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Autore: avrilmiki    25/03/2008    1 recensioni
"Il mio compito è proteggerla. Da tutto e da tutti. Non può essere altrimenti...è così punto e basta..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti i miei cari lettori XD!!! Prima di postare questo capitolo vorrei fare qualche precisazione...innanzitutto questa storia la sto scrivendo in un periodo molto brutto, che ha ispirato una struttura un po' particolare che non avevo mai provato. La storia non sarà chiara se non molto avanti, per adesso lascerà molte cose in sospeso, all'immaginazione!! Alcuni capitoli potrebbero essere esageratamente corti come normali o esageratamente lunghi! E, per finire, alcuni saranno una raccolta di diversi pezzi, come un puzzle,che si comporrà solo alla fine!! Beh, spero di non avervi giù annoiato con questa introduzione XD...buona lettura!!! Baci....Vale

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Lei piange.

Piange incontrollabile, forte, si sfoga.

Ed io, timoroso anche solo di sfiorarla, mi arrabbio.

E può essere fraintesa questa mia rabbia, lo so benissimo.. ma non riesco a reagire diversamente.

Non riesco ad impedire alla rabbia di salire mentre la vedo piangere, mentre la vedo soffrire.

<< Non valgo niente, è ora che mi rassegni.>> ..e mentre dice queste cazzate. Sì, cazzate, enormi cazzate. E glielo dico, glielo dico urlando.

E lei sgrana ancora di più quegli occhioni umidi, contrae il viso, se lo copre con le mani. Ha paura, non vuole che io mi arrabbi.

Ma io continuo, deve capire.

Deve capire che è la persona che vale di più al mondo. Lo faccio per lei.

Continuiamo così per parecchio tempo, lei piangendo ed io urlando.

E non so chi dei due stia soffrendo di più.

Infine, segue il silenzio.

Un lungo silenzio arrabbiato, dopo che io ho pronunciato un secco e tirato " e va bene, come vuoi tu."

Tengo lo sguardo ostinatamente inchiodato a terra.

So che lei mi sta guardando, preoccupata, aspettando speranzosa un mio segnale. E, allo stesso tempo, sa perfettamente che non lo riceverà. Sa che deve essere lei a parlare...sta solo raccogliendo le forze necessare.

La sento tremare, tirare su con il naso, e poi trattenere il respiro.

<< Sei arrabbiato con me, vero?>> Lo chiede supplicante, spaventata, con la voce che trema. Ma lo chiede.

Vorrei dirle di sì, vorrei dirle che è una stupida a dire quelle cose, ma...

<< No.>> Ecco. No. Mi è uscito. Non ce l'ho fatta, mi è uscito. Mi è semplicemente uscito.

La guardo, e lei, fra le tante lacrime, mi regala finalmente un piccolo sorriso, che mi riempie di gioia.

<< Meno male....perchè ho bisogno di te.>>

<< Ok...e che cosa hai bisogno che faccia per te?>>

Lei rompe la distanza che io avevo paura di rompere con un abbraccio forte e spontaneo.

<< Di te.....solo di te. Per sempre.>>

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Il cellulare squilla.

Lei mi guarda interrogativa, accoccolata con le ginocchia strette al petto sulla poltrona nera di camera mia, aspettando che io mi alzi a rispondere.

Io, appoggiato a lei nella posizione più comoda che possa immaginare, non ho la minima voglia di alzarmi.

Il cellulare continua insistente e rumoroso. Quando finalmente si ferma, riprende dopo qualche secondo.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo:

<< Dev'essere qualcosa di importante...>>

Mi alzo lentamente, distaccandomi a malincuore dal suo profumo e dalla sua pelle morbida.

Era più di un ora che eravamo accoccolati li, a discutere sulle possibili soluzioni al suo problema. Naturalmente, senza trovarne nessuna.

Probabilmente non ce n'erano, era solo un modo per far sentire sicura lei e per non far perdere la speranza a me che la sua vita le potesse finalmente riservare quello che si merita.

Ed invece la situazione rimane sempre la stessa... lei ha solo una cosa, e quella cosa sono io.

<< Si?>>

Sento la voce agitata di uno dei miei migliori amici. Il sangue mi si gela nelle vene e la rabbia sale veloce ed incontrollabile.

<< Arrivo.>>

Riaggancio e getto il cellulare sul letto, poi, arraffando le scarpe, mi siedo anch'io sopra esso ed inzio ad alacciarmele.

Alzo lo sguardo per un attimo e vedo lei.

Quasi me ne ero dimenticato.

Per un attimo mi perdo in quegli occhi pieni di terrore, quegli occhi che hanno capito tutto, come sempre.

<< Dove vai?>>

Lo chiede anche se sa già la risposta, ed aspettandola stringe più forte le ginocchia al petto.

Io la guardo per qualche secondo, poi inspiro forte, cercando di raccogliere tutta la lucidità che mi è rimasta.

Abbasso lo sguardo tornando ad allacciare le scarpe per non incrociare i suoi occhi con i miei, per una volta preoccupati, mentre parlo.

<< Esco.>> Lo dico con il tono più freddo possibile.

Una semplice parola, 4 lettere, e lei ha avuto la conferma di quello che pensava.

Si alza di scatto.

<< NO!!>> Urla disperata.

Io, dopo aver finito di allacciare le scarpe, mi alzo e la trafiggo con un occhiata di fuoco:

<< Devo.>>

Lei mi da uno spintone che mi fa a malapena traballare, e questo la fa arrabbiare ancora di più.

Si sente impotente, SA di esserlo.

<< Sei impazzito??? è pericoloso!! Non farlo, ti prego!>>

Io mi avvio verso le porta, ma lei si appoggia ad essa.

<< Lasciami passare, Jenny.>>

<< Che ne sarà di me se ti succede qualcosa? Che farò io senza di te? Ci hai pensato?>>

Rimango bloccato di fronte all'unico argomento convincente, ma che comunque non mi impedirà di uscire da quella porta.

Certo che ci ho pensato...ho pensato giorno a notte a lei...è l'unico motivo che mi spinge a tornare vivo ogni volta.

<< RISPONDI!!>>

<< SI, CAZZO...SI!! LO SAI!!>>

Lei rimane un attimo interdetta dal mio improvviso cambio di tonalità della voce, ma poi si riprende subito:

<< Possibile che non te ne freghi niente???>>

<< Certo che me ne frega!! Ma...>> Sospiro forte. è troppo difficile da spiegare.

<< Non puoi fare niente per impedirmelo. In un modo o nell'altro io uscirò da quella porta. E tu lo sai.>>

Jenny abbassa lo sguardo. Sì, lo sa, e anche molto bene.

<< Se ti dovesse succedere qualcosa...io...>>

La interrompo: << Non mi succederà niente.>> Faccio un sorriso forzato alzandole il viso con un dito: << Ok?>>

Lei non risponde e si scosta dalla porta, poi va alla finestra, e dandomi le spalle, parla:

<< Vai.>> Lo dice con una voce soffocata, tentando di reprimere le emozioni.

Io, invece, le emozioni...non riesco più a reprimerle.

<< Dammi un bacio.>>

Lei si volta stupita, ma non si muove dalla finestra.

<< Cosa?>>

<< Ho detto dammi un bacio.>>

Lei fa una smorfia e abbassa di nuovo lo sguardo: << Non approfittarti del fatto che sono preoccupata a morte per te solo per avere uno stup...>>

<< NON ME NE STO APPROFITTANDO!!>>

Lei sgrana gli occhi spaventata, così cerco di ritornare a mentenere un tono normale:

<< Cazzo...questa volta non sono così sicuro di tornare, ok??! E l'unica cosa che desidero da questa fottuta vita è un bacio, un tuo bacio!!>>

Lei mi guarda sconvolta: << Cosa vuol dire che non sei sicuro di tornare?!>> La voce le trema.

Non mi ha sentito...è così preoccupata, così spaventata all'idea di perdermi da non sconvolgersi nemmeno per ciò che le ho detto...vale a dire un esplicita dichiarazione dal suo migliore amico.

Mi vuole bene a talpunto da ignorarlo completamente...

Tutto questo, come ogni dannata volta, mi fa intenerire...e allora non resisto, non ce la faccio proprio più.

Corro verso di lei, le afferro il viso con due mani e gli do un bacio prepotente, forte...più che dargli, il termine adatto è "prendermi".

Lei mi lascia fare, ma non si muove di un millmetro, ne mi abbraccia. Sento solo il suo piccolo cuore battere forte, e poi...

Non è solo la mia immaginazione, le sento...

Delle piccole calde lacrime bagnano il suo viso ed inumidiscono anche le mie guance...Sta piangendo.

Sta piangendo per me.

Mi sento come se mi avessero dato una pugnalata diritta al cuore...tutto nella sua vita l'ha sempre fatta piangere...ed ora anch'io, la cosa che ha sempre definito "la più bella, l'UNICA bella."

E mi sento uno schifo...perchè io, che mi do tanta pena per toglierle o perlomeno alleviarle il dolore...invece glielo sto aumentando.

Le stringo i capelli e continuo a baciarla, sempre più forte, finchè le labbra non mi fanno male.

Poi mi stacco.

Mi stacco, ma non la guardo negli occhi. Non ce la faccio. La bacio sulla fronte: << Torno presto...>> Le sussurro.

E me ne vado via così.
  
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