandoci del nostro aspetto.
Dopo circa cinque minuti che camminavano nessuno dei due aveva ancora aperto bocca.
«So che la situazione è critica, ma io voglio dirti che non mi pento di nulla, sei speciale e continuerò a ripetetelo all’infinito, perciò..» iniziò lui, ma io interruppi.
Le mie labbra furono svelte ad appoggiarsi sulle sue e vi rimasero fintanto che non fui costretta a riprendere fiato.
«Sì, la mia risposta è sì, voglio stare con te Jared.. anche tu sei speciale per me e il destino ci ha giocato un sacco di scherzi, ma ora le cose fra noi due possono funzionare, ne sono certa» gli sorrisi e lui mi abbracciò stringendomi forte a sé.
Io nascosi il mio viso nell’incavo del suo collo e rimanemmo in quella posizione per qualche minuto.
Annusai il suo profumo e sorrisi contro la sua pelle. Eravamo finalmente a lasciarci andare ai nostri sentimenti e il mio cuore stava facendo le capriole nel petto.
Jared prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò, come non aveva mai fatto prima, facendo affollare il mio stomaco di farfalle.
Quando fummo costretti a staccarci avevo le guance in fiamme. Tirai fuori dalla tasca il telefonino che squillava e lessi il nome sul display.
  
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