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Autore: LunaMag    22/09/2013    1 recensioni
Grazie alla mia migliore amica ho conosciuto i Fun. Proprio lei mi ha convinta a scrivere una storia su di loro, perchè sto passando un periodo difficile, e distrarmi mi aiuta. In questa storia parlo di una ragazzina di 16 anni di nome Miriam che, a causa del suo spirito ribelle, viene portata fuori dall'italia per passare l'estate in una specie di collegio. Anche lì lei riuscirà a far risaltare il suo spirito, conoscendo nuove persone e divertendosi da matti.
Ovviamente, non mancheranno i problemi e le preoccupazioni.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jack Antonoff, Nate Ruess, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Pian piano aprii gli occhi. Mi sentivo debole. Vedevo tutto bianco, ero forse in paradiso? Dopo poco tempo sentii qualcuno che mi stringeva la mano.
“Si è svegliata! Infermiera!”
Girai la testa. Capii che la mia visione bianca era semplicemente il soffitto. Vidi Jack, era lui che mi teneva la mano. Stava piangendo.
Mio fratello era sdraiato sul divano, si era svegliato con le urla di Jack. Provai a mettermi seduta, dopo un po’ di fatica ci riuscii. Pian piano iniziai a vedere meglio e a capire e ricordarmi cosa fosse successo.
Jack mi disse che era spaventato. Avevo dormito per  23 ore. Mi disse anche:
“Appena tornato a casa ti ho trovata nella vasca, c’era sangue dappertutto! Non sapevo cosa fare! Ho avuto paura di perderti, per sempre” Continuava a piangere.
Mi guardai i polsi. Avevo 12 punti in totale e affianco a me c’era un flebo con del sangue.
“Bene, vedo che stai meglio. Fra qualche ora facciamo delle analisi e se tutto va bene ti dimettiamo.” Disse l’infermiera.
Era così bello vedere che Jack ci tenesse così tanto a me, lo abbracciai più che forte che mai.
Sentivo il suo respiro, sembrava quello di una persona finalmente felice dopo tanto tempo di angoscia.
Mi fece giurare che non l’avrei rifatto.
Vidi arrivare Syria, mi alzai, la abbracciai, nonostante la debolezza, ma vederla mi rendeva sempre più forte.
Lei era rigida. Non mi abbracciava.
“No Miriam, mi devi giurare che non lo rifarai mai più” Mi guardò con un viso molto serio.
“Si, te lo giuro.” Ci abbracciammo.
Con Syria c’era anche Nate. Pian piano vennero a trovarmi molte persone, stranamente quando sei in ospedale o stai molto male, tutti ti vengono a trovare, anche chi ti odia.

Passai tutto il tempo delle visite a parlare con gente che nemmeno sopportavo. Ero stremata. Jack era altrettanto stanco e decise di passare da casa, solo per lavarsi e sistemarsi, poi sarebbe tornato subito da me.
Intanto Syria iniziò a parlare con Gaetano e rimasi da sola con Nate.

Fu un momento un po’ imbarazzante, lui si fissava i piedi, quindi per sdrammatizzare gli chiesi cosa pensasse di Syria.
Arrossì. E iniziò a strofinarsi le mani.
“Ecco…io…mi fido di te…quindi non glielo dirai, vero??  Ecco…è… bellissima, ha un carattere stupendo…” 
“Sospettavo,sospettavo.” Lo guardai ridendo. Parlammo molto di lei e riuscii a convincerlo di provare a far capire qualcosa a Syria, senz'altro lo avrei aiutato dato che veva paura di dire qualcosa di sbagliato o di farci brutte figure.

Notai che una ragazza alta, quasi bionda e con gli occhi azzurri mi stava fissando, dato che la porta era aperta, ma, nell'istante in cui si accorse che la stavo dissando con uno sguardo interrogativo, si nascose. Non ci feci più caso perché entrò un'infermiera con la cena.
Solo che, in seguito ai brutti tagli che avevo ai polsi, ero impossibilatata nel mangiare da sola. Jack non era arrivato, quindi chiesi a Nate di chiamare Syria. Uscì, ma lei non c’era. Aspettai un po’, nella speranza che si facessero vivi Jack o Syria.

Nate mi disse : “ Se vuoi ti posso aiutare io, è il minimo che posso fare!”
“Mmm mi farebbe molto piacere, grazie mille!”
I dottori per mettermi in forza mi avevano fatto cucinare una fetta di carne. 
Non riuscii a mangiarla tutta. Appena mi sentii sazia, spostai il vassoio e abbracciai Nate, era stato così dolce con me!

In quel preciso istante arrivò Jack.
“Amoree!!” Dissi con un tono molto felice.
“Finalmente sei tornato! Dato che Syria è sparita mi ha aiutato Nate per la cena, è stato così gentile! Hai un amico d’oro!”

Notai che Jack fissò Nate con uno sguardo colmo di gelosia, evidentemente questa cosa non gli stava a genio. Ma non si sarebbe mai arrabbiato, stavo male e avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse. Jack mi diede un bacio e disse a Nate che Syria lo stava aspettando fuori.
“Oh Nate caro, potresti dire a Syria di venire? Dovrei dirle una cosa!”
“Ma certo”.
“Grazie mille!” Gli sorrisi. Jack mi guardò con un viso un po’ strano. Però dopo poco tornò tutto a posto.
Entrò un’infermiera. Ma non era nessuna delle due che si occupava di me. Avevo già visto quel viso, ma dove??
“Ciao, sono Alessandra, dovrò passare parecchio tempo con te per monitorare la tua situazione clinica”
“Va bene…”Dissi distrattamente.
Continuavo a pensare in quale situazione l'avessi già vista…MA CERTO! Era la ragazza che poco tempo prima mi stava fissando. Ma non sembrava un’infermiera, più che altro non aveva gli atteggiamenti da infermiera e sembrava che non sapesse dove iniziare a mettere le manbi per monitorare la mia situazione clinica. Questa cosa era molto strana. Tornarono tutti in camera e, quando entrò Syria, Alessandra sgranò gli occhi. Non riuscivo a capire.

Rimasi a parlare con gli altri per un paio d’ore. Dopo qualche minuto sarebbe venuto il dottore per farmi degli esami.
Alessandra guardò l’orologio e se ne andò. Quando arrivò il dottore uscirono tutti e mi fece delle analisi.
Gli chiesi se fosse tutto apposto. Il fatto che avessero messo un’infermiera per monitorare la mia situazione doveva significare solo una cosa: avevo qualche problema grave.

Lui mi disse che i valori stavano pian piano ritornando normali.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Allora come mai mi avete messo un’infermiera per il monitoraggio??”
Mi guardò con una faccia interrogativa.
“Non le abbiamo messo nessuna infermiera.”
“Ah, va bene, grazie mille” Se ne andò e tornarono tutti in camera mia.
Chiesi a tutti di uscire, feci rimanere solo Syria. Le raccontai di questa fantomatica infermiera.
Anche lei non riusciva a capire. Forse il dottore se ne era semplicemente dimenticato, o forse no. E poi se non fosse stata un’infermiera cosa avrebbe potuto volere da me?? E perché sarebbe dovuta rimanere tutto il tempo con me?? Mi avrebbe voluto far del male?? E per quale ragione??

Tutte queste domande spuntavano nella mia mente come funghi e mi stavano causando un po’ di nausea e un forte mal di testa.
Si era fatto tardi, salutai gli altri. Jack rimase con me. Lo feci sdraiare a fianco a me, gli diedi un bacio. Ero stanchissima. Con Jack al mio fianco mi sentivo al sicuro, e con il tepore del suo corpo a fianco al mio, mi addormentai. 

  
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