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Autore: Madness in me    20/09/2013    1 recensioni
“Va tutto bene, va tutto bene. Butteremo la cenere di quei quaderni in qualche secchione, più tardi. Quel mostro non può uscire da lì, Hope, quante volte ancora dovrò ripeterlo ? Lui non ti farà del male. Te l’ho promesso. Ti ho promesso che non ti avrebbe toccato, che non sarebbe mai uscito fuori da quelle pagine e così sarà."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter eight.

 

Helena POV.

Credo che in quel momento neanche un pacchetto intero di sigarette mi avrebbe calmata.
Stavamo per rivelare tutto, la verità, la sporca e schifosa verità di quel pesante macigno che ormai io e le mie due migliori amiche ci portavamo dietro da anni.
“Lo ammetto, di solito sono sempre pronta quando si tratta di fare grandi discorsi, questa volta, non riesco a comporre neanche una frase di senso compiuto neppure nella mia testa” dissi un po’ tremante, mentre osservavo Jimmy imponente davanti a me, con i suoi grandi occhi color del cielo puntati su di me. Non mi aiutava di certo facendo così, ma c’era d’aspettarselo, volevano sapere.
Mi girai giusto un attimo per controllare che Zafira stesse bene e così anche Sally.
 Continuavo a prendere boccate di fumo da quella fottuta sigaretta, ma i nervi invece di diminuire, aumentavano ogni secondo di più.
A quel punto decisi che non potevo più rimandare, ormai le carte erano state scoperte, il gioco e con esso la guerra, erano iniziati.
Colsi un’ultima volta lo sguardo di Sally, che mi spronò ad iniziare il discorso, così, feci l’ultimo tiro dalla mia sigaretta e poi mi schiarii la voce, determinata ad iniziare questo grande discorso che ci avrebbe messo a nudo a tutte e tre.
“Bene, credo di farcela. Partirò col rispondere alla domanda che fece prima Zacky e cioè, cos’era, o meglio chi era, quel tizio” sentivo tutti gli sguardi puntati su di me e ciò alimentava sempre di più la mia ansia e agitazione, ma dovevo farcela.
“Sapete, io, Zafira e Selene siamo molto simili, forse si può dire addirittura uguali sotto un punto di vista. Sapete quel’è? La solitudine. Tutte e tre siamo state sole, abbiamo provato quell’orrenda sensazione di non avere nessuno accanto, nessuno che sia disposto a qualsiasi cosa per te, dalla più piccola alla più grande. Ciò, ha incrementato il fatto che abbiamo iniziato ad isolarci da tutto il resto del mondo, ovviamente parlo prima di incontrarci. Eravamo sole e senza nessuno, per qualsiasi cosa noi eravamo i fallimenti, le buone a nulla e le fottutissime ruote di scorta. Eravamo quelle messe all’angolo, dimenticate da tutti, così andando avanti nel tempo abbiamo accumulato odio, rabbia, risentimento verso ogni essere vivente presente sulla terra, odiavamo anche noi stesse. Tutti questi orrendi sentimenti al nostro interno si sono amalgamati, compattati e hanno formato dei mostri che ci portiamo dentro da anni, da cui noi non possiamo liberarci. Non è facile per me dirvi questo, perché per farlo è come se dovessi uscire dallo scudo che ognuna di noi si è formata, come se dovessi togliermi la maschera da ragazza per bene e con una vita normale e io non so più chi sono sotto quella maschera, capite? Non lo so, e ho sempre paura di riscoprirlo, come ho paura di fare questo discorso, ma lo faccio perché so che di voi possiamo fidarci, possiamo finalmente chiedere aiuto. Siamo una famiglia e la cosa principale che si fa nelle famiglie, è aiutarsi. Sono qui per fare le veci di tutte e tre e quello che vi sto chiedendo è solo una semplice conferma. Prometteteci che quando scoprirete la verità, quando capirete chi siamo veramente, non avrete paura di noi, continuerete a guardarci con gli stessi occhi con cui ci guardavate prima, perché l’ultima cosa che vogliamo è essere abbandonate oppure, peggio, compatite. Non vogliamo la pietà di nessuno, se siamo quel che siamo, da una parte, è perché l’abbiamo voluto e ci stiamo convivendo da anni, quello che dovreste fare voi, è solo rimanerci accanto e aiutarci in tutti i modi possibili” in quel momento decisi di accedermi un’altra sigaretta, perché non sentii più i miei nervi, campanello d’allarme che preavvisa una crisi nervosa.
Presi alcune boccate di fumo e mi guardai di nuovo intorno.
Erano tutti concentrati su di me, come se lì dentro fossi stato l’oggetto più bello, prezioso e luminoso, peccato solo che non era così.
Eravamo lì per un motivo ben preciso e io dovevo completare il mio discorso, così decisi di proseguire.
“Ora vi spiego una cosa. Siamo in tre e ognuna di noi, dentro di se, ha qualcosa che sta cercando di combattere e che dovrebbe riuscire a domare. Il punto è questo, io e Sally abbiamo più controllo su questa fantomatica ‘cosa’, mentre Ira no. La sua ‘cosa’ tenta puntualmente di farla fuori, non che le nostre non lo facciano, però lo fa perché non accetta il fatto che lei stia con Zacky, la vuole tutta per se e non possiamo permettergli di farle del male. Io e Sally ci abbiamo combattuto molte volte, ma il tutto è servito solo a farlo diventare più bastardo e meschino e a fare ancora di più del male a Ira.”
“Quindi, sarebbero tipo doppie personalità quelle che avete?” venni bloccata dalla domanda che mi fece improvvisamente Mik, in modo fin troppo serio. Volsi lo sguardo verso di lui e non potei frenare un risolino isterico.
“Togli il ‘tipo’, caro Mik. Sono doppie personalità, è questo il nostro segreto. Ognuna di noi dentro di se, ha questa persona, che a volte prende il controllo del nostro corpo e vuole solo portare odio, sconforto e desolazione nelle nostre vite. Sono il frutto di tutta la nostra rabbia, tutto quello che c’è mancato, che non abbiamo ma potuto avere, tutti i maltrattamenti che abbiamo subito, loro sono l’accumulo di tutto questo. Sono il nostro odio e la nostra rabbia” presi una lunga boccata di fumo dopo quello che avevo appena detto.
Mi sentivo da una parte libera di un peso, dall’altra come se ce ne fosse un altro pronto a crearsi e posarsi, di nuovo, sulle mie spalle.
Spensi la sigaretta e sospirai profondamente.
Non sapevo come andare avanti, forse sì, ma semplicemente non volevo chiedere quello che c’era da chiedere.
“Quindi noi cosa dovremmo fare?” intervenne di nuovo Mik come se mi avesse letto nel pensiero, come se sapesse che io stavo aspettando qualcosa per andare avanti, un appiglio e la sua domanda era una gancio perfetto.
“Voi dovrete solo non aver paura. Starci accanto ora che sapete, ma senza aver paura. L’ultima cosa che vorremmo è farvi del male e sapete benissimo, quanto per me sia dura chiedere aiuto, quindi il fatto che io lo stia facendo, vi dovrebbe far capire che la situazione sta degenerando. Non riusciamo più a gestire nulla, le nostre vite ci stanno sfuggendo di mano. Aiutateci a non perderci di nuovo, a non sentirci sole, ma soprattutto non fateci sentire dei mostri. Ci sentiamo così già di nostro e non ci servite anche voi a ricordarcelo. Non è bello vivere così, sapete? Avere una continua vocina nella tua fottuta testa che ti ripete cose che hai sentito per un’intera vita. Ti fa sentire inferiore, ti fa capire che senza di lei tu non potresti vivere, non saresti niente e tu ovviamente le credi, dopo aver passato una vita in cui tutti ti ripetevano che non vali niente, tu le credi. Le credi come se dalla sua bocca uscisse oro colato e ti fai abbindolare, ti fai schiacciare, ti fai mettere di nuovo all’angolo e se provi a combattere, l’unica cosa che riceverai sarà altro dolore. Eppure a me non importa del dolore, io combatto lo stesso, come lo fa anche Sally e Ira. Noi stiamo combattendo, perché finalmente abbiamo trovato qualcosa per cui farlo, per cui andare avanti, alzarsi la mattina e dire ‘ehi sono ancora viva, ma va bene così’. Sto parlando della nostra amicizia e di voi, la nostra famiglia, ci avete ridato speranza e voglia di vivere, ma soprattutto ci avete fatto capire che i nostri demoni dobbiamo combatterli, perché voi siete un motivo per farlo, che non siamo destinate a rimanere sole, ci siete voi. Quindi quello che voglio chiedervi a nome anche delle mie amiche, volete combattere questa battaglia? Contro i nostri demoni, senza avere paura, solo uniti e motivati. Volete rimanerci accanto nonostante i mostri che siamo? Un vostro abbandono per noi sarebbe fatale. E’ solo questo quello che vi chiedo, uno schierarsi dalla parte giusta, preferibilmente che sia la nostra. Noi vogliamo combattere, ma con voi al fianco, volete esserci?” mi zittii e osservai intorno a me cosa succedeva.
Sally era con le lacrime agli occhi, di norma dopo ogni mio discorso, e così anche Ira, che si era chiusa ancora di più tra le braccia di Zacky.
Non mi restava che guardare Jimmy e Mik, ma sentivo già la pesantezza dei loro sguardi su di me.
“Siamo una famiglia, l’hai detto tu, no? Quindi è ovvio che saremo con voi, nessuno verrà lasciato indietro e neppure da solo, questa guerra si combatte, ma tutti insieme. Io sono pronto a tutto pur di vedere sui vostri volti sempre i sorrisi, quindi ci sono, eccomi” discorso breve, ma intenso, degno di Jimmy che mi scatenò una miriade di emozioni.
Non sapevo se piangere di gioia, mettermi a saltare, oppure sorridergli e basta dimostrandomi tutto il mio bene con uno sguardo.
Puntai all’ultima, dato che rispecchiava di più l’essere me.
“Ci sto anche io, è ovvio. L’ho promesso a Sally e lo dico anche a voi due, io non vi lascerò mai, ci sarò sempre, quindi ci sarò anche per questa battaglia” esalò Mik stringendo a se Sally che era seduta vicino a lui.
Decisi di lasciare un sorriso anche per lui, visto che di parole ne avevo dette fin troppe.
Mancava solo Zacky.
Mi girai verso di lui e lo vidi intendo ad accarezzare i capelli a Zafira con una mano, mentre con l’altra teneva salda tra due dita, la sua sigaretta.
Lo guardai e aspettai la sua risposta che non tardò ad arrivare.
“Se combattere significherà far stare bene Zafi, allora consideratemi il primo della fila. Voglio solo la sua felicità, come anche la vostra e ovviamente sarò al vostro fianco” fui sollevata dalla sua risposta e lo ringraziai.
Bene, quindi avevamo un esercito, avevamo una battaglia, avevamo dei nemici, l’unica cosa che mancava era la vittoria, ma ero sicura che sarebbe arrivata molto presto. 

  
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