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Autore: Raven333    23/09/2013    1 recensioni
Fanfiction sul meraviglioso gioco di Sen (di Miscreant's Room), "Mad Father".
Questa Fanfiction č semplicemente il gioco scritto in forma narrativa. Gran parte dei discorsi, la trama, i personaggi, i finali ecc.. SONO TUTTI OPERA DELL'AUTORI DEL GIOCO, NON MIA.
Il motivo per cui ho messo per iscritto questa storia č perchč ho pensato come sarebbe stata bella in forma narrativa e quindi, visto che nessuno l'ha mai fatta, ho pensato di scriverla io.
Buona lettura! E occhio allo SPOILER, non vi conviene leggere questa fanfic se prima non avete finito il gioco!
Link per scaricare il gioco -> http://www.vgperson.com/games/madfather.htm
Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfred Drevis, Aya Drevis, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Link gioco ->  http://www.vgperson.com/games/madfather.htm
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< Huh? > Mi tirai su di scatto. Palla Di Neve si agitava, frenetico e squittiva, rosicchiando le sbarre della sua gabbia.
< Quell’urlo... Papa’? > Era indubbiamente stato lui ad urlare. Cos’era successo? Scesi dal letto e mi precipitai fuori dalla mia stanza.
< Gli deve essere successo qualcosa! Devo andare a controllare! >
Spalancai la porta e iniziai a correre lungo il corridoio.
(Ho un brutto presentimento...)
Nel corridoio ornato da un lungo tappeto rosso echeggiava un suono sinistro. Sembrava un mormorio indistinto, un ribollire di voci macabre che rimbalzava sulle pareti. Piano, poi sempre piu’ forte.
( Ma... cos’e’ questo suono? Una voce?) Fu il pensiero che feci. Il mio cuore batteva a mille e l’adrenalina ingarbugliava i miei pensieri. Quasi a meta’ corridoio dovetti fermarmi: degli schizzi di rosso apparvero sul muro e mi giunse alle narici un inconfondibile odore metallico. Non feci neanche in tempo a pensare “Sangue?”, che vidi due figure avvicinarsi a me, lungo il corridoio.
Mai avevo visto niente di simile.
Si trascinavano lentamente, ma decisi, due corpi insanguinati pieni di tagli, alcuni fatti con la precisione di un bisturi, altri sicuramente il frutto di qualche orrenda mutilazione molto meno accurata. Sangue rappreso gli sporcava le membra, uno di loro aveva il cranio spaccato e fra i capelli sudici e unti c’era anche qualche pezzo di materia celebrale. L’altro aveva solo una gamba, piegata in una strana angolazione. Si trascinava in avanti con le braccia e i resti degli arti posteriori, inutilizzabili. Il moncone di coscia lasciava dietro di se una scia di sangue nero.
Si avvicinavano, mormorando cose incomprensibili e perdendo sangue dalla bocca.
< No... Non... >
Ero impietrita dalla paura, fissavo sbigottita i due corpi, chiedendomi se forse mi trovavo in un incubo. Uno di loro mi aveva quasi raggiunta.
< Da questa parte! > Una voce mi fece sobbalzare. Mi volsi verso di essa.
( Cosa e’ stato? )
< Vieni! Da questa parte! > Ripete’ la voce, con veemenza. Ubbidii al prepotente istinto che fece muovere le mie gambe ad una velocita’ incredibile verso la voce. Ripercorsi il corridoio a ritroso, superai la mia stanza e girai l’angolo, dietro di me i due corpi che si trascinavano mollemente.
Vicino alla finestra c’era un ragazzo pallido, dai capelli biondi. Era appoggiato al muro e riuscivo a vedere solo un lato del suo volto, perche’ era posto di lato rispetto a me.
< Chi sei? > Sputai, terrorizzata.
< Da questa parte. > Fece lui, indicando il seguito del corridoio.
< Chi...? >
< Stai con me. > Si volto’.
< Ho detto da questa parte. > Sobbalzai: il ragazzo biondo aveva un buco sanguinante dove doveva essere l’occhio destro. Nel nero dell’orbita scorgevo pezzi di materia grigia. Sembrava che stesse piangendo sangue.
< Huaaaaah!!! > Girai i tacchi e scappai via da lui, voltando di nuovo l’angolo. Le due figure erano ancora li e mugugnavano in una pozza di nero sangue.
< Aaaaaaaah!!! > Frenai e rimasi un attimo in stallo, non sapendo cosa fare. Poi, come un razzo, entrai in camera mia, che era nel corridoio fra il ragazzo e i mostri e chiusi a chiave la porta. Nella mia stanza, sobbalzai nuovamente, il cuore in gola. Un uomo in smoking e con un cappello nero mi dava le spalle e fissava la libreria.
< E questo chi e’?! > Sibilai fra i denti.
< Hmm. Ci sono libri interessanti in questa stanza. Ti piacciono i libri, mia cara? >
< Lei chi e’?! > Urlai.
L’uomo non si scompose. Si volto’ e si mise di fronte a me.
< Oh, non essere cosi’ aggressiva. Sono un semplice uomo d’affari. >
Notai con sgomento che l’uomo aveva gli occhi rossi.
< U-n... uomo d’affari? > L’uomo pallido si prese il cappello e si esibi’ in un elegante inchino. Era pelato.
< Chiamami Ogre. Spero di arrivare a conoscerti, giovane signorina. > Rimasi in silenzio.
< Ma c’e’ un bel problemino, uh...?  Tutti quei cadaveri che bighellonano per la casa... >
< Cadaveri? > La mia voce tremava.
< Intende quei mostri li’ fuori? Sono come i mostri di una storia... Perche’ dei mostri come quelli... >
< Beh e’ una maledizione. > M’interruppe Ogre. Sembrava un po’ divertito.
< Quelli che hai visto sono i cadaveri dei soggetti di tuo padre. Sono stati riportati in vita e riempiti di rabbia dal potere della maledizione...> Spaventoso.
< ...Per vendicarsi di tuo padre... ovviamente. >
< Che cosa? Allora mio padre e’ in pericolo! Devo salvarlo! >
Ogre sollevo’ le sopracciglia, sorpreso.
< Perche’? Per realizzare i suoi desideri, tuo padre ha ucciso tutte quelle persone nei suoi esperimenti. E ora questa e’ la sua ricompensa. Ormai devi aver capito qual’e’la vera natura di quell’uomo. > Mi fisso’ con quei suoi occhi penetranti.
< E vuoi ancora salvarlo? > Chiese.
Non dissi niente. Gli voltai le spalle ed uscii dalla mia stanza.
< Poverina... forse ancora non ha compreso il nostro dolore.> Sentii che diceva fra se e se.

 
  
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