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Autore: NCSP    22/09/2013    2 recensioni
- Il tuo cuore sarà pure quella cosa che hai nel petto, ma ci tieni davvero a diventare Iron Man in tutto e per tutto, cambiando ogni parte mal funzionante del tuo corpo con un pezzo di metallo? Perché in tal caso proporrei di iniziare dal cervello. -
Si maledice mentalmente. Perché, perché ha accettato di tenere quella creatura fastidiosa in casa sua?
[IronFrost]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Omnia vicit amor'
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Sono passate due settimane.

Due settimane d’inferno per Stark, che si è ritrovato a girare per una casa vuota per la prima volta dopo più di due mesi.

Due settimane in cui non ha quasi dormito, il letto troppo freddo per concedergli di non pensare anche solo per un attimo a chi avrebbe potuto riempirlo e scaldarlo.

Due settimane in cui le sue riserve d’alcol hanno toccato i minimi storici.

Due settimane in cui non si è presentato al lavoro e ha urlato contro Pepper più volte.

Due settimane in cui si è recato allo SHIELD ogni giorno per sapere se quel dannato dio con il martello era tornato almeno a portare qualche notizia.

Due settimane in cui non è successo niente.

Niente notizie, niente accenni, niente.

Niente a parte Tony che sta impazzendo per quell’assenza di informazioni e per l’impossibilità di fare qualcosa.

Nessun alieno si è atto vedere, nessun terrorista ha minacciato il Paese, e lui non ha trovato nulla con cui distrarsi dal pensiero di Loki chiuso da qualche parte o forse morto.

Se ne sta sul divano, su quel divano, in una mano una bottiglia di whiskey e nell’altra il telecomando puntato verso il televisore che trasmette un qualche programma che non sa nemmeno cosa sia, senza sapere bene cosa fare. Potrebbe tornare ancora allo SHIELD nella speranza di sapere qualcosa dopo che Fury gli ha promesso per la centesima volta di cercare di contattare Thor, oppure restare lì a deprimersi e a consumarsi il fegato.

Tanto non c’è nessuno a dirgli di non bere.

Prende un altro sorso, notando che la bottiglia è già quasi a metà. E sono le nove di mattina.

Suona il telefono.

«Jarvis, se è Pepper dille che sono in coma etilico e che non chiami un’ambulanza.»

«È il Direttore Fury, signore.»

«Passamelo.» si tira a sedere «Direttore, quale scusa per temporeggiare ti sei inventato questa volta?» domanda stancamente.

«Nessuna. Ho sentito Thor, stanno arrivando.»

«C-cosa?» scatta in piedi prendendo la giacca abbandonata sullo schienale del divano da almeno due giorni.

«Mi ha contattato qualche minuto fa, a quanto a detto deve ancora sbrigare qualche questione ad Asgard e poi torneranno qui in pochi minuti.»

«Davvero?» quasi non osa sperare dopo quelle settimane di ansia e angoscia.

«Sì, dovreb-»

«Arrivo.» chiude la comunicazione mentre sta già uscendo sulla terrazza e l’armatura gli si sta montando addosso.

Sfreccia per i cieli di New York provocando l’alzarsi di parecchie teste e in pochi istanti atterra alla base.

«Dove sono?» chiede impaziente mentre l’armatura si smonta.

«Ho detto qualche minuto, sei arrivato in circa venti secondi. Se lo avessi saputo prima avrei usato questo metodo per farti arrivare in orario.» Fury scansa un braccio dell’armatura che sta andando a riporsi nella sua speciale custodia nella sala riunioni in cui si trovano anche gli altri membri degli Avengers che li raggiungono subito.

«Molto spiritoso. Dove sono?» ripete quasi ringhiando mentre anche il resto della squadra li raggiunge.

«Te l’ho detto, devono ancora arrivare, ma non qui, dobbiamo scendere sotto.»

«Perché?»

«Loki è un prigioniero, non lo lascio in giro dove può tranquillamente uscire dalla porta e andarsene.»

Alza gli occhi al cielo «Va bene, ma andiamo.»

Scendono in ascensore mentre l’ansia continua a crescere dentro di lui, impaziente di rivedere il suo amante che gli è mancato più di quanto non voglia ammettere.

Clint gli poggia una mano sulla spalla e gli sorride incoraggiante, capendo cosa si agita nell’animo dell’amico.

Arrivano in quello che sembra essere il corridoio di un seminterrato, illuminato da qualche scarsa luce al neon che fa male agli occhi per la sua luminescenza artificiale.

«Beh? Dove sono?» esclama dopo un paio di minuti Tony, che sembra sul punto di uccidere qualcuno.

«Non lo so, Stark, e calmati. Sei davvero così impaziente di riavere un pazzo che gira per casa?»

Non gli risponde ma si limita a camminare da una parte all’altra del piccolo corridoio, come se così facendo riuscisse a far scorrere il tempo più in fretta.

Un lampo di luce alle loro spalle.

Si voltano tutti di scatto, intravedendo due figure, una alta e massiccia e una più esile, rannicchiata su se stessa.

«Direttore, amici.» saluta Thor strattonando Loki per un braccio.

Tony resta a fissare la figura pallida ed emaciata che sembra stare in piedi per miracolo solo grazie alla stretta rude del fratello. Ha gli occhi contornati da lividi violacei, il volto è coperto di tagli e graffi che però lasciano vedere il suo pallore mortale, e non sembra in grado di reggere gli strati di pelle e metallo che costituiscono il suo abito asgardiano.

Loki con uno sforzo che tutti vedono costargli una grandissima fatica alza gli occhi; le iridi verdi, di solito brillanti e affascinanti sono opache, lontane, e anche se scorrono sui loro volti non li riconoscono, non li vedono, finché non mettono a fuoco la figura di Tony, che lo sta fissando scioccato.

Prova a liberarsi dalla presa del fratello che lo allontana con un violento spintone, e cadrebbe a terra se non fosse per l’intervento di Tony che prontamente lo afferra e lo stringe a sé, tenendolo in piedi.

«Mi dispiace Stark, se fosse stato per la decisione dei nobili non avrebbe più rimesso piede qui e tu non saresti stato costretto a sopportarlo ancora, ma Loki ha scelto di sottostare a una pena più dura pur di tornare, quindi nonostante le sue colpe non ho potuto fare a meno di rispettare la parola data.»

«Che cosa?» domanda sgranando gli occhi mentre Loki cerca di tenersi in piedi aggrappandosi alla sua maglia.

«So che non avremmo dovuto dargli la possibilità di scegliere, ma se per te è un problema lo porto indietro, la decisione e tua.» si avvicina per riafferrare il fratello ma Tony fa un passo indietro e richiama un braccio dell’armatura.

«Non provarci nemmeno.» ringhia pronto a far partire un colpo se si avvicinasse di più.

«Calma, calma.» si frappone Fury «Thor, tu non lo porterai via, e tu, Stark, non sparerai a Thor.»

«Tony… Voglio tornare a casa…» sussurra Loki con una voce debolissima, che più che altro sembra un pigolio stentato.

«Ecco cosa ripeteva continuamente mentre lo colpivano…» mormora Thor sovrappensiero, abbastanza forte perché Tony lo senta e gli salga un groppo in gola.

«Adesso torniamo a casa.» lo rassicura passandogli una mano sulla schiena per tranquillizzarlo, ma smettendo non appena l’altro si lamenta.

«Ti consiglierei di non toccarlo molto sulla schiena, almeno per il suo bene.»

Stark ringhia qualcosa di incomprensibile, poi si fa passare un braccio di Loki attorno alle spalle e si dirige verso l’ascensore; potrebbe benissimo portarlo via in braccio e non costringerlo a camminare quando sembra che faccia fatica persino a respirare, ma non vuole umiliarlo e attirare troppo l’attenzione degli altri, che già lo stanno fissando stupiti per il modo in cui lo sta abbracciando, anche se tutti, tranne Clint, credono che sia solo per non farlo cadere e non ridurlo peggio.

«Dove credi di andare?» lo richiama Rogers fermandolo con una mano sulla spalla.

«A casa. Fa attenzione, Rogers, mi è stato detto di non sparare all’altro biondo, su di te non ho ricevuto ordini.» ringhia liberandosi della presa cercando di non scuotere troppo Loki

«Stark, non sparare a nessuno dei presenti.» ordina esasperato Fury.

«Questo lo vedremo.» preme il pulsante di chiamata dell’ascensore e poi sfila il palmare dalla tasca «Jarvis, mandami una macchina, e in fretta.»

«Scordatelo, tu non vai via di qui in macchina. Sai quanto ci metterebbe a scappare? Niente.» interviene Natasha che fino a quel momento aveva preferito rimanere neutrale.

«Scappare? Sai scherzando? Non sta nemmeno in piedi e sembra più un ammasso di lividi che altro, non riuscirebbe a scappare nemmeno se lo volesse.» sorregge meglio Loki che sembra sul punto di svenire da un momento all’altro.

«In effetti, Nat, mi sembra abbastanza difficile che riesca a scappare.» lo sostiene Clint, vedendo dall’espressione dell’amico che se qualcuno proverà ancora a contraddirlo e a impedirgli di portare via Loki darà di matto.

«Non andrai via in macchina, Stark, non mi fido. Se proprio vuoi tornare a casa ci andrai con il flyer, così non proverà a saltare di sotto per scappare.»

«Non prover-…»

«Anche se non lo dimostra è d’accordo.» interviene Clint «Dai, saliamo su così potete andare.» li accompagna nell’ascensore dove Loki si addossa alla parete per tenersi in equilibrio e presto li raggiungono anche gli altri. Salgono con Stark che li guarda tutti in cagnesco mentre Loki tenta il tutto e per tutto per non svenire.

Arrivati sul tetto si avvicinano al flyer pronto a decollare, ma Thor si frappone tra loro e il mezzo di trasporto, facendo sobbalzare Loki che si rifugia con il viso contro la sua spalla.

«Andrà tutto bene.» sussurra Tony al suo orecchio, approfittando dell’occasione per baciarne discretamente il lobo.

Sembra rilassarsi leggermente ma resta sempre teso.

«Se dovesse commettere qualcosa di sbagliato devi solo chiamarmi, Stark, e ci penserò io.»

«Ascoltami bene, biondone,» lo aggira e aiuta Loki a salire sull’elicottero dove l’agente Hill lo lega saldamente a un sedile «prova a mettere ancora piede a casa mia e dopo averti colpito con il teaser o con la prima arma che mi capita in mano ti faccio precipitare di sotto, chiaro?»

Lo fissa interdetto, ma non ha tempo per chiedere spiegazioni perché il portellone si chiude e il flyer si alza in volo, dirigendosi alla Stark Tower.

Per tutta la durata del viaggio Tony fissa intensamente Loki, che sembra quasi svenuto ma che grazie a qualche smorfia di dolore rivela la propria lucidità.

«Signore, le serve aiuto per portare dentro il prigioniero?» domanda uno dei piloti una volta atterrati sulla terrazza.

«No, sparite.» fa scendere Loki quasi di peso e lo aiuta a rientrare nell’attico che ha abbandonato due settimane prima «Vieni, ti porto a riposare, ne hai bisogno.» deve quasi trascinarlo per fargli raggiungere il primo letto disponibile, ovvero quello della sua camera ancora invasa dai libri.

Con non poche difficoltà riesce a sfilargli il pesante mantello e il resto dell’armatura, rivelando molteplici ferite che lo fanno infuriare per la crudeltà con cui sembrano essere state inferte.

«Hai freddo, vero? Tremi.» gli porge una delle sue magliette e lo aiuta a infilarla, notando ancora altre ferite «E hai di nuovo la febbre. Che ti hanno fatto?» domanda infagottandolo in una coperta.

Scuote la testa chiudendo gli occhi.

«Okay, non importa, me lo dirai poi. Ora hai bisogno di dormire, di mangiare e di sistemare un po’ queste ferite, sembri un livido ambulante.» lo prende in giro sperando di tranquillizzarlo un po’; rispetto a ora quando lo ha portato fuori da quella cella era allegro e rilassato.

Prova a contrarre le labbra per sorridere, ma sembra aver dimenticato come si fa.

Sospira, preso dalla voglia di spaccare qualcosa o di trasformarsi in un mostro verde per scaricare la rabbia, ma alla fine si accontenta di alzarsi per svuotare l’armadietto delle medicine e portare tutto il contenuto sul letto.

«Sul numero qualcosa di utile dovrei averlo preso, ma ci serve del ghiaccio.»

«No.» sussurra con voce fioca ma terrorizzata.

«Perché?»

«Se mi trasformo sarà peggio, e torneranno per portarmi indietro.»

«Okay, bocciato. Sai se a contatto con qualcosa di freddo che non sia ghiaccio diventi blu lo stesso?»

«Non ne ho idea…»

«Ci proviamo?»

«No, non voglio tornare là.»

«Va bene. Poi, quando starai meglio, mi devi spiegare parecchie cose.»

Annuisce, cercando la sua mano.

«Vediamo un po’,» gli si sdraia accanto e lo fa appoggiare al proprio petto, capendo che in quel momento ha bisogno di sentirsi protetto e eventualmente abbracciato da qualcuno «Questa fa passare la febbre, quindi la mettiamo nel mucchio di quelle che servono. Questa serve per l’acidità di stomaco, quindi via.» la lancia dall’altra parte della stanza colpendo sulla presunta “testa” Ferro-Vecchio «Questa è arnica, ma guarda un po’.» ride mettendogli sotto il naso il tubetto dall’odore mefitico.

Sorride. Ecco per cosa ha lottato, ecco per cosa ha fatto di tutto pur di tornare indietro. Per sentirsi a casa, con qualcuno che riesce a fargli scordare cosa ha fatto in passato, per poter vivere altri momenti come quello.

Tony continua a dividere le presunte medicine utili dalle altre, giocando al tiro al bersaglio con Ferro-Vecchio che protesta ma non se ne va, troppo indaffarato a riordinare il casino creato dal suo padrone.

«Inizierei dall’arnica.» sogghigna prendendo minacciosamente il tubetto in mano.

«Veramente avrei bisogno di una doccia.» mugola.

«Una doccia? Sul serio? Pensi di riuscire a reggerti in piedi abbastanza a lungo? Jarvis, riempi la vasca da bagno con dell’acqua calda.»

Presto sentono dell’acqua scrosciare nella stanza a fianco, e Tony lo aiuta ancora una volta ad alzarsi, sorreggendolo fino al bagno dove la vasca gli si presenta come una visione calda e fumante.

Si siede sul bordo e inizia a spogliarsi, facendo attenzione a non rivolgere la schiena a Tony, ma quando si lascia scivolare nell’acqua calda questo riesce a intravederne una parte.

«Voltati un attimo…» mormora provando a non credere a cosa gli sembra di aver visto.

«No…»

«Voltati.» ordina con una voce più dura.

Esegue sospirando, mostrando la schiena martoriata da profondi tagli in diagonale.

«Dimmi che non è quello che penso.»

Volta la testa per osservarlo da dietro la spalla, e non può negare.

Si sfila velocemente gli abiti e si infila anche lui nella vasca, stringendolo a sé dopo avergli passato le braccia attorno alla vita «Intendeva questo con “ha scelto di sottostare a una pena più dura”?»

Annuisce, rilassandosi contro il suo petto nonostante il dolore alla schiena.

«Tutto per poter tornare qui?» chiede appoggiandogli il mento a una spalla

«Sì.» sussurra per la paura di essersi reso ridicolo inseguendo una stupida speranza.

«Tu sei pazzo.» lo costringe a voltare la testa e posa le labbra sulle sue, in un bacio dolce che gli comunica tutto il suo sollievo per riaverlo lì «Bentornato.» mormora contro le sue labbra, mentre lo vede sorridere rendendosi conto di non aver seguito un fuoco fatuo.

 

 

 

Si prepara un caffè, pensando di portarne una tazza anche all'attuale occupante del suo letto, ma visto che sta dormendo come un bambino decide di rimandare e di lasciarglielo in caldo.

Lo ha portato sotto le coperte dopo il bagno caldo in cui si è quasi addormentato tra le sue braccia, cullato dal suo respiro e dai baci con cui lo ha accolto, e anche se avrebbe voluto andare molto più oltre visto quanto gli è mancato in quelle due settimane ha resistito e ha lasciato che Loki si accoccolasse contro di lui, godendosi il calore che ha capito essergli mancato tanto a lungo.

Non aveva pensato di affezionarsi a lui fino a quel punto, ma adesso è costretto ad ammettere che proprio come ha detto Clint c'è qualcosa di più.
Non si sarebbe mai nemmeno aspettato di trovarsi in una vasca a coccolare qualcuno. Tanto meno un uomo. Tanto meno Loki.

Si avvia lungo il corridoio per andare finalmente a dormire un po'anche lui, preferibilmente accanto al suo ritrovato ospite, quando le porte dell'ascensore che si aprono lo fanno sobbalzare e richiamare in fretta l'armatura, puntando il guanto contro... Clint.

Abbassa l'arma, sollevato che si tratti dell'amico e non di qualcuno che potrebbe portargli via Loki.

«Ehi, amico, sono io. Calma.» alza le mani e va a sedersi su una poltrona «Sono qui per parlare, non per altro.»

Sospira e rimanda a posto l'armatura, avvicinandosi e accomodandosi su un'altra poltrona «Scusa, ho i nervi a pezzi.»

«Da quanto non dormi decentemente?»

«Specifica decentemente.»

«Almeno tre ore.»

«Allora da due settimane.»

Resta in silenzio, senza dar voce ai propri pensieri.

«Di cosa vuoi parlare? Stavo quasi andando a dormire.»

«Con del caffè alle undici di mattina?» domanda inarcando un sopracciglio.

«Non dormo da due settimane e sono andato avanti a vodka e whiskey, la considero una cosa salutare.» prende un sorso dalla tazza che ha in mano «Vuoi qualcosa?»
«No, grazie, sto bene così. Sono venuto per informarti di cosa ci ha detto Thor, ma magari lo sai già.»

«Cosa vi ha detto?»

«Ci ha raccontato cosa hanno fatto a Loki su Asgard. Per prima cosa, se non vuoi che lo ammazzino davvero sta volta, non metterlo assolutamente a contatto con del ghiaccio.»

«Questo me lo ha detto anche lui, solo che ne avrebbe bisogno. Il biondo stupido, non quello surgelato, l'altro, ha detto qualcosa riguardo ad altre cose fredde che non siano ghiaccio?»

«No, ma prima di provare è meglio chiedergli. Dimmi che non ci hai già provato.»

«No, l'ho tenuto al caldo, ma è distrutto, é tutto lividi e tagli e penso che abbia qualche osso rotto, oltre che la febbre. Come cazzo faccio a farlo stare meglio se non posso usare il ghiaccio?» esclama esasperato.

«Inventati qualcosa, mamma.» lo prende in giro sperando che non lo ammazzi dopo che gli avrà raccontato tutto.

«Simpatico. Vuoi dirmi quello che sei venuto a dirmi così posso andare a dormire?»

Deglutisce «Ricordati solo che ambasciator non porta pena.»

«Sbagliato Clint, l'ambasciatore porta sempre pena, perché l'ambasciatore porta un messaggio, ma tu sei mio amico, e mi servi come tramite con il mondo, quindi parla.»

«Ecco... Non ti ha detto nulla Loki?» spera di essere risparmiato da almeno una parte del racconto.

«No, non ha voluto ancora parlarne, penso anche per orgoglio.»

Impreca mentalmente «Allora devo partire dall'inizio. Come sai già lo hanno portato ad Asgard perchè gli avevano proibito di trasformarsi e quindi volevano punirlo per questo, oltre che per una loro vendetta personale che si è rivelata nei metodi che hanno usato. Ora, da bravo, posa la tazza e siediti, Rogers prima è quasi svenuto. Bene, in sostanza quando è arrivato gli hanno detto che lo avrebbero punito e lo avrebbero poi chiuso nelle prigioni fino a data da destinarsi, quindi sempre a voler essere sinceri, ma a quanto pare lui ha chiesto qualunque cosa pur di poter tornare qui. Ci hanno riflettuto un po' e alla fine hanno accettato, ma alle loro condizioni.»

«Immagino quali.» ringhia tra i denti.

«Sì, hanno inasprito la punizione che avevano pensato, e da quanto ci ha detto Thor neanche prima ci erano andati piano. In sostanza lo hanno tenuto al freddo e ogni volta che si trasformava per stare un po' meglio o perchè non riusciva a fare altrimenti lo prendevano a calci o a frustate, Thor ha anche parlato di una mazza...» si interrompe, vedendo che l'altro ha serrato talmente forte le mani a pugno che gli sono sbiancate le nocche.

«Stark, respira, non lo stai facendo.» gli consiglia visto che è da un po' che non vede il suo petto sollevarsi «Non vorrei doverti rianimare e non ho finito di raccontare.» sa di girare il coltello nella piaga ma non può farci niente.

«Ancora?» ringhia. Se gli avesse tirato un pugno avrebbe la stessa espressione.

«Ehm, sì... Se ti sembra terrorizzato è normale, per quanto possa essere normale una situazione come questa, hanno scoperto che la tortura psicologica è un ottimo mezzo e lo hanno utilizzato, inoltre non farlo camminare, per immobilizzarlo hanno usato delle catene che ho capito avessero una qualche specie di incantesimo, quindi lo hanno indebolito oltre che ferito alle caviglie e ai polsi. A quanto ha detto Thor ogni tanto mentre lo colpivano ti chiamava e diceva di voler tornare a casa...» si interrompe visto che l'altro si è alzato ed è andato verso il corridoio quasi di corsa.

 


Brucia la distanza che lo separa dalla sua camera in pochi passi in cui non vede quasi dove si trova, spalanca la porta senza curarsi di fare rumore e si precipita verso il letto in cui Loki sta dormendo, chinandosi su di lui e baciandolo con forza, una mano infilata nei suoi capelli scuri ancora umidi.

Loki spalanca gli occhi, svegliato da quel contatto brutale che per la sua rapidità gli ricorda i risvegli dei giorni prima, solitamente accompagnati da una mazza di ferro, e scatta indietro per quanto glielo consentano le sue forze.

Tony si separa da lui per un attimo, stupito da quel rifiuto, ma poi legge nei suoi occhi un'espressione di assoluto terrore che gli fa capire tutto.

«Sono io, Loki, sei a casa adesso, va tutto bene.» si riavvicina al suo viso, questa volta lentamente, e posa con delicatezza le labbra sulle sue «Sei a casa, va tutto bene.» continua a ripetergli per un po', intervallando le parole con altri baci che hanno il potere di tranquillizzarlo.

«Perché mi hai svegliato così?» domanda confuso, tornando ad avvolgersi nelle coperte che gli sono scivolate di dosso.

«Te lo spiego dopo, va bene? Ora torna a dormire.» gli sistema meglio le lenzuola e si alza, tornando verso la porta.

Vorrebbe ribattere, ma è troppo stanco anche solo per alzare la testa dal cuscino, quindi decide di lasciar stare e si riaddormenta.

 


Torna nel salone dove Clint sta seduto sulla sua poltrona con un'espressione serafica in viso.

«Scusa, io...» cerca di giustificarsi, sorprendendo l'altro per la mancanza di parole e per le scuse.

«Figurati, non importa. Bene, ti ho detto sommariamente ciò che dovevi sapere, i dettagli non devo essere io a riferirteli, ci penserà qualcun altro. Vai a dormire, ci vediamo.» lo saluta con un cenno della mano e prende l'ascensore per scendere.

Tony aspetta che le porte si chiudano dietro l'amico, poi torna nella stanza dove Loki sta dormendo, ma non appena oltrepassa la soglia apre gli occhi.

«Adesso ti spiego tutto.» promette sedendosi accanto a lui.

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Eh sì, non sono cattiva solo nell’altra long.

Lo tratto male, povero cucciolo, ma non fatemene una colpa, o almeno non troppa.

Chiedo scusa per il ritardo, ma tra varie cosa tra cui il gruppo Efp Madness (in cui siete tutte invitate) ho perso tempo.

Un grazie a tutte <3

Baci <3

  
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