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Autore: Jadaku    23/03/2008    2 recensioni
Viaggio nella mente di una donna che a causa del suo orgoglio ha allontanato l'unico uomo che avesse mai amato.Nel momento in cui sta per calare il sipario sulla sua vita rievoca i ricordi e le sansazionui legate a questo amore.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prigione d'orgoglio                                                                                                                                                        
                               
                                                                                                                                                                                                                                                               Ad Anna, in attesa di meglio.



                                                  Prigione d'orgoglio


Lui non c'è più.

Tu lo hai fatto andare via. Proprio lui. L'unico che ti abbia conquistato, amato e avuta a sua insaputa.

Tu stupida creatura orgogliosa eri troppo concentrata su te stessa e sui tuoi stupidi desideri irrealizzabili per accorgerti di lui.

Lui che in silenzio ti osservava, studiava, capiva più di quanto fosse lecito, meno di quanto volesse.
Lui che era in grado di farti abbassare lo sguardo.
Sapevi di non essere degna di guardarlo dritto nei suoi occhi verdi.
Ma non lo accettavi.
Non ti era mai successo di incontrare qualcuno che fosse capace di farti arrivare a tanto.
Per questo combattevi. Lo evitavi. Fingevi. Ti disperavi. Lo allontanavi.

Ma non ci sei riuscita del tutto.
Ogni passo che fai, ogni battito del tuo frigido cuore, ogni tuo atomo è rivolto verso di lui.
E' la tua dolce ossessione.
Non riesci a liberartene.
Non vuoi farlo. E questo è quanto di peggio possa esserci per te.
Non soporti che anche da lontano lui continui a far parte di te, a tentarti, a farti cedere.

Ogni notte nella quale non riesci ad abbandonarti tra le braccia di Morfeo, la sua figura ti tormenta.
A tutti gli altri si sovrappone lui.
La tua ossessione.

I suoi occhi incredibilmente verdi.
La sua bocca carnosa.
Il suo sorriso aperto e malizioso solo per te.

Non importi pensi. Domani passerà. Rossella O'Hara è la tua eroina dopotutto.
Sei una sostenitrice del "Domani è un altro giorna".
Ma lui è la tua eccezione.
Ogni ricordo, desiderio, errore ritorna sempre uguale nella tua testa quando pensi a lui.
Non c'è via di scampo.
Sei fregata.
Chiusa dentro per sempre.
Non ce la fai.
Ti senti soffocare. ma questa trappola te la sei costruita da sola.
Ormai nessuno più può aiutarti ad uscirne.

Hai allontanato la chiave del lucchetto che chiude la tua prigione.
Hai riempito la tua cella delle sue immagini.
Hai scandagliato i tuoi ricordi alla ricerca dell'errore, ma non hai voluto vederlo quando questo ti è passato dinanzi agli occhi.
Hai farro finta di nulla.
Sei testarda e non ti arredi anche nell'errore.

Lo scenario cambia quando abbassi la guardia.
E' raro questo momento, ma ogni tanto anche i migliori cedono. E tu lo fai.
Il dolore e la rabbia riaffiora forte in quell'istante.
Tu, la donna senza rimpianti, tormentata da un paio d'occhi.
Da una voce chiara, gioiosa, maliziosa.
Da mani forti, autoritarie, delicate.

Ti dimentichi di te stessa in quell'attimo.
Dimantichi quella che sei adesso.
Torni quella di un tempo.
Spensierata, dolce, curiosa, paziente, passionale.
La tua spensieratezza non era ancora indifferenza.
La tua dolcezza non nascondeva nessun interesse privato.
La tua curiosità non era insoddisfazione.
La tua pazienza non era sopportazione.
La tua passione non era nostalgia. Di lui. Di quello che avevi assaggiato. Di quello che avevi disprezzato.

Ritorni indietro.
Lo fai sempre nonostante tutto.
Ti scagli sul malcapitato di turno che non può far altro che subire. Soddisfatto dopotutto.
Ma le sue labbra non sono quelle di lui.
Le sue mani sono volgari.
I suoi occhi scompaiono a paragone di quelli che ti hanno stregato.
Le sue parole sono insapori a confronto di quelle che ancora senti nella tua testa.

Lui l'unoco che riuscisse a farti restare senza parole.
Un'altra sconfitta da aggiungere a quelle che ti ha inflitto.
Quanto ti colpiva ciò che ti diceva?
Ancora nella tua mente riavvengono tutte le vostre conversazioni.

Lo rivedi mentre serio come non mai ti dice stringendoti le mani e avvicinandoti al suo petto:"Sei l'unica che voglio.L'unica che saprà domarmi. L'unica che possa redimermi e salvarmi.Sta' con me. Non mi importa se mi ami.Ho io abbastanza amore per antrambi. Voglio solo che tu mi sia vicina e che mi aiuti. Ridammi la mia felicità. Amore mio. Mio. Mio. Mio. Non dimenticarlo".
E tu? Cosa hai fatto?
Sei stata in silenzio.
Codarda.
Altro che leonessa. Un coniglio sei stata.
Non hai avuto il coraggio di staccarti dal suo petto caldo, saldo, sicuro, per dirgli che ti aveva letto dentro.
Quelle erano le stesse identiche parole che tu avresti voluto rivolgergli.

Lo rivedi mentre tra il faceto e il malizioso ti sussurra facendoti avvampare, perchè sei lusingata, irata, indignata:"Farò in modo che tu resti vergine fino alla morte, puoi esserne sicura, se non saprò di essere stato io il primo ad averti".
Sapevi che per lui non saresti stata la prima, ma quanto lo avresti desiderato?
Averlo solo per  te da sempre e per sempre fino alla fine dei giorni e oltre.
Il tuo più grande desiderio.
Inconfessato come gli altri.
Poco importante a tuo avviso a fronte di tutti gli altri che affollavano la tua testa.

In realtà sei sempre stata l'unica che lui abbia visto tra le sue braccia.
Te lo ha confessato quando ha scoperto quello che glia vevi fatto.
Te lo ha urlato in faccia, mentre lo guardavi negli occhi spavalda, ma devastata.
Non ha avuto pietà.
Ti ha distrutta come tu avevi fatto con lui.

"Sei felice ora? Sei in pace con te stessa? Mi avevano avvertito di non lasciarmi incantere!" Ti urlò coi suoi meravigliosi occhi lucidi. "E' tanto affascinante quanto pericolosa, mi dicevano. Non abboccare al suo amo. Non lo lancia neanche in modo consapevole, ma resta il fatto che lo fa e se abbocchi sei finito.
Avrei dovuto dargli ascolto. IO ho abboccato completamente. Mi avevi incantato. Una malia aveva ricoperto i miei occhi. Lo sai chi vedevo in tutte quelle che mi portavo a letto? Eh lo sai piccola arrogante? Vedevo solo te nei loro volti. Ogni gentilezza che usavo loro...lo facevo per te. Avevo loro tra le mie braccia, ma vedevo te, solo te. Maledetta sirena che mi ha convinto che non avessi un lato malvagio...e invece mi sbagliava per l'enensima volta. Il tuo idealismo misto a cinismo puro. La tua innocente malizia. Ora capisco tuti i tuoi silenzi. IO credevo che fossi troppo emozonata per parlare, ma come fa ad emozionarsi un cuore di pietra? Non so neanche se batte...Non ho mai avuto il piacere di sentirlo. Ma dopotutto tu non cedi mai, non è vero? E' inconcepibile per te lasciarti andare. Sai che ti dico? La tua barriera è di amianto. Non riuscirebbe a scalfirla nulla. Stai tranquilla sei protetta. Peccato che io non abbia la tua corazza. Il mio cuore l'hai calpestato e soffocato nel petrolio. Cazzo proprio con mio fratello, eh? Perchè proprio con lui? Rispondimi!..."

Ti scosse.
Ti spintonò.
Ti baciò.
Ma tu non dicesti niente.
Continuasti a guardarlo negli occhi.
Quegli acchi che tanto avevi amato e che tanto continui ad amare, erano umanio finalmente.
Erano irati. Delusi. Feriti.
Potevi sfidarli. Potevi batterli.
Eri abituata a quei sentimenti.
Costituivano la tua corazza.
Ne riconoscevi il puzzo da miglia e miglia.

Avevi ferito per non essere uccisa.
Avevi fatto in modo che ti odiasse per non essere amata.

Dal tuo punto di vista le cose non sarebbero potute andare meglio. Avevi raggiunto il tuo obiettivo.
Avevi allontanato l'unica persona in grado di domarti, piegarti.
Ma tu avresti preferito spezzarti piuttosto che piegarti.

Paradossalmente la pensi ancora così.
Meglio spezzarsi che piegarsi, ma non se fosse lui a provarci.
Diventeresti creta nelle sue mani.
Ogni forma diventerebbe perfetta per te, a patto di poter restare con lui.

Questa però non è più possibile ed è solo colpa tua.
Hai sbagliato, ma non lo ammetti.
Lo chiamo errore di valutazione, quasi fosse solo una stupida transazione economica.

Nel profondo sai che non è così.
Piangi lacrime di sangue e ti disperi, ma non puoi tornare indietro.
Lui non ci sarebbe comunque ad aspettarti dopo quello che gli hai fatto.
E' questo pensi per confortarti.
Ma sai benissimo che hai sbagliato all'inizio.
Da quando hai deciso che i suoi occhi dovevano essere accessibili per te.
Il tuo orgolgio ti ha distrutta.
Un semplice essere umano non era abilitato a penetrare un tale mistero divino quali i suoi occhi erano.
Ma tu come al solito non hai ceduto.
Hai giocato senza badare alle regole e ne hai pagato il conto.

Anche se sei riuscita a scrutare dentro di lui per un attimo, mentre ti vomitava addosso la sua rabbia, non ti è bastato.
Ne volevi e ne vuoi ancora.
La sua anima è un mistero troppo grande per essere risolto in un battito di ciglia.
Nella durata di una sensazione.
Ti ha rapita. Ti ha incatenata.
Ma in realtà tu stessa hai fatto si che ciò accadesse.

Lui però ormai se ne è andato.
Hai fatto in modo che ti lasciasse.

Ora che Mefistofele aspetta sotto di te e ti tira giù, afferrandoti per le caviglie, pensi solo a lui.
I tuoi ricordi più felici quelli in verde, rosso e blu riguardano lui e lui soltanto.
Non ti penti di quello che hai fatto, non lo faresti mai, ma desideri qualcosa di diverso.
Anche ora che tutto sta per concludersi la tua brama non ti abbandona.
Così come il tuo amore per lui.
Almeno questo lo riconosci.
Lo hai amato con tutta te stessa , ma non hai avuto la forza di mostrarti a lui per quella che sei.
Le tue barriere le hai istruite bene.
Si sono alzate appena hanno fiutato un tuo coinvolgimento che andasse oltre il semplice interesse.

Sei sempre la solita.
Ma sono felice di dire che non lo sei stata con me.
Vedevo da come guardavi gli altri che non amavi altri che lui, anche adesso.
Ma per me provavi un affetto sconfinato.
Non so se posso chiamarlo amore.Dubito che tu attribuissi questo nome a ciò che ti legava a me.
Da parte mia c'era adorazione pura e semplice.

Non so neanche perchè ti sei lasciata avvicinare da me.
Forse devo ringraziare i miei occhi verdi. O la mia ingenuità.

Te lo ricordavo.
Lo so.
Negli ultimi giorni mi guardavi come mai avevi fatto.
Credevi che fossi lui tornato per te.

M aio non sono lui.
Non posso creare quello che tu hai distrutto.

Ti rendevo felice però.
Potevi guardare nei miei occhi liberamente ed apertamente come ti piace fare.
Con lui non l'hai mai potuto fare.
Tranne quella volta.

Non chiedi perdono per quello che hai fatto.
Non ti rammarichi.
Non vuoi un prete per confessare i tuoi peccati.
I tuoi segreti.
Hai fatto tanto per portarli nella tomba con te.
Hai fatto l'impossibile affinchè nessuno ne venisse a conoscenza.

Il tuo amore però lo hai rivelato a me.
Era troppo grande per finire nella tomba con te.
E' troppo grande.
Non è mai finito in fondo.

Quando ho finito di leggere quello che hai scritto, mi hai guardato.

Non so come lui facesse a sostenere il tuo sguardo.
A farti abbassare gli occhi addirittura.

Io non riesco a sostenere il tuo sguardo di fuoco per più di un minuto.
Ma forse è normale che sia così.
Dopotutto sei la mia eroina.

Mi hai sorriso dolce come non mai.
Mi hai richiamato alla memoria una foto che ho visto tanto tempo fa. Da bambino.
L'hai subito nascosta vedendo che ti spiavo da dietro.

Eri tu.
Come non ti avevo mai vista.
Come ti ho scorta solo adesso.

Mi hai detto di non fare errori di valutazione.
Di stare attento.
Anche adesso non chiami errore ciò che hai fatto.
Non lo faresti mai. Mamma.

Non cedi.
Lotti.
Hai già perso.
Non ti arrendi.
Mai.

Mi hai ammaliato.
Hai gettato il tuo amo anche per me.
Io ho abboccato più di tutti gli altri.

Ti ho venerata.
Ti venero.

Mi hai cresciuto. Educato.Istuito.

Il tuo senso materno non era canonico.
Anche il tuo modo d'amare d'altronde.
Ma come tutte le donne hai saputo farlo senza riserve.
Anche se una sola volta.
Anche se non me.

Lui se ne è andato.
Ma è tornato.

Ti guarda nella tua bara.
Rossa.
Hai sempre odiato il nero.

Non piange.
Non si dispera.
Sorride.

Ti sorride, mamma.
Come hai detto che faceva tempo fa.

Capisco come mai abbia conquistato il tuo cuore.
Ma ancora di più capisco come mai sia qui adesso.

Non sei una che si dimentica.
Lasci il tuo marchio.
Sul cuore.
Non vai via mai.

Ti ha raggiunto.
Non ha resistito senza te.
Non gli bastavano più i ricordi.
Voleva riaverti per sè.
Voleva la te di una volta.
Ti ha avuta.

Siete vicini ora.
Lo spero.
Lo so.

Lo hai allontanato.
Ma è tornato.
Con te.
Per te.
Per sempre.   
 

  
 




  
 

 
  
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