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Autore: oceanointempestalu    23/09/2013    2 recensioni
Tratto dal testo.
"Mentre Louis attendeva una risposta dal riccio, continuando a fissarlo, Harry si ricordò di una favola che gli aveva raccontato sua nonna, quando era piccolo.
-Ti amo quanto il sale- disse sorridendo così tanto che sul suo volto comparirono quelle fossette, che Louis, quando ancora erano amici e anche adesso, si divertiva a toccare, anche solo per far sorridere ancora di più Harry. Perché Louis viveva di ogni gesto che Harry faceva."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A chiunque per voi è tanto importante da dire una frase del genere.

 

 
 



Erano già otto mesi che erano insieme, quei due, a dispetto di tutto ciò che dicevano gli altri.
Nonostante i numerosi insulti subiti, all’ inizio, nonostante le difficoltà incontrate con i loro genitori, convinti che ai loro figli interessasse il doppio cromosoma X.
In realtà era strano anche per loro stare ancora insieme perché, di solito, o almeno così si diceva in giro, che fossero poche le coppie gay che restavano insieme più di un paio di mesi. Ma loro sono sempre stati un’ eccezione e lo erano in quest’ occasione.
E adesso si ritrovavano, dopo otto mesi, allo stesso tavolo della mensa, che aveva dato inizio a tutto.
-Ma perché continuano a spacciare questa roba per cibo? Insomma, io so cucinare meglio!-sbottò il castano dopo aver mandato giù, a fatica, quella poltiglia di spaghetti.
-Boo, vorrei ricordarti che hai quasi incendiato la cucina, quando c’ hai provato-gli disse il suo ragazzo, cercando di non ridere al ricordo di Louis che correva da una parte all’ altra della cucina con una caraffa piena d’ acqua, con il panico dipinto sul viso.
-Appunto Harry, appunto!-disse esasperato il liscio, spingendo in avanti il suo vassoio, rassegnandosi al fatto che il suo pranzo sarebbe stato l’ ennesimo pacco di patatine.
Il riccio ridacchiò e continuò a mangiare la sua insalata piena di ogni verdura disponibile. Non fatevi strane idee, lui non era quel tipo di persona, solo sapeva bene che l’ insalata era l’ unica cosa decente in quello schifo, che si ostinava a chiamare mensa.
Aveva provato a convincere Louis a fare come lui, ma il castano gli aveva semplicemente risposto:-Io ci provo, non si sa mai che oggi ci sia qualcosa di buono-
Perciò che si arrangiasse adesso, e che non si lamentasse con lui, se alle tre aveva fame. Ma tanto sapeva benissimo come sarebbe andata a finire, lo avrebbe convinto a prestargli dei soldi per potersi nutrire.’Perché lui non voleva che il suo bellissimo e sexy fidanzato, morisse di fame, vero?’ esatte parole di Louis. E Harry sorrideva e prendeva il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans, mentre Louis gli inondava la faccia di baci e le orecchie di ti amo.
-Haz, ma tu quanto mi ami?- gli chiese, così di punto in bianco, dopo che aveva passato una decina di minuti a fissarlo.
Perché sì, Louis si perdeva tra i suoi lineamenti perfetti, o almeno così diceva lui. Si perdeva nei suoi occhi, che ogni volta assumevano una sfumatura diversa e Louis amava le sfumature. Una volta potevano essere verde prato, quando era immerso nei suoi pensieri, o potevano anche essere di un verde più chiaro quando sorrideva a lui e a qualsiasi altra persona. Potevano anche arrivare ad un verde così scuro, da sembrare quasi grigi, quando era triste. Ma tutto questo lo sapeva solo Louis, perché Louis si perdeva sempre in quegli occhi, che trovava sempre affascinanti e che riusciva sempre a farli trasformare in quel verde chiaro, che sembrava quasi il colore del prato bagnato dalla rugiada e inondato dai raggi del sole. Un verde che quasi ti acceca, ma che tu continui a guardare perché è così bello, che non ti fa più pensare a cosa sia bene e a cosa sia male. Si perdeva a fissare la moltitudine di boccoli che si ritrovava in testa. Spesso si chiedeva se ci abitasse qualcuno su quella testa, insomma, era un domanda lecita, visto che aveva così tanti capelli.
Si perdeva a fissare il corpo del riccio e a pensare a quanto fosse cambiato in quegli otto mesi. Era dimagrito un po’ e grazie alla palestra, iniziavano anche a formarsi gli addominali. Louis aveva dovuto dire addio a quei fianchi che mordeva ogni qual volta si ritrovavano a fare l’ amore, non che gli dispiacesse la nuova corporatura del riccio. Non che non gli piacessero quegli addominali e soprattutto quella V che si era andata a formare su suoi fianchi ormai asciutti. Per non parlare di quelle gambe così fini e slanciate, sembravano quelle di una donna! E ovviamente Louis non perdeva ogni occasione per ripeterglielo, facendo mettere il broncio al riccio. Ma la parte che più amava del corpo del suo ragazzo erano le sue mani. Non andate subito a pensare male, banda di perversi che non siete altro! Louis amava le mani di Harry perché erano molto più grandi delle sue e quando si prendevano per mano, sentiva la sua mano sprofondare in quella del riccio, ma nello stesso momento la completava. Le mani di Harry erano enormi e facevano sentire Louis protetto, quando lo abbracciava. Louis si sentiva sempre protetto dal suo ricciolino sexy, in ogni momento, anche mentre univano corpo e anima.
Mentre Louis attendeva una risposta dal riccio, continuando a fissarlo, Harry si ricordò di una favola che gli aveva raccontato sua nonna, quando era piccolo.
-Ti amo quanto il sale- disse sorridendo così tanto che sul suo volto comparirono quelle fossette, che Louis, quando ancora erano amici e anche adesso, si divertiva a toccare, anche solo per far sorridere ancora di più Harry. Perché Louis viveva di ogni gesto che Harry faceva.
-Che significa che mi ami quanto il sale? Non ha senso! Vuol dire che non mi ami, Haz?- chiese Louis, sentendo il suo cuore battere ancora più veloce, preoccupato della risposta del riccio. Insomma, gli ripeteva ogni giorno che lo amava, non poteva dirgli che non lo amava più, certe cosa vanno dette con un certo tatto. Louis iniziò a farsi mille filmini in testa,come al suo solito. Pensava che il riccio avesse incontrato qualcuno che lo rendesse ancora più felice di lui e che quindi lo stesso lasciando. Pensava di non aver fatto abbastanza per il suo ragazzo. Pensava che forse non era bello abbastanza per il suo ragazzo. Insomma, gli aveva detto che lo amava quanto il sale, che senso ha?.
-Ma no, Boo. Pensaci bene- gli disse sorridendo ancora, felice di ciò che aveva appena detto e che il fidanzato non avesse ancora capito bene. Si alzò dal tavolo, poco dopo il suono della campanella, lasciando sulle labbra del fidanzato un leggero bacio a stampo, per poi correre verso la classe di (fisica) altrimenti chi l’ avrebbe sentita la professoressa Stonem.
-Ma cosa diavolo gli passa in quella testa? I ricci gli restringono il cervello-borbottò Louis, guardando la figura di Harry dirigersi verso l’ uscita e continuando a pensare a ciò che gli aveva detto poco prima. Alla fine voleva capire cosa significasse ciò che gli aveva detto.
 
 
 
 
Passarono due settimane da quel giorno e Louis continuava a chiedere al riccio cosa significasse quella frase, ogni qual volta si ritrovassero da soli. Ma il riccio al sentire quella domanda iniziava a ridere così tanto che faceva nascere anche un piccolo sul volto del suo ragazzo, che cercava invano di fingersi offeso.
-Avanti Harry, dimmi cosa diavolo vuol dire quella frase!-lo pregò Louis mentre lo guardava preparare la cena. Era venerdì sera e di solito, dal venerdì alla domenica, i loro genitori li lasciavano insieme. Trascorrevano quei giorni nel bungalow di Robin, il patrigno di Harry, che gentilmente aveva offerto la sua casa come nido d’ amore dei due piccioncini. E sia Louis che Harry non vedevano l’ ora che arrivasse quel giorno per poter stare insieme e non doversi preoccupare di niente, oltre che del cibo, naturalmente.
Harry ridacchiò e decise di aiutare Louis a venir fuori ‘da quell’ enigma così complicato che gli aveva rifilato’.
‘Allora la figlia invitò il padre al suo pranzo di matrimonio, andò dai cuochi..’ in quel momento gli ritornò in mente la favola che gli raccontava sua nonna nei giorni d’ estate in cui sua madre lo portava lì, visto che non aveva abbastanza soldi per una babysitter e sua sorella era già all’ università. Perciò, in realtà, non stava facendo niente di male, si stava attenendo alla storia, infondo.
-Va bene LouLou, ti darò un indizio, ma sei tu che devi scoprire dov’è-gli disse con un tono vagamente misterioso. Ad Harry piaceva tenere tutti sulle spine. Diceva che dopo c’ era più gusto a scoprire qualcosa e non posso che essere completamente d’ accordo con lui.
Louis roteò gli occhi e:-Ma perché conosco certi personaggi?-borbottò andandosi a sedere sul divano.
Harry rise e continuò ad occuparsi della cena, stando, ovviamente attentissimo al dettaglio più importante: il sale.
-Lou, è pronto, vieni!-urlò il riccio, non vedendo l’ ora che il suo ragazzo assaggiasse ciò che aveva preparato e sperando che capisse ciò che lui voleva dire due settimane fa.
-Non è che mi ritrovo tipo qualche foglietto con il misterioso indizio nella pasta, vero?- chiese Louis una volta sedutosi davanti ad Harry.
-Probabile- disse Harry ridacchiando, prima di iniziare a mangiare.
Non appena Louis mise il primo boccone in bocca, sentì che c’ era qualcosa che non andava, e iniziò veramente a chiedersi se il riccio non avesse fatto qualcosa di strano alla sua pasta. Ma man mano che mangiava sentiva che mancava qualcosa che dava sapore alla pasta, ma non riusciva a capire cosa. E non era solo al primo piatto che mancava qualcosa, a tutti i piatti mancava qualcosa.
-Scusa Haz, posso assaggiare un po’ di carne dal tuo piatto?- si decise a chiedere il liscio, una volta che pensò di aver capito l’ ingrediente mancante.
-Certo- esclamò il riccio tutto contento.
Louis tagliò un pezzo di carne, lo portò alla bocca, lo masticò e non appena la sua lingua entrò in contatto con questo  i suoi occhi s’ illuminarono e subito tutto gli fu chiaro.
-Come diavolo ho potuto essere così stupido?-disse ad alta voce per poi ridere a più non posso.
Harry lo seguii a sua volta. Non si poteva non ridere, quando Louis rideva, era umanamente impossibile.
Il castano si alzò dalla sedia, raggiunse Harry, gli si sedette sulle ginocchia e lo guardò fisso negli occhi che in quel momento erano accesi da una luce che gli aveva visto solo in poche occasioni.
-Finalmente hai capito, eh testone?- gli disse dolcemente il riccio prima di fare sfiorare i loro nasi.
-Sei un bastardo. Lo sai che mi dovrai cucinare tutto di nuovo, vero?- chiese retorico con il sorriso stampato il volto.
-Ti amo quanto il sale, Louis Tomlinson, perciò lo rifarei mille volte.- gli disse il riccio prima di baciarlo dolcemente, facendo sì che entrambi i nostri protagonisti si racchiudessero nella loro bolla.
Il sale, mie cari lettori, può sembrare una cosa stupida, ma serve a dare sapore a tutti i cibi. Non si può non usare il sale quando si cucina, uscirebbe tutto una vera schifezza ed è questo quello che Harry ha detto a Louis.
Con lui è completo. Ha un certo sapore, da quando stanno insieme. Senza lui farebbe schifo, sarebbe solo uno dei tanti scialbi adolescenti che si limitano a fare l’ essenziale per vivere. Rimarrebbe sempre bellissimo, certamente, ma non sarebbe dolce quanto lo è adesso, non sarebbe felice quanto lo è adesso, non sarebbe niente di quanto è adesso.
Perciò, mie cari signori e signore, abbiamo assistito alla più grande dichiarazione d’ amore del secolo e spero di essere stata in grado di descriverla al meglio.
Cosa fanno Harry e Louis adesso? Adesso vivono insieme, Harry frequenta l’ ultimo anno di università ,Louis è un ottimo insegnante di recitazione, organizzano il loro imminente matrimonio. ‘Harry è tra soli cinque mesi!’ continua a ripetere Louis ogni giorno di Marzo.
Sapete cosa hanno scritto sulle loro promesse? Niente di lungo e commovente solo cinque parole:
 
 
‘Ti amo quanto il sale’







 
Salve a tutti, gente!
Ve l' ho detto che sarei tornata, ma questa non è ancora la nuova storia, purtroppo (o per fortuna, che dir si voglia).
Nonna mi ha raccontato la storia a cui Harry s' ispira e ho pensato bene di scriverci su una OS tutto fluff.
Spero vi piaccia, io sono molto contenta del risultato.
A presto,
vostra Lù.




 
Grazie mille per il banner, Boo. 
   
 
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