A
chi ha avuto il coraggio di risorgere
per provare ad
essere se stesso.
Li guiderò io.
Ti
siedi. Chiudi gli occhi. Accavalli una gamba sull’altra.
Ti chiedi cosa
mai ti sia preso.
Ti chiedi se
forse sei diventato matto.
E’ anche
possibile, dopotutto.
Eppure, sai
che non è così.
Anni fa
ormai, hai guardato il cielo. Te lo ricordi?
Hai avvertito
una bella sensazione, una sensazione piacevole come non ti
capitava di provare da un sacco di tempo.
Rispondi a
questa domanda adesso: guardando quel cielo terso, quel cielo
così
brillante ed azzurro, non hai sentito dentro di te una voglia matta di vivere?
Ma tu
non rispondi.
C’era
da aspettarselo. Rimani immobile, con lo sguardo fisso in un punto
indeterminato.
Quando
hai alzato lo sguardo verso l’alto, verso il cielo, tu, i
tuoi ragazzi, tutti
noi,
non potevamo saperlo, ma ti è
stata concessa una seconda possibilità.
In cuor tuo ci
speravi davvero, in
un’altra chance. Ma non lo ammetterai
mai, probabilmente.
L’emozione
di gioia, di felicità vera che ti ha pervaso durante quella
partita memorabile
ti ha salvato.
Nonostante il tuo cuore avesse cessato di battere,
c’è stato un
qualcosa che fino all’ultimo, ultimissimo istante ti ha
obbligato a non arrenderti,
a lottare per la vita. E a quanto pare, la perseveranza è
stata ripagata.
Chissà,
forse un angioletto ce l’avevi
anche tu, lassù da qualche parte…
Ti sei
ripreso velocemente, ma hai preferito rimanere nell’ombra. C’era da
aspettarselo. In fondo, sei abituato a lavorare all’oscuro di
tutti, è
nel tuo stile.
Avevi deciso
di lasciare il calcio, in un primo momento. Ripudiavi
l’essere stato salvato, volevi soltanto sparire, per sempre questa
volta.
Ma non ti
è stato permesso.
E
guardandoti allo specchio, avresti dovuto vedere un’ombra
vaga e offuscata, che
lentamente avrebbe dovuto dissolversi.
Avresti voluto essere solo un brutto
ricordo di chi ha avuto a che fare con te, per cadere
nell’oblio una volta per
tutte.
E invece la
tua figura era sempre lì, viva e vegeta a ricambiare quello
sguardo
severo ma che tradiva un’incertezza, una paura strana.
Fondata, sensata, ma
strana.
Hai
vissuto all’ombra della vita per quasi dieci anni, ma poi sei
tornato.
Era
un segreto troppo grande per te, o anche
tu alla lunga hai paura di stare da solo?
La
lezione l’hai imparata, almeno: una volta che ci sei dentro,
ignorare o peggio
ancora dimenticare il calcio è impossibile.
E tu non sei
stato da meno.
Per quanto
inizialmente avessi voluto sparire per sempre dal mondo del calcio e
dal mondo in generale, poi la tua passione ha preso il sopravvento.
Per quanto
possa sembrare ipocrita alle tue orecchie, tu ami il calcio e adesso
sai quanto prezioso sia per te.
Perché
continui a guardare davanti a te?
Perché
mi ascolti fingendo di non prestarmi attenzione?
Aah..
Non cambierai mai.
Guardando
il cielo, quel pomeriggio così importante per te, avresti
mai pensato che a
distanza di anni ci saresti andato davvero?
Avresti attraversato lo spazio, per
salvare attraverso quel calcio che avevi appena scoperto di ammirare,
quel
mondo che ti aveva sempre disprezzato?
…
Sì,
forse non hai tutti i torti a credere di essere impazzito.
Ridacchi
appena, ma probabilmente non sei affatto concentrato su quello che ti
sto dicendo.
Ridi pensando
a quanto devi aver spaventato il presidente dell’associazione
del
calcio giovanile giapponese, questa sera, comparendoci così,
davanti,
all’improvviso.
Gouenji…
Sono
proprio diventati grandi, eh?
Hai
avuto bisogno di tempo per renderti conto di quello che era successo
alla tua
mente.
Della
capacità spaventosa che avevi
acquisito come effetto collaterale del farmaco proibito per legge che
ti aveva
salvato la vita.
Hai
avuto bisogno di tempo per renderti conto di quello che stava accadendo
e che sarebbe accaduto al tuo pianeta.
Di come tu potessi fare qualcosa
per
salvarlo.
“Mamoru
e gli altri non hanno più bisogno di me. E il mondo del
calcio non ha più
bisogno di te.”
Il tuo
amichetto Hibiki… A quanto pare si è sbagliato.
Ancora. Di nuovo.
La gente ha
sempre avuto degli strani pregiudizi nei tuoi confronti, in
effetti…
Mi sembri
distratto. Oppure concentrato su qualcos’altro.
Il concetto
non cambia più di tanto.
Quel che
conta però, è quello che hai fatto.
E fidati
quando ti dico che non potevi fare di meglio.
Dopo
anni in cui ti sei rifiutato di farti vedere in giro e riprendere
possesso
della tua vita, sei uscito allo scoperto.
Sei tornato,
perché il mondo del calcio ha bisogno di te.
E tu sei
l’unico che possa accettare questa sfida galattica.
E’
successo qualcosa dentro di te.
Qualcosa che
probabilmente non spiegherai mai, forse neppure a te stesso.
Fatto sta che
qualcosa è avvenuto.
Qualcosa che
ti ha fatto prendere in mano la situazione.
Qualcosa che
ti ha fatto superare la paura di non essere riaccettato.
Qualcosa che
ti ha spinto a credere nell’impossibile.
Qualcosa che
ti ha spinto a dire…
Conosco la situazione, li guiderò io.
*angolino
(?)*
Un nome
più stupido non potevo trovarlo, eh?!Salve, gente
dell’altro emisfero.
(?)
Qui Sissy, che
sta male come un cane (?) ma che vede i lati positivi dello
stare confinati in casa sommersi di fazzoletti (?) e approfitta per
aggiornare!
*ç*
Muahahahahahah!
E Kuroiwa
colpisce ancora! (?)
Qui non
c’è granché da dire: sono solo una
serie di pensieri e riflessioni che
ho voluto mettere su scritto dopo aver visto e rimuginato
sull’episodio 18/19
del Galaxy… ^^”
Quella
“voce narrante” che parla con Kuroiwa…
Potrebbe essere la sua coscienza,
toh. *v*
O,
perché no, Sissy! *si sente potente nell’esser
paragonata alla voce nella
testa di Kageyama (?)*
Oppure
potreste essere voi.. ^^”
Vedetela un
po’ come più vi piace, vah.
La citazione
che ho messo a circa metà shot è di Hibiki
nell’episodio… 37 mi
pare; la sfida alla Shin Teikoku, per chi non se ne intende di numeri
(?) ^^”
Per il resto,
non mi pare ci sia altro… Studiare psicologia fin dal primo
anno
di liceo comporta dei pesanti effetti
collaterali, e questa ff ne è la prova. Vedete di stare
attenti, poiché potrei
essere sempre più tentata di scrivere cose del genere *^*
Uomo avvisato,
mezzo salvato.
E per oggi mi
dileguo. ^^
Baci a tutti!!
<3
Sissy