Gli Elfi Domestici Colpiscono Ancora
Sunday, September 19, 1991
Bedroom Quarters
6:15 P.M.
Forse
sono semplicemente diventata
paranoica (e, seriamente, dopo un incidente del genere, chi non lo sarebbe?) ma sembra che tutti mi
stiano…osservando in modo strano.
Di
certo la mia nuova reputazione di Troia
di Hogwarts non si sarà divulgata così
in
fretta.
…benché questo spiegherebbe come mai, prima, uno dei serpeverde del settimo anno mi abbia strizzato l’occhio mentre gli passavo affianco in corridoio.
6:17
P.M.
Ugh.
Ragazzi d’oggi.
6:18
P.M.
Di
certo non me lo sono immaginato, perchè
mentre me ne andavo in sala professori ho visto Percy Weasley che se
l’è data a
gambe. Onestamente- cosa crede che gli avrei potuto fare, saltargli
addosso nel
bel mezzo del corridoio?
Brrr.
6:20
P.M.
Tsk.
Come se poi lui fosse un angioletto,
tanto per cominciare. L’ho visto come fissava Penelope
Clearwater durante il
pranzo. Ah.
6:21
P.M.
Mio
Dio, non voglio essere conosciuta come
la Troia di Hogwarts! E’ terribile! Terribile!
Sono la persona meno Troieggiante di questo mondo! L’unico
uomo che abbia
baciato nel corso degli ultimi due anni è il perpetuamente
acrimonioso
Professor Snape, per l’amor del cielo!
…e
poi c’è Wimmy.
Ma
sto davvero, davvero tentando di dimenticare.
6:23
P.M.
Credo
di aver bisogno di uno psicanalista.
6:24
P.M.
O
di un fidanzato.
6:25
P.M.
O
di un
fidanzato psicanalista.
Hmm.
Intrigante.
Monday, September 20, 1991
Bedroom Quarters
7:36
A.M.
Oh
Dio. Mi è appena venuta in mente una
cosa. Ho lezione con i Grifondoro del terzo anno stanotte. Il che
significa
gemelli Weasley.
Queste
sono proprio le cose sulle quali i
Weasley ci marciano. E so che in qualche modo –in
qualche modo- ne avranno sentito parlare. Questi ragazzi
hanno
la capacità di spuntare proprio nel posto dove non vorresti
che fossero. Come
l’anno scorso, quando stavo tentando di sgraffignare un
barattolo o due (o sei)
di gelato dalle cucine nel bel mezzo della notte, visto che mi sentivo
un po’
depressa a causa della mio apparentemente perpetuo stato di miseria; i
Weasley
erano lì, ed avevano preso l’ultima confezione di
gelato!
Comunque,
me ne hanno lasciato un po’ dopo
averli informati di quanto patetica
la mia vita fosse.
Dopo
tutto non sono poi tanto spietati.
7:40
A.M.
In
ogni caso mi daranno il tormento
stasera. Di questo sono piuttosto certa.
7:41 A.M.
Perchè a me?!
7:42 A.M.
Perchè
non…a Snape?
7:43
A.M.
Infatti
lui era piuttosto coinvolto in quel
piccolo incidente.
Quindi
certamente io non sarò l’unica
ad essere torturata.
7:44 A.M.
Teehee.
Friday, September 27, 1991
St. Mungo’s Hospital for Magical
Maladies and Injuries
4:35
P.M.
Sono
morta.
Lo
giuro, sono morta e spedita
all’inferno.
Non
c’è altra spiegazione.
Oh,
beh. Almeno ho riacquistato la facoltà
di parlare lucidamente.
…per
quanto lucida possa essere io,
comunque.
Il
che non dice niente di buono.
4:39
P.M.
Probabilmente
ti starai chiedendo cosa ci
faccia al St. Mungo.
4:40
P.M.
O
forse no. Sei un quaderno. Come puoi
chiederti qualcosa?!
4:42
P.M.
Sono
completamente impazzita.
4:45
P.M.
Sicuramente
alla fine ne verrà fuori una
elfo-domestico-fobia. Non sarò mai più in grado
di affrontarne uno.
4:47 P.M.
Elfi Domestici.
Brrrrrr.
4:53 P.M.
Snape
sembra piuttosto irritato. Suppongo
non voglia trovarsi qui. Continua ad inviarmi occhiatacce mortali, ma
non ha
ancora detto niente.
…Che
forse Severus Snape sia dispiaciuto
per me?!
Sembra
sia così.
Il
che dovrebbe suggerirti qualcosa. Voglio
dire, non è facile per Severus Snape sentirsi dispiaciuto
per qualcuno.
Ed io me la sono decisamente vista brutta.
5:02
P.M.
Probabilmente
dovrei raccontarti l’intera
storia
(ignorando
il fatto che ‘tu’ sei un
oggetto inanimato.)
Tutto
è cominciato intorno all’una e mezza
della notte tra il 20 e il 21, quando ero incredibilmente indecisa se
uccidere
i gemelli Weasley o me stessa (entrambe le opzioni, vedi, erano
altamente
allettanti, ma alla fine ho scelto me stessa, visto che Dumbledore si
sarebbe
senza dubbio stizzito se avessi ucciso un paio dei suoi studenti). Ma seriamente. Come si suppone debba
reagire ad un compito che canta ‘Prima
Raptor, poi l’iguana/ alza a tutti la sottana/ copri le
orecchie e tenta di fuggire/
prima che Snape faccia venire/ Lei è la Troia Spezza cuori
di Hogwarts!’?!?
Sono
davvero eccitata nell’annunciare,
sorpresa sorpresa, che ho raccattato il coraggio di mettere entrambi in
punizione e togliere 10 punti a
Grifondoro.
Sfortunatamente,
questo non ha impedito
all’intera classe di sbellicarsi dal ridere.
Ed
io che pensavo di aver toccato il
fondo. Sigh.
Non
ne avevo idea.
Dunque,
mi stavo godendo un bagno sperando
che mi avrebbe tirato su il morale (o che sarebbe stato abbastanza
profondo da potermici
affogare), e intanto affrontavo profonde questioni filosofiche della
serie “Oh Dio, perché a
me, perché?”. Essenzialmente,
il solito.
Ero
talmente occupata ad affogare
nell’autocommiserazione (ma grazie al cielo non
nell’ acqua – alla fine avevo maturato
il desiderio di vivere) che non notai un certo qualcosa fin quando non
uscii
dalla vasca. (Benchè, in retrospettiva, onestamente non so
come possa averlo
ignorato. Mi piace pensare che non sono così
babbea).
Mentre
mi dirigevo verso lo specchio, feci
una scoperta altamente spiacevole:
La
mia pelle aveva assunto una tonalità di
lilla che Gileroy Lockhart avrebbe certamente approvato.
Sì,
lilla.
Nel
senso che la mia pelle aveva perso quella fantastica
tonalità carne che
da allora rimpiango, e, al suo posto, era diventata…
Lilla.
Immagina,
se puoi, una donna dall’aria
perpetuamente esausta, dall’alto del suo metro e
cinquantadue, con un pezzo di
palude morta e marrognola che si ritrova al posto dei capelli. Non
proprio una
Veela, tanto per cominciare. Poi, però, immaginala in un
contesto più viola, e
ottieni un qualcosa che farebbe sembrare un Troll la quintessenza della
bellezza.
Oh,
e questo era solo l’inizio.
Così,
dopo aver urlato per un po’ tentando
di riportare la mia pelle ad un colore più umano con qualche
incantesimo, ho
finalmente deciso che non avrebbe mai funzionato, e che probabilmente
sarebbe
tutto scomparso entro il mattino successivo. (avevo usato un
bagnoschiuma
babbano, e apparentemente ci sono tracce di magia nelle acque di
Hogwarts, che
possono avere reazioni negative se combinate con prodotti babbani.)
A
quel punto ero convinta che sarei dovuta
affogare nella vasca quando ne avevo avuto
l’opportunità; mi gettai sul letto—
E
provai il più tremendo e straziante
dolore che avessi mai provato.
Sembrava
quella sit-com babbana, “Io sogno
Jeannie”, in quell’episodio in cui Jeannie
trasformò il letto del Maggiore
Nelson in un letto di chiodi.
Io
risi
quando successe. Risi.
Da
allora ho scoperto che non è una
questione da ridere.
In
effetti, è un dolore infernale.
Quindi
ho afferrato una coperta, e mi sono
accovacciata sul pavimento senza riuscire a chiudere occhio; invece,
ero viola
e in preda al dolore più allucinante, e mi chiesi chi sulla
faccia della terra
vorrebbe farmi questo. Giunsi alla conclusione che non poteva essere
stato
Snape, dato che la tortura fisica non è esattamente il suo
genere- è più il
tipo che punta all’insulto verbale fino al punto in cui
vorresti tagliarti le
vene. Questa sembrava più una cosa da gemelli Weasley, ma
loro non sarebbero
mai tanto crudeli per un paio di schifosissime punizioni, no?
E
così mi resi conto che avevo un nemico-
qualcuno, là fuori, che voleva vedermi soffrire, che rideva
davanti alle mie
pene.
E
lascia che te lo dica, ho considerato chiunque
come un possibile sospettato. (Davvero.
Chiunque. Persino il cane di Hagrid, Fang. Non mi piace il modo in cui
mi
fissa.) Qualcuno potrebbe darmi della paranoica, ma credo fossi
assolutamente
giustificata. Ero, dopo tutto, viola, ricorda, e questa è
difficilmente una
cosa da prendere alla leggera. Ho pensato, piuttosto a lungo, che
potesse
essere stato Quirrell, dato che aveva contro un gran numero di prove,
visto che
il suo turbante era di una tonalità molto simile a quella
della mia pelle. (ok,
magari non era proprio una prova da ‘rinchiudetelo ad Azkaban
per il resto
della sua vita’, ma ero disperata. Sorpresa sorpresa,
considerando che parliamo
di me.)
Ma
dopo ho dovuto riprendere il controllo
di me stessa.
Voglio
dire…Quirrell? Quell’uomo ha paura
delle posate. (Triste, ma vero. Madama Bomb aveva afferrato una
forchetta,
mentre gesticolava per enfatizzare un concetto, e quel tipo si
è praticamente
fatto prendere dalle convulsioni.) Oh, sì, sono convinta che
è un malvagio
stregone il cui intento è quello di rendere la mia vita un
inferno, prima di
aiutare Tu-Sai-Chi nella sua gloriosa risurrezione.
Ah,
certo.
Totalmente
plausibile.
(notare
il sarcasmo)
E
quindi ero lì: sofferente, viola, e
senza alcuna idea su chi potesse essere l’attentatore. A quel
tempo, non avevo
preso in considerazione i veri colpevoli. Dopo tutto, chi avrebbe anche
solo
pensato di sospettare…gli elfi domestici?
-----------------
5:14
P.M.
Scusa.
Mi
sono presa un momento per rabbrividire.
Quindi,
come tu, quaderno inanimato, puoi
ben vedere ero in una situazione piuttosto difficile. C’era,
inoltre, quel
fastidioso problema per cui avrei dovuto incontrare altre persone, se
non avessi
voluto morire di fame. E non dimentichiamo il dilemma insegnamento.
Dopo
una lunga serie di vari scenari
mentali in cui Snape si sganasciava dal ridere, sono giunta alla
conclusione
che semplicemente non potevo. Non potevo mostrare in giro la mia faccia
fucsia.
…Va
bene, non era fucsia. Abbiamo già
appurato che era un violetto lavanda che, se mai dovessi vedere ancora,
temo mi
manderebbe dritto al St. Mungo. Ma concedetemi
l’allitterazione.
E
così il mio piano, per la prima ora o
giù di lì, era quello di starmene seduta nel mio
appartamento fino a quando non
fossi infine raggrinzita e morta. (Non certo l’idea
più brillante che potessi
formulare, suppongo, ma aveva comunque un qualcosa di tragicamente
Shakespeariano)
Poi
mi è venuta fame.
E,
poiché su questo piano sono
particolarmente brillante ed intelligente, l’unica cosa
decente da mangiare che
sembravo avere nella mia stanza era una vecchia scatola di Scarafaggi a
Grappolo che Snape mi aveva regalato tre anni fa a San Valentino, in
quello che
lui pensava sarebbe stato un gesto sarcastico e spiritoso.
Ah,
Difficilmente.
(Non
chiedermi perché li ho conservati. Onestamente,
non lo so. Inoltre, non voglio sprecare una ridicola
quantità di inchiostro e
cinque pagine di quaderno proclamando quanto, esattamente, non sia
innamorata di
lui.)
Ma
entro mezzogiorno, quegli Scarafaggi a
Grappolo sembravano sorprendentemente allettanti.
…La
gente mangerà poi
davvero quella roba?
Voglio
dire, suppongo che le persone, là
fuori, dovranno pure mangiarli, sennò non continuerebbero a
produrli, no?
Eppure
io non ho sicuramente mai conosciuto
nessuno che li digerisse, fatta eccezione per una vecchia megera che ho
incontrato una volta quando, al terzo anno, ero in gita ad Hogsmeade.
Scarafaggi
a Grappolo: considerati una
delizia dalle
megere di tutto il mondo.
…e
di qui spiegato il regaluccio di Snape.
Lo
odio.
Così,
verso mezzogiorno e mezza, ero
seduta lì, fissando gli Scarafaggi a Grappolo, dilaniata tra
il pensiero di
morire di fame o mangiarli, e quindi confermare il mio status di
vecchia megera
nella società.
E
poi qualcuno bussò alla porta.
Naturalmente,
la prima persona alla quale
pensai fu Snape.
…non
perché sia eccessivamente
ossessionata da lui, o che. Solo perché è
risaputo che lui ha questa abitudine
di bussare alla mia porta nei momenti meno opportuni.
E
quindi ho urlato (o almeno ci ho provato
– ero talmente indebolita dalla fame e dallo stress emotivo
che ne è risultato
quasi un sibilo) “Va via, Snape! Non sono proprio
dell’umore adatto!”
Sorprenditi
pure per la favolosa scelta di
parole.
Va
avanti. Non ti preoccupare. Sentiti
pure libero.
Di
sicuro Victoria lo era.
Perché,
visto che sono fortunata, era lei
e non l’untuoso professore di pozioni.
Ha
aperto violentemente la porta, con
questo orrendo sorriso stampato in faccia e ha chiesto “Spero
di non…rovinare
qualsiasi altro tuo programma, Auriga”
Immediatamente
mi tirai una coperta sin
sopra la testa, quindi il mio sguardo mortale e la mia crudele risposta
“Fan
culo. Hai una mente malata” non ha avuto particolarmente
effetto su di lei.
Invece,
scoppiò a ridere “Lo sai, tra le
due sei tu quella depravata ”
Il
che è, ovviamente, la cosa più ridicola
che abbia mai sentito, considerando che sono andata a letto con un solo
uomo e
che sono possibilmente la trentunenne meno depravata del pianeta.
Non
mi sono preoccupata di degnare questa
affermazione con una risposta, e invece mi sono lanciata sul letto
(che, grazie
a Dio, era ora privo di chiodi) e nascosta sotto qualche altra coperta.
Giusto
per sicurezza.
“E’
vero quello che dicono sull’elfo
domestico?” continuo imperterrita Victoria, completamente
all’oscuro del fatto
che ero stata a tanto così dall’intossicarmi con
una scatola di Scarafaggi a
Grappolo scaduti.
E’
davvero orribilmente insensibile a
volte.
“No,
ovviamente no!” ho replicato stizzita
attraverso i due lenzuoli,
tre coperte,
due piumini e un plaid sotto i quali mi ero rifugiata. (Ho la tendenza
ad
acquistare compulsivamente corredo per il letto. Beh, denunciatemi.
Certamente
diventa utile, dopo tutto. Guarda alla situazione in cui mi trovavo!
Non so
cosa avrei fatto senza la mia vasta collezione.)
“Ohh,
bene” continuò Victoria, ancora
profondamente ignara delle mie sofferenze. “Perché
è vero che ho una mente
aperta, ma persino io ti avrei detto che la tua perversione stava
raggiungendo
livelli—“
“Victoria!”
strillai, sentendomi molto in
vena per una Senza Perdono o due. “Non dirlo
nemmeno!”
Lei
scelse proprio quel momento per chiedere
come mai, esattamente, fossi sommersa
dalle coperte.
Il
che, ovviamente, si dimostrò una
domanda piuttosto difficile a cui rispondere. Come si può
spiegare a qualcuno
che la propria pelle si è inspiegabilmente tinta di viola?
Provi ad affrontare
la cosa alla lontana, così la persona non si spaventa a
morte quando ti vede, o
glielo dici senza mezzi termini?
Beh,
dal momento che entrambe le frasi ‘Victoria,
sai quando a volte tutti sembrano
essere d’accordo per rendere la tua vita un
inferno…’ e
‘Sono
viola’ sembravano un po’ stupide, decisi
di non dire assolutamente nulla.
Invece, semplicemente, tirai via tutte le coperte e le permisi di
ammirarmi in
tutta la mia prugnesca gloria.
Lei
mi ha fissato in silenzio per qualche
minuto (davvero non la posso biasimare) prima di chiedere prontamente
“E’ per
caso uno degli effetti collaterali di una nuova malattia
venerea?”
Se
c’è qualcuno che ha bisogno di liberare
la mente da pensieri (sessualmente) inopportuni, quella è
lei.
Voglio
dire, i docenti di Aritmanzia
dovrebbero essere tonti e noiosi e fare cose come contare i propri
calzini per
divertimento. E poi riorganizzarli in ordine alfabetico. (non sono
esattamente
sicura che questo sia possibile, ma i professori di Aritmanzia
dovrebbero
renderlo possibile. E’ questo il punto.) So per certo che il mio insegnante di Aritmanzia non pensava
perennemente al sesso.
…o
almeno spero davvero che non lo
facesse.
Ew.
Disgustose. Disgustose immagini
mentali. Ho già un’enorme quantità di
Danni psicologici che mi segneranno per
sempre; non ho bisogno di pensare che il Professor Wigglewamph facesse
cose…ugggh, disgustose.
Comunque,
tornando ad argomenti
leggermente meno angosciosi—
Così,
poi, mi sentii in dovere di
informarla che qualcuno aveva deciso di farmi impazzire, che nessuno
era al
sicuro, e che non osavo lasciare il mio appartamento perché
chi sapeva se sarei
mai stata in grado di ritornare viva?
C’era qualcuno, là fuori, con una mente malvagia e
malata, e che molto
probabilmente avrebbe voluto vedermi morta.
“Inoltre”
Victoria replicò, ridacchiando
“Non vuoi che Snape ti veda con la pelle viola”
Stronza.
Fortunatamente,
in mezzo a tutta la sua
stronzaggine ha anche un po’ di cuore, e mi ha dato tutto il
suo fondotinta
babbano. L’ho mescolato col mio e ho tentato di ricoprirmi il
volto.
…Sfortunatamente,
la sua pelle è di
qualche tonalità più scura della mia,
così ora ho uno strambo camuffamento che
non mi dona particolarmente.
Per
niente.
Ma
di positivo c’era che almeno non ero
più del colore di uno degli abiti attentamente ricercati di
Gilderoy Allock.
E
questo doveva pur significare qualcosa,
no?
Quindi,
indossando un enorme tunica e un
mantello (non avevo intenzione di mostrare la mia faccia in giro a meno
che non
si fosse reso assolutamente necessario) mi sono diretta verso la Sala
Grande,
per un pranzo che ritenevo meritato. Victoria non riusciva a smettere
di
ridacchiare, e spiccicava anche qualche battuta, a suo parere
divertente, circa
il mio assomigliare ad un Dissennatore nano. Gli amici.
Fortunatamente,
il pranzo era quasi
terminato e la maggior parte degli studenti aveva lasciato la sala, ma
Neville
Paciock è riuscito comunque a emettere un piccolo squittio e
inciampare
(finendo steso sul pavimento) non appena mi ha visto. Non esattamente
la
reazione più lusinghiera che abbia avuto da un uomo, ma
nemmeno la peggiore.
…Sono
così patetica.
La
maggior parte degli insegnanti aveva
ormai lasciato la sala, ma Quirrell era ancora nei paraggi, stringendo
quella
dannata iguana, contro la quale ho ancora intenzione di intentare una
causa per
violenza sessuale. Quando mi ha visto, ha iniziato a balbettare
insensatamente
circa le forze oscure, o qualcosa del genere, e ha lasciato cadere
Herman nel
purè di patate.
Mwhahahah.
La
rivincita è meravigliosa.
Quindi
mangiai praticamente il doppio del
mio peso di ogni cosa (tranne del purè), attenta a non
lasciare che le mie
maniche si alzassero quel tanto che bastasse a rivelare il fatto che le
mie
mani erano vagamente viola. Victoria mi ha riferito, ridacchiando, che
era
dispiaciuta e sperava trovassi una soluzione al mio piccolo dilemma
(Dubito
davvero che ne fosse convinta. Humph.), e quindi mi ritirai nelle mie
stanze.
Ero
estasiata alla prospettiva di
accoccolarmi nel letto e dormire fino alla lezione di quella sera (un
vantaggio
dell’insegnare al buio – gli studenti non possono
rilevare se la tua pelle ha
subito un cospicuo cambiamento di tonalità), ma il fato
aveva altro in serbo
per me. Appoggiato sul mio cuscino, aspettando il mio ritorno,
c’era un
terrificante pezzo di pergamena piegato.
L’ho
afferrato con mani tremanti,
intimorita dagli orrori che il suo spiegamento avrebbe
rivelato…
Oh,
cielo. Suona un po’ come un romanzo
giallo, no?
E’
tutta quest’aria da ospedale--mi rende
un po’ stramba.
Comunque,
fondamentalmente, c’era un
biglietto scritto in una sorta di sostanza rossastra proclamando:
‘NON
CI SARA’ PIETA’”
Suppongo
che non esagero nel dire che ero
vagamente nervosa.
…Va
bene, magari è un eufemismo. In realtà
ho strillato, lanciato il biglietto in aria, sono corsa
dov’è atterrato, l’ho
calpestato ripetutamente, e poi gli ho dato fuoco con la bacchetta.
Ma
insomma!
Ero terrorizzata! Era piuttosto chiaro che la mia vita fosse in
pericolo; Credo
che fossi autorizzata ad essere almeno un pochino drammatica.
O…molto
drammatica.
E’
uguale.
E
fu allora che Snape decise di rendermi
consapevole della sua presenza schiarendosi la voce.
…Non
credo che ‘eh ehm!’
sia normalmente utilizzato per incutere timore nei cuori delle
folle, ma ero già abbastanza nervosa! I rumori improvvisi ed
io non ce ne
andavamo esattamente in
giro mano nella
mano, il che è perfettamente comprensibile.
Snape,
comunque, si sorprese quando
strillai e feci un volo di tre metri in aria prima di brandire la mia
bacchetta
e annunciare “Avvicinati ancora e ti uccido!”
Chissà
cosa passa per la sua mente,
davvero.
Non
passa abbastanza tempo con altra
gente. L’ha resto curioso.
Ma
comunque, tornando alla mia storia di
angoscia e agonia.
“Ti
assicuro, Sinistra, non ho alcuna
intenzione di avvicinarmi a te, per quanto questa prospettiva possa
affascinare
il tuo elfo spasimante” replicò, in
quell’orribile voce, suadente e calma che
ha il potere di farmi sentire un’idiota.
…Beh,
ok, più idiota del solito.
E
poi…
“Ti
sei per caso accorta, Auriga, che il
colore della tua pelle consiste di tre diverse tonalità, al
momento?”
Dannato
lui e le sue qualità osservative.
“Non
so di cosa tu stia palando” ho
ribattuto, il più distaccata possibile. (il che,
sfortunatamente, non è
precisamente notevole)
“Uno
specchio potrebbe essere comodo, al
momento” continuò Snape “Vedi, non solo
c’è dell’avorio, ma anche una
coraggiosa abbronzatura e, al di sopra di tutto, un po’ di
viola”
“Viola?”
ripetei, tentando disperatamente
di fargli credere che la sola idea fosse folle.
“Sì”
sibilò in quell’orribile tono
serpentesco che è altamente Serpeverdesco (A causa della
sua…Serpeverdità,
suppongo). “Viola.”
“E
ovviamente tu pensi che sia
divertente?” tentai, decidendo che litigare con lui non mi
avrebbe portato da
nessuna parte.
“Non
negherò che la situazione racchiude
un alto potenziale comico” replicò, sogghignando
un po’ “Benchè, al momento,
sono più interessato a scoprire come, esattamente, questo
sia successo”
Un
consiglio, anche se sei un
quaderno e un essere inanimato
eccetera eccetera—
Mai,
in qualunque circostanza, aprire il tuo
cuore a Severus Snape.
Semplicemente,
non è saggio.
Non
importa se sei emozionalmente provata
e stai potenzialmente per affrontare la morte. Non importa se la tua
unica
confidente ha deciso di ridere istericamente della tua situazione. Non
importa
se sei segretamente infatuata di lui, e se si dice in giro che sei la
bagascia
di Hogwarts, e se sei stata sessualmente attaccata da un elfo domestico
e un iguana nella stessa settimana.
Non
importa nemmeno se sei viola, per l’amor di Merlino. Solo,
non farlo.
Io
l’ho fatto.
E
nessuno ha sofferto come io ho sofferto.
“Vuoi
sapere com’è successo? Vuoi davvero
saperlo, Severus Snape? Beh, te
lo dirò! Qualcuno vuole farmi la pelle! Sì,
esatto! Qualcuno, proprio in questo
castello, vuole portare via ogni traccia della mia sanità
mentale e
calpestarla! E quindi cosa fanno? Maledicono la mia vasca
così la mia pelle
diventa viola e mi torturano con un letto di chiodi e mi lasciano
biglietti
intimidatori scritti col sangue! E che ho fatto io per meritare tutto
questo??
Niente! Voglio dire, sì, magari ti ho lanciato una tazza di
caffè o due! Ho
dato un paio di punizioni, e spaventato una schiera di innocenti
novellini, e
flirtato con un elfo domestico per intrufolarmi nel tuo appartamento,
ma non è
stata colpa mia! Vuoi sapere di chi è la colpa di tutto
questo? Beh, te lo
dirò. E’ tua, ecco di chi è! Mi stai
facendo impazzire, insopportabile bastardo!
Sei perfido e insensibile e sarcastico e non hai nessuna buona
qualità, ma le
stelle e l’ossessione e gli aggiornamenti sul diario e perché diavolo non esci dalla mia testa!?!
Che cosa ti ho mai
fatto? Cosa?! Voglio dire,
sì, ti ho
lanciato una tazza di caffè. Lo ammetto! Ho lanciato una
maledetta tazza di
caffè! Ma questo significa per caso che merito questo
tormento???”
A
questo punto, fui costretta a fermarmi,
perché avevo detto tutto d’un fiato e ora avevo un
po’ d’affanno, e non volevo
aggiungere il blu come quarto colore della mia pelle.
E
poi realizzai cosa avevo detto.
A
Snape.
Ooops.
Un grosso Ooops.
In
cambio lui mi fissò. E mi fissò. E mi
fissò ancora un po’.
E
poi riemerse il sogghigno.
“Auriga,
per quanto sia commosso dalle tue
confessioni strappalacrime, temo di non voler passare un altro minuto
in tua
presenza, visto che tu sei davvero la creatura più
psicologicamente disturbata
che abbia mai incontrato” Una pausa. “Incluso il Signore Oscuro”
E
con questo era andato, in una manciata
di sguardi torvi, frusciare di mantelli neri e paragoni pipistrelleschi
inclusi.
Comprensibilmente,
ero un po’…stressata.
Avevo solo accidentalmente detto a Snape che avevo una cotta per lui,
ero
viola, ero stanca, e c’era ancora quello sfortunato problema
dell’essere uccisi
quando meno me l’aspettavo.
E
quindi, non appena mi ero gettata sul
letto pronta per una buona dose di pianti e per il festival della
lettura di
Gilderoy Lockhart…loro invasero.
In
un completo silenzio, vorrei
aggiungere. (benché, suppongo, questo faccia parte
dell’essere un elfo
domestico, così da non irritare i tuoi ricchi padroni con la
puzza sotto il
naso).
All’improvviso,
erano tutti semplicemente
lì.
Elfi
domestici, almeno venti di loro, tutti
sfoggianti la medesima espressione di rabbia in quelle loro grigie
uniformi di
pezza. Il loro capo brandiva uno scopino di piume come se fosse una
spada, e
proclamò, in un tono che risulterebbe piuttosto formidabile,
considerando che
era alto quanto un poppante, “Noi è qui per
vendicare i mali che Signorina ha
fatto!”
Al
che io potei solo replicare, perplessa
“Cosa??”
Ora
desidererei aver saputo, quando ho
spezzato il cuore a Wimmy, che gli elfi domestici sono creature
innaturalmente
leali. Apparentemente, questo senso di lealtà dovrebbe
essere rivolto solo ai
loro padroni, ma quando un grosso numero di loro lavora insieme per un
esteso
periodo di tempo, la loro devozione si allarga anche ai colleghi elfi.
Il
che, essenzialmente, significava
cattive notizie per la povera me.
“Tu
ha rotto il cuore di Wimmy,
Signorina!” l’elfo squittì
“Lui è il tuo fedele elfo domestico, Signorina, e
tu
è mentito a lui!”
A
quel punto mi resi conto che avrei
dovuto iniziare ad essere spaventata.
E in un certo senso lo ero. Sai, giusto un
po’.
…Perfetto,
ero assolutamente terrificata.
Ma, davvero, un elfo domestico incazzato con uno scopino di piume
è molto più
spaventoso in persona di quanto non sembri sulla carta.
Seriamente.
E
a quel punto gli elfi mi circondarono,
avvicinandosi a me, da ogni parte, con i loro grossi occhi che mi
scrutavano e
le loro acute, stridule voci che echeggiavano nella stanza e nella mia
testa, e
potevo vedere l’espressione ferita di Wimmy nella mente
‘Signorina Auriga, Signorina! Wimmy
ha stato pensando che c’è qualcosa
tra noi! Wimmy si sbagliava’ – e quindi
feci l’unica cosa che chiunque
nella mia posizione avrebbe fatto—
Svenni.
Non
appena rinvenni, la mia mente e tutto
ciò che accadeva erano annebbiati: riesco a ricordare solo
vagamente
l’infermeria, e di aver aggrappato Madama Chips per la
collottola, informando
Silente che lei era ‘una di loro’
…Oh,
Dio. Sono licenziata. Così
licenziata, sotto tanti diversi
punti di vista. Devo esserlo. Voglio dire, Albus senza dubbio crede che
io abbia
certamente qualche rotella in meno.
Voglio
dire, lui non è certo l’uomo più
sano del mondo, ma accusare un’infermiera di essere un elfo
domestico sotto copertura
è un tantino eccentrico, anche per lui.
E
quindi sono finita per svenire di nuovo,
e tutto quello che so è che mi sono ritrovata in una stanza
al San Mungo, con
Snape seduto al mio capezzale, con l’aria di uno che
preferirebbe mangiare una scatola
di Scarafaggi A Grappolo scaduti che sedere qui.
Ordini
di Silente, sospetto.
Probabilmente
avrà pensato che la
situazione racchiudeva uno splendido potenziale ruffiano.
Aha. Come se.
…Benchè, da un
lato, non sono più viola. Sì.
Sono tornata ad essere tutta carina e rosa
carne.
Benchè,
dall’altro lato, sono tata quasi
ridotta alla pazzia dagli elfi domestici, ho aperto il mio cuore a
Severus
Snape, tra tutte le persone, e c’è
un’alta probabilità che potrei perdere il
posto.
Improvvisamente,
non essere viola non
sembra proprio una prospettiva tanto luminosa.
Non
sono mai stata tra quelli che vedono
il bicchiere mezzo pieno.
E
Snape mi ha appena detto ‘di smetterla
di scribacchiare in quel ridicolo quaderno’ tutto stizzito,
perché a quanto
pare sono libera di andare.
Ad
Hogwarts.
Dagli
elfi domestici.
Brrrr.
…Magari
chiedo di poter rimanere un’altra
notte.
5:39 P.M.
Ouch.
Sono appena stata colpita in pieno
petto da un perfetto Ghigno alla ‘Sfidami e prendo il tuo
cervello per mostrarlo
in uno dei barattoli del mio ufficio’ da Snape.
Verso Hogwarts sia, dunque.
To be continued...
Note della Traduttrice: Salve, miei prodi! Scusate ancora una volta il ritardo, ma, sapete come va, con i pranzi di Pasqua, si finisce di mangiare alle 5 del pomeriggio (se si è fortunati), e poi, se si è degli ubriaconi come la sottoscritta, rimani rapito dai fumi dell'alcool per un po'. Comunque sia, Auguri con un po' di ritardo! Ora, perdonatemi, ma vado di fretta (la valigia non si fa da sola) ma prometto di ringraziare ognuno di voi al mio ritorno. Grazie ancora per il vostro sostegno. E non temete. Ho un piano per pubblicare il prossimo capitolo non in ritardo di una lunga settimana.
Baci dolci e caramelle
Serena