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Autore: foreverwithyou    23/09/2013    4 recensioni
Tratto dal cap.1:
«E’ libero questo posto?»
Una voce fa sobbalzare Melanie. I suoi occhi verdi si posano sulla figura di un possente giovane biondo che le regala un meraviglioso sorriso. Anche se solo per qualche istante Melanie si sente viva, scongelata da quel ghiacciato vento di metà novembre.
«Certo, si sieda pure.»
I suoi modi dolci e affabili fanno spazio al bel giovane che non tarda ad accomodarsi accanto a lei.
«Odio Londra!» Dice il ragazzo guardando il cielo ricoperto di nuvole.
«Meglio scappare..» Dice Melanie guardando il giusto ed elegante profilo del ragazzo.
«Sfortunatamente non parto per un posto migliore di Londra.» Dice ghignando mentre poggia lo sguardo sul dolce viso di Mel che si limita a sorridergli.
«Sono Benjamin Jay Miller, molto piacere.» ...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2
 
Il viaggio è alquanto noioso per Melanie, sfoglia di continuo il suo prezioso libro di Shakespeare non riuscendo a capire dove si fosse interrotta la sua lettura durante l’attesa del treno.
“Credevo di essere arrivata qui.” Pensa ingenuamente Melanie. Chiude il libro di botto stanca di sforzarsi ancora di più la vista in quel semibuio vagone del treno.
C’è una madre attorniata dai suoi presunti figli seduta di fronte alla ragazza. Mel la guarda sorridendo e la donna contraccambia con uno sguardo mezzo spazientito. I bambini non la fanno star tranquilla un attimo, fanno domande su domande.
“L’ingenua curiosità dei cuccioli!” Pensa Melanie. La fermata per Winchester è vicina. Melanie si abbottona il cappottino rosso e guarda il gelido panorama che scorre veloce fuori dal finestrino imponente. È ignara che, nel vagone dopo al suo, c’è il giovane Miller.
Il ragazzo inganna l’attesa abbozzando su un foglio bianco i fini lineamenti di Melanie.
Benjamin Jay Miller ha la passione del disegno sin da piccolo. Ha anche frequentato delle lezioni private quando viveva con i suoi. Ora è cresciuto, è un uomo ricco di bontà e umorismo e Melanie sembra essersi accorta di questo. Benjamin è dedito al suo disegno, al ritratto di quella fanciulla che spera di rincontrare presto, immagina i suoi occhi verdi e brillanti, la sua bocca rossa e carnosa, il suo minuto corpo avvolto in uno squisito e fine cappottino rosso. Ogni cosa di quella dolce sconosciuta è impressa nella sua mente e nei suoi ricordi.
Se solo sapessi il suo nome.” Il giovane Miller si incupisce con questi pensieri. Sente che, se sapesse solo il nome di quella creatura potrebbe fare ogni cosa in suo potere e molto di più per trovarla.
“Il treno si è fermato di nuovo. Chissà se lei scenderà qui o se è già scesa.” Benjamin non si da pace. E’ irrequieto, cosa strana per un tipo calmo e sereno come lui.
Dopo altri venti minuti di viaggio, questi senza soste improvvise e brusche, è arrivato il momento dell’ultima fermata: Winchester.
Benjamin si stringe la sciarpa al collo per proteggersi da quell’inaspettato vento che lo investe non appena esce dal vagone.
Melanie recupera la sua valigia dal vagone-bagagli e si incammina verso l’uscita della stazione per poter trovare un taxi che la porti alla villa di nonno Alexander e nonna Christina.
Benjamin, tra la folla e il vento che lo attanagliano, scorge alcuni suoi familiari e si avvicina a loro. Mamma Elizabeth gli va in contro e lo imprigiona nelle sue possenti braccia come solo una mamma sa fare.
«Ben, mi sei mancato.» Dice quasi commossa.
«Forza mamma, sono solo otto mesi che non mi vedi!» Dice ironico il ragazzo mostrando un sorriso felice e rilassato.
Elizabeth accarezza la guancia ruvida di Ben e rimane leggermente perplessa.
 «Ti stai facendo crescere la barba!» Dice quasi in un soffio.
Il ragazzo si limita ad accennarle un sorriso. E’ soddisfatto del suo aspetto. Elizabeth ha capito che suo figlio sta maturando, sta crescendo e quello era un evidente segno.
«Ciao fratellone.» Dicono in coro avvicinandosi una coppia di gemelli, i fratelli minori di Ben.
«Ragazzi, ciao a voi.» Dice ricevendo un doppio abbraccio.
Dopo il piccolo momento di ritrovo con i familiari Benjamin entra in macchina e si reca a casa, non vede l’ora di riabbracciare suo padre e sua sorella che mancavano all’appello.
Intanto Melanie è giunta alla residenza dei suoi adorati nonni paterni. Scende dal taxi e inizia a guardare la meravigliosa villa in lontananza recintata da un cancello alto in ferro. Un grande sorriso si accende a quella vista così familiare! Melanie viene disturbata dal tassista che le porge la sua valigia. Così, la ragazza lo ringrazia per la premura, lo paga e si incammina verso il cancello. Alza il braccio e lo agita alla vista di sua nonna affacciata al balcone. Dopo un primo momento di stupore, la signora Christina, si precipita in casa e scende le scale velocemente urlando che la sua Mel è arrivata catturando, così, l’attenzione del suo consorte intento a fumare la pipa. Mel vede sua nonna varcare la soglia della porta d’ingresso con tutto il suo fascino inglese e la sua camminata signorile. Si avvicina alla sua nipotina con le braccia spalancate pronta ad accoglierla sul suo petto e farle sentire tutto il calore materno che le manca da tempo. Delle parole rinchiuse e strette accompagnano il dolce momento finchè non si aggrega anche nonno Alexander.
«Che bello che sei qui, Melanie!» Dice la nonna accarezzandole il viso, una volta sciolto l’abbraccio.
La ragazza sorride felice di fronte alle due querce della famiglia, alle due persone più unite del pianeta.
«Hai fatto buon viaggio?» Domanda il nonno.
Annuisce, Melanie, in risposta alla domanda mentre lo guarda con occhi quasi da innamorata.
«Hanno costruito tante ville qui intorno, ciò significa che manco da parecchio.» Dice con tono avvolto dalla tristezza.
«Ci rifaremo dei due anni persi, mia cara.» Dice rassicurante la nonna facendole strada.
Mel entra in casa accompagnata da Christina e Alexander Sanchez, i suoi adorati nonni paterni e spera vivamente che le cose possano tornare come prima in un baleno.
Benjamin entra nel cortile di casa Miller accompagnato dai gemelli, Ethan e Alan, e da sua madre Elizabeth. La servitù gli apre la porta e lo accoglie nel modo più benevolo. Le gambe di Ben tremano, ha voglia di incontrare suo padre.
«Ben, sei tornato!» Dice una ragazzina con una lunga capigliatura bionda e ribelle con indosso un abitino color pesca.
«Rosie, piccola!» Dice Ben andando ad abbracciarla.
«Mi sei mancato tanto, fratello!» Dice sorridendogli.
«Sei cresciuta tantissimo in questi otto mesi.» Dice Ben.
Dopo il ritrovo con la sorellina quattordicenne Rosie, Ben apprende dalla servitù che suo padre è bloccato in azienda ma che sarà a casa per cena. Il ragazzo si ritira in camera sua rassegnato per disfare i bagagli.
Pensa a suo padre e alle sue parole prima della sua partenza per la St.Andrews University.

«Mandare avanti un’azienda è complicato al giorno d’oggi, figliolo. Temo che quest’anno farò i salti mortali per non fallire. Tua madre chiederà il divorzio non’appena glielo dirò! Tu studia e non preoccuparti per me.»

Il ricordo del tono rassicurante e ironico di Terence Miller fanno accennare un sorriso sulle sottili labbra di Benjamin.
Melanie, intanto, spalanca la finestra della sua stanza e si gode il panorama prima che la nonna la chiami per pranzare. Ci sono così tante nuove e belle case intorno a lei, i ricordi si rifanno vivi in modo intenso.
“Mi ricordo quando questa stradina era solitaria e quanto i miei nonni si incolpavano per aver scelto un posto così isolato dove abitare, poi se ne sono fatti una ragione e sono piombati così tanti vicini!” Pensa fugace la piccola Mel appoggiata al davanzale beandosi del venticello freddo che le percorre gli zigomi.
   
 
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