Lei lo amava più della sua stessa vita, amava i suoi occhi verdi, i suoi ricci, il suo carattere, amava tutto di lui, lei non si era innamorata della famosa pop star ma di quel ragazzo puro che era riuscita a conoscere.
Lei faceva di tutto per renderlo felice ma faceva anche di tutto per restare nell'ombra, per non dare troppo nell'occhio perché qualsiasi cosa che faceva non andava bene a loro. Essere la ragazza di Harry Styles era diventato impossibile e straziante. Uscivano foto di loro due insieme e le davano della puttana, quando invece cercava di allontanarlo le directioners dicevano che era stupida, perché si lasciava scappare un ragazzo come Harry. Ma loro non erano il problema principale, Larry shippers. Falsa, copertura, puttana, dicevano, ne leggeva tanti di insulti e di minacce di morte ma quello che faceva più male era che ormai ogni persona la chiamava 'copertura' lei associava questo ad essere un mostro, una persona così cattiva da impedire a due ragazzi di amarsi, non ce la faceva più.
Davano la colpa a lei se Harry la difendeva ma la verità era che anche lui l'amava e si era stancato che la trattassero in quel modo perché la verità era che lei era la persona più buona del mondo e la persona più buona del mondo, ormai, si stava lasciando morire lentamente, solo che non se ne accorgeva nessuno, anzi, non voleva che nessuno se ne accorgesse, qualsiasi cosa che leggeva lei la memorizzava, nessuno sapeva che lei si sarebbe ricordata ogni singola parola, forse se lo avessero saputo non sarebbero mai arrivate fino a questo punto, alcune la difendevano ma erano poche, una su dieci, al massimo.
Ormai stava sempre chiusa in casa, aveva paura di uscire, l'ultima volta che è uscita pensava che tutti la stessero fissando, l'ultima volta che è uscita era con Harry, le fan si avvicinavano a lui per chiedere l'autografo e, ogni volta, lei fissava l'asfalto, Harry la teneva stretta a se perché sapeva che sarebbe voluta scappare, trovare un rifugio, un posto dove nessuno poteva ferirla, certe volte, iniziava ad affannare, sembrava che le mancava il fiato per fare qualsiasi cosa, le mancava il fiato per continuare a vivere ma lui le prendeva, ogni volta, il viso tra le mani e le diceva parole dolci, fino a quando non si calmava.
Prendeva molte medicine, per la depressione, per l'insonnia, perché lei non riusciva più a dormire, per colpa degli incubi, incubi dove ritraevano lei ed Harry felici e più erano felici più erano le pene che doveva soffrire.
Lui la andava a trovare ogni giorno quando era in città. Lui una sera la chiamò mentre lei stava piangendo, le chiese perché piangeva e lei gli rispose che stava bene e che aveva, finalmente, trovato un modo per stare insieme felicemente. A lui non sembrava che stesse bene ma lei continuava a ripetere di si e poi doveva andare, il concerto stava per iniziare.
"I love you" furono le ultime parole che le disse "I love you too" furono le ultime parole che sentì pronunciare da lei. Perché le ultime? Perché lei, in quel momento, aveva in mano delle pasticche, di colore bianco e rosso che, appena chiusa la chiamata, non si fece problemi a trangugiare.
Appena finito il concerto, Harry, la richiamò, senza avere nessuna risposta e fu in quel momento che lui iniziò a preoccuparsi, sapeva dei suoi problemi di insonnia, l'aveva chiamata perché pensava non stesse dormendo, di solito rispondeva subito quando Harry la chiamava, ma quella sera no, gli altri ragazzi gli dissero di non preoccuparsi, che molto probabilmente lei stava solo dormendo così si calmò un po'. La amava così tanto.
La mattina dopo provò a richiamarla, nessuna risposta. La chiamò anche durante il pomeriggio, nessuna risposta. La sera prima e dopo il concerto che si sarebbe tenuto, nessuna risposta. Era, praticamente, tutto il giorno che non rispondeva alle chiamate, ora niente poteva far calmare Harry.
Prese il primo volo per Londra, nulla l'avrebbe fermato, se le fan si avvicinavano lui diceva che ora non poteva, doveva scappare. L'ansia lo stava assalendo.
Appena atterrato all'aeroporto, prese le poche cose che aveva portato con se e iniziò a correre. Prese un taxi e si fece lasciare davanti a casa della sua amata, lasciò i soldi senza farsi ridare il resto.
Appena scese dal taxi notò che le tapparelle erano tutte abbassate. Suonò il campanello un paio di volte, senza avere nessuna risposta, l'ansia saliva sempre di più, si ricordò che lei teneva sempre un mazzo di chiavi nel porta ombrelli, così le prese e aprì con quelle.
Appena entrato gridò il suo nome. Nessuna risposta.
Senza farsi prendere dal panico, iniziò a cercarla per tutta la casa e quando la trovò, non fu un bello spettacolo.
Stesa a terra, nel bagno in camera sua, pallida, si gettò su di lei, cercando in qualsiasi modo di rianimarla, con scarsi risultati, ormai era troppo tardi.
Ripeteva che non poteva essere vero, piangeva, gridava, poi corse subito a chiamare l'ambulanza e poi tornò da lei, le strinse la mano e le ripeteva: "Non preoccupati, andrà tutto bene, amore mio tu starai bene" con le lacrime che gli scorrevano lungo tutto il viso, poi vide un foglietto bianco che giaceva accanto a lei, a lapis c'era scritto: Ora staremo insieme per sempre, senza che nessuno ci giudichi, ti amo Harry.