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Autore: Shade Owl    21/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il Friggitore cominciò a fare le bizze a tre saldature dalla fine.
All’inizio si limitò a emettere impulsi singhiozzanti, che di tanto in tanto si interrompevano, ma dopo un po’ le pause tra uno e l’altro divennero sempre più frequenti finché, nel momento cruciale, non decisero di fermarsi del tutto.
- Dannazione!- sbottò, battendolo un paio di volte sul palmo della mano.
Alla fine lo gettò via, furiosa: anche se settato al minimo, il Friggitore aveva una carica limitata, e dopo un po’ si esauriva. Sulle prime fu tentata di prenderlo a calci fino a spedirlo oltre lo squarcio nella parete della Ascendant, trattenendosi proprio all’ultimo: prendersela con un oggetto inanimato, che oltretutto era uno degli strumenti più utili di cui potesse disporre sia dal punto di vista difensivo che pratico, sarebbe stato assolutamente stupido, oltre che una perdita di tempo. Sapeva che c’era un magazzino per i pezzi di ricambio, quindi era logico ritenere che ci fosse anche un qualche elettrosaldatore per le riparazioni ad atmosfera zero.
- Comandante, è sul Ponte di Comando?-
- Affermativo, attendiamo istruzioni.-
- Ha già aperto il magazzino?-
- Lo sto facendo adesso. A che punto sono le riparazioni?-
- Ho quasi terminato con il gancio orbitale e ho risistemato i cannoni. Appena avrò finito penserò a qualcosa per i motori.-
- Pensare a qualcosa? Molto costruttivo, davvero.-
Valentine si voltò verso l’ingresso, vedendo Bones avanzare barcollando. Si era messo una tuta esplorativa come lei, ma non camminava con molta sicurezza: mentre si spostava teneva una mano e la spalla premute contro il muro, cercando di sostenersi lungo il percorso.
- Bones!- esclamò, correndo a prenderlo - Cosa diavolo fai qui? Dovresti riposare!-
- Me la caverò…- rispose lui, allontanandola - Senti, vediamo di concentrarci… se venissimo risucchiati dall’orbita del pianeta verremo fatti a pezzi, quindi dobbiamo fare in fretta… di cosa hai bisogno?-
Di un aiutante con la testa intera.
- Stavo andando a prendere un elettrosaldatore nel magazzino, oltre a nuove lenti di emissione.-
- Allora, io prendo il saldatore. Le lenti sono troppo pesanti, anche senza ferite non riuscirei a portarle.-
- E cosa ti fa credere che io ce la farei?- chiese Valentine, aggrottando la fronte.
- Beh… perché sei Valentine?-
Lei fece un sorrisetto, prendendo l’Invertitore di Gravità dalla cinta.
- Giusta risposta.-
 
Mentre Bones finiva di saldare gli ultimi cavi, Valentine montò le lenti al proprio posto, sostituendo quelle vecchie e danneggiate. Una volta terminato richiuse il portello del macchinario e rientrò nel magazzino, prendendo delle piastre metalliche per rappezzare lo squarcio nella fiancata.
- Come pensi di fare, adesso?- chiese Bones, guardandola trasportare quell’enorme carico usando un oggetto tanto simile a una semplice torcia elettrica - Non userai mica la colla, vero?-
- Non c’è colla che terrebbe, qui.- rispose, sistemandoli con cura contro la parete danneggiata - No, sarà la pressione a bloccare tutto… usa l’elettrosaldatore e cerca di unirli lungo i lati, ma tralascia pure i bordi esterni, quelli non serviranno.-
- Perché?-
- Tu fai come ti ho detto, e spera che basti. Conta solo che i micrometeoriti non entrino, penseremo a come finire quando l’equipaggio sarà guarito del tutto.-
Bones sospirò, eseguendo l’ordine, e lei si voltò verso il motore, aprendo il portello di servizio e controllandone l’interno: dopo l’impatto e l’assalto dei micrometeoriti si era danneggiato parecchio, tanto che un buon numero di sassolini spaziali si era incastrato nelle valvole, ma fortunatamente scoprì che non era qualcosa di così grave come aveva temuto: la Ascendant funzionava contando su un nucleo energetico a base di Otreomesis, una sostanza classificata come “Fonte Energetica Non Commerciabile a Emissione”, ovverosia non disponibile sul mercato per il grande pubblico. Solo le compagnie grandi e importanti come la F&D Enterprise erano legalmente autorizzate ad acquistare quella roba, e anche loro necessitavano di mesi (usando vie legali) per procurarsela. Se si fosse danneggiato in qualche modo, la Ascendant non si sarebbe mossa mai più, diventando un rottame da diciotto miliardi di zeni. E, parlando di valuta galattica, non erano certo uno scherzo. Tradotto in dollari… le veniva mal di testa solo a pensarci.
Comunque, se il nucleo energetico era ancora attivo le cose sarebbero state molto più semplici, specie considerando che i micrometeoriti sembravano composti (a prima vista) quasi esclusivamente da roccia, e avrebbero ceduto facilmente al calore e alla forza dei componenti del motore, una volta attivato. Se si fosse trattato di metallo allora avrebbe avuto di cui preoccuparsi.
Ciò che mancava, tuttavia, era un nuovo compressore a fusione: senza quello, il gas sarebbe uscito dalla camera di espulsione, ristagnando nel comparto fino a farlo esplodere. E allora sì che il viaggio sarebbe terminato.
- Comandante, abbiamo a bordo un altro compressore a fusione o i pezzi per costruirne uno?-
- Negativo.- rispose Brenda - Ci sono alcuni pezzi di ricambio, ma altri sono già stati adoperai due settimane fa a causa di un malfunzionamento.-
E, ovviamente, di questo non si salva proprio niente… Pensò Valentine, tirando un pezzo del braccio meccanico più vicino e ritrovandoselo in mano.
- Va bene, e che mi dice di quello dei motori di riserva? Potrebbe andare?-
- In via teorica sì… i motori di riserva sono però più piccoli, di conseguenza anche il compressore lo è. Non può ospitare abbastanza gas.-
- Non importa, basterà contattare la Terra e farsene mandare un altro per il vostro viaggio di ritorno. Questo deve solo portarci nell’orbita di Cassandra V e mantenerci stabili il tempo necessario a usare il gancio orbitale. Dovrebbe reggere, probabilmente, non sarà necessario testarlo nell’iperspazio. Bones, hai finito?-
- Quasi. Perché?-
- Perché ora dobbiamo smontare e poi rimontare un compressore a fusione.-
 
Ci volle più di un’ora per terminare il lavoro: pur essendo più piccolo, il componente necessario misurava almeno due metri per quattro per tre, e oltre al doverlo trasferire nel motore principale furono anche costretti a rimuovere quasi completamente i resti di quello vecchio.
Tra l’altro, alcune parti erano fuori misura, e prima di essere sistemate a dovere fu necessario riadattarle quanto più possibile alle bocche dei tubi del gas. Sudarono parecchio durante l’operazione, e per due volte furono obbligati a interrompere e a sostituire le bombole delle tute esplorative, per non rimanere senza ossigeno.
Bones, nonostante la ferita alla testa, si impegnò al massimo delle sue capacità, anche se il più delle volte dovette limitarsi a passarle gli attrezzi o a spostare qualche parte del nuovo compressore. Fece anche molte più pause di lei, lamentando giramenti di testa e principi di emicrania, ma non tornò sul Ponte Medico nemmeno quando Valentine gli fece implicitamente capire che glielo stava ordinando. Forse non avrebbe ubbidito nemmeno a un comando più diretto: voleva che quella storia finisse anche più di lei, e a nulla valsero i suoi rimproveri.
- Bene, ci siamo.- disse alla fine Valentine, strisciando fuori dal motore e richiudendo il portello di servizio - Ora, prima di ripartire, Comandante, deve riattivare l’atmosfera nella sala macchine.-
- I pannelli metallici sono solo appoggiati, signora.- le ricordò lei.
- Non importa: se ho fatto bene i miei calcoli, e se Bones li ha saldati a dovere, il principio di depressurizzazione e la contropressione li schiacceranno contro la parete. Questo bloccherà la fuoriuscita d’aria, e permetterà ai motori di funzionare di nuovo. Senza ossigeno sarà dura riavviare il generatore, dato che è a reazione. Non deve essere perfetto, e con quello che avevamo qui è già un miracolo aver finito.-
Sentì Brenda sospirare stancamente (o meglio, il suo modulatore vocale imitò il suono di un sospiro, dato che non aveva polmoni).
- D’accordo. Riattiverò l’atmosfera, e speriamo che funzioni.-
- Funzionerà. Naturalmente faremo risistemare tutto a dovere dagli operai, più tardi… intanto, faccia come le ho detto.-
- Molto bene. Atmosfera artificiale online tra tre… due… uno…-
Con un sibilo e una lieve ventata, l’aria tornò a circolare nella sala macchine, facendo barcollare lievemente l’instabile Bones.
- Atmosfera artificiale di nuovo online. Non registro alcuna attività di decompressione, la falla è completamente sigillata, per il momento. Ottimo lavoro, Ufficiale Valentine.-
- Ho fatto solo il mio dovere.- sospirò, togliendosi con sollievo il casco e passandosi una mano sulla fronte madida. Sentiva i capelli incollati alla faccia - Ora riattivo il generatore, appena avremo energia per i cannoni il dottor Lassiter dovrà portarci nell’orbita di Cassandra V. Lei è pronto, dottore?-
- Sissignora… lo sono. Ma non nascondo di nutrire seri dubbi in merito. Non sono un pilota.-
- Non si preoccupi, la raggiungerò appena possibile per darle il cambio. Lei segua le istruzioni del Primo Ufficiale Fletcher e tutto andrà bene. Qui Valentine, chiudo.-
Ripose il comunicatore e cominciò a togliersi la tuta, rimanendo in maglietta: aveva fatto bene a indossare solo quella, sotto, o si sarebbe cotta viva. Già così aveva sudato come una fontana a spruzzo.
- Sai, credo che stavolta non mi lamenterò del tuo abbigliamento…- borbottò Bones, sfilandosi a sua volta la tuta e rivelando di aver tenuto i pantaloni. Nel tentativo di far uscire il piede perse l’equilibrio e cadde a sedere - Peccato solo per le tette… mi avrebbero tirato su, adesso.-
Valentine scosse la testa, sbuffando, e lo prese per le ascelle, passandosi il suo braccio sulle spalle. Guardandolo, notò che con quella fasciatura in testa sembrava un sultano mediorientale.
- Pensa che quando sarai a casa potrai vedere tutti gli organi mammari femminili che vorrai.- gli disse, aiutandolo a scavalcare il corpo di Malkovich - Te lo sei meritato, dopotutto.-
- Non direi… cioè, me lo sono meritato, sì…- ridacchiò - Intendo dire che non potrò vedere tutte quelle che voglio… ho la fidanzata, sai?-
- No, non lo sapevo. Solo i consanguinei o i coniugi compaiono nelle schede personali. Perché non ne hai mai parlato?-
- Perché, ti interessa?-
- Affatto. Ma in questo momento è meglio se continui a parlare, e non mi viene in mente nient’altro.-
- Nient’altro? Beh, di argomenti ce ne sono. Sai, sport, finanza, politica…-
- Il primo non mi piace troppo, della seconda non m’interesso e il terzo lo conosco fino alla nausea. Allora, che tipo di persona è? Umana? O hai gusti più xenofili? Chissà, magari una Pleidiana?-
- No, troppi tentacoli…- ridacchiò Bones.
- Androide? Cinque anni fa sono state legalizzate le unioni tra androidi e umani, se quest’ultimo non è una proprietà esclusiva dei datori di lavoro.-
- No, niente androidi. Numero uno, il metallo è un po’… duretto, se capisci cosa voglio dire. E poi, non amo molto i sintetici.-
- Non farti sentire da Fletcher, allora…-
- Ah, lo sa benissimo…- rispose lui - E non sai le rispostacce che mi rifila certe volte.- sogghignò. Poi però si fece più serio, quasi come se un pensiero improvviso lo avesse attraversato - Anche se forse mi sbaglio, sai?-
- Perché? C’è la possibilità che la tua ragazza sia un’androide?-
- No, non quello… sul fatto che non mi piacciono.- rispose - Vedi… io ho sempre pensato che fossero tipi tutta logica e programmazione. E pericolosi quando vanno in tilt, metti caso che gli arrivi una scarica elettrica abbastanza potente… poi cosa succede, se entrano in un qualche tipo di modalità di combattimento? Brenda ha in memoria qualche programma di autodifesa, per dirne una.-
- E ora cosa pensi?-
- Beh… sapevo già che Malkovich era un pomposo cretino, ma pensavo che, come umano, fosse mentalmente più elastico di un androide.-
Valentine fece un sorrisetto.
- Insomma, lui e Fletcher avrebbero dovuto scambiarsi i ruoli, secondo te?-
Bones annuì lentamente.
- Devo… scusarmi con Brenda.- disse - Con me è sempre stata gentile, anche quando facevo lo stronzo… meno di certi che conosco, forse, ma è comunque qualcosa, non credi?-
Valentine annuì lentamente, senza più sorridere.
- Il viaggio di ritorno durerà ventiquattro ore, e prima che possiate affrontarlo ci vorrà almeno una settimana, come minimo.- disse - Credo che di occasioni per scusarti ne avrai a bizzeffe, Parker.-
Lui la guardò sorpreso.
- Mi hai forse chiamato per nome?-
Valentine annuì.
- Credo di poterti definire un amico, adesso.- ammise.
Bones fece un sorriso confuso.
- Roba da matti…- disse - Ho un’amica di cui nemmeno so il nome…- ridacchiò.

Siccome non so nemmeno come diavolo sia fatto il motore di una macchina (anche se qualcosa penso di poterla riparare), potrei aver scritto delle emerite fesserie, almeno in via teorica, sul motore della Ascendant che, pur essendo di mia invenzione, è e resta il motore di una nave spaziale. Quindi, se qualche supernerd infognato dovesse trovare qualcosa da ridire, vi rispondo subito qui: sono un nerd anch'io, ma non conosco certi particolari perché sono troppo impegnato ad avere una vita. Scusatemi, quindi, e sappiate che se mi state leggendo vi voglio bene lo stesso.
Chiusa la parentesi critica, ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16, Ser Balzo, Kindle, Cohava e Hola1994, che mi stanno seguendo. A domani!

   
 
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