Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Siria Lilian Black    21/09/2013    1 recensioni
Dicono che il vero amore duri per sempre. Edith ne è la prova vivente. Lo ha conosciuto ai tempi del liceo e dopo più di quarant'anni ricorda ancora ogni parola, ogni gesto con un sorriso velato di malinconia.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Sedetti al solito posto, come ogni giorno, sull'unica panchina posta sotto il ciliegio del paese e, come ogni giorno, J mi raggiunse dopo pochi minuti. Erano passati molti anni da quando avevamo iniziato a utilizzare quella panchina come ritrovo. Le nostre gambe non funzionavano più come una volta e quello era l'unico posto vicino a entrambe le nostre case che potevamo raggiungere, non era proprio a metà strada, ma la cosa non faceva poi così tanta differenza.

"Come va il ginocchio quest'oggi?" Mi chiese con velata ironia.
"Come ogni giorno venuto dopo l'infortunio... Tu, piuttosto, non credi sia ora di prender per le orecchie tuo figlio? Per quanto ancora dovrai pagare una badante per tuo marito?"
"Greg è un caso perso, ma basta parlare delle solite cose. Questa mattina ho ritrovato una delle tue vecchie lettere e mi sono ricordata di una cosa che mi avevi confessato tanti anni fa."
Durante gli anni del liceo, contrariamente ai nostri coetanei, eravamo solite scambiarci lettere anzichè messaggi o e-mail; io le sue le avevo tenute tutte e, a quanto pareva, lei aveva fatto lo stesso.
"Di quale delle mille confessioni stai parlando?" Domandai.
In più di cinquant'anni di amicizia, non avrei proprio saputo dire a quale dei mille discorsi lei si riferisse.
"Mi avevi parlato di un viaggio e di un ragazzo. Si chiamava Matthew, se non ricordo male... In quegli anni eri così innamorata che non eri riuscita a spiegarmi cosa avessero di così particolare quei suoi... com'è che li avevi chiamati? Ah, sì. Massaggi!"

Un sorriso comparve spontaneo sulle mie labbra sentendola parlare di quegli anni, di lui. Ripensandoci ricordavo ancora ogni riga scritta sul suo conto e ogni cosa che in un modo o nell'altro aveva avuto a che fare con lui.
"Come posso spiegare un qualcosa di così semplice e dannatamente complesso al tempo stesso, senza risultare banale o criptica?" Domandai, lasciando vagare lo sguardo lungo i profili delle strade appena fuori dal parco. "Saranno passati una quarantina di anni eppure se chiudo gli occhi riesco ancora ad avvertire i commenti dei nostri compagni di viaggio, il suo profumo lieve e sconvolgente al tempo stesso. Posso ancora sentire le sue dita sulla pelle, il suo respiro appena dietro l'orecchio. M viene ancora la pelle d'oca a pensarci e ho quasi l'impressione che il mio cuore non voglia più smettere di battere all'impazzata. Ricordo il vago senso di vuoto allo stomaco giunto non appena le sue dita mi hanno sfiorata e la consistenza della poltrona sulla quale ero seduta, non appena le sue dita si sono allontanate da me."
"Ancora mi domando perché non gli sei saltata addosso quel giorno..."
In risposta a quel suo tono colmo di incomprensione scossi il capo con aria malinconica.
"Dammi della stupida, se vuoi, ma non avrei potuto rovinare la poesia di quegli attimi con un qualcosa di così scontato."
"In che senso?"
"Sì, probabilmente sarebbe stata l'unica cosa da fare secondo molti, ma erano sensazioni troppo belle per poterle corrompere in qualunque modo. Insomma sarebbe stato come trovarsi sulla cima dell'Everest e non degnare il panorama nemmeno di uno sguardo, o bere della Pepsi tutta d'un fiato senza godere appieno del suo retrogusto dolciastro, o non poter osservare la Luna al mattino a causa di un'alba accecante. È poesia, capisci? Quelle carezze erano tutto questo: Il panorama visto dalla cima dell'Everest, il retrogusto dolciastro della Pepsi e la Luna del mattino. Corrompere queste sensazioni con un qualcosa di così scontato avrebbe significato non afferrare il senso di quello che aveva fatto. Credo anche di averglielo detto, sai?" Aggiunsi in una domanda, con un velo di malinconia sul volto piuttosto stanco. Non ricordavo di averle raccontato questi particolari, difatti pochi istanti dopo, mi chiese:
"Detto cosa?"
"Qualche minuto dopo mi chiese sotto voce che cosa avrei fatto in seguito a quelle sue attenzioni, ricordo ancora l'imbarazzo provato mentre gli sussurravo la risposta. Gli dissi che per quanto la cosa non mi sarebbe dispiaciuta, passare una notte con lui avrebbe rovinato la poesia dei suoi gesti. Gli dissi che un semplice bacio colmo di amore e dolcezza sarebbe stata l'unica risposta."
Sorrisi con dolcezza ripetendo quelle parole, ricambiando lo sguardo incredulo di J.
"Puoi essere ancora innamorata di lui dopo tutto questo tempo?"
"Non lo so, ma ancora non mi spiego perché non lo baciai..." Mormorai seguendo con lo sguardo una ragazzina in bicicletta.
"Come sarebbe a dire che non l'hai baciato?"
"Eh... appunto. Si è fatto tardi ormai e io devo ancora preparare la cena. Ci vediamo domani?" Domandai di rito.
"Come se avessimo altre cose da fare..."
Lasciai il parco con un sorriso. Non aveva importanza che esso fosse malinconico o triste, l'importante era che dopo tutti quegli anni era ancora in grado di farmi sorridere.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Siria Lilian Black