5)Hello cold
world.
La
vita in ospedale è
lenta e tranquilla.
Me ne accorgo in queste
poche ore, un’infermiera è passata un paio di
volte per rassicurarmi e
lasciarmi delle pillole da prendere. Mi ha detto che mi salveranno la
mano e
che tornerà normale e soprattutto di ringraziare Dio di
essere ancora qui
circondata da gente che mi ama.
Non sono mai stata
particolarmente religiosa – porto un croce al collo solo
perché è stato il
primo regalo di James – ma questa volta credo che
farò una visitina alla
cappella dell’ospedale.
Non certo oggi o domani,
ma lo farò.
Alle sei viene servita la
cena – petto di pollo, insalata e una mela cotta –
e alle sette una testa
bicolore conosciuta fa capolino dalla porta.
“Jack!”
“Ciao Wen!”
Ha in mano un enorme vaso
di rose rosse; sì, proprio un
vaso, non
un mazzo.
“Grazie, che bello!”
Io le annuso e poi
appoggio il vaso al mio comodino sorridendo, poi guardo lui: mi sembra
meno
strapazzato.
“Hai dormito.”
“Beh, dopo che Alex ha
mischiato della valeriana alla mia coca cola non potevo non
farlo.”
Io sorrido.
“Come mai quel sorrisino?”
“Niente, ho solo detto ad
Alex di controllare che tu dormissi.”
“Associazione a
delinquere.”
Borbotta sottovoce.
“Ti vogliamo bene.”
Lui sorride a occhi
chiusi.
“Jack, ma io ad Alex sto
antipatica?”
Lui ride e poi scuote la
testa.
“No, è solo protettivo nei
miei confronti, come io lo sono nei suoi. Quando eravamo ragazzini suo
fratello
si è suicidato e io gli sono stato accanto e lui adesso si
sta sdebitando a suo
modo.
Non gli stai antipatica,
comunque. Dice solo che secondo lui ci vorrà tempo prima che
tu ti affezioni a
me sul serio.”
Io arrossisco, non so come
ci ha preso in pieno.
“Ci ha azzeccato, vero??
Lui prende la mia mano
sana fra le sue – grandi, calde e un po’ callose
– e me la accarezza.
“Non importa, prima o poi
ti affezionerai a me e poi un po’ mi ami già, no?
Hai accettato di diventare
la mia ragazza.”
Con i sentimenti sono
sempre stata una frana, però questa volta non posso non
tacere, il mio cuore
urla di dirglielo. Con molta fatica sposto la mano malata sopra le sue
e lo
guardo negli occhi.
“Sì, ti amo.”
Lui sorride e mi bacia
piano, con lentezza, le nostre mani sono ancora intrecciate nel mio
grembo.
“È la prima volta che me
lo dici.”
“Te l’ho detto anche
troppo presto, stando ai miei tempi, ma non ce la facevo più
a tacere.”
Lui annuisce.
“Cosa dicono i medici?”
“Che il mio buchetto alla
pancia sta bene e che presto sistemeranno la mano, la buona notizia
è che non
me la amputeranno, la cattiva è che non sanno quanto
potrò recuperare l’uso.
Proprio adesso che stavo iniziando
ad avere una clientela fissa probabilmente non potrò
più tatuare.”
Lui mi guarda per un
momento, poi apre bocca.
“Quando Travis Barker si
svegliò dal coma dopo il disastro aereo gli dissero che non
erano sicuri che il
suo braccio sarebbe tornato a posto, invece è successo.
Suona nei blink come
prima, meglio di prima, tu farai lo stesso.”
Io lo guardo un po’
scettica.
“Sei sopravvissuta alle
roulotte, a Baltimora, alla morte del tuo ragazzo e sei ancora qui,
puoi
farcela, Wen. Io, tuo fratello, Holly e Alex siamo qui per te, pronti
ad
aiutarti.”
Io lo guardo con gli occhi
leggermente lucidi, nessuno in vita mia – eccetto Holly
– mi aveva mai
incoraggiata e con lui mi sento protetta. Per quanto assurdo possa
sembrare
adesso sono davvero convinta che se io avessi un problema e io fosse
dall’altra
parte del mondo verrebbe subito da me per aiutarmi a risolverlo.
Incredibile come cercassi
di buttarlo fuori dalla mia vita fino a qualche tempo fa!
“Buonasera, ragazzi!”
Tutti e due osserviamo la
figura alta e magra che si appoggia allo stipite della porta.
“Alex!”
“L’avvelenatore folle!”
“Ma dai, era solo
valeriana! Non erano certo sonniferi, anche se ho pensato che se la
valeriana
non fosse bastata ti avrei dato un sonnifero.”
Jack lo guarda a occhi
spalancati.
“Scherzavo, Barakat!
Scherzavo!”
“Ti conviene, perché un
altro chitarrista con questo spirito di sopportazione non lo trovi
più!”
Alex ride, poi sorride
notando le nostre mani intrecciate.
“Che belli che siete. Come
vanno le tue
ferite?”
“Il buco allo stomaco è in
via di guarigione, per la mano aspetteranno i prossimi giorni, almeno
un paio
per monitorare la situazione delle mie viscere.”
“Capisco. Holly sta con
qualcuno?”
Io annuisco.
“Un tecnico del suono di
nome Jeremy.”
“Capisco.”
Rimane un altro po’, poi
se ne va un po’abbacchiato.
“Perché mi ha chiesto di
Holly?”
“Sentiti il nostro album
“So wrong it’s right” e
capirai.”
“Uhm, ok.”
Io probabilmente devo
avere una faccia assai poco convinta perché toglie da una
tasca un i-pod e
cerca qualcosa e poi me lo porge. Dalle cuffie esce una melodia molto
calma,
come lontana e poi un “When
you gonna give it
up? You’re giving me such a rush Come
on Holly, would you turn me on?” che mi fa sussultare.
Guardo
il
titolo – Holly would you turn me on – e poi guardo
Jack.
“Non può
essere per mia cugina. Se avesse avuto una storia con Alex me
l’avrebbe detto!”
“Posso
sdraiarmi accanto a te?”
Io
annuisco e lo guardo togliersi le scarpe per poi sdraiarsi accanto a me
e
attirarmi sul suo petto per quanto sia possibile.
“Giurami
che non ti arrabbi.”
Io
aggrotto la fronte.
“Credo di
aver già capito. Avevano una storia.”
“Alex era
cotto di lei, ma erano solo amici di letto perché lei non si
fidava di lui.”
“Mi
dispiace, non deve essere stato facile per lui. Non mi sembra un tipo a
cui
piacciano queste cose.”
“Era
cotto di Holly e secondo me lo è ancora, non mi aspettavo
che oggi chiedesse
notizie di tua cugina, pensavo che quella fase gli fosse
passata.”
Sta per
aggiungere qualcosa, ma un rumore di zoccoli ci fa capire che
è in arrivo
un’infermiera e che è meglio che lui se ne vada.
Scende
dal mio letto e si rimette le scarpe, poco dopo entra in effetti
un’infermiera
che lo invita cortesemente ad andarsene, visto che devo riposare.
Lui mi dà
un bacio casto che io approfondisco e poi se ne va lasciandomi
sorridente.
La
mattina dopo mi visita un dottore, constata che la mia ferita
all’addome sembra
andare meglio.
Mi fa
fare un’ecografia e anche da quello non risulta nessun
problema: a quanto pare
le mie viscere hanno deciso di stare bene e di non dare problemi.
Rincuorati
da quello visitano la mia mano e constatano che è piena di
schegge e che è da
operare al più presto, probabilmente tra un paio di giorni.
“Potrò
recuperare l’uso della mia mano?”
Gli chiedo
speranzosa.
“Probabilmente
dopo una lunga fisioterapia, sì signorina.”
Io
sospiro di sollievo, forse ce la posso fare e potrò tornare
alla vita di tutti
i giorni.
Dopo
pranzo arrivano Alex e Holly a farmi visita, alla luce di quello che mi
ha
detto ieri sera Jack mi chiedo se sia un caso o no.
“Ciao Wen!”
“Ciao Holly, Alex!”
“Come
stai?”
“Bene,
tra un paio di giorni probabilmente mi operano alla mano.”
Mia
cugina sorride.
“Perfetto!”
“Voi cosa
mi raccontate?”
“Oggi
Alex mi ha aiutato a traslocare la nostra roba nella casa di
Jack.”
“Bene. A
proposito, dov’è?”
“Sta
registrando in studio, io ho appena finito.”
“Nuovo
materiale?”
Chiedo
curiosa, lui annuisce.
“Sì,
abbiamo qualche idea e ci conviene registrarla finché ci
sono.”
“È
un’ottima politica.”
Lui sorride,
la comunicazione tra di noi è un po’incerta, forse
conoscendolo meglio andrà a
posto.
“Ragazzi,
vado a prendere qualcosa alle macchinette.”
“Uhm, va
bene.”
Holly mi
lascia da sola in compagnia di Alex.
“Dopo
quello che hai passato ci credo, ma rimane scritta per te. Jack si era
preso
una cotta mostruosa per te, se solo avesse saputo che eri la cugina di
Holly te
lo saresti trovato sotto casa con un mazzo di fiori più
grande di lui.”
Io rido
all’immagine di lui con un gigantesco mazzo di fiori mano,
terribilmente fuori
posto nello squallore in cui vivevo.
“Lui ti
piace, vero?”
Io
arrossisco.
“Sì, mi
piace. Anche se sono sempre stata una frana nelle questioni di cuore.
“Cosa
c’entra? Una persona o ti piace o non ti piace.”
“E se ti
piacesse e avessi paura?
E se non
ci fossi abituata e non sai cosa fare?”
Lui
scuote la testa.
“Dovresti
dare retta al tuo istinto.”
“Il mio
istinto è il responsabile del buco che ho in pancia e della
mia mano sfasciata,
quindi non credo sia affidabile.”
Lui
scuote la testa, sta per ribattere qualcosa quando arriva Holly con la
cioccolata per tutti.
“Beh, non
avrete litigato?”
“No,
figurati. Grazie per la cioccolata.”
Dico
sbrigativa.
Sì, Jack
mi piace, ma ho anche paura che se ne vada e poi mi fa strano essere al
centro di
così tante attenzioni, non ci sono abituata.
“Perché
avete litigato?”
Holly non
molla, può Alex esimersi dal rispondere?
No.
“Perché
la tua amica è restia a lasciarsi andare ai suoi
sentimenti.”
Holly non
dice nulla, forse anche lei è restia a lasciarsi andare ai
suoi sentimenti,
Jeremy ha dovuto farle una corte secolare prima di diventare il suo
ragazzo.
“Anche io
sono così, bisogna fidarsi delle persone prima di mostrare i
propri sentimenti
e la fiducia è difficile da ottenere.”
Lui alza
le mani.
“Ok,
pessimiste, mi arrendo.”
Holly lo
guarda a lungo senza profferire parola, come se volesse dirgli qualcosa
e lui
non capisse.
Chiacchieriamo
un altro po’, poi se ne vanno, lasciandomi in balia delle
infermiere e della
noia pomeridiana.
Alla sera
arriva Jack, ha un’aria stanca e perciò lo faccio
sdraiare con me alla faccia
di quello che potrebbe dire il personale ospedaliero.
“Registrazioni
difficili?”
“Sì,
abbastanza. Oggi non ne ho azzeccata una.”
“Io
invece credo che tra Holly e Alex ci sia ancora qualcosa.”
Lui mi
guarda curioso e io elenco i miei motivi per pensarlo.
“Primo:
il tuo amico ha chiesto di Holly.
Secondo:
oggi Holly ha detto che non bisogna mostrare i propri sentimenti, se non a persone che di
cui ci si fida e poi
ha guardato Alex a lungo.
Terzo: mi
sei mancato.”
“Il terzo
motivo non c’entra nulla, ma mi fa piacere sentirtelo
dire.”
Mi dice
guardandomi negli occhi fino a farmi arrossire.
“Con te
salta il mio principio di non affezionarmi alle persone e non so se sia
un bene
o un male.”
Lui non
dice nulla.
“Vorrei
poter cancellare il tuo passato per far sì che credessi un
po’ di più nel
presente, ma mi rendo conto che non posso. Sono felice di ogni piccolo
passo
che fai verso di me.”
Io
sorrido senza dire nulla, mi ha detto una cosa molto bella e non posso
che
esserne felice.
“Non vedo
l’ora di andarmene da questo posto.”
Sto per
aggiungere altro, ma l’arrivo di un’infermiera me
lo impedisce, guarda Jack
come se fosse un alieno e me come se fossi una pazza incosciente.
“Cosa ci
fa lei, lì?
Scenda!”
“È il mio
ragazzo, infermiera!”
“Beh, se
lo potrà coccolare quando sarà dimessa, ora lui
deve scendere.”
Jack
scende a malincuore e si siede su una sedia.
“Quando
verrai a casa mi devi una seduta di coccole, ricordatelo.”
“Ok, il
primo giorno che sarò fuori di qui ci mettiamo su un divano
e ti coccolo come
ti meriti, hai un’aria stanca.”
Lui
annuisce sorridente.
“È
difficile scrivere nuovo materiale quando hai alle spalle un disco come
“Nothing personal”, la gente si aspetta un certo
sound e non sempre accetta
volentieri i cambiamenti.”
Io
annuisco.
“Sono
sicura che farete un buon lavoro.”
“Grazie
per la fiducia.”
L’infermiera
di poco prima fa capolino e Jack è costretto ad andarsene.
I
due
giorni seguenti passano senza scossoni.
L’operazione
alla mano sarà domani e io ho una paura folle che qualcosa
vada storto o che la
situazione sia brutta e che quindi rimarrò con una mano
semiparalizzata.
Holly e
mio fratello mi hanno rassicurato in ogni modo, ma io continuo ad avere
paura e
guardo ansiosamente la porta. Jack – visto lo stato in cui
sono – è andato
dalle infermiere per supplicarle di poter rimanere a dormire con me.
Chissà se
glielo concederanno o mi toccherà trascorrere una lunga e
solitaria notte
insonne?
Finalmente
rientra e dal suo sorriso capisco che gli hanno concesso di rimanere,
poco dopo
un’infermiera rifà il letto accanto al mio e lo
avvicina per quanto sia
possibile.
“Buonanotte,
signorina e cerchi di dormire.”
Io annuisco,
troppo spaventata per dire qualcosa.
“Wendy,
che succede?”
“Ho
paura. E se la mia mano non potesse tornare come prima?
Come
diavolo faccio a vivere?”
Lui
allunga una mano verso la mia mano sana e la stringe..
“Tornerà normale,
stai tranquilla e cerca di dormire. Domani sarà una giornata
faticosa.”
Io
sospiro e lo guardo, ha una sua mano tra le mie, mi sorride
rassicurante eppure
una parte di me ancora non crede che tutto questo possa essere vero,
che presto
mi ritroverò da nuovo da sola.
“Ti amo,
Wen. Andrà tutto bene.
Io
sospiro e lo guardo negli occhi, cercano di trasmettermi
positività, ma la mia
paura è forte e radicata, finora non mi è andato
bene quasi nulla, perché ora
le cose dovrebbero cambiare?
Una
solerte infermiera mi sveglia alle sei del mattino dicendomi che
è arrivato il
momento, mi mettono su una barella sotto lo sguardo di Jack che alza il
pollice
all’insù per dirmi che tutto andrà a
posto.
Mi
portano in una stanza asettica e mi cambiano qualcosa nella flebo,
lentamente
la mia testa si fa leggera e perdo conoscenza e contatto con la
realtà.
È
cominciata, speriamo che finisca davvero bene.
Mi
risveglio ore dopo,
intontita e con un gran mal di testa.
Grugnisco qualcosa e
l’infermiera accorre, mi dice che è normale e che
mi porterà qualcosa per la
testa e che poco dopo arriverà il medico per dirmi
com’è andata l’operazione.
La mia ansia inizia a
salire immediatamente, e se non fosse andata bene?
Poco dopo l’infermiera
ritorna con due pillole e un bicchiere d’acqua, io le prendo
e aspetto che
facciano effetto, non ce la faccio più con questo dolore
alla testa!
Lentamente mi passa e
arrivato a un livello accettabile il medici entra nella mia stanzetta,
adesso
saprò come è andata.
“Buonasera, signorina
O’Connor.”
“Buonasera, dottore.”
“Come si sente?”
“Ho ancora un leggero mal
di testa, per il resto mi sento un po’ intorpidita.”
“Sono gli effetti
dell’anestesia, passeranno, non si preoccupi. Immagino
vorrà sapere l’esito
dell’operazione.”
Io annuisco,
momentaneamente senza voce.
“Tutte le schegge sono
state estratte e sembrano non aver danneggiato eccessivamente la
struttura
della mano. Con una lunga riabilitazione riacquisterà
l’uso completo della
mano, mi hanno detto che lei tatua per lavoro.”
Io annuisco di nuovo.
“Potrà tornare a farlo, un
volta che la riabilitazione sarà conclusa.”
“Grazie, dottore.”
“Prego. Rimarrà qui in
osservazione un altro paio di giorni, l’abbiamo
già messa in lista d’attesa per
la sua riabilitazione. Le faremo sapere quando venire e cosa fare
quando
l’avremo dimessa.
Adesso, mi scusi, ma vado
a parlare con suo fratello e i suoi amici. Sono qui fuori e mi sembrano
piuttosto ansiosi di sapere come è andata
l’operazione.
È stata fortunata, nella
sua sfortuna, signorina O’Connor.”
Io non dico nulla e guardo
la sua schiena e lo svolazzante camice bianco uscire dalla mia stanza.
Riacquisterò l’uso della
mano.
Riacquisterò davvero l’uso
della mano, forse non sono finita come credevo!
Per la prima volta dopo
giorni sorrido, di là sento il dottore riferire quello che
ha detto a me agli
altri e quando ha finito entrano in massa.
Jack prende subito la mia
mano sana, gli altri sorridono.
“Ce la farai, sorellina!”
Andrew.
“Visto, potrai tatuare
ancora! Basta, assumere un sostituto per ora.”
Holly.
“Sono contento che la tua
mano tornerà come prima, magari mi tatuerai qualcosa
più avanti.”
Alex.
“Visto, piccola? La tua
manina tornerà come prima.”
Jack.
Io sorrido a tutti e
annuisco, cosa potrei chiedere di più?
Sono scampata alla morte e
a quanto pare anche al perdere l’uso della mano.
Ho al mio fianco mio
fratello, mia cugina, Alex e Jack e per la prima volta mi sento amata,
sento
che finalmente qualcuno che si interessa a me c’è
e non c’è sensazione
migliore.
Come ha detto il dottore
poco fa, sono fortunata nella mia sfortuna.
Solo grazie a questa
disgrazia so di poter contare su tutti loro.
Angolo di Layla.
Ringrazio Molly182 e LostinStereo3
per le recensioni.