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Autore: Eynis96    22/09/2013    4 recensioni
One-Shot ambientata dopo la fine del secondo libro.
Vi siete mai chiesti cosa succederebbe durante un giorno 'libero' dei nostri shadowhunters preferiti?
Beh forse qui troverete la risposta...ma ricordate che dietro abbracci e carezze si nascondono parole non dette e sentimenti repressi.
Buona Lettura a tutti ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ci stavano davvero provando.

Clary ci stava provando.

A convivere come se fossero veri fratelli, a sorridere quando avrebbe voluto piangere e ad andare via quando invece avrebbe voluto abbracciarlo.

Era difficile, ma che altra scelta avevano?

“Nessuna” pensava Clary mentre si accingeva a raggiungere in metropolitana l'Istituto, la casa di Jace, per passare una giornata assieme a lui, come facevano tutti i fratelli di questa terra.

-Ciao Jace- il viso del ragazzo che l'aspettava appoggiato alla porta di ingresso si illuminò di un sorriso.

Era la prima volta che si rivedevano dopo la battaglia sulla nave di Valentine.

Il giovane senza parlare si avvicinò e sfiorò la fronte della ragazza controllandola con lo sguardo e verificando che tutte le parti del suo corpo si fossero riassestate nel modo giusto.

Sollevato da ciò che vedeva le rispose col suo solito fare noncurante:-Ti va di andare a prenderci qualcosa da asporto dal Tailandese e andarcelo a mangiare a Central Park?- Clary, troppo persa nei suoi pensieri non aveva realizzato che fossero passate così tante ore dalla colazione, ma il suo stomaco le rinfrescò rumorosamente la memoria.

-Volentieri-

I due si incamminarono in silenzio immersi nei propri pensieri, che più o meno correvano sulla stessa lunghezza d'onda.

Ad un certo punto Jace si riscosse e incespicando insolitamente con le parole provò a spiegare quello su cui aveva meditato prima di incontrarla quel pomeriggio:-Senti Clary, dato che tra battaglie, parenti indesiderati e demoni che minacciavano di invadere il nostro pianeta non abbiamo avuto molto tempo per abituarci ad essere...f-fr- accidenti perchè quella dannata parola non gli usciva dalla bocca? -Insomma hai capito- disse cercando sostegno negli occhi scuri di lei:- Direi che è arrivato il momento di conoscerci meglio, raccontami qualcosa di te-.

Clary ci pensò un attimo mordendosi il labbro:-Ci sto, a patto che lo faccia anche tu!- esclamò puntando il dito contro il suo petto.

Jace esitò sorpreso per qualche istante pensando a come nel tempo di una frase la ragazza gli aveva pericolosamente rivoltato contro il suo tentativo di allontanare la conversazione da qualcosa di soprannaturale e allo stesso tempo di assecondare la sua invadente curiosità nei suoi confronti.

Questo lo fece sorridere poiché pensò che infondo, nonostante tutti i tentativi di dissimulazione anche Clary era curiosa di lui.

Tuttavia il suo silenzio fece temere alla ragazza che non si fidasse completamente di lei, ma scorgendo il bagliore dei pensieri di Clary il giovane annuì in silenzio.

Nel frattempo erano arrivati al ristorante take-away dove comprarono il cibo.

Jace svaligiò quasi il piccolo locale e si allontanò con le braccia piene di incarti che recavano il logo del ristorante assieme a Clary, e si diresse verso il grande cancello in ferro battuto nero che era l'ingresso del parco.

Il ragazzo si lasciò cadere pesantemente sull'erba umida togliendosi la giacca di pelle e porgendola a Clary perchè ci si sedesse sopra.

-L'hai già ricomprata?- sorrise sorpresa la ragazza ricordandosi delle condizioni in cui era ridotta quella precedente.

-Ovvio, è una parte fondamentale del mio stile alla quale non potrei mai rinunciare- affermò Jace riprendendo la sua aria boriosa che di solito svaniva quando era in compagnia della giovane.

-Ma smettila per l'Amor di Dio!- rise Clary lanciandogli l'incarto del suo pranzo.

Mentre mangiavano Jace prese l'iniziativa:- Allora comici tu o comincio io?- chiese per non sembrare arrogante, anche se gli si leggeva negli occhi che avrebbe evitato volentieri.

 

Allora Clary senza rispondere cominciò a raccontare, del suo amore per il disegno, della musica che adorava, della sua passione per i jeans e le cose vintage, dei suoi fiori preferiti, dei luoghi che aveva visitato e che avrebbe voluto visitare, della casa di Luke dove andava d'estate, dei libri incalzata talvolta dalle domande di Jace.

Era strano ripercorrere tutta la sua vita attraverso oggetti e vicende che le appartenevano e che aveva quasi dimenticato con tutto quello che era successo nei giorni precedenti.

Fu come riportare alla luce un'esistenza che non sembrava più la sua ormai, sepolta da strati di polvere e sangue.

Mentre pensava a queste cose due lacrime scesero giù dalle sue guance quasi senza che se ne accorgesse, e in poco tempo le si bloccarono le parole in gola.

Jace che la osservava attentamente se ne accorse e dandosi dello stupido si spostò immediatamente accanto a lei per abbracciarla:-Scusami, scusami ti prego, io non volevo farti stare male, volevo solo conoscere la tua vita per poter immaginare cosa si prova a vivere una vita normale, ma ti giuro che non ti chiederò più nulla, per favore Clarissa Morgestern potresti smettere di piangere?- le sussurrò tra i capelli mentre la stringeva in un abbraccio caldo.

Clary si rese conto di essere vicina a Jace, e questo bastò a tranquillizzarla anche se si accorse del tono sofferente del ragazzo:-Jace scusami tu, devo ancora imparare a diventare una vera e propria Cacciatrice, e a non lasciare che le mie emozioni trapelino in modo così evidente. Senti, ora ti andrebbe di raccontarmi qualcosa tu?-

Il ragazzo si arrese e buttò giù tutti i muri, le disse quelle cose che forse sapevano solo Alec ed Isabelle, le parlò della sua passione per la musica e per il volo, della sua casa ad Idris, tralasciando l'ingombrante presenza con cui la condivideva, e tutto sommato fu una sorpresa anche per lui, non era mai stato abituato a guardare così a fondo dentro se stesso, e a sputarlo fuori mettendolo in bella mostra.

Si sentiva quasi vulnerabile, ma quando vide il viso della sorella seppe senza ombra di dubbio che di lei poteva fidarsi .

Nel mentre che Jace parlava Clary tirò fuori il suo quaderno e lo ritrasse, una cosa che aveva desiderato fare da tanto tempo.

-E questo è tutto- concluse Jace con un sorriso mesto, gli sembrava che la sua vita paragonata a quella di Clary fosse molto più grigia e vuota, ma ora guardandola poteva sentire di avere qualcosa che prima gli mancava, forse era riuscito a colmare quella voragine di cinismo che lo aveva fatto diventare lo strafottente bastardello che era.

-Beh direi che è ora di andare- osservò Jace dando uno sguardo all'orizzonte:-Ah mi sono dimenticato di dirti che i Lightwood ti hanno invitato a cena da loro sta sera-

Clary ci mise un po a capre il senso della frase:-Cosa?- chiese sbalordita, in fondo non c'era motivo di essere in ansia, dopotutto erano solo i genitori di Alec, Isabelle...e Jace.

-Accidenti Jace potevi avvertirmi un po prima! Magari mi sarei potuta portare qualcosa per cambiarmi...- disse lei quas strillando passandosi le mani tra i capelli per togliersi i fili d'erba che vi erano rimasti incastrati.

-I vestiti te li può prestare Isabelle...- Clary lo guardò scioccata:-Per quanto tu ci sia abituato, non puoi accorgerti di come si veste Isabelle...anzi di come NON si veste!-

Jace rise di gusto non potendo fare altro che essere d'accordo con la giovane ragazza.

 

Nonostante i timori della ragazza la serata passò serenamente, Maryse era un'impeccabile padrona di casa e riprendeva continuamente i suoi figli soprattutto Max, mentre Robert era decisamente burbero, dello stesso stampo severo della moglie, ma non era una persona sgradevole dopo tutto.

A fine della cena Max, con suo grande disappunto peraltro, fu mandato a letto mentre i quattro si trattennero nell'enorme camera di Isabelle a chiacchierare fino a tardi.

Quando si accorsero dell'ora non lasciarono Clary tornare a casa da sola, ma la sorella di Alec le prestò un pigiama e i due parabatai trascinarono due materassi nella camera di Isabelle, cosa che peraltro fece scoppiare a ridere entrambe le ragazze nel vedere le innumerevoli difficoltà dei due grandiosi Cacciatori nel compiere un'azione così ridicola.

E per una volta, passarono una serata da adolescenti normali, in un modo normale...beh tranne per il fatto che parlarono di demoni e armi angeliche per tutto il tempo, ma cosa ci si può fare, si sa che le abitudini sono dure a morire.

Ad un certo punto Isabelle si addormentò sul materasso di Alec, il quale era steso orizzontalmente sul letto a baldacchino della sorella, Clary era raggomitolata in una felpa che le aveva prestato il ragazzo moro per dormire, ed era crollata sul materasso steso per terra ai piedi del letto.

Solo Jace era rimasto sveglio, e fissava Clary addormentata.

Mosso da una forza che non poteva controllare le si avvicinò, si stese sul materasso accanto a lei e le accarezzò la fronte scostandole un riccio ribelle.

Non avrebbe saputo definire come si sentiva in quel momento, ma percepì che dentro di se era arrivato ad una conclusione che fu quasi illuminante per lui:-Io ti proteggerò sempre Clary te lo prometto- le bisbigliò all'orecchio prima di addormentarsi sfiorandole una guancia.

Forse inconsciamente, la ragazza sorrise nell'oblio dei suoi sogni.

  
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