Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Fire_fly    21/09/2013    4 recensioni
Harry a New York fa dei particolari incontri che lo spingono a prendere una decisione.
Introspettivo. Harry POV
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Sunshine,
che ha lottato,
che ha avuto coraggio,
che ha insistito e alla fine è riuscito a farsi amare.
E non importa quante ferite ha collezionato nel tempo,
lui ha amato e ha continuato ad amare fino alla fine.

 
 
“L'inferno e il paradiso sono tutti e due dentro di noi.” -Oscar Wilde
 
Amo New York.
Amo il modo in cui mi fa sentire quando vago per la città, quando mi nascondo tra la folla e semplicemente ascolto i rumori, guardo le persone affaccendarsi, parlare al telefono, correre e sparire tra la massa.
La cosa più bella è che vedo tanti volti, ed ogni singolo volto mi narra qualcosa. Riesco ad immaginare le loro storie, mi perdo nel cercare di capire cosa potrebbe significare quella piccola ruga ai lati degli occhi o se quel sorriso appena apparso sul viso di una sconosciuta sia dovuto ad una persona in particolare o è semplicemente una bella giornata.
La cosa più devastante, invece, è quando, dando un veloce sguardo agli occhi di qualcuno, ci vedo un mondo distrutto, fatto a pezzi da chissà quale dramma.
E poi mi viene da chiedermi cosa vedono le altre persone nei miei occhi, sul mio viso. Mi domando se tutti vedono Harry Styles, il ragazzo famoso, oppure qualcuno di loro riesce a vedere Harry, solo Harry.
E vorrei sapere se riescono a vedere le trame dei miei occhi che raccontano di mille segreti tenuti prigionieri, e le piccole rughe che segnano il mio viso troppo giovane eppure già invecchiato.
Si dice che i segreti, le bugie che racconti ti lasciano segni più profondi  di una cicatrice. E mentre fuori mi vedono giovane, sorridente e bellissimo, io mi guardo allo specchio e vedo segni, sconfitte, vedo rimorsi e…dolore.
Lo specchio è il mio personale ritratto, come quello di Dorian Gray, solo lui riusciva a vedersi invecchiato e sconfitto.
Prima di iniziare a tatuarmi lessi che “tattoo” in samoano vuol dire “ferita aperta”, e quando la vita iniziò a ferirmi io iniziai ad incidere sul mio corpo ogni singolo dolore, ogni segreto, ogni bugia. E mentre gli altri guardano un corpo tatuato io vedo un corpo ferito, pieno di tagli aperti e ancora sanguinanti, che bruciano in ogni instante.
Mi chiedo cosa potrebbe succedere se dicessi al mondo la mia verità, se raccontassi al mondo chi è Harry. Mi accetterebbe? O inciderebbe sul mio corpo un’altra grossa, immensa ferita?
 
Ero stato tante volte a New York, ma non l’avevo mai davvero vista. Passeggiavo nascosto da grossi occhiali ed un cappello sperando di passare inosservato, finchè qualcosa non catturò la mia attenzione.
Era una mostra d’arte, non avevo mai visto una mostra d’arte. E non sapevo esattamente cosa mi stesse attirando là dentro, ma ci entrai.
Era quasi ora di pranzo dunque era piuttosto deserta, ma comunque era aperta ai visitatori.
Diedi uno sguardo generale, e vidi quadri di tutte le misure e di tutti i generi.  C’era colore, c’era tristezza, c’era dolore, c’era felicità. Quei quadri sembravano raccontare mille vite, oppure una sola.
E tra i tanti meravigliosi dipinti uno attirò la mia attenzione. Era esposto nella stanza più piccola, e nonostante non fosse un quadro di grandi dimensioni aveva per sé un’intera parete.
Su uno sfondo nero, con riflessi grigi, c’erano dipinte due mani. Entrambe erano mani maschili.
Erano sospese come in attesa di raggiungersi, erano distese per riuscire a toccarsi, eppure non si toccavano.
Notai un particolare che mi fece rabbrividire anche se non ne capii subito il motivo. Entrambi avevano una fede al dito. Avrei voluto capire cosa significavano.
Credo che passai tantissimi minuti seduto lì davanti al quadro immerso in quello spettacolo. Forse per questo mi si avvicinò un ragazzo.
“Ti piace?” mi chiese con una voce calda ed interessata. Mi voltai e vidi un ragazzo, giovane, con dei bellissimi capelli biondi, la pelle e gli occhi chiari. Aspettava una mia risposta.
“Moltissimo” risposi semplicemente.
“Grazie” mi sorrise
“L-l’hai fatto tu?” domandai sorpreso
“Si, tutto qui dentro è opera mia”
“Wow, sei davvero bravo!” mi complimentai mentre lui mi sorrideva ringraziandomi
“Posso chiederti cosa significa?” domandai subito. Forse era una domanda stupida, ma avevo bisogno di capire.
“Questo l’ho fatto la prima volta che un ragazzo mi chiese di sposarmi. Eravamo così vicini in quel momento, eppure distanti nel tempo. Le nostre mani quasi si toccavano, ma non riuscivano a raggiungersi mai” mi disse guardando a sua volta il quadro, sembrava perso tra i ricordi.
“E poi cosa è successo a te e a quel ragazzo?” domandai assorto.
“Quel ragazzo è diventato mio marito” disse con un sorriso guardandosi la fede al dito.
“La distanza tra voi non vi ha separato” affermai, pensando che forse anche per me ci sarebbe stata una possibilità.
“La distanza è solo distanza, il tempo è solo tempo. Non conta quando due persone sono destinate a stare insieme. Io e Brian lo eravamo, dal primo instante in cui i nostri occhi si incontrarono entrambi l’avevamo capito”
“Capito cosa?”
“Che saremmo rimasti insieme, sempre” affermò convinto. Sembrava così sicuro della forza del loro legame. Dovevano aver superato parecchi ostacoli per arrivare lì.
“È possibile acquistare il quadro?” chiesi così improvvisamente.
“Certamente, sono tutti in vendita” mi rispose il ragazzo, poi mi sorrise un’ultima volta e si allontanò.
Io mi avvicinai al quadro e sotto accanto vidi la targhetta in cui c’era scritto :  “It’s only time.  Autore:
 Justin Taylor”
 
Probabilmente era passato un bel po’ di tempo da quando ero entrato là dentro perché la mostra iniziava a diventare sempre più affollata. Due ragazzi si fermarono proprio accanto a me, per un secondo temetti che mi riconoscessero. Ma sembravano eccitati per qualcosa di cui stavano parlando.
“Ancora non ci credo! Ci sposeremo, Rach. Ci sposeremo!” diceva il ragazzo quasi saltellando. E la ragazza sorrideva contenta.
“Quando Blaine me l’ha chiesto ho avuto paura che fossimo troppo giovani, che fosse troppo presto. Ma gli ho detto subito si. Io voglio sposarlo, lui è l’amore della mia vita” continuò il ragazzo adesso commosso.
La sua amica lo era anche, ma aveva qualcosa di triste nello sguardo ed infatti subito dopo disse: “Darei qualsiasi cosa per poter sposare l’amore della mia vita, quindi Kurt sono felice per voi.” E mentre parlava una lacrima brillò nei suoi occhi castani, mi accorsi che toccava distrattamente la collana che portava al collo. Ecco lei era una di quelle persone che aveva dentro gli occhi un mondo fatto a pezzi, distrutto da chissà quale dolore, ma doveva essere davvero immenso. Il suo amico si limitò ad abbracciarla e lei si nascose dentro al suo collo, cercando di celare quella lacrima che riuscii a vedere scivolare sul suo viso.
E fu allora che capii. Capii che la vita era fottutamente breve per riempirla di bugie, per lasciare che dei mostri si impadroniscano di me, per lasciare che i segreti mi distruggano. Volevo vivere, vivere come avevo sempre sognato di fare. E in quel momento, oltre a prendere la decisione di comprare quel quadro, decisi di rischiare tutto per lui.
 
Dopo l’intera giornata trascorsa in giro per New York arrivai in albergo e nella mia stanza c’era il quadro ad aspettarmi e davanti ad esso c’era lui.
Appena entrai si voltò e mi sorrise, poi subito mi chiese: “Cosa ci fa questo quadro qui?”
“L’ho comprato” dissi semplicemente facendo spallucce.
“Okay” rispose l’altro.
Andai a sedermi sul letto e lo osservai per un po’.
Ricordai le parole di quel ragazzo, Justin, la sua storia, e ricordai le parole dell’altro “lui è l’amore della mia vita” e poi il mondo andato in pezzi della sua amica.
“Lou…” lo chiamai attirando la sua attenzione. Lui si voltò verso di me e mi raggiunse sul letto.
Persi un battito quando mi accarezzò i capelli fino ad arrivare al collo. Rabbrividii perché ogni volta che avevo le sue mani sul mio corpo riuscivo a sentire davvero, sentivo qualsiasi cosa, ed era la sensazione più bella del mondo. Per un attimo chiusi gli occhi e sospirai sulla sua pelle.
“Lou..” ricominciai ad un tratto nervoso
“Dimmi Harreeh” mi disse rivolgendomi il suo meraviglioso sorriso
Ed allora mi persi di nuovo nei suoi occhi di un azzurro indefinito, unico. Mi persi nel suo sorriso sincero che ultimamente di rado usciva fuori, mi persi dentro l’amore della mia vita.
“Sposami” dissi tutto d’un fiato.
Lui sgranò gli occhi e sobbalzò dalla sorpresa. Poi esplose in una fragorosa risata.
“Louis sono serio. Davvero…sposami”
Lui a quel punto mi guardò con occhi insicuri e spaventati, aveva paura, lo riuscivo a sentire.
“Harreeh ma cosa dici” mi disse quasi tremando.
Avevo solo quella possibilità e dovevo sfruttarla.
Mi avvicinai ancora di più a lui e presi le sue mani tra le mie, e poi lo guardai. Occhi negli occhi.
“Lou la vita è così breve, guardaci siamo fantasmi di noi stessi. Non riesco a riconoscermi allo specchio e tu, tu non sei più il ragazzo con le bretelle che faceva il coglione ovunque si trovava. Lou che cosa ci è capitato?”
“Harry…noi siamo cresciuti. Non possiamo vivere nel ricordo degli anni passati”
“Ma io ti amo, ti amo come allora Louis. Perché non lo accetti?” dissi disperato.
“Harreeh io ti amo anche più di allora, ma questo non cambia niente. Io l’accetto, accetto il nostro amore te lo giuro. Ma cosa cambia se ti dico di si?” mi chiese anche lui sull’orlo del pianto
“Cambia tutto Lou. Faremo in modo che cambi tutto”
“Non possiamo Harry, io non posso” disse abbassando lo sguardo e non riuscendo a trattenere la lacrima che scivolò lentamente sul suo viso.
Dio eravamo corpi distrutti, cuori spezzati, anime lacerate, eravamo bloccati nel passato e paralizzati dal futuro. Eravamo dolore marchiato a fuoco sulla pelle. Eppure sotto tutti quegli strati di sofferenze c’erano ancora quei due ragazzini che si erano innamorati non appena incontrati e che continuavano ad amarsi nonostante il mondo avesse deciso che il loro amore era proibito.
“Tu puoi, noi possiamo. Forse non ci potremo sposare oggi o domani. Ma lo faremo un giorno. Te lo giuro Lou. Io non ti lascio andare, non posso permetterti di sfuggirmi dalle mani.”
“E io non voglio che tu lo faccia. Non voglio che tu ti arrenda con me, promettimi che non lo farei Harreeh. Promettimi che non ti arrenderai mai con me, con noi” mi supplicò.
“Te lo prometto Louis. Ti prometto che un giorno potrò chiamarti mio”
Perché Louis un giorno sarai solo e soltanto mio, te lo prometto pensai tra me e me.
“Vorrei poter essere sempre tuo, non solo nei momenti rubati.” Confessò Lou guardando le nostre mani intrecciate.
“Succederà. Lo vedi quel quadro? È una promessa Lou. È la mia promessa.”
“Promessa?” domandò lui incerto
“Si la mia promessa che niente,  niente, riuscirà a dividerci e che un giorno ci troveremo insieme con quelle fedi tra le dita e ti dirò si. E sarà un si per la vita. Questo ti prometto”
Lui si sporse verso di me e lasciò un bacio tra le mie labbra. I nostri occhi si chiusero, le nostre labbra si muovevano perfettamente le une dentro le altre, le nostre lingue si accarezzavano lentamente, i nostri corpi si spingevano l’uno verso l’altro cercando un contatto sempre maggiore.
Quella notte io e Louis facemmo l’amore, quello lento e dolce. L’amore che dà sollievo al cuore, che è come un balsamo rinfrescante per le nostre ferite. E quella notte lui fu solo mio ed io solo suo. Le nostre anime si appartenevano in un modo che i nostri corpi non potevano ancora fare.
 
La luce del mattino ci riportò al presente, a quel presente fatto di bugie, di rimorsi e di voglia di urlare al mondo il nostro dolore. Il sole ci ricordò che noi non potevamo appartenerci, non in quel momento almeno.
 
E lui tornò ad essere suo.
Ed io tornai ad essere tormento.
 
 
Ci sono promesse che non sempre riesci a mantenere, promesse che fai con il cuore e le senti fin dentro le ossa. Quella sera promisi a Louis Tomlinson che un giorno sarei stato suo e lui mio. Ed avevo tutta l’intenzione di mantenere quella promessa anche se significava aspettare e continuare a mentire, e continuare ad incidersi sulla pelle il dolore di quell’amore così forte che riesce a spezzarmi ad ogni nostro respiro.
Ho amato davvero con tutto me stesso Louis, l’ho amato così drasticamente come nessuno dovrebbe amare perché non può evitare poi di farsi male. L’ho amato troppo, e troppo intensamente, l’ho amato come se fosse il mio essenziale. L’ho amato fino a distruggermi.
E continuo ad amarlo in quel modo così forte e potente che mi sta devastando piano piano.
Ma non posso evitarlo, perché non amarlo significherebbe annullare me stesso.
E allora preferisco rimanere io, l’io ferito e danneggiato ma pur sempre io.
Non mi resta che aspettare, e sperare che un giorno anche noi potremo amarci come si amano i ragazzi lì fuori, come si amano alla luce del sole brillante, senza ferite e senza misure. Ma per adesso mi accontenterò di amarlo come si amano i ragazzi della notte*. Nascosti, custodendo il loro amore come un prezioso segreto, ombre sbiadite, che superano il giorno aspettando tremanti il calar della notte così da potersi di nuovo amare e stringersi e baciarsi, non esistendo per nessuno se non per loro stessi.
Dunque aspetterò, lo aspetterò come aspetto la notte.
In fondo è solo tempo
 
 
 
 
(*) riferimento alla poesia “I ragazzi che si amano” di Jacques Prévert
 


Saaalve :D
Eccomi tornata con una OS Larry che avevo in testa da un po’ di tempo. A dir la verità all’inizio doveva essere tutta fluff ma poi mi è uscita di un angst assurdo quindi, mi dispiace (?).
Non so se avete notato la presenza di alcuni personaggi conosciuti. Kurt e Rachel di Glee, e Justin di Queer as Folk. Non so, dalla prima volta che ho pensato a questa OS sentivo che dovevano esserci e dunque ce li ho messi.
Beh credo che tornerò con qualche altra os, quindi stay tuned :D
A presto
 
Vale
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Fire_fly