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Autore: Anna Wanderer Love    22/09/2013    7 recensioni
Celeste, appena arrivata al Campo Mezzosangue e non ancora riconosciuta, si ambienta bene. La sua prima mattinata è allegra e coinvolgente. Tranne per due occhi. Due occhi scuri. Due occhi all'apparenza allegri e incuranti. Gli occhi di Nico Di Angelo...
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadows Cycle'
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A pranzo Chirone tenne un annuncio sulla Caccia alla Bandiera. Probabilmente era riuscito a convincere il Signor D a non annullarla, ma aveva lo stesso un'espressione nervosa mentre batteva lo zoccolo a terra. Dioniso invece fissava acidamente un bicchiere di acqua, che aveva di fianco una bottiglia di vino rosso. Annabeth mi aveva accennato qualcosa a una ninfa e a qualche punizione secolare, ma non è che ci avessi capito granché.
-... E per questo, la Caccia si troverà tra quattro giorni, ovvero venerdì- concluse Chirone.
Tutti i ragazzi scoppiarono in un'ovazione che quasi fece tremare il padiglione. Repressi un sorriso e avvolsi gli spaghetti attorno alla forchetta, fissando il piatto. Davvero non riuscivo a cogliere l'attrattiva di correre di qua e di là per una bandiera. Bah. Però tutti sembravano entusiasti, persino James, e di solito niente lo scalfiva e gli cancellava l'espressione tranquilla e moderata dal volto. Adesso i suoi occhi viola brillavano di eccitazione e il suo sorriso era scintillante.
-Non vedo l'ora!- Esclamò Jason, di fianco a me, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi.
Guardai mio fratello, che aveva la stessa espressione entusiasta di tutti gli altri, che fossero della mia capanna o no. Colsi l'occhiataccia che Layla gli lanciò.
-Cosa ci trovate di tanto bello in questa Caccia non lo so! Io di sicuro preferisco volare con i pegasi- aggiunse scambiando un sorriso furbo con Sara. Repressi un brivido, ma rammentai di come mi ero sentita al sicuro tra le braccia calde di Connor, mentre volavamo.
-E io invece non capisco perché preferiate i pegasi alla Caccia- ribatté Jason con una smorfia.
James alzò gli occhi al cielo, intuendo che stava per scoppiare l'ennesima discussione tra Layla e Jason. Se non fossero stati fratelli sarebbero stati bene insieme.
Gettai un'occhiata alle mie spalle e vidi Nico mangiare da solo al suo tavolo, come sempre. Stavolta, però, riuscii a vedere benissimo che Kristine si alzava dal suo tavolo e gettando un'occhiata sorridente alla sua amica bionda si sedeva davanti a lui. Mi immobilizzai, mentre Nico alzava sorpreso gli occhi dal suo piatto e lei appoggiava i gomiti al tavolo, inclinando la testa. Strinsi con forza il bicchiere, sentendomi invadere dalla gelosia.
Okay, va bene, riconosco che è stato infantile da parte mia, ma sperai davvero che qualcuno, per esempio la Signora O'Leary, le saltasse addosso e le staccasse la testa. E mi stupii quando Yoru, sbucato dal nulla, saltò sul tavolo di Nico e mettendosi davanti a lui ringhiò a Kristine, rizzando il pelo viola. La figlia di Afrodite scattò in piedi con uno strillo, attirando l'attenzione di tutti i ragazzi attorno. Nico scoppiò a ridere di gusto, mentre vedevo il collo scoperto della ragazza diventare di un rosso acceso. Soffocai un sorriso quando la vidi voltarsi di scatto e marciare verso di me inferocita.
-Oh oh- ridacchiò Jason, girandosi verso di lei e passandomi un braccio attorno alle spalle con fare protettivo. Ringraziai il cielo che ci fosse lui accanto a me, altrimenti Kristine mi avrebbe strappato la faccia a morsi. Mi piantò un dito nel petto, mentre io sussultavo.
-Lo fai apposta, vero?- Ringhiò a un centimetro dalla mia faccia, con gli occhi verdi furiosi. Anziché spaventarmi, la sua rabbia mi divertiva.
-Non so di cosa parli- risposi senza abbassare lo sguardo. Lei vacillò per un istante, prima di farsi scivolare di dosso la faccia ringhiosa e mettere su una offesa.
-Rendermi ridicola davanti a tutti! Sai una cosa? Sei davvero una stronza! Io non...
-Tu ti allontani immediatamente da mia sorella- ribatté James, afferrando Kristine per le spalle e tirandola via da me. Nel frattempo anche Jason e Richard si erano alzati e posizionati ai miei fianchi, minacciosi. Riconobbi la situazione. James aveva assunto un'espressione seria e decisa, i suoi occhi viola incutevano timore e i muscoli delle braccia muscolose, lasciate ben scoperte dalla maglia del Campo, erano contratti. Nico vigilava sulla situazione fissando la figlia di Afrodite e due dei suoi fratelli accorsi in suo aiuto con sguardo di fuoco.
Rissa.
Ci fu qualche istante di silenzio carico di tensione, poi una voce intervenne.
-Che succede qui?
Ci voltammo tutti.
Percy Jackson stava camminando velocemente verso di noi, gli occhi verdi scintillanti. Aveva le labbra strette in una linea sottile di biasimo. Aveva la spada allacciata alla cintura, e quell'espressione seria, che non gli si addiceva per niente, metteva paura. Del resto c'era una ragione se era il semidio più temuto e ammirato al Campo, no?
Kristine fece una smorfia, ma rinunciò ai suoi progetti di vendetta, e dopo un tiepido "Niente" e un'occhiata sdegnosa verso di me se ne andò, seguita dai suoi fratelli.
Percy la seguì con lo sguardo, poi i suoi occhi corsero a tutti noi, radunati ancora in posizione di difesa. Sbirciando verso James mi accorsi che sembrava ansioso.
-Allora, ragazzi, capisco che non riusciate a stare fermi, ma se avete bisogno di farvi tagliuzzare un po' ditemelo che ci penso io- sogghignò Percy, con un sorriso.
Nico scoppiò a ridere scuotendo la testa, e la questione finì lì.
In pochi minuti ci ritrovammo a chiacchierare tutti quanti al tavolo di Morfeo, compresi Percy e Nico.
Chirone ci aveva lanciato un'occhiataccia quando aveva visto i due in procinto di sedersi, ma era tornato a chiacchierare con il Signor D senza dire niente. Nico aveva esitato, ma io gli aveva afferrato il polso e l'avevo costretto a mettersi accanto a me.
Gli sorrisi e lui mi circondò la vita con un braccio, facendomi appoggiare alla sua spalla. Godetti del suo calore, ascoltando distrattamente Percy e Jason parlare vivacemente di una qualche impresa con un mostriciattolo marino.
-... e quando l'ho sommerso con qualche tonnellata di fango si è arreso ed è scappato- concluse il figlio del mare con un sorriso scintillante. Tutti scoppiarono a ridere immaginandosi la scena, e io sorrisi. Non era difficile capire perché Annabeth fosse pazza di lui. Percy era gentile, simpatico e, oltretutto, un bellissimo ragazzo.
In quel momento incrociò il mio sguardo e osservò il braccio di Nico che mi avvolgeva, spostando poi gli occhi al mio volto. Arrossii e mi strinsi di più al fianco di Nico, a disagio sotto al suo sguardo penetrante. Mi fissava da troppo tempo, anche se erano pochi secondi. C'era qualcosa che non andava?
Ma Percy non disse niente e guardando James tornò a sorridere gentile... lasciandomi turbata.

-Nico, Nico!
Ci voltammo e mi accorsi che Joanna stava correndo verso di me. Il diretto interessato la guardò curioso.
-Che c'è?
Jo si chinò, appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
-Devi... venire... Annabeth vuole... parlarti...- ansimò, finendo con un grosso respiro.
Nico si trattenne dal ridere e mentre lei gli scoccava un'occhiata velenosa, voltandosi e defilandosi, si girò verso di me. Mi sorrise e io sorrisi, un po' imbarazzata.
-Torno presto- mi promise, e io annuii. Si chinò e mi baciò con dolcezza, sfiorandomi una guancia con una carezza leggera. Il cuore sembrò fermarsi per qualche momento, giusto i secondi in cui Nico, con uno sbuffo, si rialzò e si allontanò. Restai a guardarlo camminare, un po' presa alla sprovvista. Non mi aspettavo quel bacio, ma non per questo era stato sgradevole. Per niente. Affatto. Mai e poi mai avrei trovato un bacio di Nico sgradevole! Chiaro il concetto?
Sì, stavo divagando.
Tornando a noi... appena la schiena di Nico sparì dietro agli alberi sentii una voce calma chiamarmi.
-Celeste?
Mi girai di novanta gradi e vidi Percy, appoggiato ad un tronco di un albero, con le mani nei jeans e un sorriso imbarazzato. Dedussi che doveva aver visto il bacio con Nico, e arrossii furiosamente. Nel suo sguardo però c'era solo tenerezza e divertimento.
-Ti va se... uhm... andiamo a fare una passeggiata? Mi sento a mio agio. Sul mare, intendo. Vorrei... parlarti...
Annuii, ponendo fine al suo intricato -e insensato- discorso, e si rilassò. Si voltò e aspettò che lo raggiungessi prima di camminare verso la spiaggia. Sbucammo sul sentiero principale, dove c'erano ancora folti gruppi di ragazzi che uscivano dal padiglione della mensa, sebbene fosse pomeriggio inoltrato. Anzi, era quasi sera. Schivai per un pelo una gomitata da un tizio massiccio e mi avvicinai istintivamente a Percy. Lui non lo prendevano mica a gomitate.
Dopo un paio di minuti riuscimmo finalmente a scivolare via dalla massa di studenti e Percy prese a procedere più lentamente. Non aveva aperto ancora bocca, e mi ritrovai a studiarlo. Gli arrivavo appena alla spalla, e sì che non era più alto di Nico. Le braccia forti erano lasciate scoperte dalla maglietta a maniche corte che indossava, una blu, non del Campo Mezzosangue. Me ne chiesi il perché, ma non avevo nessuna intenzione di chiederlo. Se avessi parlato di sicuro la mia voce sarebbe stata di due ottave più acuta del normale e non volevo fare figuracce.
Proprio in quel momento, mentre mi perdevo ad osservare un ricciolo nero che gli solleticava la fronte, Percy si voltò e arrossii ancora di più. Mi rivolse un sorriso sornione e con un cenno indicò la sabbia chiara e soffice della spiaggia. Senza parlare deviai dal sentierino di pietra e insieme affondammo i piedi nella sabbia. Quel pomeriggio tirava un leggero alito di vento, ma era piacevole. Smuoveva l'odore salino del mare e lo mescolava al profumo di cibo grigliato che le ninfe stavano già preparando per la cena ottenendo un insieme gradevole.
Mi morsi il labbro. Volevo chiedere che voleva dirmi ma non riuscivo a parlare. Oggi avevo scorto due lati di Percy: quello severo a pranzo, quello amichevole dopo.
-Che ne dici di chiedermi qualcosa prima di massacrarti quelle povere labbra?- Fece la sua voce divertita. Mi voltai e lo fulminai con lo sguardo.
-Le mie labbra stanno benissimo!- Replicai piccata, cercando di non lasciar trapelare il mio divertimento.
-Ah sì? Dopo chiederò a Nico di accertarsene- ribatté lui con un sorrisone, zittendomi di botto.
D'accooooordo, Percy Jackson... iniziai a volerlo prendere a pugni e non prostrarmi a terra al suo passaggio.
-Comunque, Celeste... sono molto contento che abbia trovato te- continua. Ogni traccia di allegria era sparita dalla sua voce e lui era terribilmente serio. Girai la testa per guardarlo e restai ipnotizzata dal suo sguardo fisso sul mare. Stava calando la sera e il cielo si stava tingendo di rosso, rosa e oro, creando delle ombre sul volto di Percy. Con un sospiro si chinò e si sedette a terra. Mi sedetti di fianco a lui, affondando le mani nella sabbia, stringendola nei pugni e lasciandola lentamente cadere.
Percy appoggiò le braccia sulle ginocchia, curvando la schiena. Aveva un'aria stanca.
I suoi occhi riflettevano la luce magica che illuminava la superficie mutevole e tranquilla del mare. Erano tristi, e capii che stava rivivendo dei ricordi dolorosi, terribilmente dolorosi.
-Nico ha una storia complicata. Non te la racconterò io, deve farlo lui. Ma sappi che c'è ben altro, oltre alla morte di...- la sua voce tremò appena -di Bianca.
Rimasi in silenzio, e sebbene sapessi che stava male per quello che stava dicendomi non riuscii ad evitare di incuriosirmi.
-Quando la guerra contro Crono finì ci lasciò tutti doloranti, se non morti o mutilati. Avevamo vinto, ma cosa? La salvezza dell'Olimpo e dei nostri genitori divini, sì, ma a caro prezzo. Bruciammo i drappi di chi era morto o disperso e non si ritrovò. Michael Yew, il vecchio capo della casa di Apollo, mi aiutò... mi aiutò contro Crono, sul ponte di Williamsburg, salvandomi dal Titano. Il ponte crollò, salvandoci tutti, ma Michael... lo cercarono per ore. Non lo trovarono. Se... solo fossi riuscito a farlo tornare indietro... mancavano pochi metri, capisci. Era a pochi metri dalla sponda.
La sua voce era intrisa di dolore, e intuii che ancora adesso si sentiva in colpa. Allungai la mano e gli strinsi la spalla. Il buio era calato sul mare, così come sulle spalle curve del semidio.
-Annabeth mi salvò sul ponte, rischiando grosso. Uno dei figli gemelli di Dioniso morì. Silena Beauregard, il capo della capanna di Afrodite. Era la migliore amica di Clarisse. La guerra fu terribile, Celeste. E Nico... Nico... pensai che mi avesse tradito.
Le sue parole mi fecero trasalire, e lui mi guardò serio.
-Ade l'aveva ingannato. E in fondo è merito suo se siamo vivi. Se Nico non avesse convinto suo padre ad intervenire non so quanto avremmo resistito. Ma... dopo la guerra, lo ammetto, non credevo che sarebbe riuscito a sopravvivere. Nico, intendo. Non Ade. Lui è circondato dalla morte, ma una cosa è sapere che qualcuno è morto di vecchiaia, un'altra è vedere davanti ai propri occhi la guerra. Dove c'è Nico, c'è dolore. Quando sei arrivata al Campo Mezzosangue era pronto per ripartire, come aveva sempre fatto. Tornare a vagabondare, cercando di dimenticarsi il dolore e non soffrire più. Invece... lui è rimasto. E ora mi sembra... in pace. Grazie a te- aggiunse in un sussurro.
Rimasi in silenzio senza sapere cosa dire. Per me era stato naturale affezionarsi a Nico... istintivo. Era stato così anche per lui, forse. Sperai di sì, sperai che inizialmente si fosse fidato di me. Non ci fu bisogno di dire altro; sia io che Percy avevamo perfettamente capito la reazione dell’altro. Dopo qualche minuto Percy si alzò di nuovo, spazzando via con le mani la sabbia dai jeans. Mi tese una mano, che io accettai di buon grado per alzarmi. Aveva una stretta gentile e sicura, e mi rivolse un sorriso.
-Andiamo a cena?- Propose.
Io annuii sorridendo. Ci girammo e iniziammo a tornare indietro chiacchierando. Lui mi chiese come mi trovavo con i miei fratelli, e fui felice di perdermi a raccontare dei miei fratelli e delle loro piccole manie. A quanto pareva Percy era molto curioso riguardo ai nostri poteri; trovava interessante la capacità di modellare i sogni. E io, del resto, volevo capire, o meglio vedere, i suoi poteri in azione.
-Che ne dici se un pomeriggio ci troviamo? Io ti mostro quello che so fare con l’acqua e tu... mi fai vedere quello che sai fare- propose con un sorriso così entusiasta che non seppi dire di no.
-Certo! Sarebbe fantastico!- Esultai.
Ci scambiammo un sorriso, ma la nostra bolla di pace felice fu presto interrotta da un urlo.
-Celeste! Percy!
Davanti a noi c’era Laura, che correva più veloce del vento. Rallentò tanto quanto bastava per non travolgermi e soffocarmi in un abbraccio singhiozzante. Mi gettò le braccia al collo, piangendo a dirotto. Restai basita, ma mi diedi una sberla mentale e la strinsi con forza, mentre Percy distoglieva lo sguardo, non sapendo cosa fare. Aveva la mano stretta sull’elsa della spada.
-Ehi, che c’è?- Le chiesi con dolcezza. Lei si scostò, il volto rigato da lacrime calde. I suoi occhioni verdi erano pieni di sconforto. Con un enorme sforzo riuscì a parlare.
-E’... è Nico- balbettò. Impallidii all’istante.
-Era al confine... e... c’era... c’era un mostro... è... è ferito- singhiozzò. Mi morsi le labbra a sangue per impedirmi di scoppiare a piangere. Ma lei non aveva finito.
-Ma...
-Ma?- La incitò angosciato Percy. I suoi occhi verdi erano atterriti. Come noi tre, del resto. Laura si asciugò le guance con una manica della maglia.
-Con lui c’erano... Connor e Travis... e c’è di peggio- aggiunse, tornando a piangere di nuovo.
-Sono in coma.


AnGoLo DeLl'AuTrIcE:
Oh dei, aspettate un secondo prima di ammazzarmi!! Vi prego!
Lo so, lo so, ne sono estremamente consapevole di essere una scema ritardataria, ma con la scuola è stato un po' difficile mettermi a scrivere... e ho avuto dei problemi con la connessione. E non avevo l'ispirazione per scrivere. 
Spero che non ve la siate presa... sia per il ritardo sia per l'ultima trovata che ho fatto sadicamente subire alla nostra Laura.
Vi va di recensire? Così mi sgridate ben bene e mi dite se il capitolo vi è piaciuto. Ci ho messo più Percy... anzi, se si può dire, solo Percy.
Un bacione!
La vostra
Anna

   
 
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