Il liceo, un
posto pieno di cervelloni con niente da fare dalla mattina alla sera,
atleti
tutti muscoli e niente cervello, cheerleader urlanti e soliti fighi
bastardi
che tutte volevano portarsi a letto. In poche parole, una scuola come
un’altra.
Ma poi c’ero io, Britney, che preferivo essere chiamata Bri
per il semplice
fatto che trovavo il mio nome troppo lungo, e non facevo parte di
quelle
stupide categorie appena elencate. Io amavo l’arte, il canto,
il teatro... non i
balletti, le palle da football o i libri di matematica, quelli per me
erano un
campo minato. Lo studio non era proprio il mio forte, ero al quarto
anno e non
ero mai stata bocciata, un vero miracolo. Mia madre ne era felice, ma
sperava
ancora che tornassi a New York, be’ non sarebbe
accaduto. Quella città non
faceva per me, troppo grande e caotica, certo Londra non era poi
così piccola,
ma la preferivo. Vivere da sola aveva i suoi vantaggi: niente
coprifuoco,
niente regole. Quegli ultimi due anni erano stati i migliori, completa
libertà,
o quasi. Mia zia mi controllava e spesso veniva a trovarmi da Doncaster,
ma la
cosa mi faceva piacere.
Driiiiin.
La campanella.
L’inizio della tortura.
I corridoi erano quasi vuoti, tutti erano già in classe e
dovevo andarci
anch’io, per forza. Non avrei voluto beccare un altro
richiamo con tanto di
nota.
Corsi verso l’aula di letteratura, ma qualcuno mi fece lo
sgambetto. Caddi col
sedere per terra facendo volare fogli e libri ovunque.
Mi massaggiai il sedere e i miei occhi videro un paio di tacchi a
spillo dodici
centimetri: la Blaster.
-Sta un
po’
più attenta, cara- squittì sogghignando.
-Come mai
non sei in un bagno a scoparti uno del secondo anno, razza di oca?-
domandai
piuttosto alterata. La detestavo. Era la tipica ragazza che otteneva
tutto e
subito, se la credeva e non mi sopportava.
Mi rimisi in piedi e la sfidai con gli occhi.
-Quella
è la
tua categoria, carina- mi squadrò. Le rivolsi uno sguardo di
disgusto.
-Se quello
è
il mio campo, tu allora quanto in basso sei caduta?- mi avvicinai
assottigliando lo sguardo.
-Oh, my dear.
Io punto molto più in alto- volevo prenderla a sberle,
tirarle ogni fottuta
ciocca dei suoi odiosi capelli tinti.
-Oh, oh, oh e
a chi sentiamo- sorrisi falsamente.
-A chi tu
non avrai mai. A Styles, ovvio- dovevo immaginarlo. La cheerleader con
il
puttaniere, un classico.
-Un cervello
bacato, vedo che alla fine hai trovato un tuo simile. Ottima scelta,
tesoro- le
mandai un bacio volante e me ne andai sculettando.
Harry Styles, o anche chiamato dalle cheerleader Aaaaah.
Il più temuto, il peggiore, il più strano.
L’Inferno. Il pericolo, il
pericolo di
finire nei guai, il pericolo di innamorarsi. Mai gli avevo rivolto la
parola e
mai l’avrei fatto.
Le lezioni
erano finalmente terminate, ma non per me. Il corso d’arte mi
aspettava e quel
giorno non ero proprio in vena.
Il prof. ci diede la libertà di disegno e io mi cimentai in
un semplice
paesaggio di campagna. Lì sì che tutto era
tranquillo. Il sole, le piante,
l’aria fresca, il canto degli uccellini, il
Paradiso.
Mi persi tra i miei pensieri che erano ben oltre quella scuola, ben
oltre
Londra, molto più lontano di dov’ero.
D’un tratto però fui distratta da una
voce maschile alle mie spalle che non mi era affatto familiare.
-Carino,
ma niente di speciale- qualcuno che non aveva niente di meglio da fare era appena
venuto
a rompere alla sottoscritta.
-Chi ha chiesto
il tuo parere?- domandai
un po’ acida voltandomi e incontrando così due
grandi occhi marroni e dei
capelli neri che si alzavano in una cresta alta.
Mi piaceva
molto il
suo stile, il colore dei suoi capelli corvini e della sua pelle
ambrata, ma gli
occhi, quelli mi colpirono più di tutti. Erano talmente
belli e profondi, il
colore del cioccolato.
-Be’,
dovresti farlo- affermò
mettendo su un sorriso
sghembo e puntando i suoi occhi nei miei.
-Fare cosa?-
chiesi. Era difficile
comportarsi da acida con quel ragazzo di cui non sapevo neanche il nome,
ma che
ero sicura di aver visto in giro per i corridoi della scuola, aveva un
viso
talmente bello e al contempo familiare, sembrava un angelo, avrei dovuto essere incapace di
prendermela
con lui, di essere così maleducata, ma quella era una delle
mie tante giornate no e poi io ero
sempre stata una ragazza
un po’ scontrosa anche se in realtà non lo ero
affatto, ma non volevo mostrarmi
debole agli occhi di nessuno.
-Chiedermi un
consiglio- suggerì
mostrando un
sorriso al quale qualsiasi ragazza avrebbe rischiato di svenire. Ma io
sapevo
contenermi e nascondere bene le mie vere emozioni.
-Scordatelo!- Ed ecco
l’orgoglio. Ammettevo che quello non era un
granché
come disegno, ma non gli avrei mai chiesto aiuto e poi soprattutto non a
lui,
aveva la faccia del solito ragazzo che ci provava con tutte.
-Allora auguri con la tua opera.
Comunque io sono Zayn Malik- si
presentò
ammiccando.
-Interessante-
dissi sarcastica. Avevo
già sentito quel nome. Tornai con lo sguardo sul mio
capolavoro cercando di
ritrovare l’ispirazione.
-Tu invece sei?- chiese e potei
giurare che si era avvicinato. Mi voltai e lo
trovai sorridente, cavolo a quel ragazzo non lo toglieva nessuno il
sorriso? Ma
ne ero affascinata, nascondeva qualcosa, aveva l’aria del
ragazzo misterioso e
mi intrigava.
-Britney Parker-
risposi ricambiando
leggermente il sorriso. Cominciavo a sciogliermi.
-Bene Britney,
ammira il mio
capolavoro- si vantò. Il solito ragazzo presuntuoso che si
dava arie anche su un
banale disegno.
Appena
terminata la frase mi mostrò il suo disegno e potevo dire di
essere stupita.
Non aveva niente di banale, era semplicemente fantastico;
l’opera ritraeva
tutta la nostra scuola divisa in due parti. Una parte soleggiata e
luminosa con
dei ragazzi e delle ragazze che passeggiavano tranquillamente. Sopra era
scritto in
grande PARADISE, mentre l’altra parte mostrava il lato oscuro
dell’istituto,
ricoperto di nuvole e di ragazzi che camminavano, alcuni che fumavano,
altri
che picchiavano le matricole. Sopra c’era scritto a caratteri
cubitali HELL. Al centro invece era segnato in corsivo VS.
Rispecchiava praticamente la realtà e non potevo non essere
rapita da come era
stato bravo a cogliere ogni singolo particolare, anche il
più insignificante.
-Wow Malik, ma
sei bravissimo-
rivelai. Non potevo mentire di forte all’evidenza. Neanche ci
riuscivo. Era
qualcosa di bellissimo quel disegno.
-Lo so, piccola-
disse vantandosi.
Troppa confidenza e neanche mi conosceva.
-Ah e adesso mi
chiami piccola?-
domandai infastidita. Sapevo solo il suo nome e già si
prendeva il lusso di
chiamarmi con i soliti fastidiosi nomignoli che usavano quelli della
sua specie
perché avendone tante a disposizione si dimenticavano i loro
nomi e optavano
per diminutivi e cose del genere.
-Rilassati, ho
detto e fatto di
peggio- disse in tono
provocante e malizioso. Avevo speranze che
fosse diverso, ma sembrava il solito maschilista.
-Tipo cosa?
Flirtare con le solite
puttanelle dell’istituto?- dissi ovvia. Mi
sembrava l’unica cosa
che potesse fare a parte disegnare, quelli come lui erano solo in cerca
dell’avventura di una notte, la così detta botta
e via.
-Sì.
Brava, vedo che sei sveglia!- sorrise ironico.
Credeva forse di essere divertente? Be’ non
lo era. E di certo ero più sveglia di lui.
-Oh grazie, detto
da te è un
complimento- sorrisi sarcastica.
-E non me ne fai
uno anche tu?- domandò
avvicinandosi.
-Scusami,
sono a corto di idee- feci spallucce.
-Basta che
mi guardi, piccola- si indicò.
-Ne ho uno!-
esclamai alzandomi e sorridendo a trentadue denti. –Pallone
gonfiato- dissi
tornando seria. Sulla sua faccia si dipinse un’espressione
interrogativa e
trattenni una risata. –Ci si vede in giro, Malik- raccolsi le
mie cose e me ne
andai senza dargli il tempo di proferire parola. Che ragazzo!
Finalmente la giornata scolastica giungeva al termine. Stavo mettendo i
libri
nell’armadietto,
ma qualcuno mi tirò per un
braccio: Zayn.
-Cosa
c’è,
Malik?- chiesi un
po’ confusa di rivederlo.
-Volevo chiederti
se ti andava di
venire con me domani alla festa- domandò
a poca
distanza dal mio viso e così mi ricordai anche della festa
di fine anno.
-Non lo so- risposi in tono
vago. Mi sembrava tutto così affrettato.
Neanche lo conoscevo, i seguenti due giorni sarebbero stati gli ultimi
e probabilmente
non ci saremmo più rivisti per tutta l’estate e
sinceramente dubitavo che il
seguente anno si sarebbe anche solo ricordato la mia faccia o il mio
nome.
-Ci
divertiremo- disse sfoggiando il suo sorriso migliore.
-Okay- mi
convinse. Non ci potevo
fare nulla, aveva un qualcosa che mi attraeva.
-Grande! Ti passo
a prendere domani
sera alle nove-
affermò soddisfatto della mia
risposta.
-Come vuoi, a
domani- conclusi
salutandolo con un sorriso.
-A domani-
finì lui voltandosi e
correndo via.
Mi diressi
verso casa pensando a Zayn e alla festa che ci sarebbe stata il giorno
seguente. Avevo la sensazione che mi sarei divertita, almeno lo
speravo.
salveeee a tuttii... se state leggendo significa che siete passati e nulla,in questo momento, potrebbe rendermi più felice... apparte,forse, stare al posto di Bri e conoscere Zayn... ma questi sono particolari, comunque, per chi sta leggendo l'altra sotria ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1531912 ) saprà sicuramente che io ed i puntini sospensivi andiamo molto daccordo,quindi, li troverete molto spesso nel racconto, per chi,invece, inizia adesso a leggere una delle mie storie... beh temo lo scoprirà molto presto anche se mi sto migliorando. Questa è soltanto la mia seconda FF quindi ho ancora bisogno, come sempre, dei vostri consigli... mi farebbe molto piacere se recensiste o se aggiungeste la storia nelle preferite o nelle seguite... spero vi piaccia. Ci tengo a precisare che questa storia può sembrare banale soprattutto all'inizio, ma fidatevi, non lo è affatto. Credo che non potete neanche immaginare cosa le mia mente abbia ideato ahaha, non ci credo neanch'io:) Ora vi saluto, a prestooo
Baci
Alena18 xxx
P.S. vorrei ringraziare _Euphie_ che,grazie ad una delle sue fantastiche storie, mi ha aiutato a trovare il titolo giusto della mia FF, visto che non riuscivo a deciderne uno :)) e credo che questo ... sia il più adatto