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Autore: crumbled    20/09/2013    1 recensioni
Dermot, il presentatore, dandomi una pacca sulla schiena, mi disse che potevo andare, dopo avermi abbracciato amichevolmente.
Un passo. Due. Cinque. Mi dirigevo verso il centro del palco, accolta dall’applauso del pubblico. Il cuore mi batteva all’impazzata e lo sentivo rimbombare nelle mie orecchie, nonostante il rumore della folla.
Feci un respiro profondo prima di incrociare lo sguardo dei giudici. Louis Walsh, Cheryl Cole, Nicole Scherzinger e Simon Cowell mi osservavano.
In quel momento ero io al centro dell’attenzione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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28 luglio 2013

 
Con un movimento unico della mano, Lou finì di torturarmi le sopracciglia. Gridai, facendo sobbalzare Lydia, che stava messaggiando col telefono sul divano, nella stanza dell’albergo che avevo prenotato insieme a Lou e alla sua famiglia.
-Scusa, ma prima del concerto non ho tempo per sistemartele- si scusò Lou, chiudendo la borsetta che conteneva tutti i cosmetici.
-Sapete dov’è Cal?- mi rivolsi a loro, con uno sbadiglio. Mi ero alzata ormai da un paio di ore e avevo ancora addosso il pigiama, che era costituito solo da una leggera canotta e i boxer.
-Credo che sia uscito con Harry. Ha detto che avrebbero mangiato qualcosa fuori- rispose Lydia senza staccare gli occhi dal telefono.
-Ma lui mi aveva promesso che avrebbe mangiato qualcosa con me, non con Harry-
Lou fece spallucce, inarcando le sopracciglia.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Era da quasi due settimane che volevo uscire a mangiare qualcosa con Cal, lo trovavo molto rilassante. Stare con lui mi tranquillizzava; mi dimenticavo per un po’ di tutti i problemi, dello stress, del tour. Non che non mi piacesse essere in tuor, ma le ore disponibili che avevo per dormire o per la privacy erano poche. In quel momento avrei soltanto desiderato fare quattro chiacchiere con Cal, ma Harry mi aveva fregato il posto.
Decisi di uscire, magari Niall avrebbe avuto un po’ di tempo per me. Mi cambiai in fretta e mi truccai appena. Afferrai la borsa e informai Lydia e Lou che andavo al tour bus.
Poco prima di uscire dalla stanza, Lou mi fermò –Sam?- mi bloccai, una mano stretta attorno alla maniglia della porta -Paul, Preston e Jag vogliono parlarvi, prima del concerto, dopo il soundcheck-
-Di cosa? C’è qualche problema?-
-Syco Music. Sai, le solite cose-
Le salutai e mi affrettai a raggiungere Niall. Mi sorprendeva il fatto che volessero parlarci; l’ulitma volta che c’era stata una riunione simile, era stata a causa delle Larry shippers ed era successo un po’ di tempo prima. Louis non ne era affatto felice, perchè non avrebbe più potuto stringere la mano a Harry o stargli troppo vicino, nemmeno dargli una pacca sulla spalla, come farebbero due semplicissimi amici. Dovevo ammettere che non sempre Louis e Harry rispettavano le regole.
Il tour bus si trovava in un parcheggio abbastanza grande e riservato. Trovai Jerry e il resto delle boyguards chiacchierando accanto al bus e Zayn che stava fumando, ma non vedevo Niall.
-Zayn- lo chiamai. Il ragazzo mi dava le spalle.
Si girò lentamente e incontrò il mio sguardo –Ehi, Sam.
-Hai visto Niall?-
Indicò il bus con il pollice sinistro dietro di lui, dove si trovava il bus –Dorme ancora.
-Lo sveglio io.
-Fai pure, tanto è inutile- sbuffò.
Lo ignorai ed entrai nello stretto corridoio del bus, circondato dalle nostre ‘cucce’, come le chiamava Lux. Niall dormiva appollaiato sul letto più in basso, il suo telefono sul cuscino, accanto alla testa e le cuffiette erano ancora infilate nelle orecchie. Evidentemente si era addormentato con la musica, suo solito. Il braccio destro penzolava, inerte, fuori dal letto.
Mi inginocchiai accanto a lui. –Niall- sussurai scuotendogli una spalla. Non si mosse.
-Niall- lo chiamai con un tono più forte.
-E’ inutile, te l’avevo detto- disse una voce annoiata, alla mia destra. Mi girai e vidi che Zayn era appoggiato a un armadietto rosso, all’entrata del bus, le braccia incrociate sul petto.
-Vuoi vedere?-
Mi guardò con aria di sfida e io posai di nuovo lo sguardo su Niall. Notai una macchiolina di bava sul cuscino, accanto alla sua bocca socchiusa. Sorrisi, divertita.
Afferrai il suo telefono e, dalla playlist, scelsi una canzone a caso. Mentre Mirrors di Justin Timberlake partiva, alzai il volume al massimo. Niall si alzò di scatto sui gomiti, imprecando e facendo sbattere la testa sul letto sopra di lui. Io e Zayn scoppiammo in una fragorosa risata, mentre il biondo si massaggiava la testa.
-Siete dei bastardi- borbottò Niall.
-Io non ho fatto niente, ‘sta volta- replicò Zayn, senza smettere di sogghignare. –A proprosito, Sam. Trovata geniale-
-Te l’avevo detto- usai lo stesso tono che aveva usato lui prima.
Niall sembrava perplesso –Ma di che diavolo state parlando?- Zayn uscì dal bus, ridacchiando.
-Lascia perdere- risposi –ora cambiati che usciamo.
-Dove vuoi andare?
-A mangiare qualcosa e tu verrai con me.
-Ma è presto, hai visto che ore sono?- replicò Niall, mentre si massaggiava la testa.
-Sì, e tu no. E’ l’una passata, muoviti che ho fame.
Sbuffò e si infilò sotto le coperte. –Portati dietro Zayn, io ho ancora sonno.
-Zayn sta ancora facendo il ramadan, sai che non può mangiare- quella frase ormai suonava come una cantilena, dopo tutte le volte che gliel’avevo ripetuto.
Sentii Niall sbadigliare.
-Come ti sentiresti se ti obbligassi a non mangiare per un mese e un giorno ti portassi in un bel fast food e mangiassi un succulento hamburger davanti al tuo naso?
-Non lo so.
-Te lo dico io. Ti sentiresti offeso e, forse, umiliato.
-Può darsi- ammise lui. –Però io ti strapperei l’hamburger dalle mani e lo mangerei davanti al tuo di naso.
Alzai gli occhi al cielo –Ma non puoi, se stai facendo il...-
-Il ramadan?- Finì la mia frase. –Sbaglio o è roba da musulmani?
Aprii la bocca per parlare, ma, in quel momento, Niall riemerse dalle coperte e mi rivolse un sorriso malizioso. –Tesoro, mi dispiace informarti che sono cristiano, in caso tu non te ne sia accorta.
Sbuffai e mi accasciai sul pavimento: mi ero arresa. Niall si mise a sedere sul letto.
-Comunque mi hai fatto venire fame con questa storia del ramadan e dell’hamburger. Dov’è che si trova questo bel fast food?- chiese, imitando le mie parole.
Il mio sguardo si illuminò e, capendo che avrebbe accettato il mio invito, mi alzai, precipitandomi su di lui. Gli stampai un bacio sulla guancia –Grazie, grazie, grazie!
-Sì, certo, figurati- farfugliò, confuso.
-Il bel fast food è dietro l’angolo, lo raggiungeremo benissimo a piedi.
-La piantate di fare casino?- mormorò una voce impastata sopra la mia testa. Alzai lo sguardo, la voce proveniva dal letto dove Niall aveva sbattuto la testa. La tendina che lo nascondeva era completamente chiusa. La scostai, e i pochi raggi del sole che filtravano dal parabrezza illuminarono la faccia assonnata di Liam.
-Ma che...?- balbettó ancora.
-Andiamo a mangiare in un bel fastfood un hamburger succulento e Zayn non può venire, perchè sta facendo il ramadan- disse Niall, tutto d'un fiato. Io e Liam lo squadrammo, perplessi, e lui scrollò le spalle. Si stava infilando i pantaloni. -Altrimenti si sentirebbe offeso e, forse, umiliato- concluse, facendomi il verso.
Rivolsi la mia attenzione a Liam, che aveva chiuso di nuovo la tenda. La scostai un'altra volta. -Vieni anche tu?- chiesi.
-Dammi solo cinque minuti.
Quando mi girai, Niall aveva già finito di cambiarsi; si stava sistemando i capelli, davanti uno specchio. Notai che in mano aveva gli occhiali da sole. Stava per metterli, ma io fui piú veloce di lui: glieli strappai dalle mani e mi affrettai ad uscire dal bus, mentre li indossavo.
Il fast food che avevo adocchiato si chiamava 'Taco Bell' e, fortunatamente, non era tanto affollato.
-Ma non si chiamava ‘Il Bel Fast Food’?- chiese Niall, osservando l’insegna del ristorante. Alzai gli occhi al cielo ed entrai.
Ci sedemmo in un tavolo all'angolo del locale, tanto per non dare troppo nell'occhio, ma qualcuno cominciava già a notarci. Ordinammo una porzione di nachos da mangiare insieme, che arrivò subito: erano deliziosi.
-Di cosa dovranno parlarci?- chiese Niall, all’improvviso.
-Parlarci? Chi?- Liam sembrava confuso.
-Non ti hanno detto che dobbiamo riunirci oggi?
-No. E quando?- continuò Liam.
-Dopo il soundcheck.
-Comunque,- aggiunsi –non so bene di cosa devono parlarci.
-Beh- disse Liam –l’ultima volta che abbiamo fatto una riunione simile, non è andata a finire tanto bene.
Mi ricordai del viso sconvolto di Louis e Harry sembrava quasi offeso. Nessuno di noi aprì bocca, finchè Louis uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
-Spero che non sia ancora per quella roba delle Larry shippers, non...- m’interruppi vedendo Niall fissare qualcosa dietro di me, alle mie spalle. Io e Liam ci girammo nello stesso momento e notammo immediatamente la folla che, man mano, stava aumentando, fuori dal locale. Riuscivo a vedere ragazze che ridevano e gridavano i nostri nomi, tutte avevano il cellullare rivolto verso di noi.
-Merda- imprecai e mi girai, incorciando lo sguardo di Niall. Il suo volto sembrava tranquillo, ma nei suoi occhi trapelava della rabbia.
-Sam,- disse con la voce ferma –come diavolo ti è venuto in mente di venire qui senza Paul o Jerry o Al?
-Dovevo pensarci proprio io?- ero piuttosto infastidita.
-Be’, l’idea di venire a mangiare qui è stata tua.
-Ma io te l’ho solo proposto, non eri obbligato a venire- poggiai il nacho che stavo per mangiare nel piatto.
-Ragazzi smettetela- ci fermò Liam. –Ora dobbiamo vedere se c’è un’altra uscita. Tipo quella per gli addetti.
-Ma possiamo uscire anche da...- iniziai.
-Dall’uscita principale?- Niall terminò la mia frase. –Non credi che ci sia un po’ troppa gente?- il suo sguardo non era cambiato. Mi girai ad osservare la folla. Quando riportai la mia attenzione sui ragazzi, Liam si era alzato e stava avanzando verso il bancone da bar. Io e Niall lo osservammo mentre chiedeva qualcosa al barista. Ritornò dopo poco.
-Mi hanno detto che c’è un’altra uscita, accanto ai bagni- disse Liam tutto d’un fiato. –Andiamo?
Mentre uscivamo dall’uscita posteriore del locale, Niall mi lanciò un’occhiataccia. –Per colpa tua non sono riuscito a finire di mangiare.
-Sta’ zitto.
-Anzi, a dir la verità, non ho nemmeno iniziato.
-Oh, Niall- disse Liam con un tono insofferente –Non fare il bambino, non è colpa sua se sono troppo famoso e bello da attirare tutte quelle ragazze.
-Proprio.
Quando tornammo al bus, mi accorsi che Lou e gli altri avevano lasciato l’hotel ed erano venuti al parcheggio. Probabilmente, ci stavano aspettando per andare all’arena. Ci avvicinammo e mi accorsi che, accanto a Louis, c’era Eleanor. La sera prima, quando era arrivata, non l’avevo salutata, perchè era già scappata in hotel con Louis. Corsi ad abbraciarla e la salutai. Poi mi avvicinai ad Harry e, senza degnarlo di uno sguardo o una parola, afferrai la bimba dalle sue braccia e inziai farle il solletico.
-Ma di chi è questa bella bimba? Di chi è?- esclamai con un tono di voce che usavo solo con lei. –E’ mia, solo mia!
Lux ridacchiò, dimenandosi tra le mie braccia.
-No- borbottò Harry –Lei è mia.
Lo ignorai completamente, girandomi dalla parte opposta, dandogli le spalle. Ero arrabbiato con lui e con Cal, che mi aveva promesso di mangiare qualcosa con me. Harry faceva il furbo e mi fregava sempre il posto, perciò non riuscivo mai a fare quattro chiacchiere con lui.
Il ragazzo riccio entrò di nuovo nel mio campo visivo. –Buongiorno, Sam.
Distolsi lo sguardo e ricomionciai a fare le coccole a Lux.
-Sam?
Gli lanciai un’occhiata impaziente –Cosa c’è?- Sapevo di essere antipatica, usando quel tono, ma ero solo stanca dello sfacciato comportamento di Harry, soprattutto nei miei confronti.
-Ti ho solo salutata- alzò le mani, innocente.
-Ah. Ciao- dissi, fredda.
In quel momento arrivò Lou, le mani tese verso la figlia. –Grazie, Sam- sorrise –E’ l’ora del bagnetto, per Lux. Poi si parte- disse la giovane donna, portando Lux dentro il bus, lasciandomi sola con Harry.
-Cos’è successo? C’è qualcosa che non va?
-Non c’è niente che non va.
-Si parte!- gridò Al, sventolando le braccia in aria. Salii sul bus, insieme a tutti gli altri, e mi sedetti sul divanetto rosso. Harry fece lo stesso e con un ginocchio colpì il mio –Non mentirmi.
-Sì, Sam, non mentirgli. Digli come mi hai rovinato il pranzo- disse Niall, fingendosi arrabbiato.
Ridacchiai nervosa, afferrai il cuscino e lo lanciai contro di lui.
-Sam- continuò Harry, incrociai il suo sguardo –Cos’è successo?
-Niente, è solo che...
Lui alzò le sopracciglia –Cosa?
-Tutte le volte che vorrei uscire con Cal a fare quattro chiacchiere, ci sei sempre di mezzo tu.
Sembrava sorpreso –Ehi, così mi offendi.
-No, non voglio offenderti, ma...
Harry appoggiò le gambe sopra le mie, stendendole. Poi incrociò le dita dietro la sua testa e mi sorrise. –Sei comoda.
-Harry, ti puzzano i piedi- esclamò una voce, al mio fianco, facendo provocare la risata di Niall e Louis. Mi girai e mi accorsi che Gemma sedeva vicino a me.
-Grazie- rispose il ragazzo. Poi mi rivolse di nuovo l’attenzione. –Visto che vuoi fare quattro chiacchiere con Cal, perchè non domani? Abbiamo la giornata libera. Nessun concerto.
In effetti, non era una cattiva idea. Avrei potuto benissimo passare il pomeriggio seguente con Cal.
-Non credo- s’impicciò Niall. Continuavo a guardare Harry e lui non distoglieva lo sguardo. -Domani, quando arriveremo a San Jose, devi andare a prendere Jamie all’areoporto.
Me n’ero quasi dimenticata: il giorno seguente Jamie e io avremmo passato del tempo insieme, quindi non sarei potuta uscire con Cal.
-Non mi dire che l’hai dimenticato- disse Zayn, come per dire ‘Allora devi proprio essere stupida’.
-No, no- balbettai.
Vidi Harry inarcare un sopracciglio e sorridere maliziosamente –Invece sì. La nostra Sam era troppo impegnata per pensare al suo caro ragazzo.
-Non dire così. E’ ovvio che non l’ho dimenticato e...-
-Io glielo dirò!- esclamò Harry, con aria di sfida –Gli dirò che pensavi a me, invece di pensare a lui- scherzò.
-Ma cosa dici?- intervenne Niall –E’ da tre anni che Sammy non la smette di pensare a me.
-Ti piacerebbe- replicò Harry mostrandogli la ligua.
-Ti piacerebbe- ripetè la piccola Lux, avvicinandosi a noi.
-Vieni qua, birichina- mormorai, mentre la facevo sedere sulle gambe di Harry, davanti a me. Aveva i capelli i umidi e indossava una magliettina rosa e bianca. –Sei così bella che ti mangerei.- Le diedi un leggero morso, stando attenta a non farle del male.
Quando alzai lo sguardo, il cellullare di Harry era rivolto verso di me. Mi ci vollero un paio di secondi per capire che mi stava filmando. –Smettila di filmarmi, idiota- esclamai, ridendo e dandogli un leggero pugno sulla spalla.
-Vine- sussurrò Harry, quando ebbe finito.
Zayn si divertiva -Ma che novità.
 
 
Battevo ripetutamente il piede sulla piccola scrivania di fronte a me, segno del mio nervosismo. Non per il concerto e neanche per il fatto che il giorno dopo avrei rivisto Jamie, no. Il soundcheck era finito e l’arena cominciava a riempirsi. Ero nervosa perchè nessuno di noi sapeva cosa voleva comunicarci la Syco. I ragazzi chiacchieravano del più e del meno attorno a me, ma non seguivo i loro discorsi: ero persa nei miei pensieri.
Louis, di fianco a me, mi bloccò all’improvviso la gamba, per impedermi di battere di nuovo il piede contro la scrivania –Sam, smettila. E’ fastidioso.
Lou sembrava nervoso quasi quanto me, glielo leggevo negli occhi. Immaginai che fosse agitato perchè, forse, pensava che dovessero parlarci di lui ed Harry.
Sbuffai, esausta, e mi allungai a guardare l’orario sul cellullare che Zayn teneva in mano, alla mia destra. –Sono passati ormai quindici minuti, quanto ci mettono ad arrivare?
-Si saranno persi- bofonchiò Zayn, senza alzare lo sguardo e, in quel momento, la porta si spalancò e Preston, Paul e Jag fecero irruzione nella stanza.
I tre uomini evitarono di arrivare dritti al punto e cominciarono a scherzare e chiacchierare, cercando in qualche modo di tranquillizzarci. Louis, però, sembrava essersi stancato di queste chiacchiere inutili e interruppe Preston nel bel mezzo di una frase con un movimento veloce della mano –Scusate, ma... di cosa volevate parlarci? Qual’è il problema? E’ ancora per la storia della bromance?
-No, Louis. Tu non c’entri niente- lo rassicurò Paul, raddrizzandosi sulla sedia.
Louis non parlò di nuovo, ma notai, con la coda dell’occhio, che le sue spalle si rilassarono.
-Perchè, io sì?- chiese Harry, all’improvviso interessato –Io c’entro qualcosa?
-Sì, è esatto- confermò Jag.
-Oh, andiamo!- esclamò Harry, alterato. –Non credo di essermi comportato in modo sbagliato, in questo periodo. Non sono stato scortese con le fan e ho cercato di mantenere la ‘dovuta distanza’ con Louis. E credo di avere dei testimoni, qui- concluse con un gesto della mano, indicandoci.
Nessuno di noi ragazzi aprì bocca.
-Harry- il tono di voce di Paul era fermo –Non arrabbiarti, non c’entri solo tu in questa faccenda. Il direttore della Syco ci ha chiesto di parlarvi, perchè c’è una nuova coppia, tra voi, che le fan, da qualche mese, stanno cominciando ad incitare.
-Siamo io e Zayn, non è vero?- disse Liam, provocando la sonora risata di Niall.
-No. Si tratta di Sam e di Harry.
Il mio cuore perse un battito e i nostri sguardi si posarono in contemporanea su Paul.
-Cosa?!- Harry aveva un’espressione incredula sul volto.
-E’ impossibile- balbettai. –Voglio dire, come... com’è successo? Io non... io ed Harry non...-
-Non stiamo insieme- Harry terminò la mia frase.
-Questo lo sappiamo- esclamò Niall, come se fosse una cosa ovvia. E lo era.
-Harry. Sam. Anche se non state insieme, non vuol dire che le fan lo pensino davvero- Paul continuava a tenere un tono di voce calmo. –Molte di voi sperano e credono che tra voi ci sia qualcosa.
-Sì, infatti- ammise Harry –Siamo amici.
-Non essere stupido, Harry. Lo puoi capire meglio di noi- disse Preston –Le fan credono in qualcosa di intimo, tra voi due.
-Non tutte le fan, ovviamente- aggiunse Jag.
-Guardate qui- Paul ci allungò il suo tablet, da sopra la scrivania. Ci fece vedere molte foto e fotomontaggi e disegni che raffiguravano me e Harry, stretti in un abbraccio amorevole, uniti in un bacio passionale. –Ci sono anche molti video. Insomma, le directioners hanno cominciato a pensarlo perchè, dalle foto, si vede che passate molto tempo insieme.
-Ma non è vero!- sbottò Harry –Sono tutte bugie!
-E torniamo al punto di partenza- sbuffò Jag –Anche se diceste alle fan che voi non avete nessun tipo di relazione, loro non vi crederebbero mai. Sono testarde.
Ci fu un breve momento di silenzio imbarazzante che mi sembrò interminabile.
-Quindi?- sussurrai, spezzando quel fastidioso silenzio. I ragazzi puntarono lo sguardo su di me.
-Quindi,- rispose Paul –il direttore della Syco vi obbliga a mantenere una discreta distanza l’uno dall’altra, in pubblico. Mi dispiace.-
Era tutto ciò che temevo.
-Non è vero, non posso crederci- bofonchiava Harry.
-Tutto... tutto questo è ridicolo. Voglio dire, io ed Harry non stiamo insieme, non potremmo mai stare insieme. Io ho un ragazzo, Jamie è il mio ragazzo. Come diavolo potrei avere una relazione con Harry?
Evidentemente, dovevo avere un espressione disgustata sul volto, perchè otto paia di occhi mi guardavano in un misto di sorpresa e perplessità.
Per un momento, Harry mi sembrò offeso, ma la sua espressione cambiò subito. Nei suoi occhi trapelava rabbia e mi sorpresi, perchè non mi aveva mai guardata in quel modo. –Ma certo!- esclamò con una smorfia –Samantha ha un ragazzo. Jamie Campbell Bower è il suo ragazzo. E’ uno strafigo, biondo e simpatico ragazzo londinese- sputò lui. Aveva usato le stesse parole che usai io la prima volta che parlai di Jamie ad Harry, esattamente sei mesi prima, quando cominciavamo a fare sul serio. Mi sorpresi che se le ricordasse ancora. Avevo descritto Jamie esattamente così.
Calò di nuovo silenzio nella stanza ed io non sapevo cosa dire; come scusarmi con Harry?
Fu proprio lui a rompere il silenzio, dicendo –E’ tutto chiaro: d’ora in poi, distanza.
Uscì dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. In quell’esatto momento, i ragazzi, che non avevano spiccicato parola per tutto il tempo, iniziarono a prendersela con la Syco, imprecando e discutendo. Io ascoltavo, seduta in silenzio, ma era come se non lo facessi davvero. Continuavo a pensare a come Harry poco prima mi aveva guardata e a come aveva pronunciato il mio nome con tanto disprezzo. Non mi chiamava mai Samantha, nessuno mi chiamava così. L’unica persona che lo faceva era mia madre, quando combinavo qualche guaio e lei mi rimproverava.
-Stiamo scherzando? Prima con Louis e adesso con Sam?
-Non si può andare avanti così, questa fottutissima Syco ci sta dividendo.
-Già, arriveremo al punto di dover mantenere almeno dieci metri di distanza l’uno dall’altro.
-Perchè non la molliamo? La Syco, intendo.
-Certo, così daremo fine al Take me Home, al Where we are tour, ai One Direction. Daremo fine a tutto. Niall, abbiamo fatto un contratto di due milioni di sterline con la Syco. Se li fermiamo, fermiamo anche noi stessi.
-Syco di merda. Ora non possiamo neanche avere una vita privata decente.
-Cosa diavolo glie ne frega a loro della nostra situazione sentimentale?
Paul e gli altri cercavano inutilmente di far capire ai ragazzi ciò che neanche io riuscivo a comprendere. Mi alzai dalla sedia e uscii dalla stanza per cercare Harry; non potevo reggere un’altra sola parola di quella confusa discussione.
Lo trovai davanti alle macchinette del lungo corridoio che divideva lo stage dalla stanza dove gli altri ancora discutevano, intento a prendere una bibita. Mi fermai a pochi metri da lui.
Lui sferrò un pugno violento alla macchinetta, imprecando. Sussultai e vidi le sue spalle irriggidirsi. Si girò nello stesso momento in cui stavo per andarmene e mi chiamò –Sam.
-Harry, senti. Mi dispiace, non avrei dovuto...-
-Lascia stare- m’interruppe, con un movimento pigro della mano –Era la verità.
Vedendo la mia espressione perplessa, riprese a parlare, dopo un breve silenzio –Non potremmo mai stare insieme, avevi ragione. Sei come una sorella.
-Harry, io non...
Non riuscii a finire la frase, perchè in quel momento, dietro di me, spuntò Liam che andò in contro ad Harry. Prima di raggiungerlo, però, mi lanciò uno sguardo rassicurante e mimò con le labbra qualcosa, tipo ‘Ci parlo io’. E si allontanarono nel lungo corridoio.
Mi appoggiai con la schiena al muro, sbuffando. Sentii dei passi alla mia sinistra e vidi Niall che camminava, dirigendosi dove Liam ed Harry erano spariti. Teneva il dito indice puntato su di me, uno sguardo truce.
-Sono ancora incazzato con te. Per il pranzo.
E avanzò in silenzio. Sbuffai, per la seconda volta e notai che Louis lo stava seguendo. Mi osservava.
-Spero che almeno tu non sia arrabbiato con me, ti prego- esclamai.
Lui sembrava confuso –No, non credo. Ce l’hanno tutti con te, eh?
Scrollai le spalle –Dove state andando? Cosa c’è di tanto interessante, di là?- indicai col mento l’altra parte del corridoio. Le mie mani, dietro la schiena, erano premute contro la fredda parete del corridoio.
-Bo’. Io seguo Niall- poi proseguì anche lui.
Girai la testa a sinistra, un’altra volta, aspettandomi di veder uscire Zayn dalla stanza delle riunioni e andare nel Misterioso Posto in cui si stavano dirigendo gli altri. Lui uscì, ma non svoltò a destra, verso di me. Si girò dall’altra parte, senza nemmeno esseresi accorto della mia silenziosa presenza. E decisi di seguirlo, tanto per avere qualcosa da fare. Mentre camminavo, lanciai un’occhiata all’ora sul telefono:  19:27. Mancava circa mezz’ora al concerto. Vidi Zayn spingere una delle tante porte e, dopo poco, entrai anch’io. La porta si affacciava su un ampio terrazzo e il ‘panorama’ non era granchè. Zayn era davanti alla ringhiera e stava accendendo una sigaretta: mi dava le spalle. Gli andai in contro e lo affiancai, appoggiando i gomiti sulla ringhiera.
-Come va?- disse lui.
Feci spallucce –Non c’è male.
-Sai cosa intendo.
-Senti- cominciai –tra me de Harry non c’è mai stato niente e non credo che sia possibile.
-Ah, non lo metto in dubbio. Non potrai stare troppo vicino ad un amico per la maggior parte del tempo, quindi, intendevo dire: come ti senti? per questo motivo.
-Oh- fu solo quello che riuscii a dire.
-Oh?
-So di non essere stata tanto carina, nei confronti di Harry.- Lo guardai e studiai il suo viso, cercando di afferrare un’affermazione, un qualcosa che mi facesse capire a che cosa stesse pensando.
Ma la sua espressione era sempre la stessa. Portò la sigaretta alle labbra e fece un lungo tiro. –Forse, ma dico forse, sei stata un tantino cattiva.- Nel tono della sua voce, riuscii a percepire divertimento e il suo sguardo non lo negava, però capivo che era sincero. Lo era sempre stato, come gli altri, con me.
-Forse dovrei parlarci...
-Credo che Liam ci abbia pensato per primo, ma puoi sempre farlo dopo.
-Certo, dopo il concerto. Sempre se ne avrà voglia.
Cominciai a studiare di nuovo il profilo di Zayn: mi era sempre piaciuto vederlo fumare. Mi era sempre piaciuto vedere le persone in generale fumare e non me n’ero mai spiegata il motivo. Il ragazzo portò per l’ennesima volta la sigaretta alle labbra e tirò ancora. Poi aprì la bocca e cominciò a fare nuvolette di fumo a forma di anelli che viaggiavano per poco e finivano per fondersi nell’aria.
-Come fai?- chiesi, indicando una nuvoletta che si stava dissolvendo.
Lui ridacchiò –E’ solo pratica. Chiunque riuscirebbe a farlo.
-Posso...?
-Credi che Jamie te lo lascerebbe fare?
-Anche Jamie fuma- replicai –E poi non c’è bisogno che lui mi dica cosa fare. Questo è il mio corpo.
Lui mi fissava, incuriosito. –Vuoi?- avvicinò la sigaretta a me. Annuii piano e la afferrai come lui faceva di solito.
-Come si fa?
Lui rise –Devi tirare, come se stessi bevendo da una cannuccia. E poi mandi giù, come se stessi facendo...
-Ehi! Ehi!- lo interruppi immediatamente -Attento a quello che dici, Malik!
Ci guardammo per un breve istante e scoppiammo a ridere quasi contemporaneamente.
-Guarda che la sigaretta sta per finire- mi avvisò.
-Okay. Ora farò il primo tiro della mia vita!
E feci ciò che mi aveva detto. Mi sfuggirono due colpi di tosse e la testa cominciò a girarmi.
-Forse hai tirato un po’ troppo. Devi provare, ma più piano. Solo un breve tiro.
Provai di nuovo e mandai giù lentamente. Non tossii più, ma la testa girava più di prima. –Credo che sto per morire, Zayn.
-No, ti prego. Il concerto sta per iniziare e dovremmo rimborsare circa tremila ragazze solo perchè non ti hanno vista.
Mi stesi per terra, cercando di placare il giramento di testa e lui rise più forte di prima.
-Stai dicendo che t’interessano solo i soldi? Che faresti a meno delle directioners e di Sam Mason? Mi hai tradito, non osare rivolgermi più la parola.
Le sue risate non cessavano e questo mi divertiva e cominciai a ridere anch’io. In quel momento la porta si aprì e Louis si avvicinò a me, stesa per terra. Ridacchiavo ancora. Afferrò la sigaretta dalle mie dita e la osservò. –Il tuo primo tiro, Sammy?
-E’ stato piuttosto strano, sì.
Lou fece un tiro e Zayn gli lanciò un’occhiataccia –Quella, teoricamente, era la mia sigaretta.
-Era la tua sigaretta. E poi, solo teoricamente. Poi è diventata di Sam ed ora è mia.
Fece un altro tiro, poi, una volta finita, la buttò a terra.
-Io mi vado a cambiare.- fece per andarsene, ma Louis lo fermò, fregandogli dalla tasca un’altra sigaretta. Solo dopo avergli lanciato un’altra occhiataccia, Zayn se ne andò, lasciandoci soli.
Mi tirai su e tornai alla posizione di prima, i gomiti appoggiati alla ringhiera. Louis fece lo stesso, affiancandomi.
-Com’è?
-Cosa?- chiese lui, buttando fuori dalla bocca del fumo –Fumare?
-No- feci io –Intendo, non poter stare vicino ad un tuo caro amico per la maggior parte del tempo- avevo usato le stesse parole di Zayn.
Ci fu un momento di silenzio, che sembrò non finire mai.
Dopo aver fatto altri due tiri, parlò –Fa male, un po’. Perchè lui è come un fratello per me. Come te: è come se tu fossi mia sorella. Provo la stessa cosa per tutti voi: siamo una grande famiglia. Poi però ti ci abituerai. A mantenere le distanze da Harry, intendo. E’ un po’ difficile, all’inizio, però. Mi ricordo che a me veniva quasi da piangere.
-Spero che non sia lo stesso anche per me.
-Lo pensi adesso, Sam. Ma quando vi capiterà di essere vicini, davanti alle telecamere, sarà instintivo darsi una pacca sulla spalla, scambiarsi sorrisi complici. Anche solo scherzare sarà vietato, in pubblico.
-Ma voi non le avete rispettate sempre, tutte queste regole.
-Lo sai anche tu- disse, buttando via la sigaretta –Dopo un po’, ci siamo tutti rotti i coglioni di questa storia. Persino Paul e gli altri, lo sai.
Detto questo, mi diede una pacca sulla spalla e,andandosene via, disse: –Buona fortuna, Sam.




 
   
 
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