Theory
of love at first sight.
*
I
~ Punto d’impatto: la rampa da
skate.
Molto poco piacere di conoscerla.
Aveva già fatto due ore
sullo skateboard,
quando una caduta lo convinse a fermarsi.
Inspirando fra i denti, alzò la testa al cielo serrando gli
occhi e ringhiando
gutturale mentre si
teneva il gomito.
Tutta la pelle da lì al polso sembrava costellata da uno
sciame di minuscole,
affilatissime schegge, aghi incastrati sulla superficie della pelle
sfregiata.
“Cazzo. Fantastico.” Sussurrò fra i
denti, alzando le sopracciglia mentre
ammirava quel capolavoro di rosso, arancione e violaceo.
Ripensò un attimo a quando aveva dato il bacio della
buonanotte alla sorellina
di Hijikata.
Si concentrò sulle sue guance morbide per dimenticare quegli
spilli puntati nel
braccio e il sangue, ferroso, che scivolava via, denso.
Ogni volta che cadeva si sentiva inutile.
Si alzò facendo pressione sul ginocchio sano, per poi
infilare una mano in
tasca, facendo tintinnare allegro il ciondolo che Yuuka gli aveva
regalato. Lo
evitò con un sospiro, agguantando le sigarette e
l’accendino fra indice, medio
e anulare.
Mentre un’estremità della sigaretta friggeva,
Shuuya si dirigeva a passi svelti
verso la pasticceria.
Dopo tutte quelle cadute amare, ci voleva davvero qualcosa di dolce.
Tornò
però troppo presto a fissare
storto lo skate, di nuovo, che dondolava per la pista,
sbuffò, e a passi di
piombo decise di tentarne un’ultima, pestandolo al centro,
pestandosi
l’orgoglio.
Si prese qualche secondo per inspirare profondamente, facendosi
sibilare quell’aria
grigia e umida d’alba sul porto fra i denti, sperando di
cogliere una sfumatura
di profumo della panetteria in mezzo all’odore di mare.
Fece qualche salto su se stesso per rilassarsi, roteando il collo e
ghignando
nel sentirlo scrocchiare padrone di quel silenzio mattutino.
Appoggiò le Nike larghe ad un estremo dello skate.
O la va o mi spacco.
In cima alla rampa,
avrebbe dovuto
sentire anche dei passi così veloci, ma la punta delle
scarpe era già
abbastanza bassa perché partisse, velocissimo, a scivolare
verso il basso,
verso... qualcuno.
Preso in pieno, spalla contro spalla, Shuuya tentò almeno in
un nanosecondo di
lucidità in quel lampo di momento di far fare un atterraggio
morbido a quella
voce sconosciuta, prima che finissero entrambi rovinosamente sul grigio
topo
dell’asfalto.
Aprì gli occhi su una visuale sfuocata, tremante, ringhiando
per il braccio che
aveva strisciato di nuovo.
Ma il dolore se lo dimenticò velocemente come era finito
addosso all’altro,
quando se lo ritrovò furente davanti agli occhi.
E non ci fu dubbio, il suo cuore fece una
capriola.
“Ma guarda
dove vai, razza di idiota. Mi
hai distrutto il ghiacciolo.”
Rimase un attimo estasiato da una voce magnetica. Ma due occhi
grigiazzurri ridotti
ad aghi lo scrutavano, pungendolo, come per compensare.
“Ah! Quindi è solo colpa mia!”
sbottò di rimando, una volta ripreso dal piccolo
shock.
L’altro prese a lisciarsi il ciuffo che spuntava da
quell’assurdo ammasso di
capelli bianchi raggomitolati in strane direzioni, accoltellandolo con
una voce
stranamente magnetica. “Mi hai distrutto il
ghiacciolo!”
Di punto in bianco quella splendida voce solleticava pericolosamente la
calma
poco stabile di Shuuya – che si sarebbe potuta paragonare a
un debolissimo filo
di cotone.
Shuuya alzò il braccio. “E’
più importante un mio braccio o il tuo fottuto
ghiacciolo?!”
“Il mio fottuto ghiacciolo, manco ti conosco! Mi vieni
addosso come un bolide
rischiando di distruggermi e vuoi che me ne freghi del tuo
braccio?”
Al Gouenji quasi si acutizzò la voce, mentre cercava con lo
sguardo la
sigaretta. “Ma guarda che spaccone! Scusami
tanto, allora.”
“Senti chi parla, sottospecie di
gangsta.
E già che c’eri potevi rendere quelle scuse meno
credibili. Mi, hai distrutto,
il ghiacciolo.”
Dopo aver trovato il volteggiare e le acrobazie del fumo, per terra, si
avvicinò pericolosamente all’altro, che piegava le
labbra e stringeva gli
occhi, sostenendo lo sguardo col mento alto e in avanti. Shuuya
sfoggiò un bel
tono sarcastico. “Beh, ti ho chiesto scusa, non ce li hai i
soldi per
prendertene un altro e le gambe per alzare il culo da qui?”
Il viso
dell’altro si fece
improvvisamente più cupo, come se le parole del biondo gli
avessero annodato
una corda in gola.
Il biondo si sentì improvvisamente come un suo amico di
vecchia data che aveva
stanato un segreto amaro. Quella sensazione non l’avrebbe
dimenticata
facilmente, Shuuya. Si accorse in quel lasso di tempo in cui la
lancetta dei
secondi sembrava di pietra, che si chiedeva spesso cosa lo spingesse a
ricordare alcune cose e altre no. Ma su quella non c’era
dubbio.
L’albino improvvisamente respirò forte, facendo
ripartire il tempo, tremò.
Risponse: “No. Non sono fortunato come te,
spilungone.”
A Shuuya si congelò il respiro. Balbettò
qualcosa, poi offrì una mano
all’albino, che per tutta risposta gliela scacciò
via e si rialzò da solo,
barcollando un pochino.
“Guarda che non sono fortunato. Che ne sai di me.”
Gli arrivò uno sguardo carico d’odio e di rabbia,
che gli diede davvero la
sensazione di essere il privilegiato fra i due. Il privilegiato,
già, con una
sorella rapita mezza in coma, ricercato da dei pazzi psicotici che si
credevano
alieni e rifugiato come un barbone.
Fece un lunghissimo
respiro, agguantando
di nuovo fra le labbra, sotto la lingua, il sapore metallico di quel
grigiore
di giornata. “Senti, scusami. Davvero –
esordì Gouenji torturandosi una mano
ruvida dai graffi, come un bambino in abiti da teppista – La
mia sconfinata
intelligenza non arriva a capire queste cose, quindi ti ricompro il
ghiacciolo
nella gelateria qui di fianco, mh? È il migliore.”
L’altro fece scivolare fra le dita affusolate qualche ciuffo
della frangia,
lentamente, mentre lo scrutava obliquo. “Quindi ti faccio
compassione?”
Shuuya arricciò il naso. “No, mi stai sul cazzo e
basta e sto tentando di
rimediare a quello che ho combinato.” Si ficcò le
mani in tasca, pensando che
era da dieci minuti scarsi che lo conosceva e già sentiva il
sangue nelle vene
ribollire come magma e i nervi scoppiettare.
Era davvero irritante.
In modo particolare lo fu il sorrisetto soddisfatto che gli
sfoggiò assieme
alle parole: “Allora ammetti che ho ragione io, sei tu il
deficiente che non fa
attenzione qui.”
“Oh mio Dio non ti sopporto. – scuoteva il viso
molto lentamente, rigido, quasi
incredulo, trattenendo una sfuriata che di sicuro gli avrebbe annodato
la
lingua e fatto fare figure. “Ti lascio vincere e dico di
sì. Sono io l’idiota, mio
padrone. Ora mi consente di ricomprargli il fottuto
ghiacciolo, di cui non mi intendo assolutamente?”
Un angolo delle labbra sottili dell’altro si
incurvò malizioso verso l’alto.
“Ora va meglio, porcospino. Dove andiamo a
prenderlo?”
“Pampanin.” Accompagnò il nome col
braccio, indicando debolmente l’insegna
della gelateria. Si girò con le fiamme che divampavano negli
occhi, parlando
fra i denti. “Non sono un porcospino, capelli
a margheritina.”
All’altro si era improvvisamente spento il sorriso al nome
del negozio, come se
fosse stato un interruttore, e parlò piano. “Ma
è carissimo.”
Shuuya non cercò di trattenerlo, se lo lasciò
sfuggire, quel sorriso dolciastro
che gli bucava una guancia con una fossetta. “Sta’
tranquillo, va’. Io sono più
fortunato.”
Fu il primo sorriso che gli vide fare, e cercò in tutti i
modi di non pensare
che fosse davvero bello, finendo per schivarlo.
“Per di
qui. – frugò nella tasca per
trovare una sigaretta e accendersela in fretta – e non mi hai
ancora detto come
ti chiami, diabolico sforna soprannomi.”
Fece tuffare di nuovo le mani nei pantaloni, mentre l’altro
tentennava, poi
sospirava – e Shuuya lo guardava inarcando un sopracciglio.
“Suzuno Fuus’ke. Molto
poco piacere.”
Nonostante la seconda metà di presentazione, Suzuno sembrava
quasi sollevato,
anzi, felice, di aver detto il suo nome.
Chissà come mai,
pensò Shuuya
allungandogli la mano e parlando male, storto, per colpa della
sigaretta.
“Goenji Shuuya, altrettanto poco piacere.”
L’altro esitò nello stringergli la mano,
guardandolo senza riuscire a
nascondere qualcosa di misto fra preoccupazione e stupore sciolto
dietro ai
suoi occhi ghiacciati.
Di nuovo Shuuya si chiese, chissà
come
mai.
*
Okay. Oh. L'ho
pubblicata. Oddio. Ansia.
E' che-- titolo da incredibili carie.
Ricominciamo va'. :'D
Ho paura sul serio mamma mia D:
In questi giorni sentivo il bisogno di tornare a rompere nel fandom.
Davvero tanto. Ma ogni volta che mi decidevo a pubblicare arrivava
l'ormai famoso gnu infuriato -mia madre- a dirmi di staccare.
Tra l'altro mi sta urlando anche ora, ma ci tenevo troppo a tornare
quindi mamma pazienta.
Era da davvero tanto, tanto tempo che un'idea del genere mi frullava in
testa. Più precisamente, da una settimana dopo la nascita di
questa coppia, ovvero tre anni fa. -sono talmente ossessionata che
hanno pure un anniversario hahaha
sono insopportabile.-
Ovvero di farli incontrare ad Okinawa. In pratica avevo iniziato a
scriverla, het, era un misturone di flashback che non mi dispiaceva
nemmeno tanto, ma poi è rimasta inconclusa per far spazio a
Pro & Contro.
Mamma mia se era piena di cliché quella roba :'')
Un bel giorno -:'D- sono andata a frugare nella primissima cartella di
immagini di Inazuma -ne ho 11 da circa 400 immagini ciascuna, poco
ossessionata.- e ho ritrovato un paio di immagini di cui mi ero
completamente dimenticata, fra cui questa,
che ha praticamente fatto nascere la long.
Un'altra cosa che l'ha aiutata a nascere è -strana-
l'insofferenza della mia spwrw (♥) -vul95-
verso questa coppia. Ma nonostante quello ha ruolato con me, dandomi
tanti di quei nervi oneside che-- non so. Mi ha ispirato un sacco
quella situazione di "amore non corrisposto" io volevo che si
saltassero addosso ma hanno litigato/flirtato un po' e basta ma sono
impazzita lo stesso quanto la amo quanto li amo
E all'inizio doveva essere una oneshot. Poi una minilong. E adesso ho
fin troppi capitoli in programma, alla faccia vostra! :'')
Nonostante questa parte iniziale sia piuttosto noiosa ci tengo davvero
tanto. Ho puntato un po' tutto su questa fanfiction, perché
mi sa un po' di ristesura di Pro & Contro, una versione
alternativa e un po' più matura -aiuto sono passati tre
anni- della GoGa. ç___ç
Spero davvero che piaccia, perché io sono un po' una che ha
bisogno di essere rassicurata, e su questa ho un'ansia terribile.
Ah giusto! Il modo in cui si incontrano l'ho tirato fuori assieme a Shinkocchi_,
la mia adorata conpere che assillo ogni volta che ho un problema di
ispirazione e in poco tempo mi tira fuori dai guai. :'3
Oddio che
ansia
Che altro? Sto scrivendo troppo.
Ho la lista
di roba da recensire che mi appare in sogno
Ah sì, mamma mia se sono preoccupata riguardo allo sviluppo
del loro rapporto- Ho paura di andare troppo in fretta e di sembrare
una che pensa solo a farli cavalcare. Ma è che adesso
è un po' difficile visto che si sono appena conosciuti e non
si amano nemmeno D:
Com'è difficile far crescere l'amore di due personaggi
quando li vorresti già sposati, e invece si sono appena
incontrati.
Insomma mi sto facendo un sacco di paranoie.
Spero davvero davvero tanto di non essere l'unica felice di averla
pubblicata.
Grazie mille a chi legge e recensisce, scusate il paragrafone :')
Un abbraccio spaccaossa ♥
cha.