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Autore: EnglishBreakfast    22/09/2013    2 recensioni
Quattro problemi minacciano il compleanno di Shikamaru. Lui vorrebbe passarlo in pace e solitudine ma qualcuno non la pensa allo stesso modo. Così decide di risolvere il problema alla radice, ma non si accorge di aver combinato un gran casino. Se poi si aggiunge una certa bionda con manie omicide e una voce terribilmente sensuale...
Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto. [Legge di Murphy]
Auguri Shika!
-Partecipa all'iniziativa "Te l'avevo detto" del forum "The black parade".
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Avete presente Naruto? Ecco, se fosse di mia proprietà il manga sarebbe finito da cento e più capitoli, i filler non esisterebbero, Sakura sarebbe morta in qualche atroce modo e Shikamaru dietro un cespuglio a fare cosacce con Temari. 
Ahimè, non è così. Facciamocene una ragione.
Quattro modi più uno.
 
 
 
Aveva previsto tutto. Quella volta ce l’avrebbe fatta, oh sì.
Aveva previsto tutto -tutto!- per fare in modo che quel 22 settembre nessuno gli avrebbe rotto l’anima. Così avrebbe potuto passare il suo compleanno in una perfetta, completa, totale pace dei sensi in quel boschetto in cima alla collina, sì, quella collina poco lontana dal Villaggio, ad osservare le nuvole. Tutto il giorno.
Niente e nessuno glie l’avrebbe impedito.
Insomma, lui era il uno dei ninja più intelligenti di Konoha! Aveva meditato a lungo, studiando ogni possibilità, riflettendo su ogni dettaglio; e alla fine aveva individuato quattro ipotetiche situazioni che avrebbero potuto rovinare il suo compleanno di solitudine, tranquillità e armonia.
Così, in barba alla sua insuperabile pigrizia, aveva risolto ogni problema alla radice, mobilitandosi per tempo.
Aveva previsto tutto.
Ma si era dimenticato di un piccolo particolare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto.
[Legge di Murphy]

 
 
 
 
 
 
 

 
Tre settimane prima
 
Il primo: L’HOKAGE.
 
Per prima cosa era andato dall’Hokage, ben tre settimane prima, con una piccola ma fondamentale richiesta.
- Quest’anno potrei non avere missioni per il 22 settembre?- aveva esordito subito dopo aver salutato la Signorina Tsunade.
Lei aveva inarcato le sopracciglia.
- Posso sapere come mai questa richiesta? Sei uno dei migliori ninja della Foglia, potremmo aver bisogno di te in qualsiasi momento- ovviamente, il Quinto aveva subito capito che ci doveva essere qualcosa sotto.
- Andiamo Shikamaru, io e te ci conosciamo da tanto tempo ormai, e so per certo che non sei uno da feste sfrenate dove l’alcol scorre a fiumi. Che cosa hai intenzione di combinare per il tuo compleanno?
- Lei ha ragione Hokage. Non sono proprio uno da feste sfrenate dove l’alcol scorre a fiumi. Ma a quanto pare gli altri, e con altri intendo soprattutto Naruto e Kiba- l’Hokage aveva sorriso lievemente sentendo quei due nomi –ne sono fermamente convinti. Così oggi anno organizzano qualche cretinata delle loro e io ci casco sempre. Ma quest’anno…vorrei solo un po’ di tranquillità, ecco. Di tempo per me e per riflettere su tutti i casini che sono successi ultimamente.- aveva ammesso poi, abbassando leggermente il tono di voce, quasi si vergognasse della sua richiesta.
L’Hokage l’aveva guardato con i suoi occhi nocciola, le labbra contratte in una smorfia, le mani giunte sotto il mento.
- E va bene!- aveva esclamato poi, battendo il pugno sul tavolo.
- Niente missioni per Nara Shikamaru il 22 settembre, ma ad una condizione- Shikamaru l’aveva fissata come un condannato che sta per conoscere la sua sentenza.
- Non è così automatico che l’Hokage accordi un tale permesso, ma tu sei venuto con addirittura tre settimane d’anticipo. Ebbene, da oggi per i prossimi ventuno giorni tu farai qualsiasi cosa io dirò, penderai dalla mie labbra, ti impegnerai il doppio…ma che dico?!...il triplo! E poi…
Ma Shikamaru non l’ascoltava già più.
Si sarebbe ridotto alla schiavitù, avrebbe fatto tutto quello che Tsunade voleva pur di avere quel giorno libero.
“Meno uno” pensò. “Ne mancano tre”.
Aveva previsto tutto.

 
Tre giorni prima
 
I secondi: I DUE INGUARIBILI CASINISTI.
 
Con loro era stato più difficile, ma per la buona riuscita della sua missione avrebbe fatto questo ed altro. Li aveva trovati all’ora di pranzo al solito chiosco in cui quel biondo, che recentemente aveva salvato il villaggio e l’intero mondo, era solito mangiare. Insieme a lui, Kiba e il suo fedele cane, che lo accolse con grandi feste.
- Shikamaru!- avevano urlato quasi in contemporanea i due ragazzi –Vieni! Vieni, unisciti a noi! Abbiamo tante cose di cui parlare…e una festa da organizzare! Sbaglio o il tuo compleanno è fra tre giorni?- Naruto, come al suo solito, era partito per la tangente.
- C’è l’alcol da comprare!- Kiba, evidentemente, aveva già programmato la serata –Dovremmo fare una colletta, sai? E magari aumentare un po’ le dosi…l’anno scorso non mi sembravi tanto andato, ma quest’anno…quest’anno sarà epico! Ti assicuro che non ricorderai nemmeno il tuo nome!
“Ecco, infatti. Come volevasi dimostrare, questi due pensano che il mio compleanno sia un rave party…” Il fatto era che nemmeno Shikamaru capiva perché proprio il suo di compleanno fosse così…gettonato! Una volta aveva provato a chiedere a Naruto e lui aveva risposto qualcosa che riguardava le stagioni, l’estate ormai finita, la possibilità di sbronzarsi senza il caldo di agosto e altre cose che sinceramente non aveva nemmeno capito. Ora che ci pensava, aveva fatto quella domanda alle undici di sera. La sera del 22 settembre di qualche anno prima. Cosa poteva aspettarsi di più da un Naruto che stentava a reggersi in piedi?!
- E poi…poi non sai la novità di quest’anno!- aveva aggiunto il biondo – Proprio il 22 arriva Gaara! Ci sarà anche lui alla tua festa! Non è…meraviglioso?- oh Kami, Naruto era davvero in fibrillazione. Anche se, a dire la verità, Shikamaru non riusciva proprio a immaginarsi il Kazekage ubriaco.
Nella sua mente si formò l’immagine di Gaara, i capelli rossi sudati e scompigliati, lo sguardo annebbiato, una bottiglia di qualsiasi cosa in mano, che cantava canzonacce. No, decisamente no. L’arrivo del Kazekage rendeva ancora più urgente il tutto e Shikamaru doveva assolutamente fermare i due ragazzi.
- Senza dubbio sarebbe bellissimo poter festeggiare con voi e tutti gli altri il mio compleanno- aveva iniziato, cercando di suonare il più sincero possibile –Il fatto è che…ecco, non so proprio come dirvelo…vi ricordate il locale dell’anno scorso?- Naruto e Kiba avevano annuito, senza capire cosa stesse per dire il loro amico.
 –E vi ricordate anche il casino che avete combinato?- questa volta i due impallidirono –Si dà il caso che il proprietario del locale sia andato dall’Hokage in persona a lamentarsi, l’anno scorso. E che Tsunade abbia chiamato me per vietarmi di festeggiare il mio compleanno con qualcosa di più pesante del tè alla menta. Quindi…- sospirò. Doveva dare l’idea di essere affranto, sconfortato, disperato, distrutto dalla notizia. –Il massimo che posso fare quest’anno per voi e gli altri e anche Gaara se vuole, sarà di invitarvi a casa mia a bere una tazza di tè. Ma nulla di più. Ordini dall’alto, sapete…non voglio mica che l’Hokage si arrabbi per una tale sciocchezza!
L’espressione di Naruto era da film: la bocca spalancata, gli occhi sgranati, non riusciva ad articolare una frase completa.
– Ma come…cosa…perché…era solo una statua, accidenti! Io non…davvero…non…io…io…mi dispiace Shikamaru! Il tuo compleanno è rovinato per causa nostra!
Shikamaru si finse dispiaciuto a sua volta –Lo so che ti dispiace Naruto- gli disse dandogli qualche colpetto sulla spalla, come a volerlo consolare.
–Quest’anno va così, non preoccuparti dai! Rimedieremo l’anno prossimo!- al sentire che il suo amico non era arrabbiato con lui, Naruto sorrise, promettendo una festa coi fiocchi per l’anno seguente.
Kiba, d’altra parte, fissava nel vuoto bisbigliando come una cantilena la stessa frase: –Niente…alcol…?!
Shikamaru li lasciò, continuando sulla sua strada, pensando che dopotutto non era stato troppo difficile.
“Se mi va male come ninja, potrei darmi alla recitazione” si disse “Non sono per niente male. E comunque: meno due, ne mancano due”.
Si sentiva come un serial killer, a caccia delle sue vittime.
E aveva previsto tutto.

 
Il giorno prima
 
I terzi: I MIGLIORI AMICI.
 
Il terzo “problema” si presentò ai suoi occhi di sua spontanea volontà, sotto le spoglie dei suoi due migliori amici Choji e Ino che camminavano per strada, il giorno prima del suo compleanno. Non aveva proprio previsto di incontrarli! Tuttavia, avendo dato prova delle sue doti sceniche con Kiba e Naruto, era abbastanza convinto di poter improvvisare senza problemi e convincerli lo stesso.
Così, quando la voce trillante di Ino lo chiamò, lui si stampò in faccia una delle sue migliori espressioni da cane bastonato –non che gli risultasse troppo difficile, dopotutto era una delle sue tipiche facce in condizioni normali- e si preparò ad affrontarli.
-SHIKA!- esclamò la bionda –perché questo faccino triste? Sorridi, dai! Domani è il tuo compleanno! Non sei felice? Eh? Eh, non sei felice? Allora? Hai già pensato a cosa fare? No perché io ho comprato un vestito, è sui toni del lilla, quindi si per caso tu organizzassi una festa potresti decorare di questo colore la sala? Che te ne pare? Mh? Allora? Hai saputo che arriva Gaara domani? Eh? Dici che Kankuro ci sarà? E se ci fosse, perché non lo inviti? Dai Shika, tipregotipregotiprego invitalo, è così carino…e, oh a proposito, hai visto che belle le mie scarpe nuove?
Ino. Era la sua migliore amica, senza dubbio, ma quando iniziava a parlare a macchinetta diventava a dir poco insopportabile! Una festa in lilla per un maschio, ma che diavolo pensava? Anche lei aveva ricordato l’arrivo del Kazekage di Suna però…e poi aveva aggiunto quella cosa su Kankuro…Ino, Ino, vecchia volpona! Cosa aveva in mente di combinare col fratello di Gaara?
Choji, d’altro canto, non aveva ancora aperto bocca, impegnato com’era a sgranocchiare patatine.
- Ino calmati! E mettiti l’anima in pace, quel vestito lilla lo userai per un’altra festa, io quest’anno non organizzo nulla.
La ragazza l’aveva guardato sconvolta.
-Non dirmi che l’Hokage ti manda in missione il giorno del tuo compleanno!
Shikamaru si fermò a pensare. Non aveva pensato alla scusa della missione, in effetti, così decise di prendere la palla al balzo. Se non altro era molto più plausibile di una non-meglio-precisata visita ad un non-meglio-precisato lontano parente Nara.
-Beh sì ecco, in effetti è proprio quello che è successo…
-Ma come osa?- aveva ruggito Ino, con il viso che iniziava a diventare rosso carminio –Io ho speso un patrimonio per quel vestito! E ora andrò al palazzo a protestare perché deve esserci quella festa, deve! È a maniche corte il mio abito, sai? Il tuo è l’ultimo compleanno al quale si possa indossare un vestito così leggero! Ma ora vado dall’Hokage e…
-NO!- Ok, forse aveva un tantino urlato. Ino lo fissava basita, Choji aveva addirittura smesso di masticare. Entrambi lo guardavano a bocca aperta.
Cazzo! Aveva appena rischiato di farsi scoprire in un modo davvero stupido.
Ma se Ino fosse andata da Tsunade avrebbe scoperto non solo che lui non aveva missioni il 22 settembre, ma che aveva pure giocato a fare lo schiavo del Quinto per tre settimane pur di avere la giornata libera.
E a quel punto addio pace e tranquillità e benvenuta festa con vestito lilla.
Doveva impedirlo a tutti i costi.
- Quello che voglio dire è- riprese con più calma –che l’Hokage in questo periodo è un po’ irritabile e non vedo perché dovremmo disturbare. Poi ci sarà un motivo se vuole proprio me, perché scombinare i suoi piani? E…Ino, dai, magari il lilla andrà di moda la prossima primavera e tu potrai riciclare quel vestito per un’altra festa.
-Ma Shika…- Ino non era del tutto convinta. –Sei sicuro di voler passare il tuo compleanno in missione?
-No- rispose lui. Se avesse acconsentito sarebbe stato troppo fuori dal suo carattere. –Ma gli ordini sono ordini, quindi ci vediamo domani sera, sul tardi, quando tornerò.
Ino sorrise e Shikamaru voltò loro le spalle, convinto che ci fossero cascati.
Allontanandosi però non poteva non sentire lo sguardo di Choji fisso su di lui.
Il suo amico non aveva detto una parola, ma molto probabilmente la storia della missione non se l’era bevuta.
“Se Choji sa, non mi tradirà; è il mio migliore amico.” pensò andandosene. “Con loro siamo a fuori tre, ne manca uno.”
Già, uno solo. Questa volta doveva giocare bene le sue carte.
Aveva previsto tutto.

 
La mattina stessa
 
Il quarto: LA MAMMA.
 
Yoshino Nara non era il tipo di donna che si impressiona facilmente. Nonostante questo, quando era rientrata in casa e aveva trovato il suo unico figlio con addosso una vecchia maglietta che lavava il pavimento l’unica cosa che era riuscita a fare era stato sgranare gli occhi e far cadere a terra le due borse della spesa. Lui aveva alzato lo sguardo, le aveva sorriso e poi se n’era uscito con un: -Qui ho finito tra un attimo eh! Poi se vuoi di là in cucina ho fatto qualcosa da mettere sotto ai denti, assaggia la macedonia che ho preparato con la frutta degli alberi del nostro parco, è buonissima!
La donna era sbiancata. –Tu hai…raccolto la frutta?
Lui aveva sorriso ancora di più. –Certo! Ma ho anche pulito un po’ il cortile, aggiustato il dondolo sotto al portico, lavato i vetri e stuccato qualche crepa qua e là.
-Scusa ma a che ora ti sei svegliato?
-Alle sei! È una seccatura, ma ho visto l’alba e ne è valsa la pena.
Yoshino Nara era sconvolta; aveva fatto tutte le faccende che lei odiava di più e quei lavoretti che nessuno trova mai il tempo di fare. In più, si era svegliato prima dell’alba. Suo figlio, quello che pensava di conoscere da ventitré anni!
Poi un pensiero l’aveva folgorata.
-Cosa vuoi?- gli aveva chiesto trasformando in mezzo secondo la sua espressione da impressionata a mamma che-sta-per-fare-l’interrogatorio.
Lui aveva sgranato gli occhi poi aveva gettato lo spazzolone per terra.
-Ma che seccatura, accidenti! Non faccio nulla e tu rompi, faccio quello che tu odi fare e rompi lo stesso. Mamma, è il mio compleanno! Per una volta, puoi lasciarmi in pace?- il ragazzo sembrava veramente arrabbiato ma Yoshino la sapeva lunga su certe cose e aveva capito tutto dopo un iniziale momento di confusione. Shikamaru odiava quando il giorno del suo compleanno tutti gli amici e parenti della zona bussavano a casa Nara per fargli gli auguri e portargli regali. Evidentemente pensava che aiutarla in casa gli avrebbe permesso di fuggire. Si era fermata a riflettere un attimo: suo figlio era un bravo ragazzo con amici dalla dubbia sanità mentale che ogni anno combinavano le più grandi sciocchezze per festeggiare il suo compleanno; nelle ultime tre settimane aveva lavorato senza sosta per l’Hokage pur di non avere missioni quel giorno (lo sapeva perché lui se l’era fatto sfuggire una volta, borbottando a mezza voce qualcosa come “ma chi me l’ha fatto fare, solo per il 22 libero!”) e con tutto quello che era successo nell’ultimo periodo forse darlo in pasto ad amici e parenti non era esattamente la cosa migliore.
 
 
 
Shikamaru sperava con tutto sé stesso che sua madre capisse che torturarlo il giorno del suo compleanno lasciandolo alla mercé di amici e parenti era una cosa veramente da mentecatti. Per questo si era svegliato alle sei –le sei, diamine, le sei!- e aveva sgobbato tutta la mattina approfittando del fatto che sua madre fosse fuori a fare delle commissioni. Era stato così diligente, bravo, sorridente e accomodante che non poteva dirle di no. Non poteva.
- E se io ora volessi fare un bagno caldo?- sua madre interruppe i suoi pensieri. Parlare di bagni caldi non era quello che si aspettava, anzi...doveva solo dirgli “Sì, figlio mio. Vai e non tornare più fino a stasera, se qualcuno mi chiederà di te, io inventerò una balla perché sono tua madre e ti voglio bene. Meriti pace e silenzio il giorno del tuo compleanno”. Ma lei aveva tirato in ballo la vasca da bagno, che per altro aveva pure appena riparato, visto che un tubo si era rotto e l’acqua calda non usciva più!

Ah.
Ah!
Ahah!
Tutti a Konoha dicevano che la sua proverbiale intelligenza fosse un’eredità del ramo Nara dei suoi geni ma mai come in quel momento Shikamaru pensò che una buona dose dovesse essergli stata trasmessa da sua madre.
- Ora l’acqua calda funziona- aveva quindi risposto.
- Ottimo. Sarà un bagno lungo, molto rilassante. Diciamo che potrebbe durare fino alle dieci di stasera e io potrei ecco…non sentire chi bussa alla porta della nostra casa cercandoti.
- Le dieci. Sì. Vado. Ciao.
 
 
Yoshino guardò suo figlio sillabare quattro parole in croce, recuperare la sua roba e fiondarsi fuori di casa sbattendo la porta.
Le arrivò l’eco di un “Grazie!” urlato dalla strada, poi tutto tornò silenzioso.
 
 
Shikamaru sfrecciava fra le strade del villaggio prendendo viette laterali per non farsi beccare da chi pensava che fosse in missione.  
Ce l’aveva fatta. Ce l’aveva fatta! Aveva previsto tutto -tutto!- e ce l’aveva fatta.
 
 
Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto.
[Legge di Murphy]

 
Mai il cielo era stato più bello, mai l’erba su cui era sdraiato più soffice, mai la brezza leggera più piacevole di quel giorno. Era tutto perfetto.
Sospirò di piacere per il sole che gli scaldava il viso, per gli uccellini che cinguettavano appollaiati sui rami degli alberi che proiettavano le loro ombre sul prato.
E poi la vide.
Lui se ne intendeva di ombre, che cavolo! E di sicuro quella non era l’ombra di un albero. Quale albero poteva avere quattro codini e un ventaglio letale sulle spalle?
Nella sua testa scoppiò il pandemonio.
Perché?
Perché LEI?
Perché lei IL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO?
Perché lei il giorno del suo compleanno QUANDO ERA RIUSCITO A LEVARSI DI TORNO TUTTI COLORO CHE AVREBBERO POTUTO ESSERE CAUSA DI SECCATURE VARIE?
Ma soprattutto: come poteva essere a Konoha, lei?
Poi si ricordò in un flash.
“E poi…poi non sai la novità di quest’anno!- aveva aggiunto il biondo – Proprio il 22 arriva Gaara! Ci sarà anche lui alla tua festa! Non è…meraviglioso?”
“Hai saputo che arriva Gaara domani? Eh? Dici che Kankuro ci sarà?”
Ma certo. Chiaro e semplice. Dove c’è il Kazekage di Suna c’è il marionettista psicopatico e dove ci sono qui due di solito c’è anche una certa bionda che Shikamaru conosceva.
“Fin troppo bene” si ritrovò a pensare. E, perso nelle sue riflessioni che riguardavano un certo paio di occhi color acquamarina, non si accorse che lei l’aveva notato e si stava avvicinando.
-Sai qual è il problema?- esordì sedendosi accanto a lui sull’erba, senza neanche salutarlo. Il ragazzo la fissò dubbioso, chiedendosi quale fosse effettivamente il problema, visto che era appena arrivata. Lei gli sorrise in quel modo che significava “Sto iniziando a sfotterti e non puoi sottrarti a questo” ma Shikamaru pensava solo che oh, quel sorriso, avrebbe persino accettato di saltare il pisolino pomeridiano per un sorriso del genere…poi si diede mentalmente dell’idiota perché certe cose di Temari della Sabbia non si devono pensare e si sforzò di prestare attenzione a quello che diceva.
-Il problema è che quando sono arrivata ho incontrato i tuoi amici, la biondina e il patatinomane, ma stanno insieme?, e mi hanno detto che eri via in missione. Il problema è che io ero appena uscita dal palazzo dell’Hokage e lei invece mi ha assicurato che tu eri completamente libero e che hai sgobbato tre settimane solo per questo. Patetico, comunque. Il problema è che Naruto fa sempre qualche pazzia per il tuo compleanno, ma quando l’ho beccato al chiosco del ramen ha invitato me, Kankuro e Gaara a prendere una tazza di tè alla menta per festeggiarti. Il problema è che ho visto tua madre, ma per fortuna lei non ha visto me, che chiacchierava con un’altra signora dicendo che il suo adorabile figlio questa mattina ha fatto i mestieri pur di non doversi sorbire amici e parenti. Il problema è che questi tre gruppi di persone si sono incontrate tutte nello stesso momento e ognuna aveva una versione diversa di quello che tu stavi facendo.
Shikamaru deglutì. –E tu perché sei qui?
-La bionda ha avuto una crisi e ha iniziato a urlare qualcosa che riguardava un vestito lilla e minacciava di ucciderti, così io ho pensato che forse era bene avvisarti della tua fine imminente (*).
-Sì. Ma seriamente, tu perché sei qui? Insomma, pensi ad uccidermi la maggior parte delle volte che mi parli! Perché sei venuta ad avvisarmi?
Lei lo guardò negli occhi. –Proprio perché io desidero tanto la tua morte, non voglio che altri mi rubino il privilegio di farlo. Soprattutto la biondina tua amica. Non ho intenzione di condividerti con altri.
E lo disse in un modo, in quel modo, che Shikamaru pensò solo che no, se usava quella voce così…sensuale!...lui non si sarebbe fatto condividere con nessuno.
Che poteva ucciderlo in ogni modo, l’importante era che fosse solo lei, con i suoi occhi e la sua voce e quelle labbra che, se ne accorse solo in quel momento, erano vicinissime alle sue e infondo se doveva morire meglio farlo per mano di Temari della Sabbia, che era pure una donna spietata e crudele ma lui più la guardava più la trovava sconsideratamente irresistibile.
Quindi decise che poteva firmare la sua condanna a morte e azzerò la distanza tra le loro lab…
-SHIKAMARU!!!!
Ma che…? No. Non potevano veramente interromperlo in quel momento! Stava per rendere il suo compleanno ancora più perfetto di quello che aveva immaginato!
- Abbiamo rinunciato all’alcol!- decise che avrebbe fatto del male a Kiba e alla sua ossessione per l’alcol.
- Al vestito lilla!- a Ino non avrebbe fatto del male, era una donna, ma il vestito in questione doveva bruciare.
- Il locale era ancora libero, sarebbe stata una festa epica!- Naruto poteva andare a quel paese, lui e le sue fisse per il suo compleanno!
- Io comunque l’avevo capito che non eri in missione.- ebbene Choji si rivelava ancora il migliore dato che aveva tenuto la bocca chiusa.
Shikamaru guardò Temari con un’espressione affranta.
-Oh, non preoccuparti. Parla con i tuoi amici, vai pure- gli disse sghignazzando –Ma lo sai, vero, che te lo rinfaccerò per tutta la vita? E meno male che eri un genio…
Lui sospirò.
Aveva previsto tutto –tutto!- ma si era fregato da solo.
 
 
* giuro che non gliela sto tirando, logiurologiurologiuro!
 
Allora innanzitutto AUGURI SHIKAMARU!!
Nonostante quello che il destino/Kishimoto ti ha fatto nell’ultimo capitolo io sento che ci saranno altri cento di questi giorni e altre cento di queste iniziative. Eh, sì! Perché questa storia partecipa a “Te l’avevo detto!”, iniziativa del forum “The Black Parade” per il compleanno del suddetto figaccione.
Nel frattempo vorrei dire GRAZIE! alle ragazze del forum: se ho trovato il coraggio di pubblicare la mia prima storia lo devo anche a voi.
 
E quindi…niente, è tardi. Alla prossima ;)
 
 
   
 
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