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Autore: aelfgifu    20/09/2013    5 recensioni
Coinvolta in un incidente d'auto, Yoshiko è ora in un letto d'ospedale, priva di conoscenza. Quattro persone sono con lei... o forse cinque - mentre la nazionale giapponese guidata da Tsubasa Ozora si gioca con la temibile Svezia e il suo spietato capitano Levin l'accesso alle semifinali del mondiale U-20.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Sorpresa, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Come fa il ghiaccio quando s'incrina'
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Il volto dell’odio

 

Ha deciso che rimarrà finché Yoshiko non riprenderà conoscenza. Anche se dovessero volerci settimane, mesi. E lui, Hikaru Matsuyama, non è tipo che venga meno alla sua parola. Lui è uno ostinato. Siede accanto al letto, tiene una mano di Yoshiko tra le sue, tace.

Qualcuno – non saprebbe dire chi – ha messo nella stanza una radio portatile, perché potesse ascoltare la cronaca di una partita decisiva a cui lui mancherà.

Yoshiko è più importante del calcio, ha spiegato a Tsubasa stamattina, quando il capitano è passato un momento. Tsubasa ha capito, e prima di andare via gli ha posato una mano sulla spalla, come per dargli forza.

Questa battaglia sarà più dura di una partita.

 

Poco lontano, in corridoio, una ragazza e una vecchietta parlano guardando fuori dalla finestra.

La ragazza ha un’aria sbarazzina e capelli corti, porta una t-shirt da bambina e una gonnellina scozzese. La vecchietta è piccina piccina, con un viso inverosimilmente rugoso, e indossa un mantello con un cappuccio calato quasi fin sugli occhi.

“Così, Kumi, il ragazzo di stamattina è quello che ti piaceva tanto alle medie?” chiede la vecchietta.

“Sì, nonna”.

“Attorno a lui ho avvertito un’aura positiva... chissà che lui non riesca...” dice la nonnina quasi parlando a sé stessa, senza finire la frase.

“Pensi che si riprenderà, nonna?” domanda Kumi.

“Vedremo...” la vecchina si avvia.

Con passo felpato, rientrano nella stanza. Hikaru non dà segni di vita: tiene la mano di Yoshiko, sembra non sentire né vedere quel che accade attorno a lui.

Machiko si è seduta vicino alla finestra, compostamente. Non parla, tiene gli occhi socchiusi. A furia di piangere le si sono appannate le lenti degli occhiali.

Nonna Sugimoto si avvicina al letto. Yoshiko, testa e braccia bendate, è ancora in stato di incoscienza.

“L’energia negativa è ancora qui, non vuole andarsene” pensa la vecchietta, e intanto scuote la testa.

Intanto il cronista, dalle frequenze radio, racconta, a tratti gridando, momento per momento, una partita che sta letteralmente degenerando nel sangue.

 

Levin riceve la palla e carica il suo micidiale tiro... ribatte Ozora in scivolata, ma limpatto è talmente violento che lo scarpino gli vola via... la palla torna ai piedi del numero dodici svedese, che tira... Akai la prende in pieno stomaco! Ah, ma la forza impressa al tiro fa sì che il pallone torni ancora verso il capitano della Svezia... ancora un Levin shot diretto contro Akai, che ferma con la spalla sinistra! Non è possibile, gentili ascoltatori, il pallone torna per la terza volta sui piedi di Stefan Levin, che carica di nuovo... il tiro impatta contro il volto del numero ventitré nipponico... Akai finisce a terra!

 

Nella stanza d’ospedale, nonostante la radio accesa, il silenzio è diventato pesante come granito. Un’ombra passa sulla finestra, copre la luce del sole.

Nonna Sugimoto avverte una presenza nuova.

“L’energia malvagia...” pensa. Come colta da un presagio, si gira.

Un giovane alto, esile, è appoggiato con tutto il suo peso contro la porta. Tiene le braccia conserte, la testa bassa, il mento sul petto. È immobile. Non gli si vedono gli occhi, né la bocca.

La vecchietta fa qualche passo verso di lui:

“Chi sei? Come?...” gli chiede.

Un guizzo.

La vecchietta retrocede, spaventata.

Due occhi gialli, felini, la stanno fissando con malvagia curiosità.

La bocca si scopre in un ringhio che mostra canini lunghi e affilati.

“Vattene” gli dice la nonnina, cercando di sorvegliare la voce anche se è terrorizzata, e intanto agita le mani in gesti di scongiuro “vattene via”.

L’essere non fa un passo e non dice nulla, continua solo a fissarla con quello sguardo terribile.

“Nonna?...” chiama Kumiko. “Hai detto qualcosa?”

“Niente, niente” risponde lei, senza perdere d’occhio il visitatore.

La radio continua a gracchiare.

 

Ozora recupera il pallone e parte in contropiede! Nel frattempo Akai è steso a terra e non accenna a rialzarsi! Ozora supera Levin che non fa niente per contrastarlo... Ozora vola verso larea avversaria!

 

La vecchietta, immobile, continua a studiare l’essere misterioso dagli occhi gialli e i denti da lupo. Lui, a sua volta, non toglie il suo sguardo dalla minuscola anziana donna.

Dopo il terrore iniziale, nonna Sugimoto ha preso coraggio. Sa che quel coso non è là per lei ma per Yoshiko.

“Perché sei qui?” gli domanda alla fine, con tono quasi confidenziale.

“Ho un credito da riscuotere” parla, infine, l’essere. Ha una voce atona, priva di emozione.

“Non c’è nessun credito” replica coraggiosamente la nonnina.

“Questo lo dici tu”.

“Lo vedremo” lo sfida lei.

La creatura sogghigna e un lampo di luce rossastra scocca dalle sue pupille feline.

“Ascolta la radio, vecchia, e sentirai”.

Nonna Sugimoto porge l’orecchio e nel frattempo continua a sorvegliare la porta, per impedire che quel coso si avvicini a Yoshiko.

 

Prosegue il contropiede del Giappone, Ozora per Aoi, la Svezia si schiera tutta a difesa... Levin non sta rientrando, è rimasto immobile al limite dell’area giapponese! La palla di nuovo a Ozora, che crossa verso Hyuga, Hyuga è di fronte alla porta svedese, Brolin su Hyuga, Hyuga salta Brolin lanciando la palla oltre la sua testa, rovesciata di Hyuga, blocca Larsson ugualmente con gioco aereo, intercetta Aoi, fermato da Fredericks! Brolin spazza via... ma attenzione, il tiro raggiunge Levin, che stoppa la palla e si gira per tirare... e non è fuorigioco, gentili ascoltatori, non è fuorigioco, tra lui e il portiere c’è Akai ancora disteso a terra... la difesa giapponese sta rientrando ma non c’è più tempo... sarà un duello uno contro uno tra Levin e Wakabayashi! Il pubblico trattiene il respiro e...

 

Il coso sembra gonfiarsi, spalanca quegli occhiacci da gatto, spalanca la bocca rostrata, emette un latrato talmente lacerante che la vecchietta è costretta a coprirsi le orecchie con le mani. È finita, pensa, e con le mani ancora sulle orecchie chiude gli occhi per non vedere quel che sta per succedere.

 

incredibile, gentili ascoltatori, incredibile! Non crediamo ai nostri occhi... Stefan Levin ha calciato la palla in fallo laterale!

 

Un forte rumore alle sue spalle scuote nonna Sugimoto. Hikaru si è alzato di scatto, con tanta foga da far cadere la sedia. L’urto del metallo contro il pavimento fa sobbalzare tutti.

La vecchietta si gira di nuovo verso la porta.

Il ragazzo-lupo è sparito.

“Yoshiko” mormora Hikaru quasi senza voce.

Tutti accorrono. Yoshiko ha aperto gli occhi.

“Riprende conoscenza!” esclama Kumiko.

Hikaru è già schizzato via a chiamare i dottori.

La vecchietta fa qualche passo per la stanza, annusando l’aria come un cane da caccia.

“L’energia malvagia... è andata via...”

All’improvviso, la vista le si oscura, perde l’equilibrio.

Kumiko arriva appena in tempo per sorreggerla.

“Sono stanca” dice nonna Sugimoto. “Usciamo un momento, sediamoci da qualche parte fuori di qui”.

Kumiko la conduce fuori e la fa sedere su una delle panche disposte lungo il corridoio.

“Va meglio ora?”

“Meglio, meglio. Che vuoi, l’età...”

“E se andassi a prenderti qualcosa da bere?” propone Kumiko, premurosa. “Mi prometti che non svieni mentre sono via?”

“Macché, che figura ci farei? La tua amica si è appena risvegliata e io mi sento male?” ride la nonnina con voce chioccia. “Vai, vai, starò bene”.

Kumiko corre veloce per fare il più presto possibile, sua nonna segue con gli occhi la figuretta che scompare alla fine del corridoio, le pieghe della gonna scozzese che sbattono contro le gambe nude nell’impeto della corsa.

E all’improvviso, il terrore la paralizza di nuovo.

Di fronte a lei, appoggiato al muro, sta l’essere-lupo, nella stessa posizione di prima, braccia conserte, testa bassa, mento sul petto.

Passa un tempo infinito prima che la vecchietta prenda coraggio e domandi:

“Ch-che cosa vuoi ancora?”

L’essere solleva il viso come qualche minuto fa. Ma, sorpresa!, i suoi occhi non sono più gialli e non ha più fauci da lupo. Ora ha occhi di un celeste chiarissimo, come il riflesso del ghiaccio sotto il sole, e una bella bocca umana che si apre in un sorriso gentile e appena accennato.

“Avevi ragione, nonnina, non c’era nessun credito” parla la creatura, con una voce ora animata, viva.

“Ma chi sei tu dunque, vuoi dirmelo?” lo interroga la vecchietta.

La creatura sorride di nuovo.

“Io” dice “sono –”

“Nonna, parli da sola?”

La vecchietta si riscuote, Kumiko è accanto a lei e le tende un bicchiere di tè con aria preoccupata.

“Eh? No, no, è che pensavo ad alta voce...”

Quando torna a guardare verso il muro, la creatura è scomparsa.

 

***

 

Note al testo. Erano secoli che volevo scrivere della nonna di Kumiko, la mitica vecchietta dai poteri paranormali!

 

Nota (filologica) al testo. La vecchietta veggente è la vera nonna di Kumi? O è solo una conoscente che la ragazza chiama con l'appellativo affettuoso di "nonna" riservato alle persone anziane? Il dubbio - sollevato dalla chirurgica Melantò - si giustifica perché nella versione italiana di World Youth la nonnina appare come una semplice conoscente, mentre nella versione in lingua inglese sembrerebbe la vera nonna della ragazza. Per un confronto rapido tra le due versioni:

http://www.mangaeden.com/it-manga/capitan-tsubasa-world-youth/15/79/

http://www.mangareader.net/295-21011-28/captain-tsubasa-world-youth/chapter-56.html

Per sbrogliare il dubbio occorrerebbe la perizia linguistica di uno yamatologo - ma non è che gli yamatologi si trovino a ogni angolo di strada! Nel frattempo, mi attengo alla mia verità poetica, e considero la vecchietta come la nonna vera di Kumi.

Avete capito chi è l’inquietante essere soprannaturale che solo lei riesce a vedere?

La radiocronaca che sentiamo a tratti riprende parti del testo de La via di Damasco.

 

Disclaimer. I diritti sulla storia di Captain Tsubasa appartengono al suo creatore Yoichi Takahashi e alle case editrici che la pubblicano nei vari paesi.

  
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