Era buio. L’unico rumore che si poteva sentire era quello del suo respiro. Doveva muoversi, o sarebbe finita in grossi guai. Osservò i numeri degli edifici; doveva cercare il 19. 41, 40, 39, 38, 37… Sentiva l’agitazione crescerle dentro, le tremavano le mani, ma doveva andare avanti. Doveva farlo per lei, per la sua famiglia, per sua sorella, per quelli che erano diventati i suoi alleati. 30, 29, 28… Sentì qualcosa, un rumore, un fruscio dietro di lei. Accelerò il passo, cercando di non fare troppo rumore.. una leggera brezza le scombinò i capelli, che le finirono sugli occhi. Non c’era vento prima, c’era qualcosa che non andava, qualcosa di strano ed inquietante. Sentì un profumo strano, come di giglio e fumo, qualcosa di sgradevole nell’insieme, che le otturò le narici. Era in pericolo, lo poteva sentire. Si scostò i capelli dagli occhi, continuando a camminare velocemente. L’odore si fece più forte, sempre più forte. Sentì dei passi, troppo vicini a lei e accennò una corsa. E poi, all’improvviso, davanti a lei si materializzò una donna. Era alta più o meno quanto lei, con i lunghi capelli mori, gli occhi spalancati, vestita con un tailleur scuro.
 

• Dove credevi di scappare? – chiese la donna con tono duro.

Candice non rispose. Cercò di concentrarsi, per sferrare un attacco abbastanza potente. E poi un ringhio, un grido, tutto divenne confuso. Candice chiuse gli occhi e cercò di respirare. Li riaprì e la situazione che trovò davanti a lei non era delle migliori. La donna mora era a terra, priva di vita e dietro a lei un uomo castano dagli occhi grigi con la bocca sporca di sangue, in canini ancora in mostra.
 

• Kellan – Candice pronunciò il suo nome.
• La solita strega che non si guarda le spalle – commentò lui, pulendosi con una manica – vieni, ti stavamo aspettando.