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Autore: weretogether    23/09/2013    5 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
---
Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(QUANDO FINITE DI LEGGERE IL CAPITOLO, POTETE DARE UN'OCCHIATA ALLO SPAZIO AUTRICE? E' IMPORTANTE. GRAZIE SE LO FARETE (: )

Capitolo 18.
"Justin!"

Justin’s pov.
 

Il mattino dopo mi svegliai e sentivo qualcosa che mi solleticata la spalla.
Mi girai di poco e vidi che Kristen era appoggiata su di me. Era il suo respiro.
-Kristen.- le sussurrai all’orecchio.
-Kristen.- ripetei di nuovo.
-umh.- mugugnò appena.
-Kristen, dobbiamo svegliarci.-
Lei si girò dandomi le spalle e facendomi ridere.
-smettila di ridere.- disse con la voce impastata dal sonno.
-dai, c’è scuola.-
-non voglio andarci.-
-e invece devi, sbrigati.-
Si girò per la seconda volta, facendo aderire la sua schiena al materasso e si passò una mano sugli occhi prima di aprirli lentamente.
-ieri sera ci siamo addormentati qui?- chiese.
-a quanto pare si.- dissi. Capitan ovvio.
-devo prepararmi.- disse mettendosi seduta per poi alzarsi dal letto.
-okay, ti aspetto in cucina.-
Uscì dalla mia camera e si richiuse la porta alle spalle.
A quel punto mi alzai, mi vestii e mi diressi verso il bagno che, fortunatamente, non era ancora occupato.
Quando fui pronto scesi in cucina.
-buongiorno.- dissi entrando in cucina e lasciando un bacio sulla guancia a mia mamma che era alle prese con i pancakes.
-ciao Justin.- mi disse lei sorridente, anche se sapevo che c’era qualcosa che non andava. Lo vedevo dalla sua espressione e dal suo sorriso forzato.
-che c’è mamma?- le chiesi.
-umh?- disse facendo finta di niente e lanciandomi uno sguardo interrogativo.
-dai, lo vedo che sei preoccupata, che succede?-
-Justin, sai che sono sempre stata dalla tua parte e ovviamente le cose non cambieranno, ma ieri sera quando sono tornata a casa ho visto un borsone nel corridoio e così mi sono incuriosita. sono andata nella stanza degli ospiti e ho visto che c’era della roba in giro, poi sono entrata in camera tua e ti ho visto abbracciato stretto a Kristen.-
-e?-
-e tu sei fidanzato con Susan.-
-mamma, non abbiamo fatto niente di male. i suoi genitori le hanno detto di stare fuori per un po’ e visto che era già tardi le ho detto di restare qui. avrei dovuto lasciarla andare in giro sola alle dieci di sera?-
-lo so che non avete fatto niente di male, ma non credi che non sia giusto nei confronti di Susan?-
-mamma, non l’ho baciata, né cose simili. siamo solo amici.-
-ma prima eravate fidanzati.—
-prima.- dissi con la voce rotta.- ora io sto con Susan e Kristen frequenta un altro ragazzo.-
-se lo dici tu. ma non farle soffrire, non se lo meritano.-
-non succederà.- dissi rassicurandola.
Poco dopo in cucina entrò Kristen seguita da mio papà.
-ciao.- disse imbarazzata Kristen.
-ehi Kristen.- l’accolse dolcemente mia mamma. L’aveva amata dal primo momento, ma, siamo sinceri, chi non l’amerebbe? –vieni, siediti. ho appena fatto i pancakes.- le sorrise.
Anche Kristen abbozzò un sorriso e, insieme a noi, prese posto a tavola.
-scusate per l’irruzione di ieri sera..- disse mentre mia mamma metteva la colazione nei piatti.
-non devi preoccuparti, sei sempre la benvenuta qui.- la rassicurò mio papà.
-in ogni caso dopo scuola passerò a prendere le mie cose e andrò da mia nonna.-
-perché?- le chiesi.
-non mi va di disturbare..-fece una pausa addentando un pancake.- e poi a casa di mia nonna ci sono molte stanze, mi troverò bene.- fece spallucce.
-non disturbi affatto.- mi precedette mia mamma.
-tranquilli, fa niente.- fece spallucce lei.
-ma casa di tua nonna è distante da scuola.-
-lo so.-
-arriverai in ritardo.-
-prenderò l’autobus.-
-ma non passerà in orario.-
-allora andrò a piedi e mi organizzerò meglio il tempo.-
-dai Kristen, puoi restare qui, nessun disturbo, davvero.-
-ma poi ci sarà Susan, non penso le andrà bene.-
Allora era questo il problema? Il problema era Susan?
-Susan per ora è in viaggio e quando tornerà le andrà bene che tu starai qui, sa che siamo solo amici.- abbozzai un sorriso cercando di convincerla.
-non so, vedremo.- disse finendo poi di mangiare.
 
Kristen’s pov.
 
Quando finimmo di fare colazione Justin insistette per accompagnarmi a scuola, dicendomi che avrei fatto tardi e che Mr. Flores non avrebbe fatto finta di niente questa volta.
Come una stupida mi lasciai convincere e, dopo che lui ebbe preso il suo zaino e io il mio, uscimmo di casa e salimmo sulla moto.
Di nuovo, quando il mio petto e la mia testa aderirono perfettamente alla sua schiena sentii una scia di brividi percorrermi tutto il corpo.
Era dura stargli così vicino e dover far finta di niente. Non sapevo per quanto tempo ancora avrei resistito.
-tieniti stretta.- disse prima di mettere in moto.
Feci come mi aveva detto e subito dopo partì.
Le mie mani erano strette intorno a lui e, nonostante l’aria mattutina mi pizzicasse di poco la pelle, era come se ogni cosa che non fossimo io e Justin non avesse importanza.
In quel momento, li, tra le sue braccia, stavo bene.
Quasi vicino scuola, gli chiesi di farmi scendere, per evitare i commenti della gente. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era che Jon smettesse di parlarmi e che Susan diventasse mia nemica, sempre detto che non lo fosse già.
-ci vediamo a casa.- mi disse dopo essere scesa.
-ciao.- Gli porsi il suo casco e mi diressi verso scuola.
-ehi, aspetta, non dimentichi niente?- chiese attirando la mia attenzione.
Mi voltai a guardarlo lanciandogli uno sguardo interrogativo.
-dovresti salutarmi.- mi disse.
-no, non ci penso nemmeno.-
-dai, io ti ho portata fino a qui, almeno ringraziami.-
-ma sei stato tu a costringermi a venire con te!-
-io? costringerti? non mi sembra che tu ti sia fatta pregare per venire in moto con me!- disse serio anche se, lo sapevo, si stava trattenendo dal ridere.
-certo che sei proprio uno stronzo!- sbottai avvicinandomi e baciandogli delicatamente la guancia.
-brava bambina, così si fa.- disse ridendo.
-vaffanculo.- gli feci il dito medio e mi diressi verso scuola.
Ridacchiò e subito dopo ripartì fino ad arrivare a scuola, dove poi parcheggiò e raggiunse i suoi amici.
-Kristen!- esclamò una voce dietro di me.
Mi girai di scatto. –Izzy!- dissi vedendola.
-finalmente ci rivediamo!- disse abbracciandomi.
Quel gesto inaspettato mi spiazzò leggermente, e non ne sapevo nemmeno il perché, ma ricambia l’abbraccio.
-saresti potuta venire a farmi visita!- disse fingendosi seria.
-sono venuta infatti, poi però ho avuto anche io la febbre!- dissi facendola ridere.
-allora, come va ora?- chiese mentre entravamo a scuola e ci dirigevamo verso i nostri armadietti.
-meglio, a te?-
-bene..- disse facendo la misteriosa.
L’appuntamento, l’appuntamento, l’appuntamento!
-allora, com’è andata con Ed?-
A quella domanda i suoi occhi si illuminarono, anche se non lo voleva dare a vedere. Si vedeva che aspettava quella domanda.
-abbastanza bene..-
-dai Izzy, devi raccontarmi tutto.-
Lei sorrise e, mentre ci dirigevamo in classe, mi raccontò tutto.
 
L’ora di pranzo arrivò subito e, a differenza delle altre volte, io e Izzy decidemmo di pranzare dentro.
In realtà era stata una sua decisione. Voleva vedere Ed e io non potevo di certo impedirglielo.
Dopo aver preso qualcosa da mangiare, ci sedemmo ad un tavolo poco distante dalla porta d’ingresso alla mensa.
-allora, dov’è Ed?- le chiesi.
-umh, sarà in giro.- fece spallucce.
Poco dopo vidimo la porta spalancarsi e Ed entrò accompagnato da una delle solite ragazze.
Si girò a guardarci e salutò Izzy con un cenno della mano che lei, fingendosi felice, ricambiò.
Notai subito nei suoi occhi una nota di delusione.
-Izzy, sarà solo un’amica.- le dissi leggendole nel pensiero.
-certo, una di quelle che si porta a letto.-
-non pensarla così. se ti ha chiesto di uscire ci sarà un motivo, e poi ora ti ha salutato.-
-stronzate.-
-vedrai che ci tiene.-
-no che non ci tiene.-
-avere qualche amico non significa non tenere a qualcun altro.-
-ma quella era un’amica.-
-è uguale, non fa differenza.-
-invece si che la fa.-
-no, perché se avesse fatto la differenza non ti avrebbe nemmeno degnata di uno sguardo, cose che, come hai ben potuto vedere, non ha fatto.-
Lei fece spallucce.- forse hai ragione tu.-
-lo so.- abbozzai un sorriso sperando di averla rassicurata almeno un po’.
-sta venendo verso di noi.- disse d’un tratto guardando oltra la mia spalla.
-chi?- chiesi.
-ciao Jon!- disse Izzy.
Mi voltai velocemente a guardarlo e vidi che la sua espressione non era delle migliori.
-ciao Isabella.- le disse mentre le sue labbra si incurvavano leggermente in un sorriso.
-ehi.- dissi sorridendogli.
-posso parlarti?-
Annuii col capo e mi alzai velocemente dal tavolo.
Lui mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla mensa.
-perché mi eviti?- mi chiese un po’arrabbiato.
-non ti evito.-
-e invece si. dopo l’altra sera non ti sei fatta nemmeno sentire. ti ho mandato dei messaggi ma non hai risposto, si può sapere che ti prende? ti sei pentita del bacio? se è così dimmelo, possiamo almeno rimanere amici.-
-no, non mi sono pentita. è solo che ieri sono uscita e ho dimenticato il cellulare a casa, poi quando sono tornata era scarico e non ho avuto modo di leggere i messaggi.- mentii.
-sul serio Kristen, se vuoi che restiamo solo amici, per me va bene, ma non evitarmi.- la sua voce si addolcì.
-te lo ripeto, non ti ho evitato e non voglio che restiamo solo amici.- dissi sorridendogli.
-okay.- disse avvicinandomi a lui.
Poggiai la mia testa sul suo petto, e lui mi baciò la testa.
-questo pomeriggio che fai?- mi chiese mentre mi teneva ancora stretta a sé.
-dovrei studiare per recuperare chimica..-
-e questa sera? ti va di andare a fare un giro?-
-okay.- gli sorrisi mentre mi allontanavo di poco per posare le mie labbra sulle sue.
Lo stavo baciando. Io lo stavo baciando per la seconda volta!
Brava Kristen, così si fa!
Ovviamente Jon ricambiò il bacio e ne fui felice.
-emh..- sentimmo qualcuno schiarirsi la voce.
Jon si girò lasciando le mie labbra.
-che vuoi Justin?- gli chiesi fulminandolo con lo sguardo.
-siamo in un luogo pubblico.- mi rimproverò.
Che pezzo di merda!
-e allora?-
-allora dovreste darvi una calmata.-
-aspettiamo che torna Susan e poi ne riparliamo.- gli feci l’occhiolino e trascinai dentro la mensa Jon.
 
Le altre ore di scuola passarono velocemente e una volta all’uscita Ed raggiunse Izzy che aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
L’ammiravo. Ammiravo il modo in cui riusciva a metterti di buon’umore anche solo ridendo. Ammiravo il modo in cui, inconsciamente, ogni singola parte di lei trapelava i sentimenti e le emozioni che portava dentro. Ammiravo tutto di lei ed ero felice che per una volta fosse riuscita a trovare una persona che l’amava davvero.
La salutai con un cenno della mano che lei ricambiò e mi diressi verso casa, o meglio, verso casa di Justin.
-Justin!- dissi vedendolo, stava salendo sulla sua moto.
Non si girò.
-Justin!- lo chiamai ancora, ma niente.
Gli corsi incontro sperando che non partisse.
-che ti prende?- gli chiesi una volta accanto a lui.
-a me? niente.-
-dai, smettila di fare lo stronzo.-
-a me sembra che qui la stronza sia tu, almeno in presenza del tuo fidanzato.-
-non è il mio fidanzato.-
-non m’importa. ti sei comportata da stronza ugualmente.-
-la smetti di comportarti così?-
-ti da fastidio che ti dica la verità in faccia?-
-no, ma..- mi interruppe.
-non hai bisogno d’essere qualcun altro per farti amare da Jon. se gli piaci davvero amerà ogni singola parte di te, anche il tuo lato peggiore.-
-sei arrabbiato?-
-secondo te?-
-mi dispiace.-
-anche a me.-
-mi dai un passaggio fino a casa? non mi va di andare a piedi.-
Rise.- scherzi?-
-ho la faccia di una che scherza?-
-te lo sogni.-
-per favore, non fare il bambino.-
-scordatelo.- mise il casco e mise a moto.
-dai, mi fai salire?-
-ciao Kristen.- disse per poi dare gas alla moto e partire.
In un paio di secondi fu qualche metro più avanti, poi si fermò di colpo.
Mi fece cenno di andargli vicino, ma, ovviamente, orgogliosa e testarda quale ero, non gli diedi nemmeno retta.
Tornò di nuovo indietro e mi tagliò la strada.
-ho un’idea.- disse.
-fai progressi, pensavo non avessi nemmeno un cervello.- dissi incrociando le braccia.
-ti riaccompagno a casa.-
-non ho intenzione di venire con te.-
-invece ora sali sulla mia moto e ti riaccompagno io.-
-e quale sarebbe la condizione?- chiesi. Era ovvio che ci fosse una condizione.
-resterai a casa mia.-

 
**
Ecco qui il capitolo 18!
So che sono in ritardo, molto in ritardo, ma avete presente la scuola? Bene, mi ha tenuta impegnata per la maggior parte del tempo.
E' impossibile per me trovare un minuto libero e quelle poche volte che l'ho avuto ero a corto di idee.
Comunque so che è davvero molto deludente, ma è più un capitolo che fa di ''passaggio'' per i prossimi che,
se ci riesco, saranno molto più interessanti (almeno credo). 

In ogni caso volevo ringraziare tutte le ragazze che lasciano una recensione, grazie, sul serio. 
Ovviamente ringrazio anche quelle che leggono ma che non hanno abbastanza tempo per recensire, sapete che la leggete mi basta :). 

Spero vi piaccia, o comunque che lo troviate interessante, e aspetto una vostra recensione, se potete :).

Ah, ultima cosa, ho appena iniziato una nuova fanfiction e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Se vi va di leggerla qui c'è il link, ripeto, l'ho appena iniziata, quindi i capitoli non sono molti, solo 1. 
(se ne trovate due è perché forse ora aggiorno anche quella).

Ecco a voi il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2140215
  
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