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Autore: Evangeline_Litium    21/09/2013    4 recensioni
Questa storia narra di un gruppo di ragazzi che si fa chiamare i Whikans che vuole prendere il potere del proprio Paese, la Russia, e terminare la guerra contro la Cina. Soltanto che non andrà tutto per il verso giusto, anzi quasi niente.
Questa storia mi è venuta in mente mentre ascoltavo una canzone. Accetto suggerimenti anche se ho già in mente un finale. Grazie a tutti quelli che la leggeranno e spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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CAPITOLO 2
I cinque ragazzi erano seduti nel furgone che continuava a sobbalzare a causa dei dossi sulla strada sterrata. Erano in viaggio ormai da 2 ore e nessuno aveva osato fiatare da quando erano partiti.
Evangeline aveva il capo chinato e fissava i suoi piedi con occhi vacui. Si sentiva in colpa per tutto questo macello. Stava praticamente portando i suoi unici amici all'Inferno, soltanto che al posto della scritta "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate!" c'era scritto...
"Chabarovsk ragazzi!" il portellone posteriore del veicolo si aprì di scatto.
Davanti all'uscita del furgone c'era uno dei sottoposti fidati di Okio e sullo sfondo si poteva scorgere un'insegna sbiadita e ricoperta quasi interamente dalle piante con su scritta il nome della città.
La prima ad alzarsi fu Amalia, che con il suo sorriso abbagliante fece cenno agli altri di uscire. Quando furono tutti fuori, il furgone ripartì, lasciandoli al loro destino nel nulla di quella città ormai abbandonata.
"Dai, non è così male..." affermò poco convinto Felix guardando in che città/palude si trovava con i suoi compagni.
"Hai ragione, rispetto ai bagni pubblici del campo è decisamente più sano..." scherzò Tomas.
Evangeline avanzò verso l'insegna con lo sguardo basso.
"Com'è? Ti è andata via la voce?" Tomas  la prese per le spalle e la scrollò alzandole il mento fino a che i loro occhi non si incontrarono.
"Non è tua la colpa." 
Il ragazzo la strinse a sé. Lei pigiò la propria fronte contro il suo petto, vito che arrivava solo lì, e sorrise leggermente.
"Allora?! Che ci facciamo qui fermi?! Forza! Noi siamo i Whikans, no?!" disse decisa la ragazza che fino a qualche momento fa era giù di morale.
I quattro ragazzi ritornarono a sorridere. Nel fondo anche Evangeline era come Amalia: sorridente e sfacciata.
Dopo qualche minuto Karen si bloccò di colpo e gli altri si voltarono a fissarla.
"Che c'è Karen?"
"Non lo sentite?" chiese guardandosi attorno con aria sospettosa.
Amalia tese l'orecchio per cercare di udire lo strano rumore, ma non sentiva nulla a parte il cinguettare degli uccelli sui rami.
"Forse era... solo... un'impressione..."
Ricominciarono a camminare, ma dovettero fermarsi poco dopo. Non mangiavano da una decina di ore.
Si sedettero su una roccia abbastanza grande e aprirono lo zaino che gli avevano dato per la missione.
"Allora... una torcia, tre panini, quattro bottiglie d'acqua da 500 ml, due pistole e quattro ricaricatori senza contare quelli che ci sono nelle pistole e... una bomba...? Vabbé, servirà a qualcosa..." Il ragazzo più grande giocherellò qualche secondo con la piccola sfera, poi la rimise nello zaino.
Ognuno dei presenti prese metà panino e una bottiglia d'acqua e cominciò a cibarsi. Durante il pasto Felix e Tomas si misero a parlare a bassa voce fra loro, ma nessuna delle tre ragazze riuscì a capire il discorso.
"Allora, di che parlate?" Amalia fissava i maschi con aria interrogativa.
"Nulla! Nulla..." i due ritornarono a mangiare e per il resto del pasto nessuno fiatò.
Rimisero a posto l'acqua e ripresero a camminare nella città. Il cemento che prima era stato posto sul terreno era ormai spaccato e dai buchi uscivano ciuffi di erba di un verde scuro. Non c'era più alcuna traccia di civiltà: le case ormai in pezzi, le strade ridotte a praterie... ormai la vegetazione aveva divorato il paesaggio e gli aveva dato un'aria spettrale.
I Whikans incontrarono presto un bivio. Destra o sinistra?
"Andiamo a destra!" suggerì Karen.
"Io dico a sinistra!" replicò Amalia.
"Chi è per la sinistra?" I restanti tre ragazzi alzarono la mano e Karen sembrò leggermente frustrata.
Mentre camminavano per la strada scelta dalla migliore amica di Evangeline, Amalia disse che anche quella volta aveva avuto ragione.
"Ti stai un po' zitta?!" Karen le diede uno spintone e la fece quasi cadere a terra.
"Oh! Calma!" Evangeline si mise fra Karen e Amalia.
Amelia aveva assunto un'aria sinistra e guardava con aria infuriata la ragazza che l'aveva provocata.
"No, sta pure al tuo posto Litium, se vuole litigare va bene. Non ho mai sopportato questa stronza!" Evangeline si spostò e Karen prese per la maglia Amalia.
"Che hai detto?!" La scaraventò contro un albero e si sentì come un rumore metallico provenire dalla pianta.
"Ho detto che sei una stro..." prima che potesse finire la frase, un coltello molto affilato la colpì allo stomaco.
Era stata piazzata una trappola in quel punto e nessuno se ne era accorto.
Amalia cadde in ginocchio e Karen smise di respirare. Eccola lì, la sua compagna; in ginocchio davanti ai suoi occhi con un coltello nello stomaco. Si precipitò accanto alla ragazza e cercò di farla calmare.
"Sta tranquilla, non è grave la ferita. Dai..." Ma neanche Karen credeva alle sue parole.
La maglia era tinta del rosso del sangue che usciva dalla ferita. A malapena riusciva ad aggrapparsi alla vita ancora per qualche minuto.
Dopo lo shock iniziale, gli altri tre ragazzi si precipitarono dalla ferita, la prima a raggiungerla fu Evangeline che spinse Karen lontano da Amalia.
"Non la toccare! L'hai uccisa! Te e la tua stupida superbia!" le parole le uscivano strozzate a causa delle lacrime e i ragazzi erano inginocchiati accanto a Litium, leggermente dietro la ragazza che si era piegata sul corpo dell'amica.
"Non te ne andare... resta qui...." con le proprie lacrime la ragazza bagnò il viso della propria migliore amica che teneva attaccata a sé come se volesse donargli la propria vita per non vederla morire in quel modo davanti ai suoi occhi.
"Evangeline, non fare la bambina... hai 17 anni..." cercò di dire scherzando Amalia che iniiò a sputare sangue per terra.
"Non sforzarti! Non sono una bambina! Se non aveste itigato... se... s-se non avessi fatto questo casino sarebbe andato tutto bene!" ormai il volto di Evangeline era solcato dalle lacrime.
"Non dire cazzate... ora sta calma... starai bene... ci sono loro con te..." disse indicando i tre ragazzi che piangevano in silenzio.
"M-ma tu sei unica... sei come una sorella... ti prego... resta... prendi la mia vita, ma non morire! Non così... non qui..." strinse con ancora più forza il corpo della ragazza che iniziava a farsi più freddo.
"E vederti morire davanti ai miei occhi?! No... lo sai che non lo accetterei. Tu invece sei più forte. Ce la farai..." ormai la ragazza aveva perso troppo sangue e iniziava a stringere Evangeline con meno forza.
"Io... ho bisogno di te..."
Evangeline stava piangendo sopra la spalla di Amelia, quando questa disse le sue ultime parole prima di abbandonare questo mondo.
"Tu non sarai mai sola finché avrai qualcuno disposto a sacrificare la propria vita per te. E tu hai loro..." Indicò Felix, Tomas e per ultima Karen, poi si abbandonò alla propria morte.
La fine di una storia. La fine della felicità di Evangeline, la fine della completezza dei Whikans, la fine della vita della ragazza di nome Amalia Schuster.
  
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