Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Heyale    20/09/2013    1 recensioni
Kenneth, Michael e Julie.
Tre migliori amici...
...migliori amici finché...
...finché non arriveranno Daphne, Sean, Jamie e Will...
...finché l'amore non si prenderà il posto dell'amicizia.
Tra litigi, pianti, risate, baci, abbracci e tante tante seghe mentali, se ne vedranno delle belle!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Kennethcap.24 Riassunto del capitolo precedente:
In 3^C arriva un nuovo ragazzo, William, figlio del professor Evans, che subito lo mette in banco con Jamie. Lei prova ad attaccare bottone, ma lui non vuole stringere amicizia, ma sono costretti a passare del tempo assieme per via di un'esposizione da fare su John Lennon. Si accordano quindi per mercoledì, ma nel pomeriggio, quando lei va a casa sua, il ragazzo non è in casa. Lei è infuriata, e proprio quel giovedì mattina le prime due ore avrebbe dovuto passarle vicino a lui. Oltretutto lui non ha per nulla un buon rapporto con suo padre, difatti mercoledì mattina finisce pure in presidenza.

24-Scars
Jamie entrò in classe, e constatò con disappunto che William era già seduto al banco, mentre stava messaggiando col telefono. Lei si fece forza, cercando gli sguardi dei suoi amici, e si diresse decisa verso il banco. Quando arrivò si sedette composta sulla sedia, lasciando scivolare la cartella dalle spalle. Lei era interna, appoggiata al muro. Osservò riluttante William e la sua noncuranza nel salutarla. Tanto meglio, pensò.
Con sua grande sorpresa lui si girò poco dopo:-Ciao eh.-
-Fottiti.-
-Sto bene, grazie.-
-Senti, tu non volevi fare amicizia con me, bene, ora sono io che non voglio nemmeno rivolgerti la parola, quindi sta nel tuo banco e non rompermi i coglioni, chiaro il concetto?-
-Hey che ti ho fatto?!-
-Ieri, porca troia, era da lunedì che lo sapevi, almeno presentarti a casa tua no eh?!-
-Rilassati, ero con la mia ragazza in giro.-
-Stimati, io dovevo essere in giro col mio ragazzo, ma no, perché mi son detta " aspetta che accontento William e facciamo la ricerca "!-
-Ne abbiamo ancora di tempo.-
-Non eri tu quello che non voleva vedermi anche dopo scuola? Ti accontento, tu fai la tua parte di Lennon, io faccio la mia.-
-Credevo fosse lavoro di coppia.- rispose il ragazzo, un sorrisino malizioso stampato in faccia.
-Qui non vedo una coppia caro mio, ma un ragazzo che crede di essere chi sa chi e che pensa solo a se stesso!-
-Ti ripeto che non mi conosci, non puoi giuducarmi così!- il tono di entrambi andava via via facendosi sempre più arrabbiato.
-E non ci tengo nemmeno a conoscerti, io dico solo ciò che vedo!-
-Attenta a te, biondina, non ti conviene avermi come nemico!-
-Che. Paura. Sul serio.-
-Pft...- Will si sistemò il colletto della giacca:-Fatto sta che non possiamo fare io la mia parte e tu la tua, sarebbe solo tempo buttato.-
-Il tempo che ti piace buttare non è mai buttato. Sai di chi è questa citazione? Di Lennon, ma tu non lo puoi sapere...-
-Dio mio, sta calma. Va beh che io sarò maleducato e tutto quello che vuoi, ma per lo meno sto tranquillo.-
-Mh, vediamo, come posso dirtelo in parole povere..? Mi stai sul cazzo. D'accordo?-
-D'accordissimo, ma la ricerca non si fa da sola.-
-Pazienza.-
-Dai, oggi pomeriggio a casa mia.-
-Col cazzo, ho di meglio da fare.-
-Cosa? Gli allenamenti?-
-Esatto, poi devo uscire col mio ragazzo stasera, se non ti dispiace.-
-A me? Figurati...allora venerdì.-
-Sì, ma vieni tu a casa mia. Non ho voglia di scomodarmi e non trovarti nemmeno a casa.-
-Non è che mi ripagherai con la stessa moneta?-
-Non sono stronza come te, ricordatelo.-
-Sei pungente però, e a me danno fastidio le persone pungenti.-
-E a me danno fastidio gli stronzi. Comunque, domani ti aspetto a casa mia e se provi a non venire, scordati il lavoro di coppia.-


Giovedì sera, Jamie e Sean stavano gironzolando per la città.
-Sai Sean, c'è un nuovo ragazzo in classe mia.-
-Ah sì? Come si chiama?-
-William Evans...conosci?-
-No no.-
-Beh, me l'hanno affibbiato in banco ed è una roba assurda.-
-Perché?-
-E' indisponente, asociale, maleducato, stronzo, ed è sempre costantemente sulla difensiva.-
-Insomma non vi state troppo simpatici.-
-Per niente...e deve venire a casa mia domani pomeriggio, per una ricerca.-
-Tanti auguri.-
-Grazie, se andrà bene ci limiteremo a calci e pugni.-
-Dici?-
-Sì...-
-Hey, guarda di non farti venire strane idee con lui a casa tua.- sorrise il ragazzo.
-Ma va...se è odio cosa vuoi che succeda?-
-Forse dovrei darti ragione...oppure preoccuparmi.-
-Non fare il paranoico adesso Sean.-
-Stavo scherzando.-
-Meglio così, già ci pensa quello lì a farmi delirare.-
-Solo lui? Sei già matta di tuo.-
-Grazie.-
-Prego.-
I due unirono le mani, per poi proseguire nel loro tragitto.

Venerdì pomeriggio.
Jamie era tranquilla stesa sul divano, non sapeva nemmeno se Will si sarebbe fatto vivo o meno.
Ma stavolta il ragazzo fu di parola, e alle quattro e mezza suonò il campanello.
La ragazza andò ad aprire, trovandoselo di fronte, tutto spettinato e un rivolo di sangue dal labbro.
-Ma che diavolo hai fatto?!- sbottò lei, preoccupata.
-Cazzi miei.-
-Senti, qui siamo a casa mia, quindi modera i termini e vieni a pulirti il viso.- lo guidò fino al bagno:-Dopo vieni in sala, che ti metto un cerotto.-
-Non mi serve la balia.-
-E a me non servono delle macchie sul divano. Lo faccio più per me.-
-E va bene...-
Il ragazzo si chiuse in bagno, e uscì dopo poco, dirigendosi verso la sala.
-E ora che devo fare?-
-Ora sopporti e sta zitto.-
-Che cosa dovrei...- Jamie gli appoggiò un pezzo di cotone imbevuto di alcool sul labbro:-Ahia! Brucia un sacco!-
-Lo so.-
-Dillo che lo stai facendo apposta.-
-Non lo sto facndo apposta, brucia di suo questo.-
-Allora ci stai godendo a vedermi così.-
-Te lo ripeto William, non sono come te. E mi avrebbe fatto comodo se tu fossi venuto qui tutto intero.-
-Troppo ordinario.-
-Troppo normale per te. Ora sta fermo...- gli tolse il cotone e coprì il taglio con un cerotto:-Ecco fatto.- disse fredda.
-Sì, ma aspetta...-
-Cosa c'è?-
-Avresti qualcosa anche per questa...?- il ragazzo tirò su la manica della giacca, rivelando un'ustione sulla mano.
-Ma chi cazzo ti ha ridotto così?!-
-Risse quotidiane.-
-Che idiota...Tieni, mettiti questa.- gli porse una crema maleodorante.
-Devo spalmarla?-
-No, mangiarla...certo che devi spalmarla!-
-Ok, scusa Dio mio...- Will si passò la pomata con delicatezza su tutto il palmo della mano, stringendo i denti ogni tanto per il dolore:-A posto.- dichiarò infine, poco convinto.
-Bene...ora mettiamoci al lavoro.-
-Hai un computer?-
-No, vivo nell'età della pietra.-
-Mamma mia che acida che sei...oddio, quella è una Gibson serie es?!- il ragazzo indicò una chitarra appoggiata al muro.
-Sì, è di mio padre.-
-Cazzo, non ne avevo mai vista una da vicino.-
-Suoni la chitarra?-
-Sì, ne ho una a casa. Te invece? Con una Gibson del genere in casa non puoi non saperla suonare.-
-Invece sì. Mio padre non mi ha mai voluto insegnare...dice che non è roba per ragazze.-
-Sul serio?-
-Sì. Ma ti dirò che mi sarebbe piaciuto imparare. Tu che chitarra hai a casa?-
-Una Fender Stratocaster.-
-Beh, nemmeno quella è male eh.-
-Lo so, ma questa Gibson è sempre stata il mio sogno...hey aspetta...sto forse parlando civilmente con te? Ma che mi prende...?-
-Dicevo io, era troppo strano, Mr. Sto bene da solo.-
-Come intendiamo esporlo Lennon?-
-Boh...uno parla della sua vita e un altro della sua musica.-
-Tu fai la sua vita, io la musica.-
-Come vuoi.-
-Dai, non dirmi che ti arrendi così...Mi lasci fare quello che voglio senza ramanzine?-
Jamie si voltò di scatto verso di lui. Si aspettava di vederlo ghignare, invece aveva gli occhi acquamarina fissi su di lei, l'espressione seria. Comunque si arrabbiò e lo spinse giù dal divano:-Io non sono come te!-
Lui rimase impassibile, stendendosi completamente sul pavimento:-L'avevo notato.-
-Aaah...- la ragazza si alzò dal divano, dirigendosi verso camera sua.
Tornò poco dopo lasciando cadere un libro sullo stomaco di William, che intanto aveva chiuso gli occhi:-Ma vaffanculo! Che cazzo è questo?!-
-John Lennon, la biografia. Ti può tornare utile...-
-Come no...-
-Leggila. Non è un consiglio.-
-Non mi faccio dare ordini da una ragazza.-
-Quindi oltre ad essere stronzo e ipocrita sei anche maschilista? Sei messo bene.-
-Ciò mi porta a dire che oltre ad essere pungente e irritante sei anche femminista? Oh, siamo messi molto bene.-
-Fanculo.-
Lui sorrise, saccente.
-Ti scortellerei all'istante, ma vale sempre il discorso del divano.-
-Ma che ragazzaccia.-
-Ma che rompicoglioni.-
All'imrovviso suonò il campanello, così Jamie andò ad aprire a porta:-Sean!-
-Ciao Jamie!- si abbracciarono.
Sean si rivolse verso Will:-Tu sei...?-
-Un ragazzo che è di troppo e ora toglie il disturbo.-
-Tranquillo, sono solo passato per un saluto.-
-Meglio così, allora ne approfitto per scappare da qui. Sean, è stato un piacere conoscerti, Jamie...beh, te sono costretto a vederti domani.-
-Aspetta William!- lo fermò la ragazza:-E la ricerca?-
-Mi pare che le parti siano state decise. Grazie per il cerotto, a domani.-
-Ciao...-
Will si chiuse la porta alle spalle.
Era simpatica, quella ragazza. Finalmente qualcuno  che gli teneva testa. Tutti si intimidivano, lei invece non era quel tipo di persona. Eppure non voleva che diventassero amici, nella sua vita erano successe troppe cose per poter voler bene di nuovo. Aveva una ragazza, però. Beh, non che fosse una seria, questo è certo, era una di quelle galline che affascinate da quell'aria da misterioso che aveva si era fatta avanti e gli aveva chiesto di stare insieme.
Si chiamava Alyssa. Era della stessa scuola di Ethan. Lui non provava assolutamente nulla verso di lei, anzi l'avrebbe scaricata da lì a due giorni. Per messaggio, come fanno gli stronzi. Si strinse nelle spalle, una folata di vento gli stava scompigliando i capelli scuri. Quelle folata gli ricordò poco prima, quando uscì di casa, col labbro tagliato, dopo l'ennesima discussione con suo padre.
"-Sei un buono a nulla! Non combinerai niente nella vita!-
-Ridammi quel maledetto quaderno papà!-
-Te lo scordi! Con questo ci faccio un falò!-
-Non ci provare nemmeno! Lì c'è tutta la mia vita, te ne rendi conto?!-
-Quella che sprechi con i tuoi amichetti?!-
-Ma fammi il piacere!-
-Beh, sai una cosa William?! Sono stanco del tuo inesistente rendimento scolastico!- il padre del ragazzo afferrò un fiammifero e diede fuoco al quaderno.
-No! Ma che cazzo hai fatto?!- William gli strappò il quaderno dalle mani, cercando di spegnerlo col palmo della mano:-Vaffanculo...- sussurrò a denti stretti, dopo che riuscì a spegnere il fuoco, salvando il quaderno.
-Come ti permetti?!-
-Vaffanculo!- gridò lui, prima di correre fuori di casa."
Will ricacciò indietro una lacrima. Camminò svelto casa sua, entrando sbattendo la porta, chiudendosi a chiave in camera sua. Non avrebbe mai pianto, mai.
Spolverò il suo quaderno, anche dentro, dove c'era rimasto qualche rimasuglio di cenere. Stette attento a non sporcare il testo di quella pagina, fitta di pentagrammi, quindi soffiò leggermente. Era la sua canzone preferita, Ultraviolet, degli Stiff Dylans. L'aveva ascoltata talmente tante volte che ormai conosceva ogni singolo accordo, ogni parola, ogni nota. Aveva anche provato a riscriverla, cambiando leggermente la chiave. E gli era riuscita bene, con la sua mitica Fender.
Si buttò sul letto, la chitarra sullo stomaco. Strimpellava qualche nota, quel giusto per perdere il contatto con quella schifosa realtà in cui si trovava.
Cominciò poi a fare qualche accordo, e iniziò a suonare Ultraviolet, cantando il testo:-Thant fire you ignited, good, bad and undecided, burns when I stand beside it, your light is ultraviolet...-
-William!!!- suo padre lo chiamò dal piano di sotto. Lui non rispose, così il signor Evans gridò ancora:-E' arrivata tua madre!-
Sua madre. Altro tasto dolente.
Jenna Evans lavorava nelle navi da crociera. Era a casa tre mesi all'anno, dei quali due li trascorreva con le sue amiche a fare shopping. Voleva bene a William però, solo che lui rifiutava ogni genere di dimostrazione di affetto, perché per lui poterla vedere un mese all'anno non era affetto, era egoismo. In quanto al matrimonio tra Jenna e Gilbert, ormai era come se avessero già divorziato, anche se a conti fatti portavano ancora le fedi al dito.
Will odiava i suoi genitori, ne avrebbe fatto volentieri a meno. A sedici anni e mezzo ci si sa arrangiare, anche per quanto riguarda l'ambito finanziario. Sarebbe andato a stare da un amico, se solo ne avesse avuto uno. Ma lui stava bene così, da solo. Non aveva bisogno di compagnia, la sua unica compagnia era la chitarra, che aveva chiamato Violet. Aveva anche un'altra chitarra nel suo armadio, che gli aveva regalato suo nonno prima di morire. Era una chitarra acustica, e gliela aveva consegnata in una vecchia custodia. Solo due o tre mesi più avanti Will scoprì che nella tasca interna era nascosto uno spartito. Portava il nome di "Ever Fallen In Love". Era da lì che aveva scoperto gli Stiff Dylans, e Ultraviolet era diventata il suo marchio di fabbrica. Sapeva suonare sia quella che Ever fallen in love con Violet e anche con Gipsy, che era il nome che aveva dato suo nonno a quella chitarra.
William si ridestò con un altro urlo da parte di suo padre e così scese le scale, di malavoglia. Era solamente in boxer e suo padre immediatamene lo riprese:-William! Porta rispetto, c'è tua madre qui!-
-Mi ha avuto in grembo per nove mesi e mi ha visto nudo più di quante volte io abbia visto me stesso, quindi non ci sono problemi.- si girò con uno sbuffo verso sua madre:-Ciao mamma.-
-Oh Will...fatti abbracciare...-
-Preferisco di no.-
-Sempre la stessa storia con te...mamma mia Will, fatti vedere, sei cresciuto un sacco.-
-Beh, sono nove mesi che non ci vediamo.-
-Tutto bene a scuola?-
-Benone.-
Suo padre fece una smorfia.
-Comunque adesso vado su mamma. Ci vediamo domani.-
-Buonanotte tesoro.-
Lui fece un piccolo cenno con la testa, per poi richiudersi in camera, chiudere gli occhi, e provare a dormire.

Angolo autrice
Ciao bella gente *fare finta che io sia Gabibbo*!!!
Tutto bene lì? Io sì, sto benissimo...
E' nato sto benedetto Royal Baby ieri, non ne potevo più, lo giuro! Domani vado in maneggio, sapete? Mi predo cura della mia Watta ♥ Talking about the chapter...
Allora, in questo capitolo ho voluto raccontare la storia di Will, ed ecco risolti i perché del suo comportamento scontroso. E poi Sean...l'avrà fatto apposto a "passare per un saluto"? Un po' di gelosia direi che è più che plausibile, no?
Annuncio importante: MASSIMO 3 CAPITOLI E LA STORIA E'(finalmente) CONCLUSA.
Ma ci sarà il seguito...l'estateeeeeeeee :D Ho in mente di far succedere tantissime cose (in relaltà solo una, comunqueeeee). Va beh, vi lascio con la...
Canzone del capitolo: Ultraviolet-Stiff Dylans

Baci :*
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Heyale