“Ma dell’albero della coscienza del bene e del male non devi magiare , perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.” 

Genesi 2,17


 

PROLOGO

La sveglia suonò e quello era ufficialmente il mio primo giorno da londinese! Non avevo idea di come vestirmi per il primo giorno ma sinceramente non me ne importava più di tanto, così presi il solito paio di jeans lunghi, un maglioni con fantasie colorate e le mie converse blu che mi accompagnano sempre e ovunque. Era il primo giorno non volevo sembrare una di quelle puttanelle che non danno per niente spazio all’immaginazione vestendosi con straccetti che massimo le coprivano le intimità. Presi a malincuore il mio zaino e scesi le scale pensando “ incomincia la mia nuova vita!”.

 

CAPITOLO 1: WHY ALL THIS?

Arrivai finalmente in quella che dovrebbe essere la mia nuova scuola. Ovviamente non conoscevo nessuno, quindi mi feci un giro per capire dove si trovava la mia classe.
Nessuno mi aiutava, ero completamente sola.
Dopo un paio di minuti arrivai in classe, ma ero già in ritardo.Bella figura eh? “Lei è la ragazza nuova?” chiese il professore. Io annuii semplicemente.
“Bene, si sieda lì.” Disse indicando un posto in fondo a tutto.
Fantastico, quello davanti a me è altissimo e io non vedo niente. L’unico lato positivo è che qui dietro nessuno potrà notarmi.
Finite quelle sei ore stressanti, mi alzai e uscii dall’aula. Sentivo che qualcuno mi stava seguendo, avevo anche gli occhi di tutti puntati addosso.
Quando poi guardavano dietro di me, deglutivano e toglievano subito lo sguardo… cosa c’è di male? Mi girai e vidi quattro ragazzi e una ragazzina venire verso la mia direzione.
Erano tutti bellissimi! Uno era alto, moro e con i capelli ricci. I suoi occhi erano di un verde spettacolare.
Un altro era abbastanza alto e aveva i capelli castani con un ciuffo. Cercai di guardare bene il colore degli occhi, erano azzurri come il cielo.
Un altro ancora aveva i capelli e gli occhi color nocciola e avanzava facendo un sorriso malizioso, che però ti toglie il fiato.
L’ultimo, ma non meno importante, aveva i capelli neri e un ciuffo biondo. Era carino anche lui e i suoi occhi erano di color castano scuro.
La ragazzina che era con loro era bionda e aveva gli occhi azzurri, era magra e non troppo alta… lei si che si poteva definire una bella ragazza.
Sembravano tutti più grandi di me, tranne per la biondina.
Quel gruppetto che veniva verso di me, però, non mi convinceva. Qualcosa mi diceva di andarmene e non lasciarli avvicinare e così feci.
Mi girai e continuai a camminare aumentando il passo, ma loro continuarono a seguirmi.
Mi fermai solo quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi girai ed era quel ragazzo con il ciuffo biondo. Subito gli tolsi la mano dalla mia spalla e scappai via.
Non sapevo dove andare, quindi andai verso il cortile, dove non c’era nessuno.
“Forse qui non mi troveranno!” pensai, ma non era così. In poco tempo mi trovai le figure di quei 5 venire verso di me.
Quello riccio si avvicinò a me con un sorriso malizioso e disse: “Adesso tu non ci scappi…” poi mi spinse contro il muro e iniziò a picchiarmi.
Dopo di lui si unirono anche gli altri, tranne la ragazza che mi guardava soddisfatta nel vedermi soffrire.
E ancora una volta vengo picchiata da qualcuno. Calci e pugni ovunque, anche nei lividi che mi hanno fatto in precedenza. Urlavo e piangevo come non mai, perché tutto questo?
Continuarono a picchiarmi per tanto tempo, sembrava non finissero più. Avvicinai le ginocchia al petto e piansi più forte di prima, mi meritavo tutto questo?
Sono sempre stata una ragazza responsabile, non ho mai deluso nessuno nella mia vita, ma non capisco perché tutto questo odio e disprezzo da parte della gente.
Improvvisamente sentii una mano poggiarsi delicatamente sulla mia spalla, come per darmi conforto. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo biondo, bellissimo… Aveva gli occhi azzurro mare, nei quali mi ci sono persa subito.
“Tutto ok?” chiese dolcemente, accarezzandomi il viso. Scossi il capo.
“Ho visto tutta la scena… mi dispiace per te…” disse abbassando il capo, sembra davvero che gli dispiace. Io non dissi nulla, non avevo idea di cosa dire.
“Sei nuova?” Annuii e lui mi sorrise.
“Beh, ti capisco. E’ successo anche a me molto tempo fa ma con altri ragazzi. Ero il nuovo arrivato e fu molto difficile ambientarmi. Come sempre in questa scuola c’è sempre un bullo pronto a picchiarti” continuava a parlare, ma io non lo ascoltavo perché ero troppo distratta a perdermi nei suoi occhi.
“Mi stai ascoltando?” chiese tutto ad un tratto. Io ero ancora incantata e feci segno di no con la testa.
Lui rise, poi si avvicinò a me e mi diede un abbraccio. Io ero ancora con le gambe al petto, non mi muovevo e non dicevo niente. Restavo lì a fissare ogni suo movimento.
Lui si alzò e mi porse la mano per aiutarmi ad alzare, io mi asciugai le lacrime e accettai quell’“invito”.
“Allora…come ti chiami?”
“L…Le-Leah…” balbettai io.
“Leah…che bel nome!”
“Grazie…” risposi abbassando lo sguardo e arrossendo.
“Io sono Niall! In che classe sei? Frequenti il primo anno?” chiese entusiasto. A
nnuii per la seconda domanda, poi sussurrai un piccolo “tu?”.
“Io sono al terzo anno” sorrise. Aveva davvero un bel sorriso.
“O-ora dovrei tornare a casa, se non ti dispiace” sussurrai timidamente. Sono molto timida, soprattutto con i ragazzi.
“Oh, beh…allora ci vediamo domani! Ciao” disse muovendo la mano per salutarmi.
Mi avviai a casa, subendomi sgridate da mia madre a causa del solito ritardo che faccio dopo la scuola.
Ero stanca e non avevo fame, quindi salii in camera e mi misi a dormire. Adesso si che posso avere un attimo di pace con me stessa!