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Autore: ShanHoward    20/09/2013    1 recensioni
…e l’unica cosa che riuscii a dirle fu “mi raccomando se mai incontrassi i Muse…pensami”
“tranquilla, sarai la prima a saperlo” mi rispose sorridendo…ormai rassegnata alla mia ossessione per loro.
Come potevo immaginare che quel giorno sarebbe stato più vicino di quanto pensassi???
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un altro capitolo...spero che questa storia non vi stia annoiando...Buona lettura e lasciate qualche commentino =( 

 

Black Holes and Revelations

 

Il mattino seguente, tutti erano ultra silenziosi: Spencer  fece colazione e si preparò per raggiungere al più presto possibile Hailey, Matt si diresse in cucina a preparare il solito thè sospirando di tanto in tanto e scrollando il capo, Dom stava mandando sull’orlo della disperazione tutti coloro con cui veniva in contatto, io invece ero nella mia stanza, che decidevo cosa fare, sforzandomi di mantenere un tono calmo in modo da non fare sceneggiate di alcun genere.


Con molta calma mi alzai e scesi al piano di sotto, sperando di non vedere Dom.
Per fortuna trovai solo Matt, che stava armeggiando inaspettatamente con i  fornelli. Scesi lentamente le scale lanciando occhiate a destra e a manca, e preparandomi psicologicamente per la paternale o il “momento confidenze”, che sicuramente Matt mi avrebbe sottoposto.
Alzò lo sguardo nel momento in cui stavo prendendo la via della porta, ed esclamò.


“Dove credi di andare?”
“Da Chris…o meglio da Buster” risposi
“Prima mangia qualcosa” … “e non è un consiglio” mi disse
“Non ho fame, Matt”
“Senti, non voglio che vai in giro senza aver mangiato nulla”





“Dai, ho fatto i croissant!!” disse con gli occhi da cucciolo smarrito
“Ok, ok. Ma solo perchè sei tu” sorrisi


Presi al volo un croissant, e mi sedetti sulla penisola, mentre mi sorrideva soddisfatto della sua vittoria. Prese un croissant anche lui e si avvicinò cauto…


“Allora? Vuoi spiegarmi cosa succede?”
“Dovresti chiederlo a lui, Matt”
“No, lo chiedo a te. Abbiamo visto Ethan che andava via, ieri sera”
“Ah, si. Probabilmente io dormivo” risposi
“Lo sai che Dom è venuto a cercarti, vero?”
“No, non lo so. E comunque mi sono barricata in camera”
“Lo so. Me lo ha detto quando è sceso qui”





“Devo andare ora” dissi scendendo
“Ok, ok. Non ti chiederò nulla, ma stai attenta” disse abbracciandomi
“Va bene” risposi.


Dopodiché uscii di casa e mi incamminai verso quella che era la mia meta.

Nel frattempo, in casa, Dom si svegliò e fece una doccia prima di tentare nuovamente ad entrare in camera mia. Uscito dalla stanza, accennò un leggero sorriso quando vide la porta appena dischiusa. Matt dal piano di sotto, aveva già capito le sue intenzioni…


“Non la troverai Dom” urlò per farsi sentire
“La porta è socchiusa” rispose lui
“E’ andata via, Dom” disse dispiaciuto


Testardo, Dom aprì la porta trovando il letto rifatto e tutte le mie cose in ordine. Scese così al piano inferiore, pieno di interrogativi e rimpianti riguardo la sera precedente. Non aveva chiuso occhio per quasi tutta la notte, nonostante il mal di testa atroce per la sbronza.

Aveva pensato ininterrottamente a tutto: alle cena, alla premiazione, al suo comportamento descrittogli da tutti gli altri, a me e sopra ogni cosa a quella macchina che lo aveva lasciato completamente spiazzato e senza parole. Non che ce ne fossero, ma era rimasto veramente spaesato.


Scendendo le scale incrociò lo sguardo di Matt che gli riempiva un bicchiere di spremuta d’arancia e gli porgeva un croissant su un piatto. Dom si sedette sullo sgabello della penisola e guardò il suo migliore amico che con gli occhi lo stava implorando di non fargli alcuna domanda riguardo me. Ma non fu così…


“E’ andata via allora?” chiese rompendo il silenzio
“Si, mi dispiace. È uscita mezzora fa” rispose Matt
“E per puro caso ti ha detto dove era diretta?” chiese speranzoso
“Da Chris, è ovvio” rispose Matt bevendo il suo thè.


Per tutta risposta Dom batté il pugno sulla penisola e corse a prendere le chiavi della macchina ed il giacchetto di pelle, con il fumo che gli usciva dalle orecchie. Scalpitava a più non posso sotto lo sguardo enigmatico di Matt.


“Dom…”
“Sta zitto! Dove cazzo è quel dannato giacchetto?” urlò
“Dom, calmati!”
“Non mi calmo” … “dove cavolo è?”
“Sul divano” rispose Matt “mi dici perchè fai così?” chiese poco dopo
“Faccio così perchè ti ha detto che andava da Chris”
“E allora? Dov’è il problema?” chiese ancora più confuso
“Il problema è che oggi, non deve affatto lavorare!!!” tuonò in risposta.


Matt sgranò gli occhi, intuendo finalmente quale era il pensiero di Dom.


“Vengo con te” disse correndo a mettersi la prima cosa che gli capitasse.


Scese qualche minuto dopo, armato di quella pazienza che serviva ad entrambi.
Girarono per Londra fino a raggiungere casa di Ethan, mentalmente preparati a qualunque cosa fosse potuta accadere. Bussarono fino allo sfinimento, finché lui non aprì la porta.


“Dove cavolo è?” chiese Dom
“Chi?” rispose lui ancora assonnato
“Lo sai benissimo chi, non giocare con me” ribatté
“Ooooh, intendi miss abito rosso! Non ne ho idea”
“Fammi entrare”
“Non se ne parla”


Non attese nemmeno la risposta di Ethan, che lo aveva già spostato di lato oltrepassandolo. Lui si risistemò e lo lascio fare, mentre frugava e sbirciava in ogni angolo di quella casa: in cucina, in salotto, in camera da letto, in bagno…

Era un vulcano inarrestabile nel vero senso della parola. Cercava in ogni dove, infuriandosi sempre di più quando non trovava nulla. E la cosa peggiore era che, sotto sotto Dom pensava che Ethan sapesse la verità.


“Trovato quello che cercavi?” chiese gentilmente
“No, ma qualcosa mi dice che tu lo sai” rispose
“Non so nulla, se fosse qui l’avresti già trovata che dici?”
“Ha ragione, Dom andiamo” disse Matt poggiando una mano sulla spalla di Dom
“OK. OK. Ma non finisce qui” lo avvertì.


Tornarono in auto, dopo aver ormai buttato all’aria metà mattinata, che sarebbe potuta essere stata utilizzata combinando altro. Si resero conto che Londra non era poi un posto così piccolo come sostenevano alcune persone, soprattutto se avevi una gran fretta di trovare qualcosa, o nel loro caso qualcuno.

Tentarono anche nell’appartamento di Matt e a casa di Chris e fecero un buco nell’acqua in entrambe le situazioni. Chris, dopo aver ascoltato tutta la storia, non fece che confermare la versione di Dom, dicendo a Matt che quel giorno non avrei dovuto lavorare. A malincuore disse loro che non avrebbe potuto aiutarli perchè aveva già promesso ai suoi figli che sarebbero andati al parco divertimenti “Alton Towers” .

Matt e Dom lo ringraziarono comunque del pensiero e gli promisero che lo avrebbero tenuto aggiornato per ogni cosa.


Come al solito il tempo, nel primo pomeriggio, stava tornando ad essere un vero schifo. Il cielo era ricoperto di fitti nuvoloni di un grigio scuro, soffiava un vento leggero. Quel genere di vento che può darti una piacevole sensazione, ma nello stesso tempo può provocarti dei brividi leggeri e fastidiosi portandoti inevitabilmente ad ammalarti.
Proprio nel mezzo di questo clima, Matt e Dom discutevano all’interno dell’ abitacolo della Mini Cooper.


“Non è da nessuna parte”
“Dom, stai calmo”
“No che non sto calmo, l’ultima volta che è sparita è tornata a casa a pezzi” tuonò Dom
“Lo so, lo so. Ma la troveremo vedrai!”
“Già. Vorrei proprio sapere quando. Sono ore che la cerchiamo”
“Magari è a casa, chi lo sa…”
“E se così non fosse? Ho provato a chiamarla ma nulla” disse arrendendosi
“Vorrà i suoi spazi, e dopotutto devi ammettere che è comprensibile…”
“Si, hai ragione. Ma non so che cosa fare. Lo sai benissimo che nella mia vita non sono mai esistite storie, relazioni o scene di questo genere”
“Lo so Dom, e ti capisco. Ci sono passato anche io. Ma vedrai che riuscirai a sistemare tutto”
“Lo spero fortemente, lo so che su quanto ho combinato ieri sera, non avete una buona opinione di me al momento, ma non sopporterei di essere odiato anche da lei…soprattutto da lei” disse posteggiando nei pressi di Hyde Park.
“Devi solo aspettare” proruppe Matt
“E se non volesse tornare? Se decidesse di andarsene, o di non rivolgermi più la parola? Se non volesse avere più niente a che fare con noi? È una situazione…Dio, non saprei come definirla. Non trovo la parola adatta…”
“L’ho trovata!!”
“Dimmi pure, allora”
“No, Dom” … “l’ho trovata” disse Matt indicando un punto lontano.


Dom si riscosse seguendo il dito di Matt. Stava per scendere dall’auto, quando Matt lo convinse che forse se ci fosse andato lui, io avrei avuto un po’ più di tolleranza, data la situazione. Dom annuì con la testa constatando che infondo Matt non aveva tutti i torti, così lo lasciò andare…





Il vento soffiava, il cielo continuava ad oscurarsi a poco a poco, la superficie del lago davanti a me si increspava di tanto in tanto, gli alberi perdevano figlie rosse e arancioni in maniera costante, le persone tornavano a casa con la loro prole al seguito, i tuoni in lontananza, le luci della città che lentamente prendevano vita…

Ed io ero lì, sola su quella panchina, ignara delle ore che erano trascorse da quando ero uscita di casa, lasciando tutto e tutti, e decidendo di andarmene in qualche luogo dove avrei potuto stare sola con la mia musica. Non so nemmeno come feci ad arrivare lì, né per quanto tempo vi fossi rimasta. Sapevo solo di voler evadere per qualche ora; e ovviamente credevo che Matt ormai avesse intuito che non ero da Chris.
Mentre una pioggia leggera invadeva l’aria trasmettendo il profumo di bagnato ovunque, una mano tolse la mia cuffia destra, e la figura di Matt si accomodò al mio fianco con un piccolo ombrello.


“Hai intenzione di tornare a casa prima o poi?” chiese
“Ciao Matt…veramente non lo so” risposi
“Perché mi hai mentito?” chiese dopo qualche minuto
“Non volevo essere trovata”.


Sospirò leggermente, intuendo che se gli avessi detto la verità, lui non sarebbe riuscito a tenerla nascosta a Dom.


“Come mi hai trovata?” chiesi con gli occhi bassi
“Dom sapeva che non saresti dovuta andare da Chris” ammise
“Bene. Qualcosa ogni tanto la ricorda!!!” dissi sarcastica.


Sorrise dolcemente.


“Allora, torniamo a casa?”
“Va bene” risposi
“Lui è in macchina…”.


Mi voltai lentamente prima di individuare la sua macchina parcheggiata, con lui all’interno.


“Devo proprio?” mugolai
“E’ stato lui a volerti cercare; è da questa mattina che giriamo per tutta Londra alla tua ricerca. Lo so che non sei ancora pronta a perdonarlo, ma almeno fai un piccolo sforzo per andarci d’accordo…” disse chiudendomi la giacca
“Ok, ci proverò” promisi


Condizionati dalla pioggia e dal vento, molto lentamente raggiungemmo l’auto e salimmo. Dom mi salutò debolmente, ed io risposi con altrettanta enfasi. Tornammo a casa scambiando qualche altra battuta e andando tutti a cambiarci per stare più comodi.
Quando scesi, Matt, Dom e Spencer erano in cucina che aspettavano me per la cena.
Mi sedetti vicino a Dom e mangiammo tranquilli e sorridenti come una volta.

Dopodiché la stanchezza mi trascinò sul divano e cominciai a leggere un libro, consigliatomi da Spencer, rilassandomi completamente.

Poco dopo, Dom si unì a me sul divano guardando un po’ di tv, dopo avermi chiesto se la cosa mi disturbasse o meno. Pian piano abbandonai il libro, e mi interessai anche io al film che stavano passando in tv; Dom si fece più vicino a me e mi coprì con la coperta che stava utilizzando.
Mi sorrise dolcemente, capendo che mi stavo sforzando a perdonarlo passo dopo passo, nonostante in quel momento una parte del mio cervello stesse rivivendo la scena della sera precedente.


Sentii Matt bisbigliare qualcosa a Spencer, prima prenderla per mano e trascinarla al piano superiore. Mentre salivano le scale Matt mi fece l’occhiolino, al quale risposi con un sorriso.


Durante il film ogni tanto sospiravo, combattuta dai miei sentimenti incasinati e dalle mie paranoie. Lui tolse la sua felpa avvolgendomici dentro, e lo ringraziai incastrandomi fra le sue braccia.

 
Una volta da qualche parte, ho letto che nella maggior parte dei casi, se un individuo è soggetto a pensieri negativi, molto probabilmente la negatività lo coglierà presto. Non so se sia una stronzata o meno, so solo che da eterna pessimista quale sono, non potevo non tirarmela da sola…


Guardavo rapita il film, che probabilmente avevo già visto tempo indietro, mentre Dom sonnecchiava beato. Stavo per spegnere la tv e accoccolarmi a lui, quando il telefono squillò.
Tastando nei miei jeans mi resi conto che non era il mio telefono, così mi guardai intorno realizzando che la melodia veniva dalla felpa che stavo indossando. Tastai le tasche alla ricerca della fonte di tanto baccano, quando finalmente lo trovai risposi, e vi assicuro che non seppi come fece Dom a non accorgersi di nulla.

Venti minuti dopo, anche se ormai erano le 22:30, decisi di chiamare Chris…rispose al primo colpo.


“Adesso tu mi dici cosa diavolo ti è saltato in mente!!!” mi disse
“Nulla, volevo solo stare da sola!” risposi
“Sono stato in pensiero, non sapendo dove tu fossi”
“Sono viva tranquillo”
“Dove sei ora? Da Matt?”
“Si, sono da Matt…e c’è anche Dom, se ti interessa”
“Dunque avete chiarito?” sorrise
“Una specie, ma mi sto ricredendo…” confessai
“Perché? È successo qualcosa?”
“La bionda n° 2 ha chiamato sul suo cellulare”


Sentii un sospiro all’altro capo del telefono; conoscendo Chris in quel momento doveva aver come minimo alzato gli occhi al cielo come per dire “ci risiamo”; e ne ebbi la conferma quando disse…


“Non la passerà liscia, vero?”
“Oh, assolutamente no” risposi ferma sulla mia decisione
“Ok. Va bene. Mi raccomando però, non sparire di nuovo!”
“No, no. Se dovessi farlo, sarai l’unico a saperlo”


Sorrise forte e ci salutammo calorosamente, promettendo di vederci al più presto.
Rimisi il telefono nei miei jeans e svegliai Dom.


“Ehy, piccola…che succede?” disse vedendomi in piedi davanti a lui
“Non lo so Dom, c’è qualcosa che dovresti dirmi?”


Aggrottò le sopracciglia sedendosi in maniera composta sul divano, riflettendo.


“Ti do una mano io…la bionda n°2 ti ha chiamato”
“Chi?”
“Ah, già eri troppo ubriaco per renderti conto. Comunque, parlavo di quella mezza specie di donna col nome vagamente uguale al mio!”
“Oh”
“Già, oh. Ho avuto il piacere di rispondere e sentirla parlare credendo fossi tu. Credo si sia divertita moltissimo ieri sera” dissi sarcastica.


Lui non rispondeva e questo mi mandò su tutte le furie…dovetti trattenermi dal non prenderlo a  pugni.
Il cellulare tornò a squillare, così prendendolo e rileggendo quell’orrido nome (schifandomi anche di portarlo) lo lanciai a Dom e feci per andarmene. Mi afferrò per il polso lasciando il telefono sul tavolino.


“Aspetta” disse


Da brava persona educata attesi con un braccio incrociato sul petto; il telefono non smise di squillare finché lui non rispose. A quel gesto tentai di andarmene, ma Dom continuava a tenermi per il polso. La sentii biascicare paroline smielate dall’altra parte della cornetta facendomi alzare automaticamente gli occhi al cielo mentre lui le intimava di non richiamare. Una volta riagganciato, si voltò verso di me, alquanto dispiaciuto.


“Scusami”


Quella fu la parola che fece crollare nuovamente la mia eterna educazione.


“Scusami un cazzo Dom!!!” dissi scrollandomi la sua mano di dosso
“Gli ho detto di non chiamarmi più” rispose alzando la voce
“Quando? Alle fine? Non potevi stroncarla nel momento in cui ti riservava tutte quelle frasi smielate che nemmeno io a 7 anni sarei stata capace di pronunciare?”
“Ma non è vero!!!” rispose
“Forse per te, ma per lei credo che la tua compagnia abbia significato qualcosa non credi?”
“Lasciami spiegare, ok?”
“Non lo voglio sapere Dom, per favore” dissi
“Ma devi capire!!!! Io…io non ricordo molto di ieri sera, so solo che ti amo!!!”


Fu allora che esplosi veramente, urlando come un’ossessa sovrastando la suoneria di quel fottuto telefono che era tornata a farsi sentire, costringendo Matt ad affacciarsi dall’alto della scala.


“Mi ami? Tu, mi ami?” dissi nervosa
“Certo che ti amo!!!” rispose lui
“Dominic James Howard, non azzardarti a prenderti gioco di me” dissi togliendomi la sua felpa “Mi ami…mi amavi quando ti ho detto di non esagerare col bere e mi hai mandata a quel paese? Mi amavi quando dopo essere tornata, eri abbarbicato in pista con quelle due? Mi amavi quando ti sei intrufolato al tavolo rovinandomi la serata? Sicuramente mi amavi anche quando una delle tue adorate ballerine mi ha chiesto se avrei chiamato mio figlio come te, non curandosi del fatto che se ero lì c’era una precisa ragione…”


Lui in silenzio di fronte a me, rifletteva attentamente su tutte quelle cose che gli stavo vomitando addosso; inerme e con le mani tremanti capendo solo allora il motivo di tutto quel mio accanimento.
Ero stata ferita, umiliata e perchè no anche derisa da tutte quelle persone. E la consapevolezza lo colpì come un fulmine a ciel sereno, lui che diceva tanto di amarmi, era l’unico responsabile della mia sofferenza. Si avvicinò verso di me per abbracciarmi, ma mi scostai…
Fece per dire qualcosa ma si fermò notando che stavo per dire qualcosa anche io…


“Mi amavi anche quando vi hanno premiati e Matt e Chris hanno voluto sul palco Kelly e Spencer mentre tu chiamavi quelle due?” dissi piano con le lacrime agli occhi.


Non ricevendo risposta, mi voltai e percorsi velocemente le scale del piano superiore incrociando Matt che aveva visto e sentito tutto dall’inizio. Mi guardò in una frazione di secondo, incrociando i miei occhi. Entrai di corsa in camera e fui tentata di buttarmi sul letto ma non lo feci, decisi di chiudermi in bagno.


Intanto Dom era ancora al piano di sotto e non appena alzò lo sguardo, Matt gli fece cenno con il capo suggerendogli di salire. Colse il suggerimento al volo e percorse le scale di corsa entrando in camera mia. Si avvicinò lentamente alla porta del bagno seguendo il rumore dei singhiozzi. Io dall’altro lato della porta, ero seduta a terra con le ginocchia al petto e piangevo a dirotto.


“Tesoro, mi apri per favore?” disse bussando
“No” risposi
“Ti prego…”
“Ho detto di no!” ripetei
“Andiamo…lo sai che non ce la faccio se piangi”
“Potevi pensarci prima” risposi rigida
“Mi dispiace, cosa posso fare?” … “Aprimi ti prego”
“Non ci riesco Dom, vai via”
“Non posso se so che stai piangendo! Vuoi almeno uscire per farti vedere?”





Poggiò la schiena contro la porta e lo sentii scivolare in basso e poggiare la testa sulla porta. Piano piano si spostò dalla parte del muro ed iniziò a giocherellare con l’orologio che teneva al polso…
La tensione era palpabile, io non volevo uscire…
Inesorabilmente il telefono squillò e lui rispose, mestamente, silenziosamente. Lo sentii parlare per dieci minuti, mentre trattenevo il respiro, realizzando qualche minuto più tardi che altri non era se non Chris.


Qualche minuto dopo entrò Matt, informando sottovoce e con la massima discrezione, che la fantomatica “Cindy” si era presentata in casa, con la scusa di essere preoccupata per Dom, e che non voleva assolutamente andarsene.


“Come diavolo ha capito dove ero?” chiese Dom
“Magari ieri involontariamente glielo hai detto tu” rispose Matt
“E adesso che le dico?”


Istintivamente mi alzai, mi asciugai le lacrime ed aprii la porta del bagno con il diavolo in corpo.


“Ora ci penso io” dissi più a me stessa che ai presenti


Fecero uno scatto degno di un centometrista e mi seguirono mentre scendevo di corsa le scale.


“Che ci fai qui?” chiesi
“Oh, ciao…ero venuta a sapere come stava Dom” rispose
“E’ vivo e vegeto, tranquilla”
“Quindi eri tu prima al telefono!!!” rispose accigliata
“Ma brava!!!” tuonai sarcastica “ora puoi andare”
“No, non me ne vado. Sono venuta a vedere il mio Dom”
“Il tuo Dom?” risi
“Si certo” rispose altezzosa
“Beh dovrai passare sul mio cadavere”


Silenzio…tutti e tre immobili…


“Ora che ci penso, tu chi saresti?”
“Sono la ragazza del “tuo Dom”” risposi cauta
“Dommy, tesoro…ma che sta dicendo?” si rivolse a lui ignorandomi
“La verità” rispose, finalmente
“Ma ieri sera hai detto…”
“Ieri sera ho detto un sacco di cose” concluse


Rassegnata, la cretina annuì con il capo, segno che aveva compreso tutto. Fece per dirigersi verso la porta recuperando le chiavi della macchina.


“Strano, che non ti abbia nominata nemmeno una volta” disse con tono di sfida facendogli l’occhiolino.


Quello era davvero troppo…
Mi avventai contro di lei placcandola esattamente come in una partita di rugby; lei batte il capo sul pavimento urlando come i bambini dell’asilo. Si riprese leggermente tentando di darmi un pugno in faccia, ma la anticipai con uno schiaffo in pieno viso; dopodiché mi afferrò per il collo e dopo qualche secondo gli mollai un pugno sullo stomaco lasciandola senza respiro. La presi per i capelli, trascinandola davanti la porta…
Matt e Dom, vedendola rialzarsi, si frapposero fra me e lei dividendoci.


“Credo che tu debba andare” le disse Matt
“Ok, ok” … “stupida stronza” la sentii esclamare


Tentai di divincolarmi ma Dom non accennava a lasciarmi per nessun motivo.
Una volta che Matt ebbe chiuso la porta, mi sciolsi dalla stretta di Dom.


“E tu lasciami stare” gli dissi


Risalii le scale di corsa, e tornai a chiudermi in bagno. Dopo diverse imprecazioni ed implorazioni, Dom diede un pugno alla porta facendomi sobbalzare.


“Non vuoi uscire? Bene, rimani lì dentro allora!!!” esclamò


Poco prima di addormentarmi all’interno della vasca da bagno, sentii Matt bisbigliare con Dom, segno ultra evidente che si trovava ancora lì fuori.


“Abbi pazienza Dom; è una ragazza forte e testarda e questo lo sappiamo tutti alla perfezione. Il fatto che poco fa si sia fiondata di sotto con tutta quella furia, dimostra che ti sta perdonando…ci sta mettendo un po’, ma lo sta facendo. E dopotutto devi ammettere che non possiamo dargli torto!”
“Si ma, tu cosa faresti al mio posto?” chiese
“Aspetterei un po’. È stata lei ad insegnarmi che ognuno reagisce in maniera diversa dagli altri. Ti voglio un bene dell’anima, ma tu trattala normalmente e non mettergli troppa pressione, ok?”


Lui fece spallucce ed annuì alzandosi in piedi e buttandosi sul mio letto. Probabilmente ci addormentammo tutti nello stesso istante: Matt abbracciando la sua Spencer, io nella vasca e Dom sul mio letto…


 Andò avanti così per due giorni, io uscivo quando loro erano al piano di sotto a provare, prendevo qualcosa da mangiare e tornavo di sopra, sfogandomi con Spencer.
Il terzo giorno un pugno batté contro la porta del bagno, al quale non risposi.


“Lo so che sei lì dentro” … “apri ci sono solo io”


Aprii la porta lentamente, lasciandolo entrare. Cambiò espressione da un secondo ad un altro passando da nervoso ad uno sguardo di tenerezza.


“Andiamo giù, basta con questa storia”


La voce dolce di Chris mi riscosse dalla sensazione di perdizione. Annuii sorridendogli.


“Vedi? Non ci vuole molto a fare un sorriso” esclamò spettinandomi.


Scesi al piano di sotto, dove trovai Dom e Matt a discutere. Mi avvicinai verso Matt che mi abbracciò stretta dandomi un bacio sulla guancia e sussurrando un “bentornata”; mentre Dom sorrise molto nervoso.
Feci finta di nulla come mi aveva suggerito Chris durante un piccolo momento di sfogo.


“Allora, che si dice da queste parti?” chiesi  a Matt
“Niente stavamo discutendo dei progetti per oggi” rispose
“Dobbiamo ricontrollare alcune cose sulla tournée” continuò Chris
“Bene!!” esclamai estasiata
“Si ma il problema è quell’Ethan che viene a pranzo” sbuffò Dom
“Dom…” proruppi io calma sfiorandogli la mano
“Non cominciare!!!” disse ritraendola
“Stavo per dirti che se è un problema la mia presenza, sarei potuta uscire” risposi
“No, no, no. Qui non va via nessuno. Ci comporteremo da persone civili, intesi?” Matt


Annuimmo entrambi ognuno col proprio rodimento in corpo.
Mezzora dopo Ethan era alla porta insieme a Tom, ricoperto di mucchi di fogli stracolmi di appunti e all’orecchio un cellulare. Entrarono salutandomi e dirigendosi dritti dritti sul divano per discutere.


Tra telefonate, appuntamenti, interviste da fissare, ben presto arrivò l’ora di pranzo e non essendoci Spencer, mi cimentai nella preparazione di qualcosa di italiano per quel gruppetto di fanatici inglesi.


Quando dissi loro che era pronto, mi aiutarono a portare tutto l’occorrente sotto il gazebo, approfittando di quegli ultimi raggi di sole dopo il maltempo del giorno prima.
Ci sedemmo tutti e via via che mangiavano mi fecero i complimenti per i piatti preparati. Sembrava che per una volta, una soltanto, non fossimo tutti allerta su qualcosa di imminente, ma solo persone normali che condividevano un semplice pranzo, scambiando qualche battuta. Non potei dire altrettanto di Dom, che si stava macerando incastrato fra Matt e Tom, mentre io ero fra Chris e Matt, ma a suo avviso troppo vicino ad Ethan rispetto a lui.


Sparecchiammo e tornammo tutti dentro casa. Mentre lavavo i piatti, Ethan mi aiutò, ma stavolta Dom non fece una piega. Quando mi sedetti con loro sui divani vicino a Chris, uscì fuori di tutto e di più.
Tom tirò fuori la serata della premiazione, solo per impicciarsi su chi aveva vinto nelle altra categorie. I ragazzi risposero, e puntualmente Ethan non perse l’occasione…


“E’ stata una bella serata vero?” mi chiese
“Non molto direi…almeno per me!” risposi
“Beh, forse il finale è andato un po’ meglio non credi?”
“Oh, si. Non ce la facevo più” continuai.


Poi si voltò di lato.


“Che c’è Dom, qualche problema?” chiese il bastardo
“No, nessuno. Libera di fare le sue scelte” rispose arrabbiato
“E che scelte!!!” lo sfidò





“Ehy, ehy…fermi tutti. Di che diamine state parlando?” chiesi spaesata
“Del fatto che sei andata a letto con lui?” mi urlò contro Dom
“Cosa? Ma che cavolo stai dicendo! Non è vero!!!” risposi “diglielo che non è vero!!!”


Non proferì nulla se non una fragorosa risata canzonatoria…dopo la quale tutti i presenti restarono spiazzati, mentre io nel frattempo con gli occhi gonfi di lacrime presi le mie cose e tornai a casa mia.


Puntualmente i due si misero uno di fronte all’altro, occhi contro occhi, verdi contro azzurri.


“Ti brucia biondino!!”
“Fa che tu l’abbia anche solo sfiorata e…”
“E cosa? Finisci come l’ultima volta?”… “dovevi tenertela stretta Howard” sorrise ancora


Tom e Chris si intromisero subito dopo che Dom gli rifilò l’ennesimo pugno in faccia. Non si ruppe nulla stavolta, solo un leggero rivolo di sangue sulla bocca. Rialzandosi esordì…


“Vuoi la verità?”
“Spara…ormai non so più a chi credere…”
“Era stremata, piagnucolava come una ragazzina. L’ho riportata a casa stanca mentre ti lanciava contro miliardi di insulti, erano musica per le mie orecchie” sorrise “mi ha fatto entrare, siamo saliti in camera sua e si è stesa sul letto: così mi sono detto “vai Ethan, è la tua grande occasione”. Sono salito sul letto con tutta l’euforia di questo mondo. Lei era lì, esausta e con gli occhi chiusi, ma non dormiva. Era da mozzare il fiato con quel vestitino rosso, è stata la cosa più facile del mondo…lei aveva bisogno di essere consolata ed io sapevo esattamente come farlo. Quando le tolsi le scarpe e tornai su per baciarle il collo, lei mise una mano fra i miei capelli con gli occhi ancora chiusi, e lì capii che era fatta. Ricordo di aver sorriso pensando a che faccia avresti fatto. Comunque quando rifeci lo stesso gesto di prima, iniziò a sospirare leggermente finché emise un “Dom” leggero. Un'unica sillaba che mi distrusse in un colpo solo…perciò no…non è successo nulla”.


Chris e Matt mandarono via Ethan dopo averlo aiutato con il sangue; Tom tornò anche lui a casa; restando solo loro tre e tremila domande scaturite da quella rivelazione.


La notte verso le 02:00 del mattino, Dom aprì la porta della camera, restando in piedi immobile. Lo guardai, aveva uno sguardo duro e freddo…


“Non sono venuto qui per discutere. Voglio solo sapere una cosa. E’ vero quello che mi ha raccontato Ethan? È vero che hai sussurrato il mio nome?” chiese “mi serve solo un si o un no”


Restai ferma nella notte…
La luna rendeva appena visibile il suo profilo immobile in attesa di qualunque cosa.


Per tutta risposta, scostai le lenzuola dalla sua parte di letto…
Intuì così, che per una volta Ethan aveva detto la verità.
Non ci furono lacrime, scuse o altro quella notte…
Solo io e lui…si sistemò fra le mie braccia con la testa poggiata all’interno del mio braccio sinistro, una mano lungo la mia schiena; la mia gamba sul suo fianco sinistro; una mano fra i suoi capelli e le labbra sulla sua fronte…

   
 
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