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Autore: xkeepituglyx    22/09/2013    2 recensioni
Una storia sul passato di Kei, il blader glaciale, le sue origini, la sua infanzia, e i primi amori. È stato tutto inventato da me :)
Sarà sempre stato così freddo e scontroso come lo conosciamo? Quali rapporti aveva con il nonno?
Se vi ho incuriosito date un'occhiata!
Genere: Azione, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Viktor si schiarì la voce e nella sala calò il silenzio
"Buonasera ragazzi. Stasera ci sono delle novità riguardo a voi studenti, aggiorneremo le classi con i nuovi arrivati e qualcuno andrà via. Lascio la parola al signor Hiwatari" a quelle parole Vlad quasi saltò dalla sedia, beccandosi uno sguardo assassino da Aron. Il nonno di Kei si fece avanti, con un pacco di fogli in mano, si schiarì la voce e iniziò a parlare. A differenza di Viktor, Hino parlava con voce potente e alta, il suono limpido rimbalzava sulle pareti e si sentiva forte e chiaro.
"Buonasera a tutti ragazzi. Comincio subito a elencarvi le nuove classi divise come ordinanza in ordine di età. Iniziamo con la classe più giovane, età sette anni, i bambini sono solamente quattro, sui otto che hanno partecipato ai test. I ragazzi sono- dal tavolo dei sei bambini un brusio eccitato-  Yuri, Boris, Vladimir e infine Kei, i numeri in classifica sono ordinatamente 800, 813, 832 e 790. Questi quattro ragazzi formeranno un nuovo team, si alzino pure e si avvicinino al palco"
I quattro ragazzi si alzarono dal tavolo e arrivarono sotto il palco, dove furono invitati a rivolgersi al resto degli studenti. Kei, davanti a quella marea di gente rimase spiazzato, senza sapere che cosa fare. I ragazzi più grandi li osservarono attentamente, mentre Yuri lanciava loro uno sguardo glaciale, dopo un paio di minuti poi, con la gioia di Kei, i quattro furono condotti nuovamente al tavolo, dove li aspettava Aron.
La cerimonia durò a lungo, e una volta terminata Kei e i suoi compagni erano stanchissimi, Vlad addirittura si addormentò sul tavolo. I due ragazzi che non avevano passato il test erano già andati via. Dopo quasi un'ora dall'inizio del discorso nella mensa tornò il solito brusio. Aron si alzò, raggiunse i suoi compagni di classe, con cui chiacchierò per qualche minuto, poi tornò dai quattro.
"Bene, per oggi è tutto, ora siete liberi di andare dove volete. Cosa volete fare?" Tutta la squadra era tanto distrutta che nessuno disse nulla, Aron capì da solo. 
"Ok ragazzi, vi accompagno alle vostre camere, di qua" i quattro si alzarono stancamente e seguirono la loro guida. Aron li condusse attraverso la sala della Fontana, e disse loro di memorizzare il varco che portava alle camere. Furono accompagnati a prendere le loro cose nelle stanze senza numero, e poi si trovarono davanti ad una imponente rampa di scale. Aron si piazzò davanti a loro: 
"Vi spiego come funziona: i piani sono divisi in base al vostro numero, al primo piano ci sono i numeri fino al duecento, al secondo fino al quattrocento, al terzo fino al seicento e al quarto fino all'ottocento. I novecento dormono in un altro posto. Su ogni piano poi i corridoi sono divisi per numeri, ma è facile orientarsi, infine su ogni porta c'è scritto un numero. Dovete andare alla porta con il vostro numero, i numeri sono aggiornati ogni due mesi. Tutti chiaro? Bene, ora io torno dalla mia squadra. Domani avrete la mattina libera, ma presentatevi giù per le otto e mezza per la colazione. Buonanotte a tutti!"
Detto questo tornò alla sala della Fontana dai suoi compagni, lasciando soli i quattro bambini. Kei e gli altri iniziarono a salire le scale, fino ad arrivare all'ultimo piano, dove trovarono una specie di balcone che dava su due corridoi affacciati sulla sala della Fontana. Da li si distinguevano ancora i tubi di vetro intrecciati, e la sala, vista dall'alto, sembrava ancora più imponente. Kei ammirò lo spettacolo con meraviglia. Quanto avrebbe voluto mostrarlo a Olia! Si voltò verso i compagni ed esaminò quella specie di soppalco: i soffitti erano molto bassi, ma i muri erano comunque di pietra le finestrelle che illuminavano la sala sottostante sembravano molto più vicine. Per il resto l'anticamera era vuota, e al centro della parete, sotto una lampada a parete, c'era una piastra di metallo:
                                                      "700-799 sinistra
                                                        800-899 destra"
I ragazzi lessero, dopo qualche secondo di silenzio Vlad parlò: 
"Bene, allora dobbiamo dividerci per ora, Kei, tu sei fra i 700 e noi tre fra gli 800. Ci vediamo qua domani prima di scendere?"
"Si, va bene. Allora tutti e quattro qua domani mattina"
"Buonanotte a tutti!"
"Oyasuni!"
I ragazzi si divisero, e Kei si ritrovò in un corridoio che dava su diverse porte, ma nessuna indicava la sua stanza. Giunto alla fine si trovò in un'altra piccola anticamera, con un tavolino e qualche poltrona. Da li partivano altri tre piccoli corridoi. Cavolo se è grande, questo posto, devo fare attenzione a non perdermi, pensò Kei. Un'altra piastra di metallo lo aiutò a trovare velocemente il corridoio che doveva seguire e presto fu davanti alla porta di legno massiccio della sua stanza. Spostò la porta pesante e la richiuse velocemente, quasi come se temesse che qualcuno potesse entrare da un momento all'altro. Era una stanza modesta: era molto piccola, ma conteneva tutto ciò che gli serviva: al muro c'era un letto appena rifatto, sulla parete opposta un armadio di legno scuro, e sulla parete davanti alla porta una grande finestra con una cassapanca sotto. Kei porse distrattamente il suo borsone sul letto, e si avvicinò alla finestra: non aveva tende, ma era profilata finemente con il metallo, e fuori poteva vedere le luci che illuminavano Mosca di notte. Sul letto trovò la chiave della camera e un biglietto: "Kei Hiwatari, 790" 
Mise la chiave sul comodino e aprì il borsone, estrasse il un pigiama pesante e spostò il bagaglio ai piedi del letto, ripromettendosi di riordinare il giorno seguente, e si infilò nel letto. Le lenzuola erano fredde, e il piccolo Kei rabbrividì, tirò la coperta di lana fino al naso e si girò di lato, verso il muro. Allungò una mano verso la parete di pietra, trovando la superficie liscia e fredda. Già gli mancavano Olia e la nonna la sua casa e tutto quello su cui prima poteva contare. Ora doveva imparare a cavarsela da solo, sapendo già che non avrebbe potuto aggrapparsi sempre ad Aron o a suo nonno. Decise subito di mettersi d'impegno già dal giorno seguente, di lavorare al massimo per migliorarsi e rendere la nonna orgogliosa. Ora però era stanchissimo e voleva solo dormire, e in pochi secondi scivolò in un sonno profondo.

La luce filtrava fioca nella stanza, proiettando i disegni fini e complessi creati dalle finiture della finestra sul pavimento e sulle coperte, che avvolgevano un piccolo bleyder ancora dormiente. Le ombre si allungarono, e un raggio di sole accarezzò la guancia rosea del bambino, che indispettito dalla luce socchiuse le palpebre, per poi aprire definitivamente gli occhi viola. Kei si alzò a sedere sul letto, stropicciandosi gli occhi con i pugni chiusi. La stanza sembrava molto diversa dalla sera prima: questa, illuminata dalla luce del sole mattutino, sembrava più grande, era molto più luminosa e Kei notò cose che la sera prima non aveva visto, anche a causa della stanchezza: un orologio di metallo appeso sopra il letto, un asciugamano poggiato sulla cassapanca, uno scaffale alla fine della parete dell'armadio. L'orologio segnava le otto. Perfetto. Avrebbe avuto tutto il tempo di prepararsi. Si tolse il pigiama, rabbrividendo al contatto dell'aria fredda, e indossò un paio di jeans scuri sotto una semplice maglia a  tre quarti nera. Legò i capelli più lunghi in una piccola coda sulla nuca. Quelle ciocche di capelli lunghi erano davvero fastidiose. Il resto della chioma era sparata verso l'alto. Era ancora molto presto, e decise di sistemare un po' le sue cose: aprì il borsone, estrasse tutti i suoi vestiti e li sistemò ordinatamente nei cassetti e sugli scaffali che si trovavano nell'armadio. Fatto questo, tutto molto velocemente, mancava ancora un po', e lui era parecchio assonnato. Uscì dalla stanza, chiudendola a chiave, e in fondo al corridoio trovò il bagno. Varcata la porta, si trovò in un bagno di modeste dimensioni. Era molto classico: le piastrelle del pavimento erano blu-azzurre, mentre quelle delle pareti erano decorate con fiori dello stesso stesso colore, su uno sfondo bianco. Il resto dell'arredamento riprendeva gli stessi colori. Quel bagno era usato solo dai ragazzi di quel corridoio, quindi circa una trentina, ma in quel momento era comunque pieno. Sciacquò velocemente la faccia con l'acqua gelata e uscì velocemente. Si diresse verso il ballatoio dove aveva appuntamento con i suoi amici, camminando lentamente: ogni muscolo gridava dal dolore ed era intorpidito. Dopo quella breve camminata si affacciò indolenzito sulla sala della Fontana: nonostante l'ora, la scuola era già sveglia e diversi ragazzi correvano in varie direzioni con pacchi o zaini, altri invece chiacchieravano ancora assonnati sui divanetti. Kei si stiracchiò un po' nel tentativo di calmare i muscoli dolenti, con scarsi risultati. Dopo pochi minuti arrivarono anche i suoi compagni, nelle sue stesse condizioni. Nonostante ciò, tutti e quattro sembravano decisamente più riposati della sera prima.
Kei aveva l'abitudine di essere più taciturno del solito la mattina, cominciava ad articolare parole e pensieri solo dopo aver mangiato qualcosa. Sembrava una caratteristica comune a tutto il team, tranne Vlad, che ogni tanto cercava di rompere il silenzio facendo qualche affermazione. Si avviarono verso le scale senza dire una parola, e una volta scesi trovarono Aron che usciva dal corridoio del primo piano di camere; appena il ragazzo li vide li raggiunse con un sorriso raggiante.
"Buongiorno ragazzi!"
"Buongiorno..."
"Ohayo..."
"È quasi ora di colazione, ma prima venite, voglio farvi conoscere il mio team"
I cinque si spostarono verso i divanetti più vicini alla fontana, che al momento risplendeva di un rosa intenso. I quattro bambini si trovarono davanti a tre ragazzi che sembravano appena usciti dalla palestra, da quanto sembravano forti. Uno era molto alto, con i capelli scuri rasati, indossava una maglia a tre quarti attillata che faceva risaltare le braccia nerborute ed un tatuaggio molto grande sul braccio. Uno era piuttosto basso, era snello e aveva i muscoli torniti, sembrava molto agile, e i capelli viola scuro erano raccolti in una crocchia bassa, e un tatuaggio gli decorava il collo e una tempia. L'ultimo aveva le spalle ampie, il petto forte e le gambe muscolose e tornite. Aveva i capelli corti, con tanti ricci biondi che incorniciavano il viso. Nonostante avessero un aspetto minaccioso, quando arrivarono i quattro bambini questi sfoggiarono un sorriso caldo e incoraggiante. I ragazzi si presentarono e cominciarono a chiacchierare con i quattro bambini a proposito degli allenamenti che avrebbero seguito e informazioni varie sul monastero.
"Oggi pomeriggio inizierete il vostro primo allenamento, mentre stamattina siete liberi-spiegò Dan, il ragazzo alto e muscoloso- vi consiglio di sistemare la vostra stanza e iniziare a conoscere il monastero, per lo meno le parti che visiterete di più, come palestra e mensa. Magari riusciamo a farvi fare un giro noi, visto che non abbiamo lezione teorica stamattina"
"Si, ottima idea, dopo la colazione vi faremo fare un giro per il monastero, e poi vi lasceremo un po' di tempo per ambientarvi" aggiunse il più basso, che si chiamava Igor.
A quel punto intervenì Aron, che tirò una pacca amichevole sulla spalla di Vlad:
"Allora è deciso. Ora iniziamo ad andare in mensa, se tardiamo ancora rischiamo di trovare il latte freddo"

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Angolo autrice
Hola a todos! Mi dispiace davvero molto se in questo periodo sto lavorando molto lentamente rispetto a quando ho iniziato, sto lavorando a diverse storie e quest'anno scolastico non si prospetta tra i migliori T.T
In ogni caso... Devo ringraziarvi tutti! Devo ringraziare particolarmente chi ha recensito, chi mi segue e chi semplicemente legge la mia storia. Grazie, veramente grazie mille :)
Rebel Yell: sei stata la prima persona in assoluto che mi ha contattata per questa fanfic. Grazie mille! Se non fosse stato per te, ora sarei ancora nemica dell'html, e molte persone fuggirebbero davanti a quel blocco di lettere che erano prima i miei capitoli. Il tuo aiuto è stato fondamentale per iniziare, e continuare bene :)
Grazie!
Mel_mel98: grazie a te ho capito che c'è veramente qualcuno a cui piace la mia storia e il mio stile nello scrivere :) grazie a te sto prendendo coraggio e mi lancio più spesso nel prendere delle decisioni
Grazie!
Yugjinia: sei la prima (e unica) che segue ufficialmente questa fanfic. Non ci siamo mai sentite, ma spero che questa storia ti stia piacendo :)
Grazie!
Bene, ho finalmente finito, spero di non avervi annoiato, e ci sentiamo al prossimo capitolo. Ciao a tutti!
Gaia-chan


  
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