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La porta si apre con un leggero cigolio, e troppo preso dal computer non ci faccio caso. Louis guarda critico la mia fronte aggrottata sciabattando sul parquet, ancora assonnato.
-Ti ho svegliato? Mi dispiace - dico, senza staccare gli occhi dallo schermo.
-No, non è per te - mormora, con la voce impastata - è questa maledetta pioggia che tamburella contro il tetto. 
Ha ragione: non ha smesso di piovere per tutto il pomeriggio, ma d'altronde Londra è così. Si appoggia al davanzale della finestra, i cui vetri sono graffiati da rivoli di goccioline veloci.
-Che guardi? - chiede alla fine, anche se sa già la risposta. Senza aspettare che io parli, viene ad appoggiarsi allo schienale della mia poltrona e a guardare il pc.
-Ancora?
Il rimprovero nella sua voce mi fa alzare lo sguardo e incrociare gli occhi azzurri e stanchi.
Sbuffa piano, poi torna a guardare, appoggiandosi a me. Foto su foto. Foto in cui ci abbracciamo, ci guardiamo, ci sfioriamo, volontariamente o non. 
-Qui nemmeno stavo guardando te - dice ridendo, indicando una delle immagini sullo schermo. 
-Non c'è niente da ridere, Lou. Queste cose ci danno solo guai.
-Vogliono solo farci sapere che lo sanno, Harry - cerca di farmi ragionare, come sempre, intrecciando le dita ai miei ricci - ci stanno mandando
un messaggio. Ci accettano lo stesso.
Mi mordo le labbra, e mi lascio andare anch'io ad un sorriso. Quello che mi fa arrabbiare è che, per smentire le voci, adesso sarò costretto a sopportare altre foto di Lou con la sua dolce e tenera ragazza.
Scoppia a ridere di nuovo.
-Qui non stavo guardando te!
-Però il rallenty fa un altro effetto, eh - lo prendo in giro, e lui ridacchia. Lo tiro giù dal bracciolo su cui è seduto e me lo trascino sulle ginocchia.
Con un sorriso placido mi cinge il collo con le braccia, e fa sfiorare i nostri nasi.
-Certo che almeno un po' di entusiasmo lo potresti fingere, quando esci con Eleanor. Sta diventando tutto troppo palese.
-Io? - esclama, indicandosi il petto, - dovresti ringraziare che almeno io so dire le cazzate. 'Guardatemi, sono Harry Styles, e se in un'intervista 
mi chiedono se sono gay invece di negare guardo le mosche'.
Gli do una pacca scherzosa sul braccio. Ridacchia ancora, e io sorrido nel vederlo finalmente di buon umore, con quell'espressione che esiste solo per me, 
solo tra quelle quattro mura, perchè ormai non possiamo neanche più guardarci negli occhi. Mi prende il viso tra le mani e mi da un bacio tenero, che piano piano diventa qualcos'altro. Con un gesto veloce chiude il portatile, e mi mordicchia le labbra.
-Ho freddo. Torniamo a letto.
-Tu vai, amore, io continuo un po' qui - lo prendo in giro, facendo per riaprire il computer.
-Maledetto stronzo - scoppia a ridere, tirandomi per il colletto del pigiama. Mi alzo, portandolo in braccio, e mi bacia fino alla camera da letto. Ce lo butto
sopra, poi lo seguo, gattonando su di lui.
Torna ad esplorare la mia bocca con la lingua, prima di spogliarmi con urgenza e fare l'amore. E in questi rari momenti, stretti al buio, riusciamo a non 
sentirci sbagliati. 










Ciao a tutti :) lo so, è cortissimo, ma è più che altro un esperimento. Sono sempre stata più che convinta di non essere brava con le OS, ma volevo provare. Quindi sarebbe carino se qualcuno recensisse, per dire 'ha una decenza' oppure 'tornatene alle tue long, che è meglio' ahahah. Niente, volevo un pezzo fluffoso della vita di Lou e Harry quando le telecamere sono spente, e ho fatto correre le dita sui tasti, niente di più. Se vi piace, magari scriverò anche qualcos'altro, non so..
Come al solito, vi lascio il mio account twitter, sono @_weareallmad :) chiedete il followback.

Comunque, per chi volesse leggere una long (anch'io sono una lettrice e le preferisco di molto), questa è Breathe. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2090332

Un bacio a tutti!
-Federica.