Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Shes_a_star    24/03/2008    7 recensioni
Auriga Sinistra, insegnante di Astronomia nella prestigiosa Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, perennemente single, alta un metro e una vigorsol, con un cespuglio al posto dei capelli e una madre diabolica è pronta a presentarvi le sue avventure, tra elfi innamorati, iguane perverse, intrighi internazionali, punch corretti, spasimanti minorenni e tazze di caffè volanti. Il tutto alla presenza di un intrigante (e affascinante...ehm...no, bastardo. Intendevo bastardo. Sì. Comunque.) professore di Pozioni di nostra conoscenza. Professore di cui non è assolutamente, per alcuna ragione, nemmeno ipoteticamente, innamorata. Uhm. No.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 9

Gli Elfi Domestici Colpiscono Ancora

Sunday, September 19, 1991

Bedroom Quarters

6:15 P.M.

Forse sono semplicemente diventata paranoica (e, seriamente, dopo un incidente del genere, chi non lo sarebbe?) ma sembra che tutti mi stiano…osservando in modo strano.

Di certo la mia nuova reputazione di Troia di Hogwarts non si sarà divulgata così in fretta.

…benché questo spiegherebbe come mai, prima, uno dei serpeverde del settimo anno mi abbia strizzato l’occhio mentre gli passavo affianco in corridoio.

6:17 P.M.

Ugh. Ragazzi d’oggi.

 

6:18 P.M.

Di certo non me lo sono immaginato, perchè mentre me ne andavo in sala professori ho visto Percy Weasley che se l’è data a gambe. Onestamente- cosa crede che gli avrei potuto fare, saltargli addosso nel bel mezzo del corridoio?

Brrr.

6:20 P.M.

Tsk. Come se poi lui fosse un angioletto, tanto per cominciare. L’ho visto come fissava Penelope Clearwater durante il pranzo. Ah.

 

6:21 P.M.

Mio Dio, non voglio essere conosciuta come la Troia di Hogwarts! E’ terribile! Terribile! Sono la persona meno Troieggiante di questo mondo! L’unico uomo che abbia baciato nel corso degli ultimi due anni è il perpetuamente acrimonioso Professor Snape, per l’amor del cielo!

…e poi c’è Wimmy.

Ma sto davvero, davvero tentando di dimenticare.

 

6:23 P.M.

Credo di aver bisogno di uno psicanalista.

 

6:24 P.M.

O di un fidanzato.

 

6:25 P.M.

O di un fidanzato psicanalista.

Hmm.

Intrigante.

 

Monday, September 20, 1991

Bedroom Quarters

7:36 A.M.

Oh Dio. Mi è appena venuta in mente una cosa. Ho lezione con i Grifondoro del terzo anno stanotte. Il che significa gemelli Weasley.

Queste sono proprio le cose sulle quali i Weasley ci marciano. E so che in qualche modo –in qualche modo- ne avranno sentito parlare. Questi ragazzi hanno la capacità di spuntare proprio nel posto dove non vorresti che fossero. Come l’anno scorso, quando stavo tentando di sgraffignare un barattolo o due (o sei) di gelato dalle cucine nel bel mezzo della notte, visto che mi sentivo un po’ depressa a causa della mio apparentemente perpetuo stato di miseria; i Weasley erano lì, ed avevano preso l’ultima confezione di gelato!

Comunque, me ne hanno lasciato un po’ dopo averli informati di quanto patetica la mia vita fosse.

Dopo tutto non sono poi tanto spietati.

 

7:40 A.M.

In ogni caso mi daranno il tormento stasera. Di questo sono piuttosto certa.

 

7:41 A.M.

Perchè a me?!

 

7:42 A.M.

Perchè non…a Snape?

 

7:43 A.M.

Infatti lui era piuttosto coinvolto in quel piccolo incidente.

Quindi certamente io non sarò l’unica ad essere torturata.

7:44 A.M.

Teehee.

 

Friday, September 27, 1991

St. Mungo’s Hospital for Magical Maladies and Injuries

4:35 P.M.

Sono morta.

Lo giuro, sono morta e spedita all’inferno.

Non c’è altra spiegazione.

Oh, beh. Almeno ho riacquistato la facoltà di parlare lucidamente.

…per quanto lucida possa essere io, comunque.

Il che non dice niente di buono.

 

4:39 P.M.

Probabilmente ti starai chiedendo cosa ci faccia al St. Mungo.

 

4:40 P.M.

O forse no. Sei un quaderno. Come puoi chiederti qualcosa?!

 

4:42 P.M.

Sono completamente impazzita.

 

4:45 P.M.

Sicuramente alla fine ne verrà fuori una elfo-domestico-fobia. Non sarò mai più in grado di affrontarne uno.

 

4:47 P.M.

Elfi Domestici.

Brrrrrr.

 

4:53 P.M.

Snape sembra piuttosto irritato. Suppongo non voglia trovarsi qui. Continua ad inviarmi occhiatacce mortali, ma non ha ancora detto niente.

…Che forse Severus Snape sia dispiaciuto per me?!

Sembra sia così.

Il che dovrebbe suggerirti qualcosa. Voglio dire, non è facile per Severus Snape sentirsi dispiaciuto per qualcuno.

Ed io me la sono decisamente vista brutta.

5:02 P.M.

Probabilmente dovrei raccontarti l’intera storia

(ignorando il fatto che ‘tu’ sei un oggetto inanimato.)

Tutto è cominciato intorno all’una e mezza della notte tra il 20 e il 21, quando ero incredibilmente indecisa se uccidere i gemelli Weasley o me stessa (entrambe le opzioni, vedi, erano altamente allettanti, ma alla fine ho scelto me stessa, visto che Dumbledore si sarebbe senza dubbio stizzito se avessi ucciso un paio dei suoi studenti). Ma seriamente. Come si suppone debba reagire ad un compito che canta ‘Prima Raptor, poi l’iguana/ alza a tutti la sottana/ copri le orecchie e tenta di fuggire/ prima che Snape faccia venire/ Lei è la Troia Spezza cuori di Hogwarts!’?!?

Sono davvero eccitata nell’annunciare, sorpresa sorpresa, che ho raccattato il coraggio di mettere entrambi in punizione e togliere 10 punti a Grifondoro.

Sfortunatamente, questo non ha impedito all’intera classe di sbellicarsi dal ridere.

Ed io che pensavo di aver toccato il fondo. Sigh.

Non ne avevo idea.

Dunque, mi stavo godendo un bagno sperando che mi avrebbe tirato su il morale (o che sarebbe stato abbastanza profondo da potermici affogare), e intanto affrontavo profonde questioni filosofiche della serie “Oh Dio, perché a me, perché?”. Essenzialmente, il solito.

Ero talmente occupata ad affogare nell’autocommiserazione (ma grazie al cielo non nell’ acqua – alla fine avevo maturato il desiderio di vivere) che non notai un certo qualcosa fin quando non uscii dalla vasca. (Benchè, in retrospettiva, onestamente non so come possa averlo ignorato. Mi piace pensare che non sono così babbea).

Mentre mi dirigevo verso lo specchio, feci una scoperta altamente spiacevole:

La mia pelle aveva assunto una tonalità di lilla che Gileroy Lockhart avrebbe certamente approvato.

Sì, lilla.

Nel  senso che la mia pelle aveva perso quella fantastica tonalità carne che da allora rimpiango, e, al suo posto, era diventata…

Lilla.

Immagina, se puoi, una donna dall’aria perpetuamente esausta, dall’alto del suo metro e cinquantadue, con un pezzo di palude morta e marrognola che si ritrova al posto dei capelli. Non proprio una Veela, tanto per cominciare. Poi, però, immaginala in un contesto più viola, e ottieni un qualcosa che farebbe sembrare un Troll la quintessenza della bellezza.

Oh, e questo era solo l’inizio.

Così, dopo aver urlato per un po’ tentando di riportare la mia pelle ad un colore più umano con qualche incantesimo, ho finalmente deciso che non avrebbe mai funzionato, e che probabilmente sarebbe tutto scomparso entro il mattino successivo. (avevo usato un bagnoschiuma babbano, e apparentemente ci sono tracce di magia nelle acque di Hogwarts, che possono avere reazioni negative se combinate con prodotti babbani.)

A quel punto ero convinta che sarei dovuta affogare nella vasca quando ne avevo avuto l’opportunità; mi gettai sul letto—

E provai il più tremendo e straziante dolore che avessi mai provato.

Sembrava quella sit-com babbana, “Io sogno Jeannie”, in quell’episodio in cui Jeannie trasformò il letto del Maggiore Nelson in un letto di chiodi.

Io risi quando successe. Risi.

Da allora ho scoperto che non è una questione da ridere.

In effetti, è un dolore infernale.

Quindi ho afferrato una coperta, e mi sono accovacciata sul pavimento senza riuscire a chiudere occhio; invece, ero viola e in preda al dolore più allucinante, e mi chiesi chi sulla faccia della terra vorrebbe farmi questo. Giunsi alla conclusione che non poteva essere stato Snape, dato che la tortura fisica non è esattamente il suo genere- è più il tipo che punta all’insulto verbale fino al punto in cui vorresti tagliarti le vene. Questa sembrava più una cosa da gemelli Weasley, ma loro non sarebbero mai tanto crudeli per un paio di schifosissime punizioni, no?

E così mi resi conto che avevo un nemico- qualcuno, là fuori, che voleva vedermi soffrire, che rideva davanti alle mie pene.

E lascia che te lo dica, ho considerato chiunque come un possibile sospettato. (Davvero. Chiunque. Persino il cane di Hagrid, Fang. Non mi piace il modo in cui mi fissa.) Qualcuno potrebbe darmi della paranoica, ma credo fossi assolutamente giustificata. Ero, dopo tutto, viola, ricorda, e questa è difficilmente una cosa da prendere alla leggera. Ho pensato, piuttosto a lungo, che potesse essere stato Quirrell, dato che aveva contro un gran numero di prove, visto che il suo turbante era di una tonalità molto simile a quella della mia pelle. (ok, magari non era proprio una prova da ‘rinchiudetelo ad Azkaban per il resto della sua vita’, ma ero disperata. Sorpresa sorpresa, considerando che parliamo di me.)

Ma dopo ho dovuto riprendere il controllo di me stessa.

Voglio dire…Quirrell? Quell’uomo ha paura delle posate. (Triste, ma vero. Madama Bomb aveva afferrato una forchetta, mentre gesticolava per enfatizzare un concetto, e quel tipo si è praticamente fatto prendere dalle convulsioni.) Oh, sì, sono convinta che è un malvagio stregone il cui intento è quello di rendere la mia vita un inferno, prima di aiutare Tu-Sai-Chi nella sua gloriosa risurrezione.

Ah, certo.

Totalmente plausibile.

(notare il sarcasmo)

E quindi ero lì: sofferente, viola, e senza alcuna idea su chi potesse essere l’attentatore. A quel tempo, non avevo preso in considerazione i veri colpevoli. Dopo tutto, chi avrebbe anche solo pensato di sospettare…gli elfi domestici?

-----------------

 

5:14 P.M.

Scusa.

Mi sono presa un momento per rabbrividire.

Quindi, come tu, quaderno inanimato, puoi ben vedere ero in una situazione piuttosto difficile. C’era, inoltre, quel fastidioso problema per cui avrei dovuto incontrare altre persone, se non avessi voluto morire di fame. E non dimentichiamo il dilemma insegnamento.

Dopo una lunga serie di vari scenari mentali in cui Snape si sganasciava dal ridere, sono giunta alla conclusione che semplicemente non potevo. Non potevo mostrare in giro la mia faccia fucsia.

…Va bene, non era fucsia. Abbiamo già appurato che era un violetto lavanda che, se mai dovessi vedere ancora, temo mi manderebbe dritto al St. Mungo. Ma concedetemi l’allitterazione.

E così il mio piano, per la prima ora o giù di lì, era quello di starmene seduta nel mio appartamento fino a quando non fossi infine raggrinzita e morta. (Non certo l’idea più brillante che potessi formulare, suppongo, ma aveva comunque un qualcosa di tragicamente Shakespeariano)

Poi mi è venuta fame.

E, poiché su questo piano sono particolarmente brillante ed intelligente, l’unica cosa decente da mangiare che sembravo avere nella mia stanza era una vecchia scatola di Scarafaggi a Grappolo che Snape mi aveva regalato tre anni fa a San Valentino, in quello che lui pensava sarebbe stato un gesto sarcastico e spiritoso.

Ah, Difficilmente.

(Non chiedermi perché li ho conservati. Onestamente, non lo so. Inoltre, non voglio sprecare una ridicola quantità di inchiostro e cinque pagine di quaderno proclamando quanto, esattamente, non sia innamorata di lui.)

Ma entro mezzogiorno, quegli Scarafaggi a Grappolo sembravano sorprendentemente allettanti.

…La gente mangerà poi davvero quella roba?

Voglio dire, suppongo che le persone, là fuori, dovranno pure mangiarli, sennò non continuerebbero a produrli, no?

Eppure io non ho sicuramente mai conosciuto nessuno che li digerisse, fatta eccezione per una vecchia megera che ho incontrato una volta quando, al terzo anno, ero in gita ad Hogsmeade.

Scarafaggi a Grappolo: considerati una delizia  dalle megere di tutto il mondo.

…e di qui spiegato il regaluccio di Snape.

Lo odio.

Così, verso mezzogiorno e mezza, ero seduta lì, fissando gli Scarafaggi a Grappolo, dilaniata tra il pensiero di morire di fame o mangiarli, e quindi confermare il mio status di vecchia megera nella società.

E poi qualcuno bussò alla porta.

Naturalmente, la prima persona alla quale pensai fu Snape.

…non perché sia eccessivamente ossessionata da lui, o che. Solo perché è risaputo che lui ha questa abitudine di bussare alla mia porta nei momenti meno opportuni.

E quindi ho urlato (o almeno ci ho provato – ero talmente indebolita dalla fame e dallo stress emotivo che ne è risultato quasi un sibilo) “Va via, Snape! Non sono proprio dell’umore adatto!” 

Sorprenditi pure per la favolosa scelta di parole.

Va avanti. Non ti preoccupare. Sentiti pure libero.

Di sicuro Victoria lo era.

Perché, visto che sono fortunata, era lei e non l’untuoso professore di pozioni.

Ha aperto violentemente la porta, con questo orrendo sorriso stampato in faccia e ha chiesto “Spero di non…rovinare qualsiasi altro tuo programma, Auriga”

Immediatamente mi tirai una coperta sin sopra la testa, quindi il mio sguardo mortale e la mia crudele risposta “Fan culo. Hai una mente malata” non ha avuto particolarmente effetto su di lei.

Invece, scoppiò a ridere “Lo sai, tra le due sei tu quella depravata ”

Il che è, ovviamente, la cosa più ridicola che abbia mai sentito, considerando che sono andata a letto con un solo uomo e che sono possibilmente la trentunenne meno depravata del pianeta.

Non mi sono preoccupata di degnare questa affermazione con una risposta, e invece mi sono lanciata sul letto (che, grazie a Dio, era ora privo di chiodi) e nascosta sotto qualche altra coperta. Giusto per sicurezza.

“E’ vero quello che dicono sull’elfo domestico?” continuo imperterrita Victoria, completamente all’oscuro del fatto che ero stata a tanto così dall’intossicarmi con una scatola di Scarafaggi a Grappolo scaduti.

E’ davvero orribilmente insensibile a volte.

“No, ovviamente no!” ho replicato stizzita attraverso i due  lenzuoli, tre coperte, due piumini e un plaid sotto i quali mi ero rifugiata. (Ho la tendenza ad acquistare compulsivamente corredo per il letto. Beh, denunciatemi. Certamente diventa utile, dopo tutto. Guarda alla situazione in cui mi trovavo! Non so cosa avrei fatto senza la mia vasta collezione.)

“Ohh, bene” continuò Victoria, ancora profondamente ignara delle mie sofferenze. “Perché è vero che ho una mente aperta, ma persino io ti avrei detto che la tua perversione stava raggiungendo livelli—“

“Victoria!” strillai, sentendomi molto in vena per una Senza Perdono o due. “Non dirlo nemmeno!”

Lei scelse proprio quel momento per  chiedere come mai, esattamente, fossi sommersa dalle coperte.

Il che, ovviamente, si dimostrò una domanda piuttosto difficile a cui rispondere. Come si può spiegare a qualcuno che la propria pelle si è inspiegabilmente tinta di viola? Provi ad affrontare la cosa alla lontana, così la persona non si spaventa a morte quando ti vede, o glielo dici senza mezzi termini?

Beh, dal momento che entrambe le frasi ‘Victoria, sai quando a volte tutti sembrano essere d’accordo per rendere la tua vita un inferno…’  e ‘Sono viola’ sembravano un po’ stupide, decisi di non dire assolutamente nulla. Invece, semplicemente, tirai via tutte le coperte e le permisi di ammirarmi in tutta la mia prugnesca gloria.

Lei mi ha fissato in silenzio per qualche minuto (davvero non la posso biasimare) prima di chiedere prontamente “E’ per caso uno degli effetti collaterali di una nuova malattia venerea?”

Se c’è qualcuno che ha bisogno di liberare la mente da pensieri (sessualmente) inopportuni, quella è lei.

Voglio dire, i docenti di Aritmanzia dovrebbero essere tonti e noiosi e fare cose come contare i propri calzini per divertimento. E poi riorganizzarli in ordine alfabetico. (non sono esattamente sicura che questo sia possibile, ma i professori di Aritmanzia dovrebbero renderlo possibile. E’ questo il punto.) So per certo che il mio insegnante di Aritmanzia non pensava perennemente al sesso.

…o almeno spero davvero che non lo facesse.

Ew. Disgustose. Disgustose immagini mentali. Ho già un’enorme quantità di Danni psicologici che mi segneranno per sempre; non ho bisogno di pensare che il Professor Wigglewamph facesse cose…ugggh, disgustose.

Comunque, tornando ad argomenti leggermente meno angosciosi—

Così, poi, mi sentii in dovere di informarla che qualcuno aveva deciso di farmi impazzire, che nessuno era al sicuro, e che non osavo lasciare il mio appartamento perché chi sapeva se sarei mai stata in grado di ritornare viva? C’era qualcuno, là fuori, con una mente malvagia e malata, e che molto probabilmente avrebbe voluto vedermi morta.

“Inoltre” Victoria replicò, ridacchiando “Non vuoi che Snape ti veda con la pelle viola”

Stronza.

Fortunatamente, in mezzo a tutta la sua stronzaggine ha anche un po’ di cuore, e mi ha dato tutto il suo fondotinta babbano. L’ho mescolato col mio e ho tentato di ricoprirmi il volto.

…Sfortunatamente, la sua pelle è di qualche tonalità più scura della mia, così ora ho uno strambo camuffamento che non mi dona particolarmente.

Per niente.

Ma di positivo c’era che almeno non ero più del colore di uno degli abiti attentamente ricercati di Gilderoy Allock.

E questo doveva pur significare qualcosa, no?

Quindi, indossando un enorme tunica e un mantello (non avevo intenzione di mostrare la mia faccia in giro a meno che non si fosse reso assolutamente necessario) mi sono diretta verso la Sala Grande, per un pranzo che ritenevo meritato. Victoria non riusciva a smettere di ridacchiare, e spiccicava anche qualche battuta, a suo parere divertente, circa il mio assomigliare ad un Dissennatore nano. Gli amici.

Fortunatamente, il pranzo era quasi terminato e la maggior parte degli studenti aveva lasciato la sala, ma Neville Paciock è riuscito comunque a emettere un piccolo squittio e inciampare (finendo steso sul pavimento) non appena mi ha visto. Non esattamente la reazione più lusinghiera che abbia avuto da un uomo, ma nemmeno la peggiore.

…Sono così patetica.

La maggior parte degli insegnanti aveva ormai lasciato la sala, ma Quirrell era ancora nei paraggi, stringendo quella dannata iguana, contro la quale ho ancora intenzione di intentare una causa per violenza sessuale. Quando mi ha visto, ha iniziato a balbettare insensatamente circa le forze oscure, o qualcosa del genere, e ha lasciato cadere Herman nel purè di patate.

Mwhahahah.

La rivincita è meravigliosa.

Quindi mangiai praticamente il doppio del mio peso di ogni cosa (tranne del purè), attenta a non lasciare che le mie maniche si alzassero quel tanto che bastasse a rivelare il fatto che le mie mani erano vagamente viola. Victoria mi ha riferito, ridacchiando, che era dispiaciuta e sperava trovassi una soluzione al mio piccolo dilemma (Dubito davvero che ne fosse convinta. Humph.), e quindi mi ritirai nelle mie stanze.

Ero estasiata alla prospettiva di accoccolarmi nel letto e dormire fino alla lezione di quella sera (un vantaggio dell’insegnare al buio – gli studenti non possono rilevare se la tua pelle ha subito un cospicuo cambiamento di tonalità), ma il fato aveva altro in serbo per me. Appoggiato sul mio cuscino, aspettando il mio ritorno, c’era un terrificante pezzo di pergamena piegato.

L’ho afferrato con mani tremanti, intimorita dagli orrori che il suo spiegamento avrebbe rivelato…

Oh, cielo. Suona un po’ come un romanzo giallo, no?

E’ tutta quest’aria da ospedale--mi rende un po’ stramba.

Comunque, fondamentalmente, c’era un biglietto scritto in una sorta di sostanza rossastra proclamando:

‘NON CI SARA’ PIETA’”

Suppongo che non esagero nel dire che ero vagamente nervosa.

…Va bene, magari è un eufemismo. In realtà ho strillato, lanciato il biglietto in aria, sono corsa dov’è atterrato, l’ho calpestato ripetutamente, e poi gli ho dato fuoco con la bacchetta.

Ma insomma! Ero terrorizzata! Era piuttosto chiaro che la mia vita fosse in pericolo; Credo che fossi autorizzata ad essere almeno un pochino drammatica.

O…molto drammatica.

E’ uguale.

E fu allora che Snape decise di rendermi consapevole della sua presenza schiarendosi la voce.

…Non credo che ‘eh ehm!’ sia normalmente utilizzato per incutere timore nei cuori delle folle, ma ero già abbastanza nervosa! I rumori improvvisi ed io non ce ne andavamo esattamente  in giro mano nella mano, il che è perfettamente comprensibile.

Snape, comunque, si sorprese quando strillai e feci un volo di tre metri in aria prima di brandire la mia bacchetta e annunciare “Avvicinati ancora e ti uccido!”

Chissà cosa passa per la sua mente, davvero.

Non passa abbastanza tempo con altra gente. L’ha resto curioso.

Ma comunque, tornando alla mia storia di angoscia e agonia.

“Ti assicuro, Sinistra, non ho alcuna intenzione di avvicinarmi a te, per quanto questa prospettiva possa affascinare il tuo elfo spasimante” replicò, in quell’orribile voce, suadente e calma che ha il potere di farmi sentire un’idiota.

…Beh, ok, più idiota del solito.

E poi…

“Ti sei per caso accorta, Auriga, che il colore della tua pelle consiste di tre diverse tonalità, al momento?”

Dannato lui e le sue qualità osservative.

“Non so di cosa tu stia palando” ho ribattuto, il più distaccata possibile. (il che, sfortunatamente, non è precisamente notevole)

“Uno specchio potrebbe essere comodo, al momento” continuò Snape “Vedi, non solo c’è dell’avorio, ma anche una coraggiosa abbronzatura e, al di sopra di tutto, un po’ di viola”

“Viola?” ripetei, tentando disperatamente di fargli credere che la sola idea fosse folle.

“Sì” sibilò in quell’orribile tono serpentesco che è altamente Serpeverdesco (A causa della sua…Serpeverdità, suppongo). “Viola.”

“E ovviamente tu pensi che sia divertente?” tentai, decidendo che litigare con lui non mi avrebbe portato da nessuna parte.

“Non negherò che la situazione racchiude un alto potenziale comico” replicò, sogghignando un po’ “Benchè, al momento, sono più interessato a scoprire come, esattamente, questo sia successo”

Un consiglio, anche se sei un quaderno e un essere inanimato eccetera eccetera—

Mai, in qualunque circostanza, aprire il tuo cuore a Severus Snape.

Semplicemente, non è saggio.

Non importa se sei emozionalmente provata e stai potenzialmente per affrontare la morte. Non importa se la tua unica confidente ha deciso di ridere istericamente della tua situazione. Non importa se sei segretamente infatuata di lui, e se si dice in giro che sei la bagascia di Hogwarts, e se sei stata sessualmente attaccata da un elfo domestico e un iguana nella stessa settimana. Non importa nemmeno se sei viola, per l’amor di Merlino. Solo, non farlo.

Io l’ho fatto.

E nessuno ha sofferto come io ho sofferto.

“Vuoi sapere com’è successo? Vuoi davvero saperlo, Severus Snape? Beh, te lo dirò! Qualcuno vuole farmi la pelle! Sì, esatto! Qualcuno, proprio in questo castello, vuole portare via ogni traccia della mia sanità mentale e calpestarla! E quindi cosa fanno? Maledicono la mia vasca così la mia pelle diventa viola e mi torturano con un letto di chiodi e mi lasciano biglietti intimidatori scritti col sangue! E che ho fatto io per meritare tutto questo?? Niente! Voglio dire, sì, magari ti ho lanciato una tazza di caffè o due! Ho dato un paio di punizioni, e spaventato una schiera di innocenti novellini, e flirtato con un elfo domestico per intrufolarmi nel tuo appartamento, ma non è stata colpa mia! Vuoi sapere di chi è la colpa di tutto questo? Beh, te lo dirò. E’ tua, ecco di chi è! Mi stai facendo impazzire, insopportabile bastardo! Sei perfido e insensibile e sarcastico e non hai nessuna buona qualità, ma le stelle e l’ossessione e gli aggiornamenti sul diario e perché diavolo non esci dalla mia testa!?! Che cosa ti ho mai fatto? Cosa?! Voglio dire, sì, ti ho lanciato una tazza di caffè. Lo ammetto! Ho lanciato una maledetta tazza di caffè! Ma questo significa per caso che merito questo tormento???”

A questo punto, fui costretta a fermarmi, perché avevo detto tutto d’un fiato e ora avevo un po’ d’affanno, e non volevo aggiungere il blu come quarto colore della mia pelle.

E poi realizzai cosa avevo detto.

A Snape.

Ooops. Un grosso Ooops.

In cambio lui mi fissò. E mi fissò. E mi fissò ancora un po’.

E poi riemerse il sogghigno.

“Auriga, per quanto sia commosso dalle tue confessioni strappalacrime, temo di non voler passare un altro minuto in tua presenza, visto che tu sei davvero la creatura più psicologicamente disturbata che abbia mai incontrato” Una pausa. “Incluso il Signore Oscuro”

E con questo era andato, in una manciata di sguardi torvi, frusciare di mantelli neri e paragoni pipistrelleschi inclusi.

Comprensibilmente, ero un po’…stressata. Avevo solo accidentalmente detto a Snape che avevo una cotta per lui, ero viola, ero stanca, e c’era ancora quello sfortunato problema dell’essere uccisi quando meno me l’aspettavo.

E quindi, non appena mi ero gettata sul letto pronta per una buona dose di pianti e per il festival della lettura di Gilderoy Lockhart…loro invasero.

In un completo silenzio, vorrei aggiungere. (benché, suppongo, questo faccia parte dell’essere un elfo domestico, così da non irritare i tuoi ricchi padroni con la puzza sotto il naso).

All’improvviso, erano tutti semplicemente lì.

Elfi domestici, almeno venti di loro, tutti sfoggianti la medesima espressione di rabbia in quelle loro grigie uniformi di pezza. Il loro capo brandiva uno scopino di piume come se fosse una spada, e proclamò, in un tono che risulterebbe piuttosto formidabile, considerando che era alto quanto un poppante, “Noi è qui per vendicare i mali che Signorina ha fatto!”

Al che io potei solo replicare, perplessa “Cosa??”

Ora desidererei aver saputo, quando ho spezzato il cuore a Wimmy, che gli elfi domestici sono creature innaturalmente leali. Apparentemente, questo senso di lealtà dovrebbe essere rivolto solo ai loro padroni, ma quando un grosso numero di loro lavora insieme per un esteso periodo di tempo, la loro devozione si allarga anche ai colleghi elfi.

Il che, essenzialmente, significava cattive notizie per la povera me.

“Tu ha rotto il cuore di Wimmy, Signorina!” l’elfo squittì “Lui è il tuo fedele elfo domestico, Signorina, e tu è mentito a lui!”

A quel punto mi resi conto che avrei dovuto iniziare ad essere spaventata.

E in un certo senso lo ero. Sai, giusto un po’.

…Perfetto, ero assolutamente terrificata. Ma, davvero, un elfo domestico incazzato con uno scopino di piume è molto più spaventoso in persona di quanto non sembri sulla carta.

Seriamente.

E a quel punto gli elfi mi circondarono, avvicinandosi a me, da ogni parte, con i loro grossi occhi che mi scrutavano e le loro acute, stridule voci che echeggiavano nella stanza e nella mia testa, e potevo vedere l’espressione ferita di Wimmy nella mente ‘Signorina Auriga, Signorina! Wimmy ha stato pensando che c’è qualcosa tra noi! Wimmy si sbagliava’ – e quindi feci l’unica cosa che chiunque nella mia posizione avrebbe fatto—

Svenni.

Non appena rinvenni, la mia mente e tutto ciò che accadeva erano annebbiati: riesco a ricordare solo vagamente l’infermeria, e di aver aggrappato Madama Chips per la collottola, informando Silente che lei era ‘una di loro

…Oh, Dio. Sono licenziata. Così licenziata, sotto tanti diversi punti di vista. Devo esserlo. Voglio dire, Albus senza dubbio crede che io abbia certamente qualche rotella in meno.

Voglio dire, lui non è certo l’uomo più sano del mondo, ma accusare un’infermiera di essere un elfo domestico sotto copertura è un tantino eccentrico, anche per lui.

E quindi sono finita per svenire di nuovo, e tutto quello che so è che mi sono ritrovata in una stanza al San Mungo, con Snape seduto al mio capezzale, con l’aria di uno che preferirebbe mangiare una scatola di Scarafaggi A Grappolo scaduti che sedere qui.

Ordini di Silente, sospetto.

Probabilmente avrà pensato che la situazione racchiudeva uno splendido potenziale ruffiano.

Aha. Come se.

…Benchè, da un lato, non sono più viola. Sì. Sono tornata ad essere tutta carina e rosa carne.

Benchè, dall’altro lato, sono tata quasi ridotta alla pazzia dagli elfi domestici, ho aperto il mio cuore a Severus Snape, tra tutte le persone, e c’è un’alta probabilità che potrei perdere il posto.

Improvvisamente, non essere viola non sembra proprio una prospettiva tanto luminosa.

Non sono mai stata tra quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno.

E Snape mi ha appena detto ‘di smetterla di scribacchiare in quel ridicolo quaderno’ tutto stizzito, perché a quanto pare sono libera di andare.

Ad Hogwarts.

Dagli elfi domestici.

Brrrr.

…Magari chiedo di poter rimanere un’altra notte.

 

5:39 P.M.

Ouch. Sono appena stata colpita in pieno petto da un perfetto Ghigno alla ‘Sfidami e prendo il tuo cervello per mostrarlo in uno dei barattoli del mio ufficio’ da Snape.

Verso Hogwarts sia, dunque.

To be continued...

Note della Traduttrice: Salve, miei prodi! Scusate ancora una volta il ritardo, ma, sapete come va, con i pranzi di Pasqua, si finisce di mangiare alle 5 del pomeriggio (se si è fortunati), e poi, se si è degli ubriaconi come la sottoscritta, rimani rapito dai fumi dell'alcool per un po'. Comunque sia, Auguri con un po' di ritardo! Ora, perdonatemi, ma vado di fretta (la valigia non si fa da sola) ma prometto di ringraziare ognuno di voi al mio ritorno. Grazie ancora per il vostro sostegno. E non temete. Ho un piano per pubblicare il prossimo capitolo non in ritardo di una lunga settimana.

Baci dolci e caramelle

Serena

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shes_a_star