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Autore: _is_not_a_dream_    22/09/2013    3 recensioni
In quel momento si sentì toccare il braccio, e si voltò. A fissarla c'era un corpo uniforme, bianco, quasi trasparente. Non aveva i bulbi oculari, al loro posto c'erano degli infiniti abissi neri. I suoi piedi non toccavano terra. Non ce li aveva neanche, i piedi, era solo una massa indistinta di sostanza bianca.
Non aveva naso, non aveva bocca. Ma se ce l'avesse avuta, sarebbe stata sicuramente contorta in un ghigno di cattiveria.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Isabella era in macchina, stava andando verso la scuola media di Pavia. Era molto emozionata: per forza, fino a quel momento aveva lavorato solo come cameriera o cassiera in supermercati di Padova in via di fallimento, quindi quando le arrivò la mail che la informava della sua assunzione come Prof., non ci pensò due volte a mollare lavoro e casa per trasferirsi in Lombardia.
  Scese dall'auto e osservò il suo futuro posto di lavoro: la facciata non era vecchissima, le avrebbe dato vent’ anni, o giù di li. La scuola aveva due piani più uno interrato, fidandosi del sito dell' "Istituto comprensivo C.Goldoni di Pavia’’, che aveva visitato una ventina di volte nei giorni precedenti.
  Si sistemò il completo giacca-gonna grigio topo e controllò nel riflesso del finestrino che i suoi capelli di un marrone scuro non uscissero dallo stretto chignon che si era fatta quella mattina. Avrebbe preferito tenere i capelli sciolti, come suo solito, ma voleva ottenere un aspetto il più professionale possibile per essere subito rispettata sia dagli alunni sia dagli altri insegnanti della scuola.
  Si avvicinò all’entrata, e, con un po’ di esitazione, spinse la porta semichiusa. Vide una signora di mezza età seduta dietro ad un bancone, e la salutò, chiedendole poi la strada per la segreteria.
-Di là- rispose, indicando con un cenno del capo un corridoio dalla parte opposta ad una rampa di scale che saliva e scendeva.
-Grazie-, disse, e restò un secondo in più per ascoltare la risposta che mai arrivò.
  Sul corridoio davano solo due porte. Una era quella del bagno, per cui Isabella la escluse, anche se avrebbe preferito un milione di volte rintanarsi nei servizi per il resto della sua vita piuttosto di rivedere la dirigente. Quella donna la intimidiva.
Certo, non che ci volesse molto, dato che lei era timida di natura.
 
  -Avanti!
Okay, Isabella, concentrati. Fai un respiro, dì il tuo nome e cognome, dalle la mano.
  Spinse la porta piano, ed entrò.
  Amuleti, ovunque.
Occupavano lo spazio dei quadri sulle pareti, quello dei fermacarte sulla scrivania e quello delle targhe sulle mensole. Erano di tutti i colori, e stonavano con la natura pulita e ordinata delle segreterie. Isabella si guardò intorno forse per un attimo di troppo, perché la donna bionda (tinta, a giudicare dalle ricrescite scure alla radice dei capelli) sulla cinquantina che prima era dietro alla scrivania bianca si era alzata e si stava avvicinando con uno sguardo strano.
-Signorina?
La ‘’Signorina’’ si riscosse e la guardò negli scuri occhi.
-Salve- disse, e le strinse la mano.
-Ciao, Isabella. Siamo pronte?
Come poteva mentire?
-Certo che sì!
-Molto bene. Per favore, siediti.
  La dirigente si accomodò su una sedia bianca come la scrivania e la ragazza fece lo stesso. Si chiese come la donna facesse a non vergognarsi, vestita in quel modo. Non è certo tipico di una cinquantenne andarsene in giro con magliette scollate, chili di trucco e minigonne che a stento coprono le mutande.
  -Avrai una sola classe.- abbassò gli occhi su qualche foglio sul tavolo –la seconda B.
  Isabella sorrise.
-Va bene- disse.
Fece per alzarsi ma la donna continuò.
-Non è per spaventarti, ma è una delle più difficili dell’Istituto.
-Va bene- ripeté neutra. Si era spaventata lo stesso.
  Paola Frighetto, così si chiamava, abbandonò la sedia e si lisciò la gonna.
-Andiamo- aprì la porta –te la presento.
  
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