Cosa c'era in lei che non andava? Era sempre stata la ragazza perfetta sin dall'asilo, ordinava i suoi colori dal più scuro al più chiaro, manteneva in ordine la stanza, prendeva voti alti, presidentessa di ogni possibile e immaginabile incarico. Niente poteva mettere al tappeto Candice, tranne l'insicurezza. Ciò che aveva in comune con il suo personaggio.

Già, se Candice era perfetta e ansiogena, Caroline era altrettanto insuperabile e gelosa. Due goccie d'acqua, dunque.

Erano ormai le due di notte passate e nonostante il giorno dopo le riprese si dilungavano fino a tardi, la bionda si rigirava nel letto, un letto vuoto senza il suo Joseph. Non era rientrato, non aveva chiamato. Preoccupata gli aveva mandato un messaggio per saper dove fosse, ma niente. Fin quando Nina le aveva raccontato di averlo avvistato per le strade della città con Emily. E lì il suo cuore si era fermato.
Decise di non pensarci più e di voler aspettare fino a domani per delle spiegazioni o perchè no, per una rottura definitiva. Dopo quello che l'aveva fatto oggi si meritava questo e altro.
Chiuse gli occhi cercando di dormire, ma l'insicurezza bruciava come non mai nel cuore di Candice.

SUL SET
Una giornata su set di "The Vampire Diaries" poteva essere paragonato all'uragano Katrina al quadrato. Sceneggiatori di qua, parrucchieri di là, truccatori su e registi giù. Insomma se parlare con Joseph non le avrebbe rovinato la giornata, il casino delle riprese poteva bastare per due.
Era arrivata a lavoro con una semplice canotta bianca, un paio di jeans vecchi e due bellissime borse sotto gli occhi che la facevano sembrare ancora più disperata.
-Candice!-urlò Nina appena vide la bionda e le saltò addosso in modo violento tanto da farla quasi cascare- come stai? ieri poi non mi hai più richiamata? tutto bene? l'hai visto? l'hai vista?-
-Nina, smettila-rispose l'altra secca- sto bene, no, si, no, no. Contenta?- E dopo aver capito di aver esagerato chiese scusa alla mora che le faceva gli occhioni dolci.
-Capisco che sei triste per Joseph e per quello che è successo, ma invece di saltare a conclusione affrettate, non sarebbe meglio che gli parlassi?-
-Ora no, devo andare a girare, ci vediamo dopo Nina.- e così Candice si diresse in fretta lontano a tutte quelle domande, quel nome, quello che era successo. 

Ed ora che ci pensava bene, cos'era successo? Non lo sapeva neanche lei.
Camminando per i corridoi con le solite luci al neon che rendevano il posto ancora più caotico, Candice si diresse verso la cucina per una bella tazza di caffè e in mano il suo copione. Per fortuna, oggi non c'era nessuna scena con Joseph, ma aveva comunque bisogno di parlargli, e quando parli del diavolo..
Joseph entrò nella piccola stanza con le pareti gialli e bianche e la guardava preoccupato.

-E' la fine?- disse lei.
-Di cosa stai parlando?- ribattè Joseph- perchè dovrebbe essere la fine?-.
-Smettila di mentirmi- lo accusò Candice- non solo ieri non sei tornato, ma non mi hai risposto e in più vengo a sapere che eri in giro con la tua nuova, o per meglio dire, vecchia amichetta. Solo questo ti chiedo Joseph, non mentirmi.-
-Si, è vero,- disse- ero in giro con Emily verso la strada per casa, il cellulare ha smesso di funzionare, e all'improvviso lei si è sentita male e l'ho dovuta accompagnare all'ospedale. E sono stato in quel orribile posto fino a questa mattina, e tu sai quanto li odio.(1) Quindi prima di accusare Candice, ascolta prima entrambe le versioni. E per rispondere alla tua domanda: si, forse è la fine-. con ciò uscì dalla stanza sbattendo la porta con violenza e in quel istante la bionda si sentì più vuota che mai.

AL BAR

-Candice ecco..- balbettò Nina- .. so che non vuoi parlarne, ma forse sfogarti ti aiuterebbe, non pensi?-
Pian piano l'altra alzò gli occhi tristi e rossi dal pianto, la pelle pallida iniziava a diventare grigiastra- No, Nina, non ne ho proprio voglia, non mi sono fidata di lui. Io, che metto la fiducia al prima posto e che era proprio la fiducia il centro del nostro rapporto- sospirò- avresti dovuto vederlo Nina, era così arrabbiato perchè non credevo a lui, perchè stavo mettendo in dubbio la sua fedeltà, come ho potuto?- 
I suoi occhi diventavano sempre più lucidi, fin quando cominciò a piangere e tra singhiozzi e lacrime ripeteva una sola parola "scusa". scusa. scusa. scusa.

SUL SET- Il giorno dopo.

-Guarda chi abbiamo qui, miss "Non mi fido di nessuno"- sentì Candice una voce da dietro, e per sua solita fortuna era proprio Emily.
-Non so cosa ti abbia raccontato Joseph di noi, ma tu non hai la minima idea di com'è il rapporto tra me e lui- ribattè la bionda con un finto sorriso che avrebbe fatto invidia alla Cina.
-Certo- rispose di nuovo l'altra- so com'è il vostro rapporto: inesistente. Non c'è più, e tutto per colpa tua.- dopo girò i tacchi e andò via.

Candice aveva bisogno di sedersi, troppe emozioni si erano scatenate dentro lei, rabbia e impazienza si accavallano con disperazione e tristezza. Aveva voglia di vederlo, no anzi ne aveva bisogno, ma sicuramente lui non avrebbe reagito bene. Forse le avrebbe urlato di nuovo, forse non l'avrebbe neanche fatta entrare in camerino. Forse però era meglio provare che vivere col rimpianto.
Con passi veloci Candice si diresse nel camerino di Joseph e vide che la porta era socchiusa, in procinto di entrare sentì però delle voci. E le conosceva entrambe, quella di Joseph ed Emily.
-Non ti preoccupare- disse lei- la scorderai presto, per questo ci sono io, no?-
Candice si avvicinò sempre di più per vedere meglio, ma forse era meglio se restava lì dov'era perchè lo spettacolo di Emily che lo baciava le faceva venire la nausea.
Di corsa scese le scale e uscì sulla strada, cercando di chiamare un taxi, e all'improvviso davanti al marciapiede si fermo una Mercedes Nera, era quella di Michael.
-Voi un passaggio?-disse il moro sorridente- oppure hai ancora una relazione con Joseph?-.
-Certo che no- rispose lei- è inesistente- e dopo essere saltata in macchina guardò verso la porta del set dove c'era Joseph in piedi che la fissava con occhi rossi dalla rabbia andare via con qualcuno che non era lui.

(1) non so se Joseph odia gli ospedali, è solo un appunto.

Note d'autrice. *si affaccia piano piano al palco sperando che non gli lancino pomodori marci* *tossisce* C'è nessunoooooooo? Anche se mi volete uccidere, con i forconi eccetera  io sono comunque qui, eh? D: Prima di tutto vorrei chiedere umilmente scusa (la parola d'ordine di questo capitolo) a tutte coloro che si erano appassionate a questa storia. Anche se un scusa non basta dato che non aggiorno da Febbraio circa. Quest'anno è stato un anno difficile, ho avuto molti problemi che mi era passata addirittura la voglia di scrivere, e ciò è grave sopratutto per una come me che ama scrivere. Se non volete più che mi faccia vedere lo capisco. Oggi mi sono messa qui, seduta con il mio computer portatile e le mie mani correvano sulla tastiera, e andavo lasciare tutto quello che ho trattenuto nella mia mente. Un sacco di idee, che mi frullavano, e mi era mancato così tanto scrivere, che solo adesso capisco che non voglio più smettere nonostante non sia bravissima, in questo periodo di tempo ho letto moltissime fanfiction e certe autrici mi lasciavano senza fiato.
Comunque tutto qui, il capitolo penso si descriva da sola, e io non ho nient'altro da aggiungere se non perdonatemi e ci vediamo al prossimo aggiornamento che non sarà di sicuro fra sette mesi! Anzi in settimana..
Giulia.